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Autore: Just a Shapeshifter    04/07/2012    5 recensioni
Licantropi e Lupi Mannari... Da sempre creature avvolte da uno strato di mistero, così fitto che non se ne intravede neanche la differenza.
Figli del diavolo. Dannati per l'eternità. Figli della più buia delle notti, illuminata solo da una lucente luna piena, che si rispecchia in un piccolo ruscello, solo la sua immagine è mossa dall'acqua.
Due Clan, due capi, due Immortali, e una continua lotta per trovare la luce, la liberazione.
Ma è veramente tutto come sembra?
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Personaggi: TUTTI :D (Sarebbe troppo lungo scriverli)
Genere: Guerra, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, B, Blaineley, Courtney, Dawn, Duncan, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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<< Dove mi trovo? >> Courtney spalancò gli occhi, incredula.
Non riconosceva quel posto, non conosceva quel letto, tutto era diverso.
Si girò di scatto poi, attirata da una presenza proprio dietro di lei. << Ti sei svegliata, finalmente. >> una candida voce le sfiorò l'udito, producendo in lei un alone di quiete. Si sentiva bene tutt'un tratto.
Che cosa poteva fare? La scelta era molto limitata. Attraversata da una sensazione di curiosità e stranezza. Dawn si apprestava a preparare un the, schiacciando delle foglie in una ciotola ricavata con dei trucioli di legno.
<< Non vorrei che la tua aurea diventasse grigio pallido, non aver paura. >> soffiò l'eremita travasando l'intruglio in una tazza. La mora sorrise falsamente, cercando di nascondere la sua orgogliosa aurea arancione dietro dei denti visibilmente bianchi e curati.
<< Devi appartenere a una famiglia ricca. Lo capisco dal colore, il colore che emani. >> la ragazza tese la bevanda all'altra, aggiungendo un sorriso cieco.
<< Dove sono? >> chiese Courtey sorseggiando. << Al sicuro. >> rispose la veggente con tono convinto, scomparendo lungo il corridoio.

Fuori tirava un vento fortissimo. Probabilmente quelle splendide foglie autunnali stavano cadendo in gran quantità...
In quell'istante Courtney fu attraversata da un brivido. Non sentiva più una parte di lei, non sentiva più i suoi ricordi. Subito la paura la prese alla gola. Stritolandola.
Cercò di ricordare l'ultima cosa che aveva vissuto prima di ritrovarsi li, in quel letto, appartenuto a chi sa chi.
Un'immagine le sfiorò la mente, nitida come le acque di un ruscello, reale come il dolore che le infieriva sul petto.

I raggi del sole, una figura avvicinarsi, nera. Occhi acquamarina, incredibilmente magnifici e ipnotici.

In quel momento, quella foto scattata con gli occhi e conservata nella mente, si espanse, creando un filmato di eventi.
Rimembrò quell'animale che uscì accecato da rabbia sovrannaturale dalla foresta.
Rimembrò la zampata, e subito dopo un dolore pungente dietro il fianco destro. Poi, più nulla. La sua vista si oscurò, attirata come da una calamita in un buco nero.
Courtney si rese conto di aver perso tutto del suo passato. Tutto era stato attirato in quella profonda voragine, cancellando la sua vita in un attimo.
Una parola la fece ritornare in quella scura stanza, dove la luce del sole traspariva da una finestra sfiorata da delle tendine bianche.
<< Allora Principessa, ci siamo finalmente svegliate? >> riconobbe subito quella rauca voce. Duncan se ne stava appoggiato con una spalla alla porta, ammaliato dalla bellezza della ragazza dalla pelle ambrata.
<< Si, ma non grazie a te! Che ci fai qui, e che ci faccio io qui? >> domandò, mentre il timore si insinuava in ogni sua fibra. Ma più delle sue parole, Duncan era affascinato dall'immagine di Courtney davanti alla finestra, sullo sfondo di quel paesaggio dipinto di colori autunnali. Pareva potesse dissolversi da un momento all'altro.
Provava tenerezza nel vedere le sue ginocchia avvicinarsi al petto avvolte da delle sottili e calde braccia. Non doveva perdere altro tempo.
<< In poche parole ti ho salvato la vita. >> disse Duncan osservandole i capelli castani scivolarle davanti a quelle invitanti spalle dorate. << Si quello me lo ricordo. >> sussurrò lei con voce flebile. << Allora non vedo il problema. >> ribatté l'altro avvicinandosi a lei.
Un profumo dolce e aspro di diffuse per la stanza e, come per magia, una scena incredibilmente sfuocata apparve nella mente tormentata di Courtney.

Un uomo anziano era seduto su una sedia a dondolo, e fumando una pipa leggeva un libro. Una bambina giocava allegra con la sua bambola fatta di pezza sul tappeto davanti a lui.
La consolava con delle frasi che trovava scritte in quelle pagine rovinate dal tempo.
A Courtney piaceva sentirlo parlare. La sua voce era calda, e l'avvolgeva completamente, concentrata su ogni singola sillaba. La bambina ascoltava con occhi sognanti.

Un fremito percorse la spina dorsale della ragazza. Che diavolo era? Forse, un ricordo? Si dimenticò temporaneamente del moro, che nel frattempo si era accomodato sul letto di fianco a lei.
<< Beh, potresti anche degnarmi di una risposta... >> disse brusco Duncan osservandola guardare fuori dalla finestra. In quel momento Dawn sorpassò ancora la soglia.
<< Duncan, non dovresti metterle fretta. Leggo che è pensierosa e, di solito, quando qualcuno sta pensando bisogna che la sua mente sia libera da intoppi >> mormorò l'eremita alzando l'indice, poi continuò. << Ho parlato con tua madre. Se vuole Courtney può restare >> << No! Non vorrei disturbare, adesso tolgo il disturbo! >> disse la castana alzandosi dal letto e sistemandosi la piccola veste bianca stirando alcune piccole pieghe con le mani.
<< Ma dove vuole andare, che non sa neanche la strada! >> sbottò Duncan come se stesse parlando al vento.
<< Ti avviso che il mio senso dell'orientamento è ben sviluppato e che si, so riconoscere perfettamentela strada di casa. >> rispose acida lei, puntandosi il pollice contro. Aveva letto l'aurea Dawn. Sapeva che la ragazza non era nelle condizioni di attraversare la foresta. Possedeva una dote innata, sentiva gli spiriti, leggeva nel passato e nel futuro, e nella mente di Courtney il passato sembrava svanito, intrappolato in una camera oscura.
Li lasciò soli, senza dire altro si diresse dalla sua protetta.

***

<< Dimmi, cosa hai visto?>> sussurrò la strega lisciando una piega del suo abito nero.
<< La ragazza ha perso la memoria. Duncan la sta convincendo a restare qui. Credo che tra loro nascerà qualcosa di serio... >> disse con occhi brillanti la veggente, avvicinando le mani incrociate al petto.
<< Si, come vuoi tu. >> con un gesto di polso Heather abolì le parole della ragazza dai capelli albini.

***

A guardarla, ad ascoltare la sua voce, sentiva la testa intrappolata e aveva la sensazione che la sua energia venisse risucchiata.
<< Andiamo Courtney! Mi dici che cos'hai? >> sbraitò l'altro ormai al limite della sopportazione del silenzio frustrante dell'ispanica. Il suo viso era cambiato, gli occhi si erano aperti più che mai. Il viso paonazzo. Duncan non riusciva a capire che le stava succedendo.
Lo sguardo della ragazza era fisso su un punto. Non ci poteva credere, quella visione la paralizzò per un istante, insomma, non era normale per un umano! Ma visto la sua indole impulsiva aprì la bocca sconcertata.
<< E quella che cos'è?! >> soffocò un grido mettendosi una mano davanti alla bocca, mentre l'altra indicava scrupolosamente il piccolo difetto di Duncan. Merda! Si era completamente dimenticato di quella cosa che usciva dal basso della schiena. Dannazione! Aveva ancora la coda! E questa cosa lo turbava molto, dal fatto che era partito benissimo.
<< Questa?... Questa è, beh... >> balbettava, mentre i battiti cardiaci aumentavano sollecitati da una specie di paura e timore. << Oh dannazione! Si, è una coda! E vuoi sapere perché ce l'ho?! >> sbraitò il moro ampliando le braccia.
Finché una piccola risatina tagliò improvvisamente l'aria.
<< Sei buffo! >> esclamò la ragazza, felice dell'espressione di imbarazzo sul volto del compagno.
Ben presto quel sorriso si trasformò in una autentica risata che s'impadronì dell'aria circostante, archeggiando per tutta la stanza. << Ti credi così divertente?! >> disse Duncan bruciandola con lo sguardo. Ma lei non ci dava importanza, si coprì il viso con tutte e due le mani, soffocando finalmente quell'ilarità improvvisa, diventando seria.
<< Ma perché? Voglio dire, che ti è successo? >> domandò dubbiosa la castana. Che cosa gli poteva importare? In fondo, era solo una coda, una fastidiosa coda ricoperta di un pelo folto e nero. Ma come avrebbe reagito se avesse saputo la verità che da li a poco si era rivelata. No, non poteva dirglielo, o forse si? Come si sarebbe comportata? Sarebbe scappata, di sicuro, spaventata.
Oppure, sarebbe rimasta li, in fondo le aveva salvato la vita e non doveva aver paura di lui. Mutaforma, ecco cos'era in realtà, un fottuto mutaforma. Non doveva essere difficile da accettare, bisognava solo sperare nella reazione meno impulsiva.
<< Sei sicura di volerlo sapere? >> domandò il moro facendo il prezioso. La ragazza lo analizzava con lo sguardo, poi aggiungendo un sorriso rassicurante inclinano la testa verso il basso per poi alzarla. << Non mi faccio spaventare da niente, io. >> aggiunse poi riproponendo il pollice contro di se.
Il ragazzo si assicurò che la madre non lo stesse ascoltando, poi iniziò, creando un'atmosfera colorata di mistero, come quando raccontava le storie di terrore al suo amico dal pelo argentato.
<< Sono un dannato, dannato per l'eternità, l'unico della mia specie. Il primo. Irripetibile. >> il suo piano stava funzionando, girovagava per la stanza con le mani dietro la schiena. << Ma non aver paura di me, non mordo. >> aggiunse un ghigno. << Almeno non per ora. >> poi continuò, nessuno poteva distrarlo. << Immortale, mutaforma, così mi definisco. Io... sono il primo dei Licantropi! >> disse infine prostrando le mani avanti, osservandole con disprezzo.

Il silenzio scese nella stanza come la nebbia alla mattina.

Courtney fu risucchiata da mille emozioni, gli pareva di non riuscire a respirare. Non è la tristezza, è lo shock, lo shock di quando tutto è accaduto, che ritorna.
Stava cercando di prepararsi al dopo. Immota Courtney lo contemplò con gli occhi, lasciandosi cadere sul letto, rimbalzò. Posandosi una mano sulla bocca sgranò gli occhi. Avrebbe voluto non crederci.
I loro sguardi si incontrarono, e si rese conto di una cosa, la cosa che gli faceva realmente paura. Lui si era già innamorato di lei. Ma a essere sincera, ne fu felice.
Perdendo tutto, quella fu la migliore.
Provò quella sensazione illusoria di aver camminato insieme a lui per anni. Improvvisamente lo accettò. Lui e la sua bellissima coda nera dal pelo morbido.

***

Tre mesi erano passati dal risveglio di Courtney... Da tre mesi viveva con la sua nuova famiglia.
Da tre mesi conosceva Duncan... e tra i due era subito nata un'amicizia, nonostante le continue stuzzicate del moro nei conti della ragazza...
Tre mesi erano passati da allora, e tutto sembrava andare a meraviglia, visto che la ragazza aveva cominciato ad apprezzare ogni suo difetto.

Courtney entrò nella stanza di Duncan, avvicinandosi furtivamente al letto del ragazzo.
<< Hey, svegliati idiota, il sole sta sorgendo, Logan sta morendo di fame e se vuoi mangiare la tua adorata carne devi muoverti, prima che Dawn ci scopri... >> sussurrò l'ispanica al ragazzo ancora dormiente.

Strana la vita... Per Courtney, una abituata fin da piccola a rispettare le regole, ed a non infrangerle mai, era bastato incontrare Duncan, per modificare il proprio comportamento.

Il ragazzo si voltò dall'altra parte, deciso a restare nel suo piccolo letto. Così Courtney decise di svegliarlo a modo suo...Iniziò a girovagare per la stanza, alla ricerca dell'oggetto che avrebbe fatto a caso proprio.
I suoi occhi scuri si illuminarono.

Un cuscino abilmente intrecciato con dei fili di vari colori formò una parabolica librandosi in aria, colpendo in pieno la faccia del ragazzo.

<< MA CHE DIAVOLO?! >> Duncan si alzò di scatto, massaggiandosi la fronte in modo teatrale. Spostò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi della ragazza e lì, un ghigno gli affiorò sul volto. << Bene... che c'è, sei venuta per prenderti il buongiorno? >> disse sedendosi sul letto e stiracchiandosi.
<< No... sono venuta a dirti che se non ti muovi oggi non mangerai niente, caro Lupacchiotto... >> lo stuzzicò lei dirigendosi verso la porta, con l'intento di andare nella propria stanza. << "Quante volte ti devo dire che detesto essere chiamato lupacchiotto?! Diamine, sono un mutaforma, UN MUTAFORMA! >> il moro urlò perdendo la pazienza, procurando il rompersi del sonno di Dawn e Heather.

Logan si girò di scatto verso il compagno, arricciando il labbro e mostrando leggermente i canini luccicanti come gemme. << Lo so, lo so... forse ho fatto una cazzata... non dovevo urlare... >> commentò Duncan passandosi una mano dietro la testa e grattandosi la nuca evitando le occhiate brucianti dell'amico impellicciato d'argento.
Se c'era una cosa che desiderava ora, era un bel pezzo di carne, e nessuno poteva negarglielo, nessuno.

Duncan captò i pensieri del canide... Da quando si era trasformato, riusciva a comunicare con Logan molto più facilmente...

Sbuffò, alzandosi dal letto. << E va bene ora vado a risolvere tutto... nessuno ci negherà il nostro cibo... >> mormorò dando una piccola pacca sulla testa del lupo per poi uscire dalla stanza, iniziando ad inventarsi una giustificazione per la sua uscita improvvisa.

Una banale scusa come sbollire andandosene a fare un giro e aveva convinto la madre, anche se la sua indole da strega non ne era d'accordo.

Arrivato in mezzo ad una radura chiuse gli occhi, ed incominciò a concentrarsi.
E' vero, ora riusciva a diventare un licantropo a suo piacimento solo durante la notte, ma gli veniva difficile trasformarsi a comando, sopratutto di giorno. Così sprecava una buona mezz'ora per concentrarsi sulla trasformazione.

Quando iniziava a sentire i suoni sempre più distintamente. Quando riusciva a captare odori sempre più distanti, e quando sentì una protuberanza uscirgli dal fondo schiena,capiva che la trasformazione stava iniziando.
Tutto stava procedendo perfettamente, o meglio, così credeva...
<< Hey lupacchiotto! >> Duncan si distrasse, perdendo tutta la concentrazione accumulata con troppa enfasi. Le orecchie a punta svanirono, la coda si ritrasse, il soffice e caldo pelo si volatilizzò... Ecco... mezz'ora sprecata per niente...
<< Courtney, ti diverti tanto a rovinarmi tutto il lavoro? >> dalla voce sembrava parecchio irritato, ma la ragazza sapeva bene che fingeva. << Beh, dopo un po' diventa noioso, ma... si, posso rispondere che è sempre divertente vederti fallire... >> rispose la ragazza, mentre sul suo volto comparve un sorriso.Il ragazzo le diede le spalle e richiuse gli occhi, concentrandosi sull'aspetto del proprio alter ego...
Pensava alle sue mani, alle dita che scomparivano e si accorciavano, alle unghie che si sviluppavano, ai canini che incominciavano a sporgere...
Pensava Duncan, cercava di ricordare tutte le caratteristiche del suo essere notturno: la coda, le ossa deformate, la cassa toracica più larga, il pelo nero e folto che gli compariva, ricoprendolo completamente.
Logan se ne stava accucciato poco lontano dal ragazzo da diversi minuti. Sapeva che ci avrebbe messo di nuovo un'eternità per trasformasi, così andò ad accucciarsi ai piedi di Courtney, nella speranza di ricevere un po' d'affetto.

L'ispanica era seduta su un tronco caduto. Vide Logan accucciarsi ai suoi piedi e istintivamente gli diede qualche carezza. La ragazza non voleva ammetterlo ma... Duncan l'affascinava. Era diverso a modo suo...E diciamo che il fattore licantropo giocava a favore del ragazzo.

Courtney s'incantò con lo sguardo. Incrociò le gambe e poggiò una mano sotto il mento, per sostenersi.
Adorava vedere come poteva un uomo trasformarsi in un licantropo... Era una cosa particolare ma...affascinante.
Un rumore di ossa rotte attirò la sua attenzione. Ecco, era il momento. Duncan si stava trasformando.


Angolo P / M

Autrice P: *mi stiracchio sulla sedia con un sorriso che mi illumina il volto* Ahh! Abbiamo finalmente finito!

Autrice M: Okay vediamo un po' qui *apre un piccolo libricino trovato su una mensola* tú perro ahora tiene un nombre, pero el juego insiste en guiarte más adelante.

Autrice P: Vero M?... *la osservo con aria turbata* ma che cacc...! Che cosa stai facendo?!?!

Autrice M: El juego te dirá como enseñarle un truco a tu perro. Y que mejor forma de empezar que con el clásico "Sientate"? El juego te dirá que arrastres el Stylus desde la cabeza de tu perro hacia abajo. Simple. *alza gli occhi incrociando lo sguardo di P* Shhh! Devo imparare a insegnare questo a Duncan!

Autrice P: Stai leggendo le istruzioni di Nintendogs?... Le MIE istruzioni di Nintendogs! Dove le hai trovate!

Autrice M: *alza il dito indicando la mensola* ... Si, ma ci sono solo in spagnolo... eh, poi è bello leggere in spagnolo!

Autrice P: *alzo un sopracciglio e mi metto a scrivere il prossimo capitolo* e poi dice che sono io quella strana *sussurro mugolando*

-Visto che abbiamo le idee chiare... eccetto M. scriveremo il prossimo capitolo subito dopo questo.
Indizio? Buhahaha! Vi piacerebbe saperlo-
Ps: Non ci sono nè Duncan nè Scott perché... Hem... M? Dove sono quei due?

Autrice M: *alza lo sguardo preoccupato sgranando gli occhi* N-non lo so...

  
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