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Autore: Meme06    05/07/2012    3 recensioni
- ... Itou...-san... perché? - domandò con gli occhi sgranati. Sorpresa.
La ragazza voltò lo sguardo verso quella che le stava accanto.
- È inutile... non cambierà in questo modo la sua opinione...
Dunque ^.^ Non amando particolarmente, anzi... odiando totalmente il pairing Orihime x Ulquiorra (dato che in primo luogo odio Orihime), ho deciso che creare un nuovo personaggio da mettere con il mio adorato Ulqui-chan non sarebbe stato affatto male ^ ^
Inspiegabilmente, assieme ad Orihime, viene 'rapita' un'altra ragazza. Il motivo è che... beh, dovete leggerla per scoprirlo :D
Credo che non ci sia bisogno di dirlo, ma per precauzione... Chi è fan di Orihime giri alla larga da qui, perché in questa ff non verrà ritratta in modo molto 'carino' ^.^ Penso di aver detto tutto! Ringrazio in anticipo chi leggerà la mia storia e mi farà sapere com'è ^.^
[UlquixOC]
Genere: Comico, Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Concentrati. - mi dice.

Vorrei prenderlo a calci quando mi da i consigli con quel tono. Sto ansimando. Non so neanche da quant'è che combattevamo. Ore. Ore e ore passate a spaccarsi le ossa. O meglio, a spaccarmi le ossa! Perché è ovvio che lui non si faccia un cazzo quando lo colpisco.

- Mi sto concentrando! - esclamo, furiosa, brandendo Ran no kaze - che mi sembra improvvisamente pesante.

- Allora combatti con la mente, non con la rabbia. - mi dice. Cosa? Mi sta per caso facendo una lezioncina? Mi vuole insegnare a combattere? Io so benissimo come si combatte! Mi fa solo arrabbiare!

Mi arriva improvvisamente vicino e con un tocco - che sembra quasi leggero - delle dita, manda - per l'ennesima volta - in frantumi, la mia maschera.

- Hai un buon controllo sull'hollow che possiedi dentro di te. - mi dice. Indietreggio di un passo, vista la vicinanza con Ulquiorra. - Ma quando combatti non ti concentri abbastanza, ti fai prendere troppo dalle emozioni e dal piacere di combattere.

Piacere di combattere? Aggrotto le sopracciglia, confusa e irritata.

- Certo che mi faccio prendere dal piacere di combattere! Io adoro combattere! Adoro fare a fette il nemico e migliorare sempre di più! Non ci credo che quando combatti non provi niente! Allora perché combatteresti?

- Perché è mio dovere farlo. - mi risponde, semplicemente. Come se fosse una cosa logica. Una cosa che farebbero tutti.

Sgrano gli occhi.

- Cosa? No, non può essere! Combattere non è un dovere! - esclamo tirandomi i capelli castani all'indietro, mostrando la fronte imperlata di sudore.

- Allora lascia che ti chieda, perché a te piace combattere?

Abbasso un attimo lo sguardo, non riuscendo più a sostenere il suo smeraldo.

Perché mi piace combattere? Eppure rispondere è così semplice...

- Perché mi fa sentire capace di qualcosa… - dico d'un tratto, guardandolo di nuovo in volto. Fino a pochi minuti fa, questa cosa la sapevano solo Shinji, Hiyori e il mio capitano. O meglio, quello che avevo avuto quando stavo ancora nel Seretei.

Ulquiorra rimane in silenzio, poi chiude un attimo gli occhi, riaprendoli poco dopo. Questa mossa la fa spesso.

- Capisco. - dice semplicemente. So che forse dovrei dubitarne, ma non ci riesco… Probabilmente non mi avrebbe detto che aveva capito se non fosse stato così, infondo di quello che mi dice, che sia bello o brutto… è come se sapessi che non mentirebbe mai. E questa cosa mi fa piacere. Perché almeno ho la conferma di non stare parlando a vuoto.

Avrei voluto dirgli: 'Dubito che mi capisci…' oppure 'Non provarci nemmeno, è inutile…' . Le frasi che di solito rifilo alle persone di cui non mi fido, oppure che non reputo all'altezza. All'altezza di capire quello che provo.

Ma quando quello sguardo smeraldo ha penetrato nelle mie iridi perla, fissandomi con quell'intensità che… Mi fa abbassare lo sguardo.

- Per oggi abbiamo finito. - mi dice. Nonostante la sua voce non sia diversa dal solito, incolore, apatica. Mi sembra quasi che risulti consolatoria.

Consolatoria… Solo una voce un tempo lo era. Solo la tua. Sembrano millenni, non secoli, che non lo vedo. Chissà se alla fine anche lui, ce l'ha fatta a diventare uno shinigami.

Era il mio migliore amico. O meglio, era il classico amico con il quale si cresce insieme, si vive l'infanzia, l'adolescenza, quelle robe lì…

E io gli volevo bene come se fosse stato mio fratello maggiore.

- Vieni? - mi volto di scatto. Dannato sonido. Mi è arrivato alle spalle in un attimo!

- Si, ma non farlo mai più!

- Fare cosa?

- Arrivarmi alle spalle in questo modo! Uno si può anche spaventare! - esclamo, mettendo le mani sui fianchi e fissandolo.

Lui mi fissa, come sempre. Ormai ci sono abituata, non mi fa più rabbia.

- Vieni. - ripete, fermo. Sorpassandomi e uscendo. Prima che mi faccia venire un altro infarto, lo seguo.

- No, aspetta! - esclamo, afferrandolo per la manica. Non appena si volta verso di me lo mollo. - Non riportarmi nella stanza di Inoue, per favore!

- Non posso portarti altrove. - mi risponde.

- Si che puoi! Anche in bagno va benissimo!

- C'è già un bagno nella vostra stanza.

- Insomma! Era un esempio! - esclamo. No, non voglio tornare da Inoue.

Ripeto, è peggio di stare sotto tortura.

- Per favore… - dico. Attivando la faccia da cucciolo.

Si smuovesse di un millimetro! Brutto bastardo…

- Ti riporto nella tua stanza. - come se non mi avesse sentito.

Stronzo…


- Lo dirò di nuovo, tu chi diavolo sei? - domandò ancora Renji, fissando il ragazzo, che sembrava essere uno shinigami, davanti a sé.

- Ve l'ho detto. Mi chiamo Eichiro e…

- Questo lo abbiamo capito! - intervenne Ichigo. - Ma che ci fai qui!?

- Ahh… spiegatevi bene allora. - disse il ragazzo. - Se uno mi chiede chi sono è logico che io risponda con una presentazione.

- Allora rispondi alla domanda di Ichigo! - intervenne Rukia.

Eichiro sospirò.

- Ahh, va bene, va bene. - fece, scuotendo la mano e fissandoli uno ad uno. - Sono qui perché una mia amica ha bisogno del mio aiuto.

Subito, tutti quanti pensarono che stesse bluffando. In quanto la loro missione principale era salvare Orihime. Pensare che quel tizio la potesse conoscere, era del tutto fuori luogo.

- Ma che diavolo… Ci prendi in giro? - domandò Renji.

Eichiro sbuffò di nuovo, scuotendo il capo.

- Certo che no… E voi perché siete qui? Anche voi conoscete Harumi?

- Harumi? - domandò Ichigo confuso. - Lei che c'entra?

Chiese, con la voce quasi minacciosa.

- Come sei lento… Io sono suo amico. Facevamo parte della stessa brigata. - disse, incrociando le braccia al petto.

- Quindi Itou-san faceva parte dell'undicesima brigata… - constatò Ishida, intromettendosi nel discorso, tra tre shinigami e un sostituto.

- Gà. Per precisione era il luogotenente dell'undicesima brigata. - aggiunse Eichiro.

- E come avresti fatto a sapere che Harumi stava qui? - domandò Rukia.

- Mmh… questa è tosta… - mormorò, portandosi una mano sotto il mento. Pensoso. - Ah, si! Conoscenze private.

- Cosa?!? - esclamò Ichigo. - Ehi tu! Come diavolo facciamo a fidarci su quello che ci hai detto?

- Dovreste? In fondo voi non siete venuti per salvare Harumi. - rispose.

Per un attimo, Ichigo realizzò le parole del ragazzo. In effetti aveva ragione. Loro erano lì per salvare Inoue, però anche Harumi era stata rapita.

- Non c'entra! - continuò imperterrito il sostituto shinigami. - Anche Harumi è una mia amica, non sono venuto qui per salvare solo Inoue! Io aiuto chiunque abbia bisogno!

Eichiro lo fissò un attimo, poi chiuse gli occhi e sorrise.

- Certo… è ovvio che sei un amico di Harumi.

- Ah?

- Se non lo fossi non la chiameresti per nome. Lei odia essere chiamata per cognome. - osservò il ragazzo, facendo risplendere nuovamente lo sguardo dorato. - Beh… visto che tutti quanti conosciamo questa ragazza terribilmente impulsiva, andiamo insieme verso Las Noches.

Vedendo gli sguardi che gli venivano rivolti, sbuffò nuovamente, tornando a fissarli.

- Insomma, di che cosa sospettate? Non ne avete il motivo, dopotutto che senso avrebbe andare a fare del male a qualcuno che è già segnato? - detto questo si voltò, continuando il suo cammino.


Quando ero piccola… Me lo ricordo bene… Giocavo tanto insieme a Eichiro. L'unico amico che in quel periodo avessi avuto.

Ovunque. Non importava il luogo. Non importava che ore fossero. La colazione veniva rubata e il nostro gioco era proprio quello. Scappare da chi avevano derubato.

Ma avevamo troppa fame per resistere alla tentazione di prendere qualcosa…

In un negozio, in una casa… In qualunque luogo vi fossero cibo e acqua.

- Ehi! Haru! Da questa parte! - mi chiamava Eichiro, ogni volta che mi vedeva. E ogni volta che scappavamo e non trovavo un nascondiglio.

- Eccomi! - esclamavo io, sedendomi accanto a lui e iniziando a mandargli frecciatine con le parole. Parole che venivano prese, rimodellate e sputate poi fuori, dal ragazzo che mi stava di fronte. In una maniera del tutto diversa, ma comunque offensiva.

Perché questo, era un altro dei nostri giochi.

Una volta solo, ricordo bene, mi fece una specie di complimento. Mi fissava a lungo. Negli occhi. Se ne stava lì, a guardarmi, in silenzio. Dovevamo essere ragazzini. Io ricambiai lo sguardo, chiedendogli con il capo che cosa volesse.

Lui lo scosse piano, poi parlò.

- D'ora in avanti ti chiamerò Giglio. - annunciò, tutto soddisfatto.

- E perché?

- Perché i tuoi occhi sono sfumati come un giglio. Bianchi e lilla… Quindi sei un giglio.

Quelle parole mi avevano resa perplessa. Un Giglio.. Non riuscivo a capire se era un insulto, oppure un complimento. Una cosa carina, positiva da dire.

Anche fosse stato un insulto però, l'avrei preso come un complimento.

Harumi. Giglio. Era un bell'accoppiamento. Stavano bene insieme.

Nonostante tutto, se fosse stato un complimento, probabilmente per l'orgoglio mi sarei rifiutata di accettarlo.

- Queste cose sono smielate e non mi piacciono. - avevo detto.

Ricordo che ci era rimasto molto male, per via di quelle mie parole. Puro orgoglio…. ridicolo. Ora lo so.

Poi, ricordo anche che, poco tempo dopo, avevo deciso di diventare shinigami.

Mi aveva chiesto perché. Non gliel'ho saputo dire. Come potevo? Mi avrebbe detto che era da sciocchi sentirsi inutili. Ma lui, almeno questa parte di me, non l'aveva mai capita. Non poteva. Lui non si era mai sentito inutile a qualcuno. Lui non aveva mai pensato di poter essere inutile.

Non avendoci mai pensato, automaticamente lo ha portato a non pensarci e a non provarlo mai.

Anche se glielo avessi raccontato non avrei risolto niente.

Non avevo voglia di un'altra manciata di 'No che non lo sei' eppure 'Non fare la scema.'

Diventare shinigami l'avevo considerato come un cancello che ti si apre. Poter fare qualcosa con qualcuno. Poter fare qualcosa per qualcuno.

Non appena ero entrata all'accademia, Eichiro disse di volermi seguire. Non appena sarebbe stato pronto.

In quel preciso istante provai dubbio e gioia, messi assieme.

Quel giorno… il giorno in cui si sarebbe sentito pronto… sarebbe mai arrivato? Oppure mi sarebbe toccato sempre aspettare.

Forse diventare vizard, mi ha tolto da tanti dubbi e da tante insicurezze.

Nonostante ciò, continuo a sentirmi inutile.

Quasi incompleta. Come se mi mancasse qualcosa.

Quando un vaso si rompe e i vetri si spargono a terra… Quando lo ricostruisci e vedi che ti manca un pezzo, per quanto non t'importasse, per quanto potrai coprirlo con qualcosa,.. Tu lo saprai sempre che quel vaso è incompleto.

Così ero io. Questo. Un vaso rotto a cui si è perso un pezzo.

Mi ero sempre sentita così.

Per questo amo e voglio combattere! Perché ho la certezza che le mie mani e il mio corpo esistono e posso fare qualcosa per confermarlo.

Uccidere gli hollow, è una cosa che mi provoca gioia. Non so neanche se è giusto. Neanche m'importa.

In fin dei conti, perché dovrebbe?

Per questo quel giorno, quando l'ho salutato non gli ho detto nulla. Se non parole fredde. "Diventerò uno Shinigami". Neanche ci ha pensato di aprire bocca e parlare. Sapeva che sarebbe stato inutile. Solo una frase mi ha detto, prima che me ne andassi via.

"Rispetto ma tua decisione, ma non l'approvo". Ho annuito, perché anche quella volta, la sua voce, era quasi consolatoria. Indipendentemente da quello che mi diceva, tutto ciò che mi trasmetteva era sempre calma e sicurezza.

Poi… Non l'ho più visto.

Mi sono fatta nuovi amici, insieme ai quali sono finita come sono adesso. Mi sono posta nuovi obbiettivi. E nonostante sapessi, che lui avrebbe fatto di tutto per diventare shinigami e per raggiungermi, non mi sono mai curata - neanche a provarci - di avvisarlo che non sono più nel Seretei. Il problema poi sarebbe spiegargli perché e come è possibile che ora dentro di me ci sia un hollow. Ma sarebbe troppo lungo. Non avrei voglia di spiegarlo.

- Siamo arrivati. - la voce dell'espada mi fa riemergere dal baratro di pensieri nel quale ero caduta. - Entra.

- Questa non è la stanza dove c'è anche Inoue. - dico. Nonostante qui sia tutto conforme, ho imparato un po' ad orientarmi e a riconoscere dove sta quell'odiosa stanza che devo condividere con quella ragazza.

- No, qui ci sono i cambi.

- Ah?

- Dopo un allenamento si suda. - spiega in poche parole, dalle quale ho capito che mi avrebbe dato una 'divisa' pulita. Avrei preferito che mi avesse ridato i miei vestiti. La minigonna che indossavo prima era di certo più lunga di questo camice.

- Ah, giusto. - rispondo, meccanicamente, entrando insieme a lui e prendendo quello che - poco dopo - mi porge. Non ci posso credere… è identica a quella di prima.

- Ora puoi tornare nella tua stanza. - mi dice.

Usciamo e mi riporta davanti a quell'odioso vano, dove c'è Inoue.

- Ehm… Inoue non deve testare le sue capacità? - chiedo, sperando che me la potesse togliere dai piedi per altri trenta minuti.

- No.

Sbuffo, entrando nella stanza.

- Oh, Itou-san sei… sei ferita… - mormora, guardandomi preoccupata.

- Tranquilla, sono solo graffi… vado in bagno. - ecco, l'unica cosa che ha di positivo questo luogo. C'è il bagno.

In effetti è vero. Sono piena di ferite. Beh, si rimargineranno, non sono profonde. Basterà sciacquare via il sangue e sono a posto.

- Certo che potrebbe anche andarci piano… - queste parole non sono mie, visto che se ci fosse andato piano mi sarei incazzata. Però ritrovarti con sempre più ammaccature sul corpo non è bello, fidatevi. Soprattutto perché ormai non c'è più spazio sul corpo per ferirmi. Okay, questa era esagerata…

- Itou-san? - mi richiama Inoue dall'altra parte della porta. - Se vuoi… Posso curarti le ferite… sempre se sei d'accordo.

Se sono d'accordo? E me lo chiede? Ottimo. Esco dalla stanza e la guardo.

Distoglie all'istante lo sguardo, mentre si prepara a curarmi. Scusate, siamo pur sempre ragazze e poi ho graffi dappertutto, quindi a che mi sarebbe servito mettermi qualcosa a dosso prima di essere curata?

- Ecco. - fa Inoue, a lavoro finito.

- Ah, grazie, in effetti muoversi senza sentire la pelle tirare non è affatto male! - esclamo.

Lei mi guarda sorridendo, mentre si alza - si era seduta a terra per curarmi - e si mette seduta sul divano.

Improvvisamente la porta si spalanca e ne entra… indovinate? Ulquiorra.

Ah, che novità…

No, aspetta un attimo. Mi fissa, gli occhi leggermente sgranati.

Cos'ha da… oh, cavolo… Sono nuda!



Angolo dei desideri 8 - Il doppio di quattro *-*


Meme: Muahahahahah!!! Vendetta!!!


Harumi: Bastarda! Come hai osato farmi questo?!? *rossa di vergogna e di rabbia*


Meme: Muahahahah!!! Così impari a minacciarmi con la katana! >.<


Harumi: C'era proprio bisogno di farmi rimanere nuda davanti a lui???? *indica Ulquiorra*


Ulquiorra: *per niente toccato dalla cosa*


Harumi: Com'è possibile? O.O Siamo sicure che sei un maschio? O.O


Ulquiorra: Per come vanno vestite qui a Las Noches le arrancar, questa cosa non mi tocca per niente u.u


Meme: Secondo me non lo ha mai toccato O.o


Harumi: O.O


Meme: Bene! ^ ^ Visto che Urahara sta facendo una delle sue solite scomparse ^ ^" *irritata* Ringrazio di nuovo io per chi mi segue, per chi ha messo tra i preferiti la storia! :D Spero mi farete sapere cosa ne pensate! Ci tengo a ricevere consigli e a sapere le opinioni altrui ^ ^

Alla prossima! :D

  
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