Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: ashtonssmile    03/07/2012    5 recensioni
Non darò ancora retta a te, stupido cuore, per una volta cercherò di dare retta al mio cervello, così almeno non potrò stare male. Dimmi che bisogno c'era ora di farti a pezzi? Sei un po' masochista, piccolo cuore.
-FF con Conor Maynard.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kelsey.
Continuavamo a correre. Eravamo in ritardissimo, avevo perso la cognizione del tempo. Mi bloccai per riprendere fiato e Conor mi sfrecciò davanti, si voltò e mi prese la mano ricominciando a correre. «Non ti devi fermare, altrimenti non ci arriviamo più a casa»disse con il fiatone. «Non sono una campionessa olimpica di corsa, Conor». Lo sentii ridere. Quando ci trovammo di fronte a casa, ci fiondammo all'interno. Urlai un semplice saluto e andai in camera mia, gettandomi a peso morto sul letto, sfinita. «Conor, io ti dovrei ammazzare» dissi con il fiatone che non smetteva. «E perché?»chiese lui sedendosi sul mio letto. «Non ho mai corso così tanto e così velocemente come ho fatto oggi»dissi sfinita. «Ma smettila! Era una corsetta». «Per te lo sarà stata, per me è stato un inferno. Ho bisogno di ossigeno». Conor rise e mi diede una patta su una coscia e io ricambia dandogli uno schiaffo su una spalla, continuò a ridere. Poi, l'annuncio di mia madre che la cena era pronta. Andammo molto lentamente in sala da pranzo e ci sedemmo, aspettando ansiosi il cibo che stava per essere servito. Anche il mio stomaco si fece sentire, brontolò e Conor cominciò di nuovo a ridere, mentre io lo squadrai. «State cominciando a legare»disse Jeremy. «Come sono contenta»disse mia madre, guardandoci. «Stasera è una bella serata, uscite un po'»ci invitò Jeremy. «Ad una condizione" dissi. Tutti mi guardarono preoccupati. «Non ho intenzione di correre ancora». Tutti e tre scoppiarono in una grossa risata, poi mi diressi verso la camera per cambiarmi. Quando fui pronta, Conor ed io uscimmo. «Hai voglia di un capuccino?»mi chiese. «Sì, laggiù c'èuno Starbucks. Io ti aspetterò qui». Conor andò a comprare i bicchieri mentre io lo aspettavo fuori. All'improvviso sentii una voce che mi chiamava, una voce di cui ormai avevo il terrore. Mi voltai lentamente e Josh, dietro di me, stravolto come "quella sera". «Ciao, Kelsey»disse. «Josh, che vuoi?»gli chiesi incrociando le braccia. «Penso che tu lo sappia». Mi prese i polsi e li strinse. Cominciai ad urlare e sperare che Conor uscisse in fretta. Li strinse più forte e cominciai ad urlare dal dolore. Poi mi lasciò un polso e in una frazione di secondo mi ritrovai la maglia strappata e, in un'altrettanta frazione di secondo, mi ritrovai a terra, con un dolore lancinante ai polsi. Vidi Conor gettarsi contro di lui e tirargli un pugno. Josh barcollò un po', poi riprese stabilità e ne tirò uno a lui, facendolo cadere. Mentre Josh si avvicinava a me, Conor si era rialzato e gli tirò un pugno, caricato con tutta la sua forza, sul naso, che fece un rumore di ossa frantumate e il sangue gli cominciò a colare. «Deficiente" disse Josh, che cominciò ad imprecare. «Volevo divertirmi un po'». «Con lei no di certo!»urlò Conor e Josh si dileguò. Mi aiutò ad alzarmi, mentre continuavo a piangere. I polsi erano violastri da quando mi aveva stretta. Conor mi abbracciò e mi diede la felpa che teneva in vita. Non smettevo di piangere. «Stai tranquilla, Kelsey»mi disse. Le lacrime smisero di scendere e la vista cominciò a schiarirsi. Guardai il viso di Conor, Josh gli aveva tirato proprio un bel pugno, di certo gli sarebbe venuto un livido. «Tu sei tutto scemo" gli dissi. Mi guardò con aria perplessa. «Ti sei preso un pugno per una cretina come me, Conor!»gli urlai. «Ti avrebbe fatto di nuovo del male, Kelsey" disse con voce quasi straziante. «Ma non devi farti del male al posto mio». Lui mi abbracciò e mi strinse a sè. «Non gli avrei permesso di farti del male, per niente al mondo, anche se tu mi avessi detto che non c'era bisogno di farlo». Lo strinsi anche io e rimasi stupita. Era da tanto che qualcuno non si preoccupava di me e Conor, in pochi giorni, mi aveva fatto stare bene. Non riuscivo a credere che quel ragazzo che non sopportavo stava per diventare così tanto importante per me. Sembrava una contraddizione, non volevo nemmeno avere un minimo di rapporto assieme a lui e invece ora avevo bisogno di lui più di qualsiasi altra cosa, perché è l'unico di cui riuscivo a fidarmi. «Grazie, Conor». Ci staccammo da quell'abbraccio e ci dirigemmo di nuovo verso casa. Entrai ed andai dritta verso la camera, sfinita. Indossai il pigiama e mi misi sotto le coperte con qualche piccola lacrima che continuava a scendere. Conor entrò ed indicò le coperte. «Posso?» mi chiese gentilmente. Gli feci un semplice cenno e lui, dopo essersi messo il pigiama, si infiltrò nel mio letto e mi guardò. «Perché piangi ancora?» mi chiese, mentre delicatamente mi asciugava le lacrime. «Perché i polsi mi fanno davvero male e ho ancora l'immagine di Josh davanti, che mi spinge e comincia a picchiarti» . «Non preoccuparti, Kelsey». Mi strinse. Stava diventando il mio migliore amico, gli volevo bene, davvero tanto.

Conor.
Sapevo di fare una cosa sbagliata, ma non potevo farne a meno. Mi piaceva davvero, davvero tanto. Ogni volta che la guardavo in quei occhi così strazianti, che soffrivano in continuazione, mi faceva male, era come se fosse parte di me. Guardarla dormire era bellissimo, era così dolce. Le accarezzavo i capelli, mentre continuavo a pensare a quel Josh e al motivo del suo continuo attacco con Kelsey, il suo continuo volerle far del male. Era bellissima, mi stavo davvero innamorando di lei e non mi era mai successo. L'amavo, ne ero certo.

Ringrazio ancora una volta tutti. So che questo non è uscito molto bene, però era
come se fosse un capitolo di passaggio e ne avevo bisogno, mi auguro che continuiate
a leggerla perché come ho già detto ci tengo. Un bacio.
   
 
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