La Tempesta Che Avanza
Il temporale si sarebbe abbattuto
su Londra nel primo pomeriggio, lo dicevano tutti i telegiornali. Il che
aveva creato un gran parapiglia nella capitale: anche a vivere in una città
dove piove mediamente quattro giorni a settimana, a
una bella bufera non ci si abitua mai. Tanto più che era
estate, e di solito è un periodo che si preferisce passare in maglietta a
passeggiare, non a lottare contro il maltempo aggrappati a un ombrello…
soprattutto se si trattava della tempesta peggiore degli ultimi anni, come la
chiamavano simpaticamente gli impiegati delle previsioni meteo.
Chissà perché, a Donna non dava fastidio il fatto
di non poter andare a fare shopping tutto il giorno con le amiche. Come progettavano, tra l’altro, da almeno una settimana. Poco
tempo prima si sarebbe lagnata per ore, ma adesso per qualche oscuro motivo non
le importava.
Stava tornando a casa dopo le ultime commissioni, e
scesa dalla macchina fu subito investita da una folata
di vento. Guardò il cielo, grigio, con le nuvole che si ammassavano
all’orizzonte.
Nell’aria c’era uno strano odore. Era odore di
Tempo, e sapeva di metallico, di terra umida e di pioggia. L’aveva già sentito
spesso, quel profumo, ed era quasi sicura che fosse stato prima di un tempesta. O durante.
“Ecco perché ha spesso odore di pioggia”, pensò
Donna in un primo momento.
Poi: “Okay. Questa roba non ha senso”.
Doveva essere uno di quegli inspiegabili
cambiamenti.
Le chiavi grattarono nella serratura, quando aprì
la porta.
-Sono a casa!- urlò.
Come al solito, nessuno le
rispose. Portò il pane in cucina, e lì trovò suo nonno intento a borbottare qualcosa
contro la televisione, il Governo, il tempo, e tutte quelle cose contro cui i
vecchietti si divertono tanto a borbottare.
Probabilmente il mezzobusto al telegiornale stava parlando del fatto che i
danni che avrebbe subito la città sarebbero stati
molto alti, i cittadini erano quindi invitati a non uscire di casa, portate in
casa i vostri animali e se un albero sradicato vi cade nel salotto per favore
non fatevi prendere dal panico e chiamate i soccorsi, grazie dell’ascolto e
buon temporale a tutti.
-La tempesta che avanza…- suggerì
Donna, soprappensiero.
Incredibilmente, Wilfred
si degnò addirittura di interrompere la sua orazione sussurrata per girarsi e
guardare la nipote con tanto d’occhi.
-Che cosa hai detto?-
domandò, con una dose un po’ eccessiva di allarme nella voce.
-Che
c’è? La “tempesta che avanza”, visto che stanno
cercando di tranquillizzarci così bene, potrebbero anche iniziare a chiamarla
così… Comunica la giusta quantità di panico, no?- ridacchiò Donna, uscendo
dalla stanza.
L’uomo rimase da solo, con quello shock ancora
addosso.
Ormai era passato tanto tempo. Lei aveva
dimenticato, ma c’erano questi momenti improvvisi in cui, senza rendersene
conto, parlava dei suoi viaggi, delle meraviglie che aveva vissuto. E allora era quasi come se si ricordasse tutto. Quasi.
Wilfred,
probabilmente, non avrebbe mai smesso di piangere per quella storia.
Donna aveva ragione: era un nome che dava panico,
più di quanto lei pensasse.
La Tempesta Che Avanza.
Il Dottore.
Ma Donna credeva che la Tempesta stesse arrivando,
e non sapeva che in realtà se ne era già andata.
Perché Donna è una delle companion più
meravigliose del Dottore, e non è giusto che si sia dimenticata di tutto
quanto. (E non importa se il tema è già trito e ritrito, non si può mai
smettere di scrivere su una cosa triste come questa.)
Dedico la shot
(sì, non ci crederete, ma a quanto pare è una shot) in tre parti:
al temporale di questi giorni, senza il quale non mi sarei mai
ricordato della Oncoming Storm;
a Stars_Daughter, che deve portare
pazienza, perché è più forte di quanto pensa;
e a TheQueenofHearts, se mi dà il
permesso… :) mettiti a scrivere su Ten e Donna anche tu, per favore!
Fine note… Recensioni ovviamente ben
accette!
Allons-y, bella gente :)