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Autore: Liz Earnshaw    04/07/2012    7 recensioni
La storia si concentra principalmente su Klaus e Caroline. Ci sono comunque tutti i personaggi ed Elena è ormai un vampiro. L'inizio vede Klaus infuriato per questo motivo, poi Caroline farà finalmente la sua comparsa!
Dalla seconda parte dell'8 capitolo:
-L’ho fatto perché… -Prima di continuare, scrutai ancora i suoi occhi, immersi nei miei. Erano celesti, limpidi come l’acqua e bellissimi come il cielo primaverile. Sorridevano sempre. Volevo, desideravo, speravo di vederli un giorno sorridere per me, nei cui confronti pareva riserbassero solo rancore. –Perché credo di provare qualcosa per te, Caroline. L’ho fatto perché volevo vederti felice. L’ho fatto in quel modo perché –sorrisi nervosamente, alzando lo sguardo prima di rincrociarlo al suo, spaesato-, perché io sono Klaus. –Mi fermai, ripensando improvvisamente alla mia stramba vita le cui immagini si ripresentavano, come sempre, nella mia folle testa. -Non ho conosciuto nessuno che mi abbia. –Ancora un’altra pausa, tesa a riprendere il tono della mia voce ormai troppo smozzato. Pensai a mia madre, se così potevo definirla. Accarezzai le labbra e il mento e ripresi, con calma - insegnato ad amare, ad offrirmi, a sorprendere. Non sapevo come dirti dove stessimo andando perché vedevo nei tuoi occhi l’ebrezza e l’eccitazione. Ma non avrei mai potuto colmarla, volevo vederti sorridere col cuore. Volevo vedere i tuoi occhi… brillare come le stelle, quelle che ti ho mostrato l’altra sera. Tutto ciò nonostante non lo facessero con me. Nonostante non lo facciano con me. Non mi importava, seppure non ti ignoro che me ne doleva e duole tutt’ora. Me ne sono convinto sempre più andando lì, ho capito che non avrei mai potuto organizzare qualcosa che rimpiazzasse il tuo bisogno di avere accanto qualcuno che ti ami, qualcuno che tu inspiegabilmente ami. L’ho fatto con rabbia perché… non volevo. Io non volevo farti andare lì, sapendo cosa poi sarebbe successo. –Digrignai i denti e scossi il capo, tentando di non pensarla fra le sue mani. - A cosa sarebbe servito mostrarti Los Angeles? A cosa sarebbe servito parlarti di come l’ho vissuta io, di cosa ho vissuto in tutto questo tempo. Tu pensavi continuamente a lui e questo mi ha fatto render conto della completa inutilità che rappresentavo, in quel momento. –Mollai la presa sulla porta, sedendomi sul letto. –Non potevo farlo con dolcezza, Caroline. Non potevo correre da te e dirti che mi dispiaceva vederti piangere in quel modo. Tyler stava arrivando, avrei rovinato tutto. L’ho fatto per te! –Battei i pugni sul letto. –Lo capisci? –Mi avvicinai, accarezzandole il viso troppo pallido. –Per te. –Terminai, aprendo la porta e fuggendo via da quella dannatissima stanza, evitando così la sua risposta.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo autrice: ragazzeee, come va? Gli esami sono andati e anche bene! E’ finiiiiiitaaa!

Okay, basta! Ho sclerato già troppo, ma volevo condividere con voi questa cosa!

Passiamo alla storia, diciamo che c’è una sottospecie di spoiler.

Non so se tutte voi lo sapete, ma sono stati inseriti ben tre nuovi personaggi nella serie televisiva TVD. Di questi non si sa nulla, né che ruolo avranno, né come saranno. Io so solo i loro nomi, non mi sono informata oltre. Ho deciso, comunque, di inserire nella scena uno di loro, Connor. Mi piace il nome ed è descritto come una macchina da combattimento che avrà parecchi screzi con Klaus. Questo, però, non implica niente. Nel senso che il mio Connor sarà diverso.

Spero di non aver rovinato la sorpresa a qualcuno, anche se comunque, ripeto, su di loro non si sa niente. Sto usando solo il nome di Connor, insomma.

Un bacio e buona letturaa!!


POV ELENA

Dopo aver portato Caroline a casa sua, costringendola a bere una tisana, tornai da Damon.

Dinanzi alla pensione dei Salvatore, mi resi conto di quanto tutto ciò mi risuonasse inquietantemente familiare. Ricordai di quando arrivai qui per la prima volta, impaurita e spaesata, di quando ricevetti “l’accoglienza” da Damon. Quanto lo odiavo.

A proposito, aperta la porta, trovai proprio il mio amato davanti al camino.

Lo raggiunsi, stampandogli un bacio sulle labbra.

-Ehi! –Fece finta di non avermi sentito, tirandomi a sé.

-Ehilà! –Risposi, con non troppo entusiasmo.

Ero sconvolta. Klaus si era rivelata una persona per certi versi diversa. Amava Caroline, quelle lacrime erano segno di un dolore profondo. Mi sentii così simile a lui e, il sol pensiero, pervase il mio corpo di brividi.

Damon se ne accorse.

-Che hai? –Chiese, incuriosito, accarezzandomi il braccio.

-Ho… ho visto Klaus piangere! –Sputai il rospo, il più velocemente possibile, aggiungendo. –Per Caroline! –Scandii bene quel nome, affinché lo capisse.

-Come? –Si alzò, con uno scatto fulmineo.

-Già. Ho deciso di seguire Care, non mi fidavo. Temevo le succedesse qualcosa, lei è stata sempre così apprensiva e attenta con me quand’ero umana e adesso… i miei sentimenti sono del tutto amplificati. Voglio, devo restituirle il favore. E poi è la mia migliore amica.

Si avvicinò, accarezzandomi il viso. –Ehi, non sentirti in colpa per niente. Tu sei una bella persona e il fatto che vi preoccupate a vicenda l’una dell’altra è… grandioso! Più che altro mi domando cosa c’entrino quei due insieme… -Si portò una mano sul mento, facendo il finto tonto. Ricordai quando utilizzammo Caroline come esca, portando Klaus fuori dal Grill.

Decisi di non rispondere, sviando l’argomento. La mia amica non mi aveva dato il permesso di spiattellarlo al mondo, e il mio mondo era Damon.

-Cosa c’è per cena? –Chiesi, tentando di mantenere salde le mie abitudini da umana.

Lui sorrise, oramai incanalato nella parte del vampiro succhia sangue. Non aveva bisogno di mantener saldo nulla il vecchio Damon Salvatore. Lo spinsi, capendo il suo atteggiamento irrisorio in risposta alla mia poco convincente richiesta. Lo portai sul divano e mi stesi addosso a lui, premendo con la vita.

D’un tratto la porta si spalancò e, nascosta dalla pioggia, una figura nera si fece spazio nella casa.

Damon si parò davanti a me, facendo da scudo.

-Ma che quadretto romantico! –Esclamò, con voce suadente.

Subito dopo fu a pochi passi da noi.

-Damon, Elena! –Ignorò il primo, scrutandomi attentamente. Come diavolo faceva a sapere i nostri nomi?

-E tu chi sei? –Chiesi, infastidita dalla sua irruzione.

-Elena, ‘sta al tuo posto! –Ordinò il ragazzo bruno dagli occhi cerulei.

-Connor, piacere mio. –Rispose, sorridendo per quella situazione.

Inviai un’occhiataccia a Damon, pur rispettando la sua richiesta. Decisi, comunque, di mantenermi accanto a lui.

-Cosa vuoi da qui? –Esordì così il più grande dei fratelli, con tono piuttosto irritato.

-Oh, nulla. Da voi non voglio assolutamente niente. –Continuò a tenerci sulle spine, con quell’atteggiamento inquietante. Aveva i capelli neri e gli occhi grigi, come le nubi invernali. Lo sguardo era gliaciale, ti trafiggeva il corpo lasciandoti senz’aria. Le labbra sottili e la pelle bianca, caricavano ancora di più questo senso di trepidazione. Così come il suo fisico: era alto, le spalle erano larghe abbastanza da impedirti di sorpassarlo e gli arti abbastanza possenti da buttarti giù con un dito. Ma, nonostante apparisse così minaccioso, il tuo comportamento trapelava un’eleganza assai simile a quella di Elijah.

-Oh, andiamo! Tu sei un vampiro, e questo l’abbiamo capito tutti.  Smettiamola con questa farsa, non inquieti nessuno e so farli meglio io questi trucchetti! Adesso dicci di cosa hai bisogno, e ci consulteremo per farti sapere! –Tirai un pizzico a Damon. Io ero una donna, avrebbe potuto farmi saltare in aria con uno spintone, ma Damon… sarebbe stato ucciso e basta.

Come se mi avesse letta nei pensieri, quell’essere, afferrò il mio ragazzo per la gola, affiggendolo al muro.

-Ragazzino, mi hanno raccontato della tua esuberanza… non sai che non sono questi i modi giusti per accogliere un ospite? –Lo lasciò andare, finalmente.

Scrutai Damon, cercando di fargli capire che avrei fatto meglio io a parlare, sfoggiando la discrezionalità che mi caratterizzava.

Si strofinò le mani, osservandomi attentamente.

-Piuttosto! Sapete dove posso trovare Klaus Mikaelson?

Fui felice di ricevere quella domanda, sperando che lo facesse fuori una volta per tutte. Poi ricordai di Caroline, di lui, del suo sguardo incatenato al suo e del dolore che trapelava da ogni parte del corpo.

-No. –Risposi, decisa.

Lui mi guardò un’ultima volta, facendo un sorriso sghembo.

Nessuno capì quali fossero le sue intenzioni.

POV KLAUS

-Ehi, cosa sta succedendo? –Alzai lo sguardo: Tatia era affacciata al balcone, con indosso le lenzuola del letto.

-Oh, nulla. Entra pure in casa tesoro. –Risposi, rassicurando e alleviando quell’eccessiva curiosità.

Improvvisamente un Flashback mi riportò indietro nel tempo.

Era un’estate torrida quella di inizio ‘400.

Era notte e, sentite le urla, mi affacciai alla finestra.

-Ehi, cosa sta succedendo? –Domandai, cercando Lexie nell’ombra.

Lexie era una ragazza bellissima: aveva i capelli biondo oro, quel colore così intenso che ti fa venir voglia di mangiarli, assaporarli, accarezzarli, quei capelli. Il viso era dolcissimo e sereno, il suo sguardo pure. Sulle guance si creava sempre un rossore particolare, appena la sfioravo. Mi ricordava tanto Caroline.

-Oh, niente! Il party continua pure senza la piccola, vero? –Domandò, scoppiando in una fragorosa risata, Tatia che ci aveva sorpresi a fare l’amore la notte precedente. Riconobbi quella voce immediatamente. Ancora non l’amavo.

Fu certo, però, che scesi subito da quel balcone e l’afferrai per la gola.

-Dov’è Lexie? –Scandii le lettere di quel nome.

-Mor… morta! –Cercava in ogni modo di respirare, dimenandosi.

Strinsi ancora di più quel collo, procurandole la completa impossibilità di muoversi.

-Lexieee! –La chiamai, voltandomi.

Sentii delle mani premermi sulle spalle, ma non erano le sue così delicate, così umane.

-Tu sarai solo mio. -Sentenziò Tatia, sparendo nell’oscurità.

-Lexieeee! –Urlai, disperato, quel nome nella speranza di vederla arrivare, col suo abito azzurro, quello che le avevo comprato.

 

-Ci andiamo a fare un giro, che ne dici? –Domandai a quella donna, mentre il mio odio nei suoi confronti aumentava gradualmente. Lexie era un amore puro, quello con Caroline era un rapporto diverso. E lei me l’aveva tolto, un’altra volta. Il suo modo di dimostrarmi amore, era pervadere la mia vita, succhiarne le novità, trasportandomi nel passato. In quel passato che non trova più spazio nel presente.

-Va bene! –Guizzò, felicissima.

Io stavo proprio pensando di ucciderla, ammesso che ce l’avessi fatta.

Tornai su e mi lavai. Entrambi fummo pronti.

Lei afferrò la mia mano, contenta. Io, invece, pensai a Caroline. Ricordai che lei non mi avrebbe più sopportato e, probabilmente, avrei preferito vederla morta piuttosto che vivere da solo, sprofondato nei ricordi.

POV CAROLINE

La notte non riuscii a chiuder occhio. Sentivo una presenza tormentarmi.

Sensazioni negative affollavano la mia mente, eccessivamente confusa.

Forse la tisana non andava bene per noi vampiri.

Accesi il lumino e andai in bagno, a sciacquarmi il viso chiedendomi cosa ci facessi in casa Mikaelson di sera, davanti ad un Klaus immobile e sconvolto.

Tornai in camera, ancora più scettica.

-Salve! –Una voce echeggiò nella stanza, la luce si spense e poi il buio totale.

 

 

Angolo autrice: non uccidetemi. Questo è un altro  “capitolo premessa”. Commentateee, ogni scrittore vuole vedere tante recensioni dopo aver scritto un capitolo!

Bacionii 

   
 
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