Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: ALEgator    04/07/2012    1 recensioni
Il setting è pre s3. Le preoccupazioni di Liz e Carol tengono lontani i due, che pur essendosi rassegnati a parole, non sembrano trovare tregua dai loro sentimenti, e il ballo scolastico non fa che acuire sofferenze e desideri.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Caroline/Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo: Tyler e Caroline non possono frequentarsi a causa dei timori e dell'astio che si è insinuato tra le loro madri. La paura che i loro figli possano rimetterci più che il solo cuore ha reso le due poco inclini a lasciar loro sviluppare il rapporto, ed entrambi ne rimangono afflitti. Il ballo della scuola fornisce ai due una occasione per rivedersi, non come vorrebbero, e la mancanza si mischia a gelosia e frustrazione. "Amami tesoro, amami dolcezza, e non lasciarmi andare".

----------

Gli era stato sufficiente entrare nel locale per riconoscerla tra la folla.
Erano tutti in abito bianco o nero, come richiedeva la festa scolastica, ma lei.. Quasi illuminava la stanza, come se fosse un centro di gravità, e lui si sentiva come una piccola porzione di materia interstellare risucchiata dalla sua attrazione.
Sembrava realmente uscita da un vecchio film, di quelli in bianco e nero, quei film dove il colore dei capelli, il colore delle labbra, tutto era un tenue contrasto di grigi. Ti permetteva di immaginare un po’ la campitura, di variarla a tuo gusto per renderla più o meno audace, donava quell’impressione di lontananza e perfezione intoccabile. Ma non avrebbe saputo trovare un tono più delicato di quello che lei aveva trovato per il suo lucidalabbra, o un’acconciatura più adatta a incorniciarle il viso di quella che aveva scelto, o un abito che più la rendesse radiosa mentre sorrideva, con quel suo fare solare e disponibile che la caratterizzava.
Sorrise debolmente guardandola, poi distolse velocemente gli occhi abbassandoli sulle sue scarpe. Non voleva che sua madre se ne accorgesse, o avrebbe cominciato con una delle sue solite lamentele, presto degenerate in discussione. Mosse qualche passo verso il tavolo delle bevande e si sorprese al retrogusto alcolico del punch. Jason c’era riuscito, alla fine. Sospirò scuotendo debolmente la testa, ma ringraziò la fortuna: un po’ di alcol l’avrebbe aiutato ad arrivare fino alla fine della serata, e anche avesse finito per combinare qualcosa, poco importava. Le sue bravate da un pezzo non erano più il gossip della scuola. Troppo poco saltuarie, e a sentire le cheerleaders, nemmeno tanto originali. Si sedette ad un tavolino apparecchiato e poggiò il bicchiere sul tavolo, riportando gli occhi sulla pista da ballo.

Ne riconobbe i boccoli biondi sul fondo della sala, mentre lei ballava un lento col suo cavaliere su una canzone che aveva già sentito a qualcuna delle feste a tema cui aveva partecipato. Only you, gli pareva di ricordare, e le parole della canzone gli provocarono un sospirò, o piuttosto un grugnito. Si sporse un poco sulla sedia per riconoscere chi l'avesse accompagnata, e non seppe dire se era sorpresa o invidia quella che provò nel vedere Matt, in completo nero, con le sue mani attorno ai fianchi di Caroline. La pecorella era tornata all’ovile, dunque. Era subito tornato da lei, anche? Dopo tutta quella crisi mistica legata alla pesante situazione in cui si trovava e alla sua voglia di normalità, era tornato? Era tornato da lei, dopo averla bistrattata e lasciata a piangere? Pensava di poterla riavere così velocemente? Chi pensava di essere? Chi credeva di poter essere per ferirla? Perché era tornato? Cosa diamine vole-
Il vetro del bicchiere tra le sue mani si incrinò leggermente,e Tyler ne svuotò il contenuto di un sol fiato, riposandolo sul tavolo, forse con un po’ troppa forza, facendolo andare in frantumi. Si allontanò presto prima che qualcuno se ne accorgesse, e cercò Jason tra la folla. Aveva bisogno di aiuto.

Ci finì contro per sbaglio e lo afferrò per un braccio. “Ti è rimasto qualcosa di quel che hai usato per il punch?” L’altro sorrise sornione, staccandosi dalla ragazza al suo fianco “Visto? Voi della squadra mi dovete 20 dollari ciascuno, fratello. E l’affitto per la limo e lo champagne di stasera saranno ripagati”, disse dandogli una gomitata nelle costole, e ridacchiando. “Ti ho chiesto se ti è rimasto qualcosa” rispose nervoso. “Calmati amico, non ci scopriranno di sicuro. Non ti preoccupare” “Ti è rimasto qualcosa o no?”. Aveva alzato un po’ troppo la voce, e le coppiette attorno a loro si voltarono verso di lui incuriosite. Jason corrugò la fronte “Un paio di bottiglie di vodka. Le ho nascoste nell’armadietto di quello sfigato di Paul Denson”.

Uscì dalla palestra e si aggirò per i corridoi respirando pesantemente. Stava perdendo la calma, e per una stupidata. Ma lui non era il suo destino. Non dopo tutto quel che era successo. Non aveva un destino. Non c’era nessun cavolo di destino a gravare su di loro. Tirò un pugno contro l’armadietto di Denson, che si aprì con uno scatto, lasciandogli prendere le due bottiglie all’interno. Almeno non avrebbero pensato che era stato quel poveretto a corrompere il punch, non era giusto finisse nei pasticci per il divertimento di quell’idiota di Jason.
Spinse la maniglia della porta d’ingresso della scuola, e si gettò fuori all’aria fresca, accomodandosi su una panchina. Aprì una bottiglia e ne bevve un po’, cercando di affogare le sue sensazioni nell’alcol. Only you can make this change in me, you’re my dream come true. Lasciò che un altro pò di vodka gli stuzzicasse la gola e lo stordisse, mentre cercava di dimenticare quel che aveva visto e sentito. Svuotò presto una bottiglia, e aprì la seconda. I contorni delle cose cominciavano a farsi confusi.

“Tyler?” Rise amaro. Nemmeno da ubriaco riusciva a pensare ad altro? “Tyler che ci fai qui fuori?” La vide in piedi davanti a lui; lo squadrava, quasi preoccupata. “Fa freddo, faresti meglio a rientrare..” Materia interstellare. Si sentiva di nuovo materia interstellare. E lei era la stella. Quell’abito bianco copriva le sue curve cadendo morbido sino ai piedi, lasciando spazio all’immaginazione con un ampio decolleté.
Si sfilò la giacca, non senza qualche difficoltà, mentre lei sedeva al suo fianco. “Tyler, stai bene?” “Certo, non si vede?” rise falso mentre le appoggiava la sua giacca sulle spalle. Lei se ne coprì un poco, per difendersi dal vento fresco, e guardò ansiosa le bottiglia appoggiata al suolo. Incrociò i suoi occhi, e sorrise. Era così.. Avvicinò piano una mano alla sua, appoggiata alla panchina, facendola scivolare sulla pietra fredda. “E’ tornato per riportarti al ballo?” chiese con tono sarcastico. Non doveva esserlo, ma l’alcol non gli concedeva grandi margini di recitazione. “Dovevo venire con un cavaliere. Sono la reginetta di Mystic Falls… io.. Si è proposto, e mi sembrava … scortese declinare.. io..” “Non potevi.. che so.. chiedere.. chiedere.. non a lui.. a.. qualcun altro?”. La guardò negli occhi, implorante. Cielo, quanto si sentiva patetico. Si sentiva così.. stupido, squallido, babbeo, penoso. Non conosceva abbastanza voci del dizionario per difenirsi. Voleva solo che lei sapesse che- Una coppietta uscì dalla scuola tenendosi per mano e scambiandosi qualche tenera battuta, interrompendo il loro silenzio.

Caroline tossì debolmente e fece per alzarsi, appoggiando la giacca sulla panchina. “Aspetta..” chiese alzando la voce per fermarla “potresti.. non ho nessuna che mi accompagni alla festa e non son riuscito a mettere in mostra le mie doti di ballerino..” tentò di scherzare. Caroline sorrise debolmente e porse una mano verso la sua. Si alzò, vacillando sulle gambe; le sentiva deboli. Poggiò le sue mani sui fianchi di lei mentre Caroline incrociava le braccia dietro il suo collo, e si mossero piano mentre un’altra stupida musica risuonava nell’aria. Si concentrò al massimo per non pestarle i piedi, non fare nulla di stupido. Sentiva le mani formicolare sul vestito bianco e strinse un poco la presa, per calmarsi. “Son contento tu stia bene..”. Che diamine stava dicendo? Nel bel mezzo di un ballo, meglio, di quel ballo, una frase assolutamente da sfigato era tutto quello che era riuscito a tirar fuori? Doveva smetterla con l’alcol. Decisamente. Le fece fare un piccolo giro su se stessa, poi la allontanò distendendo il braccio, per farla ruotare contro di lui. La cosa sembrò divertirla alquanto e le strappò una risata cristallina. Gli era mancato quel suono.
“Mi sei mancato, Tyler..” Ecco. Lei sapeva sempre esattamente cosa dire. E con che tono. E con che termini. La sentì appoggiare il suo viso sul suo petto e respirò più calmo, appoggiando il mento sul suo capo e socchiudendo gli occhi. Si lasciò cullare nella melodia della notte, dondolando piano. Non sapeva dire se era più su di giri di quanto mai lo fosse stato in vita sua, o più al sicuro di quanto potesse immaginare. I pensieri si affollavano nella sua testa facendo un po’ troppo pasticcio, e cerco di cacciarne il più possibile per godersi il momento, e il suo profumo. Non sembrava neanche usasse un profumo in realtà, quasi che la sua pelle emanasse quella fragranza naturalmente, senza bisogno dell'aiuto di altro. Doveva essere un qualche frutto si, ma non avrebbe saputo dire quale, forse..

“Tyler, figliolo. E’ meglio che tu venga dentro”. Caroline si staccò velocemente da lui, troppo velocemente e il vuoto d’aria che si creò tra loro gli fece quasi male, trascinandolo nuovamente nella realtà. Sulla porta d’ingresso alla scuola Matt e Carol li stavano guardando con aria l’uno infastidita, l’altra arrabbiata. “Ti stanno cercando. Ci son problemi col catering” aggiunse Matt rivolto a Caroline, poi lo guardò alzando una mano e accennando un sorriso forzato “Ciao, Tyler”. Abbassò leggermente il capo in un cenno di saluto e volse gli occhi verso la figura in abito bianco che si dirigeva verso il ragazzo con il capo chino. Matt la prese per mano, ed ebbe la sensazione che fosse quasi per dimostrargli chi fosse il cavaliere della serata, e rimetterlo al suo posto. Sperò che lei si girasse a guardarlo per qualche secondo, di vedere nei suoi occhi una conferma a quel che aveva sentito; ma non incrociò i suoi occhi, e Caroline sparì nell’ombra del corridoio.

“Speravo di essere stata chiara Tyler.. Lo sto facendo per il tuo bene. Può essere pericolosa!” ricominciava la solita predica di sua madre, ma non aveva intenzione di ascoltarla. Non quella sera. Non in quel momento. Voltò le spalle, recuperò la bottiglia e si incamminò. “Dove stai andando? Tyler? Torna qui! Non posso allontanarmi Tyler, devo fare da osservatore”. Non le prestò attenzione e continuò a camminare.

For my Darling, I love you.. And I always wil..

--------------------------------

Note a margine: La canzone su cui ballano Matt e Caroline è Only You, dei The Platters. La canzone del ballo Forwood invece è Love me tender, di Elvis. In generale, la canzone che mi ha ispirato la ff è Love remains the same.

Grazie per aver letto e.. Le recensioni sono meglio della colazione a letto :) 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: ALEgator