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Autore: Just a Shapeshifter    04/07/2012    6 recensioni
Licantropi e Lupi Mannari... Da sempre creature avvolte da uno strato di mistero, così fitto che non se ne intravede neanche la differenza.
Figli del diavolo. Dannati per l'eternità. Figli della più buia delle notti, illuminata solo da una lucente luna piena, che si rispecchia in un piccolo ruscello, solo la sua immagine è mossa dall'acqua.
Due Clan, due capi, due Immortali, e una continua lotta per trovare la luce, la liberazione.
Ma è veramente tutto come sembra?
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Personaggi: TUTTI :D (Sarebbe troppo lungo scriverli)
Genere: Guerra, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, B, Blaineley, Courtney, Dawn, Duncan, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Il cielo era graduato ancora di azzurro, anche se il disco solare era sorto da pochi minuti incontrando la luna, che pian piano scompariva dietro quelle alte montagne verdi.

Sentiva il suo corpo cambiare: poteva benissimo tastare con la lingua quei canini così appuntiti che gli sporgevano dal labbro.
Assaporava quella sensazione di libertà accorgendosi che gli arti erano finalmente diventati zampe.
La coda sbucò, completando la trasformazione insieme al folto pelo, mentre tutto il corpo s'ingrandiva producendo dei rumori secchi.

Il moro finalmente aprì gli occhi, rivelando al mondo quello splendido colore. Notò Courtney ancora imbambolata, così le si avvicinò dandole un colpetto alla spalla con il muso.
Lei si riprese subito, posando le iridi color carbone sul mutaforma dinanzi ad essa. Un sorriso le apparve in volto, illuminandolo. Duncan ce l'aveva finalmente fatta. Si era trasformato!
Durante il giorno.
Non ci poteva credere!
Il cuore che batteva agitato, la bocca semi aperta, mentre si fissavano negli occhi.
Senza pensarci troppo l'impulsività si prese cura della ragazza dalla pelle ambrata.
Un gancio fatto di braccia si avvinghiò sul collo dell'enorme bestia gentile.
Duncan si sentì sopraffatto da tutta quell'emozione. No, non poteva essere, non poteva provare quell'emozione.

<< Ce l'hai fatta! >> soffiò la castana nel gigantesco orecchio dell'altro, che non poté far altro che muovere velocemente la sua folta coda in segno di felicità e abbassare le orecchie. << Ora andiamo a cacciare, sto morendo di fame. >> riprese l'ispanica, alzandosi poi dal tronco.
Infine incamminandosi nel folto della foresta, seguita dai due canidi.

***

Un cervo giaceva sul terreno, la sua anima era spirata via da diversi minuti. Di lui non rimanevano che ossa spolpate e qualche brandello di carne sparso qua e la.
Courtney dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non vomitare. Ok, adorava vedere Duncan sotto forma di lupo gigante e Logan cacciare con maestria la preda, ma ancora non era riuscita ad abituarsi al fatto di essere a pochi metri da un cadavere.

Cercò di distrarsi, mangiando alcune bacche trovate nel sottobosco. Ma la stretta allo stomaco non sembrava volersi attenuare.
Avrebbe mangiato del cibo più sostanzioso una volta tornata a casa... Non ce la faceva proprio a mangiare carne cruda, che pareva quasi, ancora viva.

Una goccia sulla testa la distorse dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo e vide delle nuvole, terrificanti, farsi largo in quel cielo, che aveva trasformato quell'azzurro puro, in un grigio terribilmente cupo.
Si guardò intorno più volte, ma dei due compagni impellicciati nessuna traccia. Scocciata e al quanto delusa cercò di orientarsi.
Qual'era il sentiero che conduceva a casa?
Ci stava ancora pensando, quando un tuono squarciò l'aria e pesanti goccioloni cominciarono a precipitare.
Senza esitare Courtney si mise a correre. Voleva tornare a casa, e al più presto... Odiava stare da sola in mezzo alla foresta, lo doveva ammettere, e il temporale non aiutava. Fece un passo falso, scivolando sul terreno umido e sbattendo la testa. Sentì solo un ululato e la pioggia che le bagnava incessantemente il viso.
Poi, buio.

Una piacevole sensazione di calore invase il corpo quasi inerme della ragazza. Aprì gli occhi curiosa.
Ci mise qualche secondo per permettere ai suoi occhi di mettere a fuoco la scena.
Si dimenò, tentando di liberarsi dalla sua ferrea presa, come era potuto succedere?

Duncan spiò il risveglio di Courtney. Ammaliato, ecco com'era il suo volto non visibile. La testa della mora era appoggiata al petto del ragazzo.
<< Mollami! Che diamine stai facendo? >> chiese la mora cercando in tutti i modi di sciogliersi da quell'incandescente abbraccio. << Non lo vedi? Ti salvo la vita, come sempre... Se non l'hai notato, lì fuori c'è il diluvio universale. E tu eri fradicia fino alle ossa: potevi andare in ipotermia. >> sbottò Duncan con un ghigno stampato in faccia.
<< Si certo, e tu mi hai aiutata tenendomi abbracciata, ma per favore. >> Courtney si dette un piccolo slancio e balzò in piedi, rendendosi conto, solo allora di indossare solo una leggera sottoveste, che fine avevano fatto i suoi abiti? << Brutto maniaco! Che cosa mi volevi fare?! >> sbraitò tirandogli ripetuti pugni al petto. Duncan alzò gli occhi al cielo, per poi bloccarle i polsi con le mani.
<< Maniaco? Eroe semmai! Si da il caso che, come Licantropo, io, abbia ininterrottamente una temperatura non inferiore ai quaranta gradi... e tu, cara la mia vittima,eri sull'orlo di cadere in ipotermia... >> si fermò per riprendere fiato. << E poi si sa, il calore si propaga più velocemente da pelle a pelle. >> Duncan toccò ripetutamente gli indici, intrecciandogli li uni con gli altri, per dare maggior enfasi alla frase. << Quindi, ti ho tolto quell'ingombrante vestito zuppo, per non farti morire per assideramento. >>
Courtney notò solo allora che il compagno indossava solo dei pantaloni zuppi e rovinati. Lasciando il torace nudo, risaltando un fisico che sembrava scolpito nella roccia.

Ammaliata da quel seducente corpo, Courtney non sapeva che cosa rispondere. La sua mente annebbiata fungeva da scanner, impregnando nella memoria quell'immagine che tanto la faceva impazzire.
Non poteva dirgli grazie. Si sarebbe abbassata ai suoi livelli. Eppure, quella parola doveva essere liberata, in un modo o nell'altro.
Così sorrise, formando degli incavi sotto gli occhi e sopra le narici, osservando le dita del ragazzo che girovagavano su se stesse.
<< Hai fatto bene. >> sussurrò la ragazza non avendo più carte da giocare.

Duncan fu impressionato dalle sfuggenti parole della mora. Non se lo sarebbe mai aspettato da lei. Da sempre era stata acida e irrefrenabile, un carattere difficile da controllare. Ma in fondo, era questo che gli piaceva di lei.
Fu da sempre affascinato dal suo corpo. Perfetto. In tutte le sue curve.
Avrebbe voluto il meglio per la sua principessa. Avrebbe voluto stringerla a sé. Coccolarsela fino alla fine. Gustandola fino in fondo.

La parte migliore è quella prima del contatto, quando c'è questo scambio di pensieri identici che fa entrare in una situazione di beatitudine assoluta.

<< Spero solo che questa pioggia smetta di scorrere. >> continuò poco dopo lei, cercando di sviare l'argomento. << Me ne sbatto della pioggia! >> sghignazzò l'altro prendendole il viso con la mano.

Ormai erano una cosa sola. Un essere unico, ma non completo.
Sorrise con labbra serrate Courtney, abbassando lo sguardo verso destra.
Le sollevò il viso Duncan, costringendola ad entrare nei suoi occhi acquamarina.
Poi si avvicinò alle sue rosee labbra.
Si girò Courtney, liberandosi con un colpo di collo la mano del ragazzo, dirigendosi poi all'entrata di quella sottospecie di grotta bassa abbracciandosi il busto a braccia arrotolate.

Oh si, quella ragazza era davvero particolare, pensava Duncan. Ma lui non l'avrebbe persa, non l'avrebbe lasciata andare così, non l'avrebbe lasciata da sola, non adesso che l'aveva appena trovata.

Le braccia di Courtney non furono più sole, dopo che il ragazzo l'aveva avvinghiata da dietro. <>
Le soffiò dolcemente nell'orecchio portandola verso l'interno. Stranamente la castana lo lasciò fare, forse presa anche lei da quella così strana emozione che stentava a controllare.

Cominciò baciandole quell'invitante collo. Le labbra di Courtney si ritrassero sotto i denti. Una morsa le prese il cuore, fermandole il respiro temporaneamente.
I due si amavano, e niente poteva distrarli, neanche Logan, che se ne stava accucciato davanti alla caverna scrutando ogni cosa che si muoveva colpita dalla pioggia.

Duncan la girò verso di se, riproponendole il suo viso come dimostrazione che faceva davvero sul serio.
Affascinata dalla determinazione del compagno, la ragazza afferrò delicatamente il collo dell'altro appendendosi e lasciandosi trasportare da quel contatto tra loro.

L'aria si colorò di musica attorno a loro.
Quel bacio si propagò all'infinito.

Duncan la spinse a terra, stando attento a non farle male con la sua delicatezza.
<< Che cosa pensi di fare? >> mormorò lei posandogli un dito sul naso amichevolmente con qualche accenno provocante. << Adesso vedrai... >> sogghignò quello ormai in una sensazione di lussuria.

L'impressione del suo corpo contro quello di lei lo portava letteralmente alla pazzia. Con delicatezza fece scorrere la mano tra suoi capelli castani, fissandola intensamente per poi ricominciare a baciarla.
Scostò con l'altra mano il vestito che la copriva fino alle cosce, facendola rabbrividire all'impressione del suo arto sulla sua schiena.
Lei lo lasciò fare e, eccitata gli prese la schiena, facendo in modo che i loro corpi si toccassero ancora di più.
Il suo respiro era mozzato, e le gambe cominciarono a attorcigliarsi contro il suo bacino. Salendo ancora, Duncan sfilò il bianco abito della ragazza, scoprendola completamente, rimanendo abbagliato da uno splendido corpo subito s'eccitò.
La dea Afrodite si agitava nei suoi pantaloni, provocando un leggero rigonfiamento, che bastò a trarlo in inganno.
La ragazza continuava a baciarlo senza tregua, e grazie alla sua impulsività tolse i pantaloni al moro con un leggero interseca-mento delle dita.

Ogni colpo produceva un effetto di lussuria in Courtney, che continuava a tenere il ragazzo appendendosi al suo forte collo.

Nell'aria volavano carezze e piccoli gemiti soffocati da accoglienti baci sonori.
Una percezione altamente piacevole e senza limiti avvolgeva la ragazza. Finché, alzando gli occhi, vide il volto dell'altro che si stava trasformando, diventando sempre più inquietante. Le sue labbra sorridevano malignamente, mentre il suo sguardo era abbassato e concentrato sull'azione.
Rise di nuovo, sarcasticamente. Di scatto alzò quell'espressione che tanto spaventava Courtney. Fu accecata dalla paura, nel vedere il colorito dei suoi occhi cambiare, colorandosi intorno all'iride nero e infinitamente piccolo di rosso, e tutto intorno un alone dorato fungeva da porta per l'inferno.

Una stretta prese e strinse il cuore della ragazza, spaventata da quello sguardo malefico. E come se non bastasse i canini cominciarono ad allungarsi, e la pelle a farsi più grigia. L'angoscia la catturò in una gabbia di paura. Chi era? Che cosa stava diventando?

In quella mattina turbata dalla pioggia che formava dei crateri nella terra, i due si unirono tra amore e dolore.

In quel momento Duncan capì quattro cose importanti:

Era dannatamente invitante.
Quello fu il vero istante di pura felicità.
Lui amava Courtney.
Lei amava lui.

***

Quando il temporale finalmente cessò, il silenzio suonava nell'aria sulle note del vento.
Fu gelata dagli occhi che la stavano osservando. I due si guardarono a lungo senza dire una parola.
Duncan avrebbe voluto parlare, ma dalla bocca non uscì nessun suono. In silenzio, scrutava i tratti di quel viso sconvolgente.

La voce del ragazzo le soffiò nell'incavo del collo << Ti ho fatto male? >>
Lo guardò, sussultando. << Un po'... >> mormorò non distogliendo lo sguardo da quei pozzi acquamarina. << "Adesso torniamo a casa... >> disse infine borbottando, sebbene avrebbe voluto restarsene lì, in eterno.


Angolo P / M

Autrice P: *la schiena scrocchia, un sorriso compare sul volto dell'autrice* Ah, che bella percezione di felicità :D
Autrice M: UH! GUARDA C'E' IL TEMPORALE!! *esulta scostando la tenda e appiccicando il naso sul vetro pensando di avvicinarsi sempre di più in quello sfogo della Madre Terra*
Scott: Ahh! Ancora con la storia della madre terra! Ne ho fin sopra i capelli!
Autrice P: Alè, è arrivato anche l'altro... *si stiracchia sulla sedia d'ufficio*
Duncan: Si, per una volta avete fatto un buon lavoro :D
Autrice P: Eh? ... Ah... bhè, grazie, visto che qualcuno non mi ha aiutato /:
Autrice M: *in pochi istanti la sua mente viene attirata dalla voce della collega lasciando perdere lo spettacolo che le si propaga davanti* EHI! Anche io ho aiutato! ... Bhè, più o meno... Non è colpa mia se le parti da pervertita le scrivi meravigliosamente.
Autrice P: Lo devo prendere come un complimento? ... Ah, PS: si chiama fenomeno CocktailParty...
Autrice M: SI! :D
Autrice P: *la fulmina con lo sguardo, incenerendola*
Scott: *si accorge di un particolare, per lui, molto sgradevole* HEY! E io dove sono?!?! 6 capitoli e neanche l'ombra del sottoscritto!
Duncan: Eh! Pivello, la folla preferisce me, a uno come te!
Autrice M: *ritornando alla realtà -di nuovo-* Hem.. cosa potrei dire in un caso simile? Ah giusto! Siamo a corto di recensioni... HELP T.T
Autrice P: Ah! Taci e inghiottiti sto guscio di arachide! *le infila in bocca un guscio di arachide* visto che prima te ne sai mangiati una dozzina... *rabbrividisce*
Scott: Tzè, io me ne vado! Non voglio mica fare da BabySitter a una mangia-gusci! *prende ed esce*
Duncan: Buon proseguimento di serata con Dawn!!
Scott: *sgrana gli occhi e ritorna dentro* hem... oh guarda! Fuori piove! Eh, non posso mica uscire se piove, eh, mi bagnerei tutto! Oh accidenti, a quanto pare dovrò restare qui! *si siede sul letto e accende la tv*
Autrice P: Bhè, insomma, sai, esistono gli ombrelli... *e nessuna risposta le sopraggiunse all'orecchio* Va bhè, lasciate una recensione per questo obbrobrio sorto dalla mia immaginazione *w*
Autrice M: L'importante è che non ti metti più il cappellino sopra i tuoi capelli in stile e colore Zoey diventando una specie di Maritoba indossando degli occhiali blu... incuti terrore...

  
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