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Autore: Rebeccah    04/07/2012    1 recensioni
Elena e Serena, due ragazze dii diciott'anni, vanno in vacanza insieme a Rimini. Elena non sa ancora che qui incontrerà il vero amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
 
Elena non sapeva cosa le prendesse: aveva già preso l'aereo, ma si sentiva improvvisamente insicura, come se fosse seduta su un filo da cucito. Le doleva la testa, inoltre aveva lo stomaco sottosopra, tuttavia non poteva farci niente. Aveva una leggera inquietudine che non riusciva ad ignorare. E se l'aereo cade? Si chiedeva, e se l'aereo prende fuoco improvvisamente?

Serena non era preoccupata, sapeva che la paura di Elena sarebbe passata con il prossimo volo, funzionano così le sue paure dopotutto, si diceva. Una volta, due anni prima, si erano recate a Gardaland. Elena amava Space Vertigo, era uno dei suoi giochi preferiti, tuttavia, si era rifiutata di salirvi, affermando che “non possiamo sapere cosa ci riserva il destino, potrebbe slacciarmisi la cintura di sicurezza”. Serena l'aveva guardata come se fosse pazza, si era girata dall'altra parte e avevano cambiato gioco. Prima di andare via ci erano tornate, ed Elena si era divertita come non mai.
Elena era una ragazza strana, lo era sempre stata, ecco perché erano diventate amiche. Si conoscevano fin dalla prima liceo, avevano fatto entrambe il linguistico. Elena non conosceva nessuno, tranne un ragazzo che faceva le medie con lei. Non socializzava facilmente, perciò per lei i primi mesi furono duri. Durante un'uscita di classe si erano fermati in gelateria e Serena stava camminando con Diletta e Sofia (altre due ragazze della loro classe) nella piazzetta. Ad un certo punto Elena, che stava mandando un messaggio, mi si era scontrata contro, macchiando la mia maglia di gelato fragole e frutti di bosco. Era tanto dispiaciuta per quello che era successo, che nella foga di aprire lo zaino per estrarvi dei fazzoletti aveva lasciato cadere il cellulare. Mi dispiace, sono una sciocca, devo fare più attenzione, continuava a ripetermi. Il suo cellulare mezzo distrutto (mancava parte dello schermo, era uno di quei cellulari touch che valgono la meno della metà del loro già basso prezzo) a terra, nemmeno l'aveva notato. Serena le ripeteva che non faceva niente, il gelato va via facilmente, una volta lavato, diceva. Ma Elena non l'ascoltava. Forse era da questa sua enorme dolcezza e preoccupazione che Serena era stata conquistata da lei. Infatti erano tre i tratti principali di Elena: dolcezza, bontà, sbadataggine. Quella volta che era entrata in classe cadendo come un sacco di patate perché era inciampata nelle sue stesse scarpe Serena se lo ricorderà per tutta la vita. Quante risate che s'erano fatti. Elena se ne vergogna ancora e diventa rossa come un peperone, ma alla fine anche lei ci ride sopra.
Quando in quarta liceo Serena aveva avuto il suo primo ragazzo, Elena le era stata accanto come una sorella, in particolare quando l'ha fatto per la prima volta. Elena non era d'accordo, secondo lei Serena e Massimo avrebbero dovuto aspettare. Avevano discusso per ore al cellulare, alla fine Serena, stanca, aveva chiuso la chiamata e non le aveva dato ascolto. Rimpiangerà sempre di non averle dato ascolto. Elena non aveva mai nutrito una particolare ammirazione nei confronti di Massimo, anzi, lo riteneva un “approfittatore” e uno “stupido ragazzino”. Nonostante tutto, Serena non poteva vederlo per quello che era veramente. Era innamorata, il suo primo amore, e l'amore annebbia la vista. Il giorno dopo la loro nottata d'amore, Massimo l'aveva trovato nel bagno delle ragazze, intento a strusciarsi con una ragazza del terzo anno, unna certa Camilla, nota a tutti come la ragazza più facile della scuola. Serena se n'era andata piangendo, rifugiandosi al piano superiore. Non aveva il coraggio di parlare con Elena, di ammettere che aveva ragione. Serena era una persona molto orgogliosa e amante delle sue idee. All'uscita Massimo si era avvicinato a lei. “Ehi, piccola”, le aveva detto, avvicinandosi per baciarla, convinto di non essere stato visto. Serena, incurante di essere davanti a tutta la scuola, gli aveva lanciato uno schiaffo, prima di salire sul suo scooter e scappare via, a casa. Elena, che aveva visto la scena e capito tutto, le corse dietro, fino a raggiungerla e tranquillizzarla. L'aveva saputa ascoltare e comprendere, l'aveva abbracciata e le incomprensioni fra le due si erano immediatamente dissipate.

- Elena, stai sudando freddo -, le domandò Serena, guardandola di traverso.
- Perché? Si nota molto -, sussurrò lei di rimando, come se alzando la voce avrebbe fatto saltare in aria l'aereo.

In quel momento, venne comunicato ai passeggeri di allacciarsi bene le cinture di sicurezza e prepararsi per l'atterraggio. Elena fece un respiro di sollievo, Serena alzò gli occhi al cielo.
Poco dopo erano al ritiro bagagli, con due grosse valige in mani, dirette verso l'uscita.

- Sbrigati, Serena! - La rimproverò Elena, che fino a pochi minuti fa stava per svenire a causa dell'aereo, ma che adesso era più energica di un gatto che gioca con il suo gomitolo.

Chiamarono un taxi e ovviamente Serena non perse l'occasione di conversare con il conducente, un affascinante (almeno a parer suo) trentenne single. Quando successivamente Elena le chiederà come faceva a saperlo lei le risponderà “Non aveva la fede!”, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Elena. “E chi ti dice che non fosse fidanzato?”, le chiese. A questo Serena non seppe rispondere.

  
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