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Autore: Gan_HOPE326    19/01/2007    14 recensioni
Una brevissima one-shot sulla mitica Tsunade e la sua passione per il gioco d'azzardo... chi sarà il misterioso e fortissimo avversario che sta sfidando a poker? Ce la farà la Leggendaria Perdente a spuntarla?... Leggete e scopritelo!
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stangata

La stangata

 

Nella sala da gioco regnava un silenzio irreale. Ampie volute di fumo salivano nell’aria, diradandosi lentamente per poi dissolversi del tutto in una sottile foschia dall’odore pungente che permeava ogni angolo della stanza e rendeva soffusa l’atmosfera. Seduta al tavolo, poche carte in mano e un cipiglio deciso in volto, Tsunade affrontava ancora una volta la sorte, fedele al proprio istinto di scommettitrice incallita. Il suo avversario era imperscrutabile, distante, perso nell’aria nebbiosa e nella luce fioca della stanza. La donna osservò a lungo le carte che la fortuna le aveva dato. Una coppia di Jack, nient’altro, giusto quanto le bastava per aprire i giochi. Ma non poteva certo tirarsi indietro, aveva anzi la sensazione che proprio quella fosse la volta buona. Si sarebbe rifatta delle molte perdite della serata, finalmente. Puntò, e altrettanto fece l’avversario. Adesso era il momento di cambiare le carte. Nervosamente, si passò una mano tra i lunghi capelli biondi, gettandoseli dietro le spalle, poi intrecciò le dita in una serie di movimenti frenetici.

 

Che fare? Che fare?

 

Cambiare tre carte, conservando i due Jack? Così poteva sperare in molte combinazioni migliori, dalla doppia coppia al tris, al full, al poker, persino. La ragione le consigliava di agire così, ma l’istinto…

 

L’istinto le diceva diversamente. Aveva in mano, oltre ai due Jack (che erano quello di picche e quello di quadri), una carta di fiori e due di cuori, un asso e un tre, per la precisione. E Tsunade sentiva chiaramente, era assolutamente sicura, ci avrebbe scommesso la propria vita, che le prime tre carte del mazzo fossero anch’esse di cuori. Doveva buttar via la sua coppia di Jack, unica sua certezza, e ad attenderla, a ricompensarla della sua audacia ci sarebbe stato un “colore”. Era tutta questione di coraggio. Come in combattimento, come in guerra, chi non sa mettersi in gioco non ottiene nulla: questo un ninja lo sa fin troppo bene. Carezzò le poche fiches che le restavano in mano, poi afferrò con decisione le carte da cambiare e le gettò sul tavolo.

-         Tre carte. – chiese atona.

L’altro giocatore annuì con un sorriso mellifluo e le porse ciò che chiedeva, quindi si dedicò al proprio cambio. Tsunade non lo degnò di uno sguardo. Con mano tremante afferrò le sue nuove tre carte, quelle che avrebbero deciso il suo destino. Aveva scartato entrambi i Jack, ora le serviva il colore. Quando vide la prima carta, non riuscì a trattenere un’imprecazione sorda.

 

Asso di fiori.

 

“Il mio istinto non vale nulla”, ripeté tra sé e sé con rabbia, ripromettendosi di tenerne conto in futuro. Via via che scopriva le carte che aveva ricevuto, però, la sua frustrazione se ne andava, lasciando il posto a una sempre maggiore euforia.

 

Asso di picche.

 

Asso di quadri.

 

L’asso di cuori che aveva già in mano… le ci volle quasi un minuto per realizzare pienamente di stare tenendo tra le mani un autentico tesoro, qualcosa che sul tavolo da gioco è più potente delle più proibite tecniche ninja: un poker d’assi. Praticamente imbattibile. Ringalluzzita dalla scoperta, Tsunade tentò di mantenersi del tutto impassibile, sperando di confondere l’avversario, che la fissava con i suoi grandi ed enigmatici occhi. Era il momento di costringerlo a sborsare un bel po’ di soldi. La donna prese con  gesto improvviso tutte le proprie fiches e le gettò sul tavolo.

-         Punto tutto. Diecimila.

Scandì bene le parole. L’avversario non fece una piega mentre da parte sua posava un’identica somma, prelevandola dal proprio gruzzolo.

-         Vedo. – dichiarò con voce sottile.

Tsunade sfoderò un sorriso di trionfo. Era stato un buon avversario, lo riconosceva, ma adesso aveva commesso una leggerezza imperdonabile. Era quella la differenza tra un vero giocatore e un semplice principiante fortunato. Alla fine l’esperienza la vinceva sempre.

     -   Avresti fatto meglio a passare. – annunciò fiera, e lanciò sul tavolo i quattro assi. Già allungava la mano sulle fiches del piatto quando un dubbio terribile la assalì mentre l’altro snocciolava le proprie carte una dopo l’altra.

 

Re di cuori.

 

Regina di cuori.

 

Jack di cuori.

 

Dieci di cuori…

 

NOVE DI CUORI?!?

 

-         Scala reale batte poker. – disse placido il suo avversario. Tsunade

 fu pervasa da un’ira incontenibile: adesso era sicura che tutto questo non fosse possibile. Nessuno poteva essere così sfacciatamente fortunato.

-         SEI UNO SPORCO IMBROGLIONE! – urlò, agitandosi come una forsennata. – NON PUOI AVER SEMPRE CAPITO TUTTO QUELLO CHE AVEVO IN MANO! NON SO COME, MA TU STAI BARANDO SICURAMENTE! FORSE HAI SEGNATO LE CARTE? SONO SICURA CHE TU VEDI LE CARTE CHE HO IN MANO – LE HAI SEMPRE VISTE, FIN DALL’INIZIO! NON SO COME FAI, MA LE VEDI! LE VEDI! LE VEDI!

Col volto incorniciato dalle chilometriche torri di fiches che aveva accumulato davanti a , Neji Hyuga la fissò stupito con i suoi larghi occhioni bianchi.

-         Io? – chiese con aria innocente. – E come potrei?

 

FINE

 

 

 

 

 

 

  
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