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Autore: Teal Eyes    05/07/2012    2 recensioni
E se vincessi un concorso? Se solo li incontrassi? Ma non bisogna dubitare. In fondo, sono sempre i miei idoli...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi stavo lavando i denti: la schiuma e le bolle provocate dal dentifricio mi facevano sembrare un cane rabbioso. Qualcuno davanti a me imitava ogni mio gesto con la stessa svogliatezza e lo sguardo inespressivo e amaramente deluso. Ero bellissima quella sera, acqua e sapone, vestita semplicemente con quell’abito a fiori comprato un anno prima che adoravo. La luce della luna mi attirava verso il balcone. Forse non era la luna, forse era Londra… Londra, con le sue luci e la sua storia. In quel periodo il mio fisico non reggeva un filo di vento che mi veniva la tosse o il raffreddore il giorno dopo, infatti, già da una settimana avevo un terribile mal di gola. I colpi di tosse lanciati nella notte impaurivano i gatti randagi per le strade che si voltavano e drizzavano il pelo. Almeno qualcuno quella notte mi degnava il proprio sguardo. Avevo due occhiaie che raggiungevano l’Italia, sembrava mi avessero picchiata per quanto erano nere e profonde. Per fortuna era solo la stanchezza della giornata, che dopo ore di trepidazione seguite da ansia e poi delusione, si era accumulata sulle mie spalle da sembrare il gobbo di Notre Dame, peccato ero totalmente in un altro Stato. Involontariamente mi sono seduta sul letto, iniziando a girarmi i pollici, poi, non so ancora come, mi sono ritrovata a fare un sogno bellissimo. Avevo lasciato la porta finestra aperta e le tende bianche oscillavano al vento notturno fra gufi e civette. Finalmente dormivo, finalmente riposavo la fatica della giornata, mi sentivo beata. Il letto era ciò che più caro al mondo avessi in quell’istante: morbido, caldo, mi faceva perfino sorridere. La porta scricchiolò facendo entrare un fascio di luce dal corridoio dell’hotel che colpì proprio me facendomi arricciare le sopracciglia. Credo che quell’espressione imbronciata mi sia passata subito perché la notte la percorsi benissimo al che la mattina, quando mi svegliai, ero inspiegabilmente sotto le lenzuola alla violetta e le occhiaie erano sparite. Stavo per appoggiare i piedi per terra che a momenti colpivo un ragazzo chiuso in un bozzolo verde di un sacco a pelo da campeggio estivo. Uscivano solo i ricci capelli e mi chiesi se non avesse caldo. Poi focalizzai la situazione, doveva essere LUI, ma non potevo svegliarlo e dopo cosa avrei detto? Parliamo due lingue diverse e anche se io conosco l’inglese sarebbe stato troppo difficile! Decisi di lasciarlo dormire, in fondo anche LUI aveva avuta una lunga giornata. Scesi nella hall e chiesi dove si trovasse il ristorante. Cavolo, ero in un hotel a cinque stelle. Dopo l’attimo di stupore mi incamminai verso il buffet. Seduta al tavolo addentavo un cornetto all’albicocca quando sentii gridare qualcuno nella hall qualcosa come “I’ve lost the girl”. Era LUI e mi vide, sì ero io la girl. Si precipitò, mi alzò dalla sedia, mi prese per mano, mi portò dagli ALTRI, come se stessero giocando alla caccia al tesoro ed il tesoro ero io. Fu troppo tardi quando mi accorsi di avere ancora il cornetto in bocca perché LORO già avevano iniziato a ridere, stavo annegando nel Mar Rosso. E dopo quattro bei “Nice to meet you” LUI mi portò a fare un giro panoramico per Londra su uno di quegli autobus a due piani su cui tenevo tantissimo salire. Iniziò a parlare, ad indicarmi ogni cosa cercando di spiegare al meglio sapendo che io ero italiana. Era il suo giorno libero dal lavoro tanto amato ed era tutto apposta per me. Alla fine della giornata mi portò sulla London Eye, l’occhio di Londra, la ruota panoramica più grande d’Europa. Aveva affittato un posto solo per noi. Ero affascinata da quella vista ed ho scoperto di soffrire di vertigini, non avevo mai raggiunto una simile altezza prima d’allora. Visto che lì tutto era di vetro, chiusi gli occhi cercando un qualunque appiglio possibile, ma mi ritrovai fra le sue braccia. Era venuto a proteggermi, mi stringeva forte e dolcemente, un contrasto perfetto. Ciò però mi fece tenere ancora gli occhi chiusi fino al momento in cui, dopo un’intera giornata, sussurrò delle parole che finalmente potei capire “I’m so sorry for last night”. Ecco che sbarrai gli occhi e volli guardare i suoi; dicevano li avesse meravigliosi, in un connubio assoluto con i ricci e le fossette e beh, era vero. Non ci feci però tanto caso in quel momento. Visto che io nel Mar Rosso non sapevo nuotare le sue onde indiscrete mi travolgevano sempre. Sapendo alcune cose sul suo conto mi aspettavo qualcosa come un bacio, invece no e ne fui stranamente contenta. Si limitò a portarmi sul bordo di quel deforme ovale per non farmi perdere l’incredibile spettacolo che poteva offrire Londra. Il mio sogno di viaggiare fu molto più intenso che mai, il mondo è così bello. Non posso credere che se LUI non ci fosse stato io avrei tenuto gli occhi chiusi e mi sarei persa il mio destino. Nel riflesso di vetro c’eravamo noi due, calmi, sorridenti, impacciati, felici. Non poteva mancare il mio colpo di tosse, ma non rovinò il momento anzi! Mi strinse ancora di più e guardammo quelle luci che vedevo la sera prima, quelle luci che già dovevano conoscerci, invece no, ci hanno incontrati per la prima volta quella sera, ma forse è stato meglio così.
Qualche anno fa ero partita per Londra: avevo partecipato ad un concorso importantissimo per me e io avevo vinto ed ovviamente ero incredula ed agitata. Londra, una settimana, con LORO. Insomma un sogno che si realizzava per una ragazzina della mia età. Mi immaginavo tutto più formale, non mi sarei mai aspettata una reazione così vera da LORO, semplici ragazzi come me. Non che abbia mai dubitato. Io lo sapevo.

   
 
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