Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: Raimondo    05/07/2012    2 recensioni
Una raccolta di one-shot. Anche se possono avere relazione con la mia storia più massiccia, Vuoto di Potere, esse sono autonome. Non è necessario aver letto VdP per capirle.
La prima storia: Che ne è stato di BlackWarGreymon? Una risposta triste, ma non ancora definitiva...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BlackWarGreymon

Nella creazione di Vuoto di Potere mi capita di creare materiale che per un motivo o per l'altro non trova poi posto nella storia. La maggior parte di questo materiale viene scartato per la sua bassa qualità (pezzi contorti, contraddittori o semplicemente noiosi). Però può capitare che alcuni brani siano "di troppo" dal punto di vista del lavoro complessivo, ma presi individualmente non siano malvagi: magari, come quello qui sotto, rischiano di complicare troppo la storia, oppure hanno uno stile che striderebbe con il resto, o sono completamente assurdi ma a loro modo interessanti.
Questo è il raccoglitore di quei brani che ho deciso di non far sparire e che sono abbastanza slegati da VdP da poter essere letti anche da chi non ha letto la storia, o da chi la vuol leggere e ha paura di spoilers.

BlackWarGreymon

N.d.A.: Originariamente questo pezzo avrebbe dovuto introdurre BlackWarGreymon come personaggio di rilievo nella mia storia principale, ma dopo attenta considerazione ho deciso di non includerlo vista la quantità di trame già presenti. Ciononostante il risultato mi è sembrato degno di essere divulgato lo stesso, perciò eccolo qui. 


Fallen’s Memorial: così erano chiamati i dieci chilometri quadrati di Mondo Digitale direttamente corrispondenti ad Hikarigaoka. Un tempo, quella regione era stata una montagna. La guerra contro Myotismon l’aveva rasa al suolo, lasciando al suo posto una terra devastata e fumigante, coperta di detriti e sterile. Ma il tempo passa, e giovani alberelli erano cresciuti sulle ceneri del castello del vampiro. Quando Myotismon era risorto per la terza e ultima volta, un eroe nero si era sacrificato per bloccare il passaggio fra i mondi che passava in quelle rovine, e da allora quell'ampio parco era stato dedicato a lui. Una grande statua in basalto si ergeva al centro del parco, una mano sollevata a indicare il cielo, l’altra allargata ad abbracciare la terra. Il basamento era coperto su tre lati di bassorilievi, e sul quarto recava il nome di BlackWarGreymon.
“Ricordatevi delle cose belle e grandi che sono state!” ammonivano le silenziose colonne che fiancheggiavano il viale principale.
Nel memoriale si respirava un’aria di tristezza e pace, quasi sacrale. Il cielo era raramente limpido, ma quando lo era, il sole sembrava meno intenso, e una lieve brezza spirava costantemente da Nord.
La grande statua aveva un’aria determinata e solenne. L’abilità dell’artista aveva saputo superare la staticità della maschera facciale del Digimon virale e vi aveva impresso il sentimento della grave nobiltà e dell’intelligenza vivace che lo aveva caratterizzato in vita.
Ogni due anni, un piccolo gruppetto si riuniva ai piedi della scultura: i Dodici, vestiti in nero, senza lo sfarzo dovuto solitamente al loro rango, insieme ai loro Digimon. Un piccolo tributo per un grande sacrificio.

“Chissà dov’è la sua anima, ora” avevano pensato un po’tutti, prima o poi. “Sicuramente in cielo”

Non era così. Sebbene il corpo di BlackWarGreymon non fosse più, il suo spirito e la sua intelligenza non erano spariti. Come per tutti i Digimon, il colosso creato dagli Obelischi era destinato al ciclo eterno di morte e rinascita.
L’aldilà per i Digimon è solo un luogo di passaggio, dove si perde ciò che si ha di più caro. Un fiume, il Lete, attraversa una caverna vulcanica. Gli spiriti che vi si immergono vengono nettati dalle memorie della vita appena trascorsa e volano, attraverso delle grandi spaccature in cielo e in terra, ai nuovi corpi che devono abitare. I digimon dei Prescelti fanno eccezione: finché il loro partner è vivo, non muoiono, ma si riducono alla loro pura essenza, senza mai lasciare il mondo Digitale. Perché l’oltretomba non è a Digiworld, ma in un altro cosmo accessibile solo dai morti e da un gruppo rarissimo di Digimon, e non si ha notizia di alcun mortale che entratovi ne sia uscito.
Lo spettacolo offerto dal Lete è impressionante. Rive rosso fuoco, cosparse di sedimenti sulfurei e carboniosi; un corso d’acqua impetuoso, trasparente e puro ma ardente come acquaragia. Una fila sterminata di anime simili per forma all’aspetto del loro vecchio corpo ma pallide e slavate vi entra a passo di marcia, fino a venir completamente sommersa dall’acqua. Ciascuna di essa perde in pochi minuti consistenza: chi più in fretta, chi più lentamente, a ognuno la corrente strappa tutto. Resta solo una sorta di impronta nell’aria, che si vede e non si vede: è il kernel del Digimon, privato di ogni cosa, rancori, gioie, paure, aspettative. Pronto ad una vita nuova.
In mezzo al Lete c’è un’isola rocciosa, percossa dagli spruzzi continui del Fiume dell’Oblio, e incatenato a questa roccia un Digimon nero come la pece, immerso fino al petto nell’acqua. È BlackWarGreymon. I flutti corrosivi ne lambiscono il corpo, ma egli non permette alle sue membra di consumarsi, rifiutando il destino che la sua natura gli assegna. Di fronte a lui, Anubismon, il Digimon che presiede alla caverna, ha posto il trono. E ormai da sei anni  BlackWargreymon gli urla di lasciarlo libero.
“Non per me, Anubismon!” grida, facendo rimbombare l’aria stagnante della volta. “Non per me, ma per i miei amici! Mi aspettano. Che ne è di loro? Dimmelo!”
Anubismon non è un re crudele, ma deve obbedire alle leggi. Per questo guarda tristemente il guerriero. Più di una volta ha tentato di convincerlo ad accettare la dimenticanza e le onde del fiume, ma BlackWarGreymon ha sempre risposto che il suo dovere era un altro.
Ormai da sei anni, in un mondo dove il tempo non si può misurare, con una combinazione di indomabile volontà e forza mentale, il Virus mantiene la propria forma e memoria. Spesso lembi del suo corpo immateriale perdono consistenza, ma egli è rapido a riconsolidarli concentrando su di essi qualunque cosa gli sia rimasta dopo la cancellazione. Anubismon guarda ogni secondo questa tortura, e vorrebbe concluderla in un modo o nell’altro: ma le leggi ferree della regione glielo impediscono, la natura deve fare il suo corso.
“Anubismon!” urla ancora il titano incatenato, con le stesse parole che ha già usato infinite volte. “Che fine ha fatto WarGreymon, il mio commilitone? Tai vive ancora? La virtù del Coraggio brilla ancora in lui?” Anubismon vorrebbe non sentire. Egli è il guardiano dell’oltretomba, sa tutto e vede tutto, ma non può parlare. “E Cody? E Yolei? E Kari? Credono ancora nell’amicizia, nell’amore, in quelle virtù che mi hanno donato? Dimmelo!”
Solo nomi per Anubismon. Ha visto passare inconcepibili miliardi di vite, nella sua esistenza infinita come un cerchio, e ha trovato in loro ogni cosa preziosa e vile che possa essere immaginata. Egli dovrebbe essere impassibile, ormai. Ma non lo è. Ogni nuovo nome si aggiunge ai precedenti, ogni perdita la sua perdita.
BlackWarGreymon tira le catene che lo bloccano. Ma esse sono fisiche, mentre lui è un fantasma: un grumo di memorie legate insieme, e poco altro. Gli anelli tintinnano, e le braccia che spaccavano montagne faticano a muovere di pochi millimetri quegli insignificanti anelli d’acciaio. Per lo sforzo, la prodigiosa volontà del Digimon vacilla, e un piede sembra sciogliersi come cera. Ma non è ancora giunta l’ora: il drago nero chiude gli occhi e riafferma se stesso, le misere memorie di pochi mesi di vita, il desiderio divorante di dare un senso alla propria esistenza. L’appendice sformata si ricompatta, riacquista solidità. Per l'ennesima volta - dirne il numero sarebbe vano-  BlackWarGreymon è scampato al destino che lo assale continuamente. Anubismon soffre, perché è un digimon buono e non ama vedere il dolore, ma non può muovere un dito dal trono scolpito su cui è assiso da prima che esistesse la notte.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: Raimondo