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Autore: debs_eris    04/07/2012    0 recensioni
Dal 1°capitolo:
"Prima o poi anche il mio cuore Venere coronerà d'amore" dissi con fare teatrale.
" Speriamo più prima che poi, sono stanca di vedere la tua faccia da zitella in giro" le diedi uno schiaffetto sulla la nuca e mi sorrise con innocenza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heather Morris, Naya Rivera, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                   *Di 2 mondi ce n'è uno*


Bevevo il mio caffè sperando che la giornata andasse meglio di come era cominciata.
Era stata una nottataccia, passata a girarmi e rigirarmi nel letto senza riuscire a prendere sonno e la cosa che mi faceva più arrabbiare era che non capivo il motivo di quella mia inquietudine, o forse non volevo capire. Insomma sapevo benissimo che la causa erano un paio di bellissimi occhi azzurri e un dolce sorriso, ma sinceramente non comprendevo come potevano scaturire tutto quel disagio in me.
Poi tanto per iniziare bene la giornata avevo ricevuto una telefonata dalla redazione marketing che mi chiedeva lo slogan che avrebbe pubblicizzato il festival quest'anno, solo che tra una cosa e un'altra non avevamo ancora avuto il tempo o l'ispirazione per trovare la perfetta frase ad effetto.
Ero alle strette, a breve la campagna pubblicitaria sarebbe dovuta iniziare ed era tradizione cambiare "motto" ogni anno, saltare questa tradizione sarebbe stato demoralizzante sia per noi che lavoriamo nel festival, sia per i cittadini e gli spettatori.
Non potevo discolparmi dicendo che non era prettamente necessario o che non avevamo idee, dovevo trovare una soluzione in fretta.
* Cavolo non è passata nemmeno una settimana di lavoro e già lo stress mi sta uccidendo* pensai prendendo un'altro sorso di caffè.
Appoggiai i gomiti sul tavolino, tenendo ancora la tazza tra le mani e cominciai a giocarci distrattamente. Mi ritrovai a sospirare fissando il vuoto per alcuni secondi, riprendendomi pensando di star impazzendo.

Decisi di farmi una veloce doccia, rigorosamente fredda per svegliarmi un pò, le mie occhiaie avrebbero fatto invidia anche a un panda, poi mi vestii velocemente ed uscii di casa prima del solito.
Dovevo trovare un posto che mi distraesse e casa mia non era il luogo adatto. Mancavano 45 minuti all'inizio di un'altra faticosa giornata di lavoro così optai per dirigermi direttamente a teatro e bearmi della sua sana tranquillità finchè potevo.
E magari per una volta non sarei stata in ritardo.

Arrivai a teatro con l'intento di gettarmi a capofitto nel lavoro per non dare spazio, nella mia testa, ad altri pensieri, ma non ero l'unica mattiniera quel giorno così dovetti ripensarci.
Infatti, nell'oscurità del palcoscenico e della platea un'ombra danzava al ritmo di note invisibili. Nessuna musica accompagnava quel corpo, ma sembrava quasi si potesse udire per quanta passione sprigionava ad ogni singolo passo.
Spinta dalla curiosità mi avvicinai, riuscendoci senza farmi vedere aiutata dal buio totale che copriva la sala. La fioca luce proveniente dalla porta del retro palco illuminò l'immagine. La vidi, un groppo in gola, smisi di respirare. Era lei.
Pensai che qualcuno si divertiva a prendersi gioco di me, l'unica persona che non avrei dovuto incontrare era l'unica che avevo incontrato.
*La mia sanità mentale è messa a dura prova. Destino crudele.*
Danzava un passo dopo l'altro lasciandomi senza fiato. Una piroetta, una spaccata a mezz'aria, un'altra piroetta, si muoveva con l'eleganza di una farfalla... sospirai a quella visione.
Esagerai.
Mi tappai la bocca velocemente con le mani, troppo tardi si era accorta della mia presenza.
*Cazzoooooo*
Accese una delle luci della sala cogliendomi in flagrante. Imbarazzatissima cercai di scusarmi.
" Oh perdonami... n-non volevo disturbarti." volevo sparire.
" Hey ciao" mi sorrise. " non ti preoccupare, non pensavo ci fosse qualcuno."
" Bhè... oggi sono venuta prima, poi ti ho visto danzare e mi sono fermata ad osservarti. Sei veramente formidabile" le dissi cercando di far trasparire il meno possibile l'imbarazzo che aveva preso il sopravvento su di me.
Le sue gote si colorarono di un lieve rossore per il piccolo complimento. Era così tenera.
L'avrei voluta riempire di complimenti solo per vedere quel leggero imbarazzo che la rendeva così...così dannatamente bella.
" Grazie" mi sorrise ancora, stavo diventando liquida, mi scioglievo ad ogni sua espressione.
" sai... c'è gente a cui piace fare yoga, gente a cui piace fare una corsetta al parco e gente che per rilassarsi la mattina si mette a ballare al buio in un teatro. Bhè io sono una di quelle." disse ridendo.
Gli sorrisi di rimando. Con tutta quella dolcezza ero in serio rischio diabete, ma non mi importava. Era una sensazione troppo piacevole.
" Per oggi, comunque, può bastare"  scese agilmente dal palco, afferrando l'asciugamano bianco appoggiato su una sedia.
Indossava dei fuseaux neri che le arrivavano al ginocchio e un top anch'esso nero con delle linee bianche ,che le fasciava il seno lasciando scoperto l'ombelico.
Ingoiai a vuoto alla vista di quel lembo di pelle perlato di sudore. Cercai un modo per non cadere negli abissi del mio inconscio, perchè ogni mio pensiero cominciava a farmi paura. Una lotta difficile.
Mi cadde involontariamente l'occhio sul  suo sedere quando prese a fare qualche allungamento. Sono una pervertita.
Un nodo alla bocca dello stomaco, sudavo freddo, iniziai a torturarmi le mani. Dovevo trovare una distrazione o sarei impazzita.

" Buon giorn-,... Nay?!? che ci fai qui?" Oddio quanto amo il suo tempismo, Deborah era entrata in platea fermando la mia tortura mentale. Sospirai sollevata.
" Fino a prova contraria, IO ci lavoro QUI." le dissi rispondendo alla domanda anche se sapevo perchè me l'aveva fatta.
" è-è un miracolo." disse avvicinandosi l'indice all'occhio destro facendo finta di asciugarsi una lacrima.
Ecco appunto, la solita.
" Ah ah ah. " pronunciai sarcastica. " mi sono svegliata presto perchè non riuscivo a dormire e sono venuta su. Ecco quanto."  dissi facendo la finata offesa.
" Devo segnarmi questo giorno."  prese il cellulare in mano e cominciò a scrivere.
Alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa. Non cambierà mai.

" Ciao Heather"  si rivolse poi alla bionda che era rimasta ad osservare la scena. " anche oggi allenamenti mattutini?"
" Eh già." rispose la ballerina sorridendo.
Mi stupii per tutta quella confidenza, ma pensai che probabilmente avevano avuto modo altre volte di incontrarsi la mattina, se Heather veramente ogni giorno prima di lavorare ballava per rilassarsi e conoscendo la mia amica, era molto probabile.

" Bene, mancano 15 minuti." disse Deborah guardando l'orologio sul polso. " Vi va un caffè?"
...........

Ci ritrovammo sedute al tavolo di un bar.
Contemplavo il mio caffè come se fosse la cosa più interessante del mondo, solo il tintinnio del cucchiaini sbattuti sulle tazzine rompevano il silenzio. Decisi di parlare, infondo era l'occasione per conoscerla meglio.
" Allora Heather..." iniziai. Debs e la diretta interessata alzarono lo sguardo dalle loro bevande per guardarmi negl'occhi "... raccontaci un pò di te." dissi tanto per iniziare il discorso vedendo poi la mia amica annuire.

Ci raccontò di aver iniziato a ballare all'età di 4 anni in una piccola scuola di ballo di Thousand Oaks, città dove è nata e cresciuta.
Ha sempre amato la danza, classica, moderna, pop, di tutti i tipi.
A 19 anni si è spostata a New York per seguire dei corsi alla Juillard una delle accademie più rinomate d' America. Grazie ai suoi fantastici risultati scolastici è stata poi notata da un proprietario di una scuola di ballo importante di Los Angeles che le ha chiesto di lavorare per lui come coreografa. Lavoro che tutt'ora fa.
" Ho sempre voluto che la mia più grande passione diventasse il mio lavoro. E ho accettato senza pensarci 2 volte" ci disse emozionata.
Era così tenera, si vedeva quanto amava ciò che faceva. Mi persi nei suoi occhi sognanti intenti a fissare un punto impreciso della stanza.
 
Ci ha parlato poi della sua famiglia, dei genitori e della sorellina di 13 anni. Di quanto li vedesse poco a causa del lavoro e di quanto le mancassero. Lacrime di malinconia ricoprirono quei suoi occhi che brillavano ancora di più. Mi si strinse il cuore.
" Scommetto che sono fieri di te." le dissi stringendole una mano. Posò lo sguardo sulle nostre mani ,stupita di quel gesto che mi era venuto spontaneo, per poi alzarlo finchè potei specchiarmi i quei due pezzi di cielo.
" Grazie." mi disse solamente mentre sul suo volto si apriva uno splendido sorriso. Rimanemmo a guardarci nei nostri rispettivi occhi ancora per qualche secondo. Non potevo resistere, rimanevo ipnotizzata ogni volta da quello sguardo così dolce.

"Così mi sento il terzo incomodo" disse poi Debs che era rimasta indisparte assistendo a quel momento.
Io e Heather ci girammo all'unisono verso la rossa che aveva incrociato le braccia al petto, scoppiammo a ridere. Quanto poteva essere cretina.
Un pò imbarazzata staccai la mia mano, che era rimasta per tutto il tempo attaccata a quella della bionda e per un millesimo di secondo i nostri sguardi si rincontrarono di nuovo.


Siamo state a parlare per quasi mezz'ora, della nostra vita, delle nostre famiglie e dei nostri lavori ,senza accorgerci che il tempo passava. Il disagio iniziale pian piano era sparito, non mi ero mia aperta così velocemente con una persona, nemmeno con Deborah che era la mia migliore amica. Ma lei era diversa, mi sentivo bene, sarei rimasta a sentirla parlare ,a vederla sorridere e a guardare i suoi occhi così belli senza mai stancarmi. Ma come vi ho detto il tempo passava ed era tardi.
Ci dirigemmo velocemente verso il teatro.

" Il mondo della musica..." iniziò la ballerina accennando un veloce inchino. " e il mondo dell'arte..." disse porgendo il braccio verso Deborah. La ballerina sapeva che la mia amica era un'appassionata d'arte e amava dipingere.
" L'antico..." continuò osservando il teatro davanti a noi con fare teatrale. " e il moderno..." ci prese per mano. Sorrisi a quelle parole e al piacevole contatto delle nostre mani.
"... questo festival è una bellissima fusione di tuttò ciò."
La guardai e mentre lei ci salutava per andare in sala prove mi si accese una lampadina.
" Già, creando un solo mondo perfetto." dissi girandomi verso la mia amica rossa che mi guardava perplessa.
" è un genio." dissi trionfante baciando la guancia della mia amica che si stava spaventando per quella mia reazione, lasciandola poi senza parole mentre correvo in ufficio. " Tu sei malata mia cara Rivera." mi urlò alle spalle.
Una bionda musa dagl'occhi cerulei mi aveva ispirato lo slogan del festival.  Di 2 mondi ce n'è uno.

****
Angolo dell'autrice:
Premetto che la storia degli slogan non è vera, quest'anno ce l'hanno aggiunto ed era proprio " Di 2 mondi ce n'è uno" così mi piaceva l'idea di metterlo nella storia, anche se in modo stupido.
Questo capitoletto poteva benissimo essere chiamato " conoscenze" ma non volevo essere "banale" così ecco qua, la più grande str****ta del secolo.
Comunque spero vi piaccia anche se dubito e lasciate qualche commentino mi ferebbe piacere sapere cosa pensate di questo orrore. =)
Alla prossima Baci. 
_Debs_
  
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