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Autore: Kristal Heart    04/07/2012    5 recensioni
*ATTENZIONE: One shot corretta. PRESTO VI SARA' UN SEQUEL!*
"Mi sono innamorato."
Lo disse tutto d'un fiato.
Io rimasi interdetto. Non mi aspettavo di certo una cosa così improvvisa, ed era innegabile il forte dolore che gli stringeva il petto.
"O-oh... E chi sarebbe?"
"Beh... Una persona... A cui so di piacere."
Perfetto.
Era tutto andato all'aria.
"Oh... E allora dichiarati semplicemente, no?"
"E' esattamente quello che sto facendo in questo preciso istante, Hyung."
"C-Come, Taemin?"
"Minho... Mi sono innamorato di te."
Lo fissai incredulo, prima di iniziare a sorridere come un ebete.
"Davvero?"
"Davvero, Hyung."
Il rossore si estese fin sopra le orecchie per via dell'eccessivo imbarazzo.
"Ne sono felice." -dissi.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taemin
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lo incontrai per caso nella grande piazza di Seul; mentre camminava teneva stretto al petto un grande libro, che pareva piacergli molto data l'intensità con cui lo stringeva, e più si sveltiva il suo passo, più il suo sorriso si ampliava.

Ne rimasi ammaliato.

Non solo era meravigliosamente splendido, ma aveva anche, a quanto pare, una grande passione per la lettura, cosa che a me ha sempre fatto impazzire.

Ero al centro della piazza, quella di fronte alla chiesa, dove vi erano varie panchine disposte ordinatamente, lì dove la gente poteva tranquillamente riposarsi.

Io rimasi fermo, immobile quando quel piccoletto dai capelli biondi si avvicinava passo passo a me, falcata dopo falcata.

Mi mancò un battito.

Il cuore partì alla velocità della luce quando lui si fermò e si accomodò su di una panchina malandata, con il grosso librone ancora tra le mani.

Tremava, fremeva nel leggere quel macigno -che doveva essere anche piuttosto pesante come lettura-.

Aprì la prima pagina e cominciò a leggere.

Non potei togliergli un solo istante lo sguardo di dosso, esageratamente irresistibile da poter non notarlo.

Gli occhi lucidi per l'emozione.

Fu davvero uno spettacolo poterlo ammirare.

Rimasi imbambolato a fissarlo credo per... Troppo tempo, perché poi si accorse di me. Mi lanciò uno sguardo fugace, richiuse il libro e se ne andò via.

Sperai di poterlo rivedere.

***

Come se il mio desiderio fosse stato esaudito, rividi quel giovane il giorno successivo sempre in nella stessa piazza, seduto comodamente sulla stessa panchina malandata della volta precedente.

Sempre con quel libro.

Sempre con lo stesso sguardo.

Così meraviglioso.

Continuai ad osservarlo come la volta prima, non potendo levargli gli occhi di dosso.

Troppo perfetto per poterlo fare.

Purtroppo, non rimase più di un paio di minuti.

Il mio cuore si svuotò quando la sua angelica figura si alzò da quella panchina ed andò via.

Mi pentii di non aver avuto abbastanza coraggio da poter dirgli almeno 'ciao'.

***


Il mio cuore sussultò quando si rese conto che nella biblioteca della scuola c'era anche lui, quel ragazzino.


Che l'avessi visto in giro per la scuola senza accorgermene? Eppure non mi pareva un viso conosciuto.


Troppo preso dai miei pensieri, il libro mi cadde dalle mani provocando un tonfo sordo. Lui, che stava passandomi accanto, si voltò.


Stavo per pronunciare una scusa per la pessima figura, ma prima che potessi pronunciare parola, lui mi sorrise.


"Ciao."

Trattenni il respiro per una manciata di secondi.

Avevo anche dimenticato come respirare, grande.

"C-ciao..."


Si accomodò ad un tavolo e fece cenno, facendomi capire di seguire il suo esempio.

Mi misi proprio dinanzi a lui.

Quel sorriso non abbandonò nemmeno per un istante il suo volto.


"Mi sono accorto che... E' da un paio di giorni che mi guardi, in piazza."

Abbassai lo sguardo per il troppo imbarazzo.


"Hey, non preoccuparti! Non ti mangio mica!"
Accennò una piccola risata... Quasi rischiai la morte istantanea.

“La mia è semplice curiosità.” -Continuò.

Era davvero molto sereno. Tranquillizzò anche il mio cuore impazzito.
"Nulla. Ti trovo semplicemente interessante."


"Ah si?" -mi mostrò un altro di quei suoi sorrisi- "Bene. Ci si vede domani, alla stessa ora. A questo stesso tavolo. Ok?"


Mi guardò un ultima volta, non mi diede nemmeno tempo di ribattere e si allontanò semplicemente, aggiustandosi la borsa a tracolla sulla spalla.

***


Passarono quattro mesi.

Io e Taemin -dopo due settimane riuscii a farmi dire il suo nome- continuammo a vederci lì, in biblioteca.

Non parlavamo molto, anzi. Probabilmente ci comportavamo come due estranei, ma io avrei potuto giurare che c'era qualcosa di molto più profondo.

Un'amicizia, forse.

Ogni giorno lo passavamo prendendo dei libri scelti a caso, dopo aver letto per un po', divenne nostra consuetudine discutere su ciò che non ci piaceva o non ci aveva attratto da quel poco che riuscivamo a leggere.

Oltre ciò c'era il nulla.


Ma sapevo che qualcosa stava cambiando.

Un giorno, infatti, notai qualcosa di strano in Taemin.

Invece di prestare attenzione al libro che teneva in mano, posava spesso il suo sguardo su di me.

Non appena scostai gli occhi da ciò che stavo leggendo, Taemin fece finta di nulla e tornò sul testo.

"Taemin?"


"Mh?"


"Che hai?"

Lui arrossì ed abbassò il capo.


"Nulla, perché?" - la sua voce uscì notevolmente sottile e me ne sorpresi.


"Taemin, sai che con me puoi confidarti."


"E' questo il punto..."

Nella sua voce notai giusto una nota di rammarico, ma quando stavo per chiedere altro, lui si alzò e disse di dover andare poiché aveva una appuntamento, credo. Almeno questo è ciò che riuscii a capire a causa del tono basso che usò Taemin in quel momento.

***


Un anno.

Un anno passato in quella biblioteca, a parlare sempre di libri, testi scolastici, esami ed altri simili.

Erano argomenti di cui non andavo proprio matto, ma poiché Taemin riusciva ad aprire un discorso unicamente con questi elementi, imparai ad adattarmi a lui.

Beh, inutile dire che poco tempo fa capii di essermi preso una cotta.

Ogni volta che sorrideva, ogni volta che rideva ad una mia stupidissima battuta a cui nemmeno i polli avrebbero potuto ridere tanto fosse sciocca, quando mi volgeva sguardi amorevoli. Quando... Un giorno mi chiese di uscire insieme.

Fu proprio quel giorno che mi resi conto di tutto.

Arrivò nella piazzetta -quella stessa in cui lo vidi per la prima volta-. Era letteralmente meraviglioso.

Semplicemente... Perfetto. Niente di più, niente di meno. Perfetto.

Lui sorrideva debolmente a causa dell'imbarazzo, ma non ci misi nulla ad aumentarlo prendendogli la mano e passeggiando per i dintorni.

Andammo in quella piazza , e quando mi capitò sott'occhio la panchina dove lo notai, il mio cuore guizzò e i miei occhi si bagnarono appena pensando che quell'essere che credevo un angelo era ora lì accanto a me; quel sogno irraggiungibile si stava realizzando.

Passammo l'intera giornata assieme e ci divertimmo tanto.

E da quel giorno, Taemin mi chiese di uscire molto, molto più spesso.


E ne fui davvero felice.

***


From:Taemin.

"Hyung. Dobbiamo parlare... Raggiungimi alla biblioteca, sempre a quel tavolo. Ti aspetterò."

 

La paura mi assalì, mai Taemin era stato più serio.

Dunque non aspettai nemmeno la fine della lezione, chiesi all'insegnante di poter andare in infermeria a causa di un improvviso mal di testa.

Passata l'entrata della biblioteca, vidi Taemin seduto a quel tavolo.

Rosso. Si stava torturando le mani... Ed era più bello che mai.

Mi avvicinai piano e gli poggiai una mano sulla spalla, cercando di non spaventarlo.

Lui sobbalzò a quel contatto improvviso, ma si rilassò poco dopo constatando che ero io.

Mi indicò la sedia e mi fece accomodare.


"Vedi, Hyung..." -cominciò lui, sembrava già sull'orlo di una crisi isterica per quanto rosso e agitato fosse -"I-io... Devo dirti una cosa veramente molto importante."

Prese a torturarsi una manica della maglia che indossava e prese una breve pausa prima di continuare a parlare.


"Mi sono innamorato."

Lo disse tutto d'un fiato.

Io rimasi interdetto. Non mi aspettavo di certo una cosa così improvvisa, ed era innegabile il forte dolore che mi stringeva il petto.


"O-oh... E chi sarebbe?"

"Beh... Una persona... A cui so di piacere."


Perfetto.

Era tutto andato all'aria.


"Oh... E allora dichiarati semplicemente, no?"

"E' esattamente quello che sto facendo in questo preciso istante, Hyung."

"C-Come, Taemin?"

"Minho... E' di te che sono innamorato. "


Lo fissai incredulo, prima di iniziare a sorridere come un ebete.

"Davvero?"

"Davvero, Hyung."

Il rossore si estese fin sopra le orecchie per via dell'eccessivo imbarazzo.


"Ne sono felice." -dissi.

***


I cinque mesi migliori di tutta la mia intera esistenza.

La vita sentimentale con Taemin andava alla grande.

Lui mi amava, io amavo lui.

Tutto era... Così tremendamente... Perfetto.

Passavamo ogni singolo giorno assieme.

Stavamo benissimo. Poi Taemin era al colmo della felicità anche perché da lì a poco avrebbe potuto ricevere una borsa di studio, così da poter dare alla madre.


Qualcosa che seppi di Taemin solo poco tempo fa, fu la terribile notizia di sapere la situazione famigliare del mio ragazzo in crisi, sentimentalmente e finanziariamente. Ma qualcos'altro stava andando per il verso giusto nella sua vita.

Ed io non potei far altro se non esserne felice.


Lo amavo troppo.

Però poi... Arrivò un periodo, in cui Taemin smise di chiamare o di inviare messaggi di testo.

Ovviamente, me ne preoccupai e cercai più e più volte a chiamarlo venendo, però, rifiutato.

Dopo una settimana, finalmente, il mio -che emozione poter finalmente dirlo!- piccolo amore mi chiamò. Tirai un sospiro di sollievo.


"Hey!"


"Hyung. Dobbiamo lasciarci. Io non ti amo più."


La sua voce risuonava fredda attraverso il cellulare.

Sperai che fosse solo un incubo, uno di quello in cui ti svegli di soprassalto tra le lacrime ma successivamente constati che si tratti di un sogno, ma no; quello non era affatto un incubo, Peggio.

Mi resi conto di star vivendo la realtà solo dopo aver sentito un "addio" e la chiamata interrotta.

***


Passò un mese dalla nostra rottura.

Per tutto quel lasso di tempo, evitai di andare a scuola, troppo debole emotivamente per poter affrontare esami decisamente difficili per me.


Stavo giusto per entrare in classe, quando mi bloccai... Sentì alcune ragazze parlare dell'oramai non più mio Taemin.


"Sei seria?! Poverino... Quanto mi dispiace! Davvero, non lo merita proprio. Vive già una vita difficile, chissà ora come starà."


Non riuscii a capire appieno la conversazione, ma la cosa ovvia era che al mio piccolo era accaduto qualcosa di spiacevole.


"Già... Poi la leucemia è così tremenda... Addirittura non si sa se riuscirà a vivere oltre qualche mese."


Mi venne la tachicardia.

Non capii nulla più, presi solo il cellulare all'interno della mia tasca e composi il numero di Taemin che, a causa delle mani tremanti, dovetti riscrivere ben tre volte.

 

Uno squillo.


Due squilli.


Tre squilli.


Quattro squilli.


"Rispondi..."


Si sentii un lieve rumore dall'altro capo della linea.


"H-hyung?"

"Taemin!"

Silenzio dall'altro capo della linea.
La mia ansia mi portò a camminare avanti ed indietro per un breve tratto di corridoio, mangiandomi le mani.

"Taemin. Dimmi la verità. Perché mi hai lasciato? Hai davvero smesso di amarmi?"

La risposta non tardò ad arrivare.


"Ma certo che si, mi pare ovvio!"

"Ho sentito alcune ragazze parlare di una malattia... Che tu hai."


Silenzio.

Per un po' di tempo non ci fu altro.


"Taemin... Hai la... Leucemia?"


Il silenzio tornò a calare, ma fu interrotto subito dopo dai singhiozzi del piccolo.


"H-hyung... Mi dispiace di a-averti mentito... Non volevo che sapessi! I-io ti amo."


"Quindi... Sei davvero malato?"


"Si..."


Rimasi scioccato da quell'affermazione. Il solo pensare che Taemin potesse stare male, mi stritolò il cuore in una ferrea morsa.


"Sai" -prese a ridacchiare amaramente- "Ora non ho neanche più i capelli per via delle chemioterapie."


Lì, il mio cuore cessò di battere.

***


Taemin fu costretto a trasferirsi in un altro paese per seguire cure specializzate apposta per lui, poiché venne a galla che la leucemia che aveva, era in stato avanzato, ma forse anche potenzialmente curabile.

Erano passati mesi, ed io presi a frequentare l'università.

Era quasi Natale e le vacanze invernali, così come i test, erano alle porte.

Ogni giorno, non appena riuscivo a ritagliare un po' di tempo dallo studio, cercavo di chiamare Taemin il più possibile, perché... Nonostante la distanza, l'amore era sempre presente. Sia per me che per lui.

Avevo appena aperto il libro di Economia quando il mio cellulare prese a squillare intensamente.

Lessi il display e, felice come non mai, riposi al mio Minnie.

"Minho..."

Quella non era di certo la voce di Taemin.

"S-si?"


"Sono la mamma di Taemin..."

La sua voce era spezzata dal pianto, ed automaticamente presi ad agitarmi.


"Ti prego... Vieni qui, mio figlio sta morendo..."- terminò lei.

Non credetti a quelle parole.

Troppo false.

Impossibile che il mio povero cucciolo potesse... Essere a rischio.

Giusto?


Era... Impossibile, no?

Avevano detto che era potenzialmente curabile, non è vero?

E allora perché le lacrime presero a scendermi lungo il volto?

Staccai la chiamata ed andai dritto dritto nella cassaforte dei miei genitori. Tanto il codice lo conoscevo.

Presi il denaro che mi bastava per partire e, senza perdere tempo, andai a comprare il biglietto per quel giorno stesso.

***


L'ansia cominciò a crescere.

L'ultima chiamata che ricevetti fu dalla madre del mio piccolo, piangeva. Mi implorava di correre il più possibile perché il suo ultimo desiderio era vedermi.

Non sarebbe di certo stata l'ultima volta che mi avrebbe visto, no.

Di certo saremmo stato insieme per tutta la vita.

Avremmo dovuto comprare un appartamento insieme, come stabilito da me e Minnie tempo fa.

Corsi alla clinica e subito mi avvicinai alla reception chiedendo di lui.

Dopo avermi indicato le varie operazioni da svolgere per arrivare a destinazione, un forte rumore risuonò da non so dove, con una voce metallica che chiamava i medici per un caso urgente.

Quando vidi accorrere vari medici ed infermiere nella stanza che, dove solo successivamente, venni a conoscenza fosse di Taemin.

Corsi nella stanza, e ciò che vidi mi fece raggelare il sangue nelle vene.

Minnie, il mio piccolo giaceva sul letto, talmente tanto pallido da far invidia ad un lenzuolo. Tanti aghi impuntanti dentro alle braccia, un respiratore attaccato alla bocca. Gli occhi neri, vuoti.

E quel cappello.


"Taemin..." -sussurrai il suo nome.

Lentamente mi avvicinai al suo capezzale.

Gli carezzai una mano... E dopo scoppiai.


"Taemin, vivi. Ti prego, vivi per me."


Lui mi guardò negli occhi ma non vi fu espressione sul suo volto.


"Mi ami...?"

Fu tutto ciò che lui riuscì a tirar fuori.

Era evidente che non riusciva nemmeno a parlare.


"Certo, idiota! Io ... Io ti ho sempre amato. E tu lo sai! Dovresti saperlo!"


"Ne... sono molto... felice, Hyung. Ora... Ora posso morire felice."

Quelle parole mi lasciarono basito.

No, no, no.


"No! Taemin, non morire! Taemin, resta con me! Non mi lasciare!"

Il suono della macchina segnò i battiti cardiaci assenti.


La mia vita terminò in quel preciso istante.

***

Ad un anno della morte del mio amato, vorrei confessare al mondo intero quanto io l'abbia amato.

Sin dal primo momento, amai il suo sorriso.

Dopodiché, fui in grado di amare tutto il resto.

I suoi pregi, così come i suoi difetti.

Gli occhi scuri, vispi. Proprio come quelli dei bambini piccoli.

Le labbra carnose, che pare chiedano solo di essere baciate.

Avremmo dovuto vivere insieme.

E...

Decisi di provarci, a vivere senza lui, in un vuoto appartamento di campagna.

Non amai nessun altro dopo la sua morte.

Come potevo? Nessuno era perfetto come lo era lui.

Nessuno era perfetto.

Nessuno era Taemin.

 

   
 
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