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Autore: adamantina    04/07/2012    6 recensioni
È il Trentun Ottobre ed Harry, nel silenzio della sua casa nuova, riesuma cicatrici che sembravano ormai dimenticate. {E se non fossero morti per me?}
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nick Autore: adamantina
Titolo: Ombre
Personaggi : Harry Potter, Ginny Weasley
Prompt: Destino
Genere: Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfic (500 parole esatte)
Introduzione: È il Trentun Ottobre ed Harry, nel silenzio della sua casa nuova, riesuma cicatrici che sembravano ormai dimenticate.
{E se non fossero morti per me?}
Eventuali NdA: Ambientata dopo la fine dei Doni della Morte. Harry è sposato con Ginny e James Sirius è nato da poco.

 

OMBRE

 

Nevicava.

Fiocchi prematuri, incerti, segno di un tempo in lento cambiamento, che scivolavano sui vetri di finestre lucide, adornate da tende nuove scelte da una coppia innamorata.

Chissà se anche loro avevano scelto le tende insieme.

Probabilmente no, avevano altro a cui pensare. Una guerra in corso, il costante rischio di morire come una spada di Damocle che pendeva inesorabilmente sulle loro teste, macchiando di gocce tetre anche i momenti di intimità famigliare.

Gli occhi di Harry indugiarono sul caminetto acceso, sulle fiamme sfrigolanti che cantavano il loro ardore in contrasto con il nero gelo del tardo autunno.

Trentun Ottobre.

Per quanto la sua vita fosse perfetta adesso, per quanto i pezzi si stessero finalmente mettendo al loro posto, c’erano cicatrici che non potevano essere cancellate. Ferite nascoste, dimenticate, che in giorni come quello tornavano alla luce.

E se non fossero morti per me? si chiese Harry, strofinandosi distrattamente una mano sulla cicatrice che portava sulla fronte e che da anni era silenziosa. Certo, era la milionesima volta che si poneva quella domanda, e non sarebbe stata l’ultima. Aveva perso tante persone, tanti volti che si sovrapponevano nelle notti in cui gli incubi lo tormentavano ancora. È colpa tua, gli gridavano, e poi tornavano in abissi profondi dai quali sarebbero riemersi di nuovo, in un eterno labirinto di rimorsi. Ma quei due volti, le sue prime perdite, le cicatrici più profonde … gli incubi si rintanavano nel vuoto lasciato nella sua infanzia da mamma e papà, e non c’era via d’uscita. Non ci pensava di giorno, ma la notte … la notte. Le voci gridavano con furia, come i mostri sotto il letto che nessun genitore, anni prima, era accorso amorevolmente a scacciare.

Gli avevano detto che era destino. Che non sarebbe potuta andare diversamente. Che avrebbe dovuto accettare il sacrificio che era stato compiuto in suo nome.

La sua mente razionale lo aveva accettato, era il suo inconscio che ancora si ribellava.

Se non fossero morti per me …

Non sarebbe stato lì, adesso. Sarebbe morto, vivo solo nei ricordi e nei rimpianti dei suoi genitori, sempre che loro fossero sopravvissuti.

Ma il destino e la vita avevano deciso diversamente.

Un gorgoglio di James Sirius, risvegliatosi, fece accorrere Ginny nel salotto, dove la culla faceva mostra di sé, non lontano dal padre pensieroso.

Se non fossero morti per me … neanche loro sarebbero stati lì. Ginny forse avrebbe sposato qualcun altro, e avrebbe vissuto in un mondo dominato dall’Oscuro Signore. E James Sirius, il suo bambino, non sarebbe mai nato.

Le sue risate non avrebbero provocato grandi sorrisi, i suoi pianti grandi preoccupazioni ai genitori ansiosi.

Ginny appoggiò la mano sulla spalla di Harry. Non disse nulla, gli lanciò uno sguardo che comprendeva tutto l’amore del mondo e un’eterna comprensione.

Harry si riscosse. Prese il figlio tra le braccia e lasciò che cercasse di afferrare i suoi occhiali. Poi guardò Ginny con grande serietà.

«Siete voi il mio destino.»

Fuori, sotto la neve, due ombre svanirono tenendosi per mano.

 

   
 
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