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Autore: Elpis Aldebaran    05/07/2012    4 recensioni
Neji non dormiva mai, neanche dopo che avevano fatto l’amore. [...]
Anche durante i giorni di vacanza non restava e non si prendeva neanche la briga di inventarsi qualche scusa.
Semplicemente non voleva rimanere.

[NejiTen]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Stay a little while

 

 

 

 

 

 

 

 

Neji non dormiva mai, neanche dopo che avevano fatto l’amore.

Stava cinque minuti sdraiato sul letto, completamente immobile e con lo sguardo rivolto al soffitto; dopo si alzava con calma, si stiracchiava come un gatto e si rivestiva. Il tempo di un bacio, qualche raccomandazione e la promessa di rivedersi e già era sparito oltre la porta di casa.

All’inizio Tenten pensava che quelle fossero soltanto abitudini del caso, perché avevano appena cominciato a stare insieme e condividere lo stesso materasso poteva risultare strano. Lo aveva accettato e aveva aspettato.

Ma dopo quasi sei mesi di frequentazione pubblica e di notti selvagge, Tenten sentiva che c’era qualcosa di anormale nel loro rapporto, e quell’anomalia picchiava come un martello tutte le volte che si frequentava con le sue amiche.

Ino si lamentava dell’aspetto assurdo e del tutto sconvolto che aveva Shikamaru al mattino appena sveglio, con i capelli in disordine e lo sguardo disorientato.

Naruto girava per casa in boxer, anche in pieno inverno, e Sakura doveva faticare non poco per costringerlo a mettersi qualcos’altro addosso, per pura e semplice decenza.

Hinata era l’unica che non avesse di quei problemi, mai un ragazzo era entrato nelle sue stanze a Villa Hyuuga e mai nessuno ci sarebbe entrato se non con un matrimonio, ma le scappatelle a casa di Kiba erano ben note alle sue amiche e Tenten sapeva che quando avvenivano, i due dormivano insieme fino al mattino seguente.

Com’è che invece Neji sembrava sempre di fretta?

Anche durante i giorni di vacanza non restava mai e non si prendeva neanche la briga di inventarsi qualche scusa. Semplicemente non voleva rimanere.

Tenten aveva anche pensato che non potesse, per via di qualche stupida regola di famiglia, ma poi pensava a Hinata e quell’ipotesi crollava sotto ogni punto di vista.

Ai suoi occhi, Neji rimaneva sempre perfetto, in ordine, senza lasciarsi sopraffare da alcuna emozione o paura, in guardia per il villaggio ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, festivi inclusi.

Era prima un ninja e dopo un essere umano.

Questa era la conclusione.

E Tenten amava questa parte di lui, se n’era innamorata fin dal primo giorno che lo aveva visto, ma a volte le mancava il fatto che Neji non fosse almeno un po’ espansivo o affettuoso.

Non c’era mai stato un bacio in pubblico, come neanche una passeggiata mano nella mano o un abbraccio. Solo qualche fugace tocco quando camminavano accanto, una mano passata inavvertitamente dietro la schiena, uno sguardo più intenso degli altri.

Niente di più.

Konoha sapeva di quella relazione non perché l’avesse vista coi propri occhi, ma perché ne aveva sentito parlare.

Se fossero stati a un processo e il giudice avesse chiesto se c’erano testimoni oculari del loro affetto, nessuno si sarebbe presentato a testimoniare se non i due diretti interessati.

«Tenten, hai capito?»

La ragazza si destò dai suoi pensieri, ricordandosi solo adesso il luogo in cui si trovava.

Era nel suo appartamento, nel suo letto, avvolta nel suo lenzuolo bianco a contemplare una sua ciocca di capelli.

Rimase basita nel constatare che in quell’ appartamento non c’era niente che potesse asserire la presenza di Neji nella sua vita.

«Scusami, ero un attimo sovrappensiero. Dicevi?»

«Che domani pomeriggio parto, quindi non ci vedremo fino a venerdì. Solo questo» fece Neji, piegando leggermente il materasso sotto il proprio peso. Raccattò da terra la maglia e se la infilò. Tenten gattonò sul letto e si buttò a peso morto sulle spalle del ragazzo, facendo in modo che i loro volti fossero guancia a guancia.

«Non ci vedremo per quasi una settimana. Potresti restare, invece di andartene».

«Perché mai?»

«Perché sono le quattro del mattino, Neji».

Il ragazzo buttò uno sguardo sull’orologio alla parete e Tenten lo sciolse dalla sua morsa, mettendosi a sedere al centro del letto con le braccia conserte.

«Hai un’altra donna?»

«Cosa?!»

«Hai un’altra donna da cui andare?»

Neji si voltò nella direzione della ragazza, aggrottando le sopracciglia in un’espressione stupita.

«No, anche perché non ne avrei il tempo» fece con un ghigno che forse poteva essere spiritoso.

«Allora perché non dormiamo insieme?» ripartì Tenten, decisa a voler portare a termine la sua indagine. Ormai il tarlo della curiosità le era entrato dentro alla testa e non se lo sarebbe tolto se non quando avesse scoperto i mille motivi per cui Neji Hyuuga non desiderava condividere il letto con lei.

«Perché non ne vedo il motivo».

Tenten assunse un cipiglio sconcertato.

«Non vedi il motivo? Neji, per l’amore del cielo, sono la tua ragazza! Hai una vaga idea di ciò che questo comporta?»

Il ragazzo rimase in silenzio, cercando di capire dove lei volesse arrivare.

«Dì un po’, ti ricordi l’ultima volta che ci siamo baciati escluso il prima, il mentre e il dopo aver fatto sesso?»

Neji aprì la bocca, pronto a replicare, ma si accorse che nessun suono uscì dalle sue corde vocali. Con la mente cercò di ricordare quando l’aveva baciata in maniera del tutto disinteressata, solo per il semplice gusto di farlo. Con sua grande sorpresa, si rese conto che l’unico ricordo che possedeva era il loro primo bacio, il giorno in cui si erano dichiarati. Avevano bruciato tutte le tappe e due giorni dopo erano già a rotolarsi da qualche parte, pieni di brio e di desiderio.

No, non l’aveva mai solo baciata, neanche in privato; c’era sempre stato del sesso, dopo.

«Come volevasi dimostrare» fece Tenten, saltando giù dal letto in maniera talmente repentina da risultare goffa. Si portò dietro il lenzuolo per coprirsi le nudità e si diresse verso il bagno.

«Per quanto mi riguarda, puoi anche andartene adesso e non tornare mai più! Voglio un ragazzo, non un… un… trastullo!» urlò, chiudendosi di scatto la porta del bagno alle spalle, con doppia mandata di chiave.

Neji rimase sconvolto nella sua posizione, cercando di riprendere il controllo sui suoi pensieri.

Che avesse sbagliato qualcosa? Sì, decisamente.

Non era pratico di rapporti affettuosi. Tutte le ragazze che aveva avuto prima di Tenten non si erano mai lamentate, non avevano mai preteso nient’altro da lui che un po’ del suo amore. Sapevano che non era una persona espansiva e l’avevano accettato, più o meno.

Anche Tenten lo accettava e lo apprezzava per questo, ma questo quando si trovavano in pubblico. In privato, forse, pretendeva un comportamento più morbido, meno rigido, più umano.

Non aveva tutti i torti a desiderarlo.

Non lo infastidiva il dormire con un’altra persona, se poi quella persona era la sua donna, ma facendolo gli sembrava sempre di venire meno agli obblighi verso il Villaggio. Voleva dire non solo abbassare la guardia per poche e vitali ore, ma mettere in pericolo anche l’incolumità di Tenten, non essere in grado di proteggerla in caso di pericolo. Sentiva che doveva sempre essere vigile, pronto a combattere in qualsiasi momento come un vero shinobi. Era il suo compito, il motivo per cui era nato e si era allenato per tutti quegli anni.

Mai mostrare debolezze, né emozioni, né ripensamenti: era cresciuto con questo mantra, ormai gli era entrato nel sangue.

Tenten uscì dal bagno dieci minuti topo, con indosso solo le mutande e la maglia di due taglie più grandi con la quale dormiva.

Non si stupì di trovare Neji ancora seduto sul letto, dal bagno non aveva sentito la porta dell’appartamento aprirsi e chiudersi.

Si stupì invece di trovarlo dispiaciuto.

Era poggiato con i gomiti sulle ginocchia, le dita delle mani incrociate e i piedi che tamburellavano sul pavimento alternativamente.

Era mortificato e Tenten si sentì subito in colpa per le parole che gli aveva rivolto. Non rimpiangeva di avergliele dette, perché era quello che pensava, ma forse avrebbe potuto affrontare l’argomento in altro modo, più calmo e pacato.

S’inginocchiò davanti a lui, facendo in modo che la guardasse negli occhi.

«Sei un’ottima persona, nonostante qualche tua mania di onnipotenza, ma-» si fermò un attimo, sorridendogli, «a volte anche i migliori hanno bisogno di staccare la spina. E se tu non riesci a farlo con me, con chi altro dovresti riuscirci?»

Neji sospirò, chiudendo un attimo gli occhi e pensando al da farsi.

Tenten aveva ragione e lui lo sapeva, ma le vecchie abitudini sono dure a morire e lui era troppo cocciuto per cambiarle di punto in bianco.

«Non ci vedremo fino a venerdì. Visto che sembri amarmi così tanto, ti conviene approfittare adesso della mia presenza».

Tenten si lasciò andare ad una risata. Sapeva che Neji stava cercando di sviare la sua attenzione dall’argomento con quella richiesta implicita, ma a lei andava bene così.

Glielo aveva detto, gli aveva fatto capire che tutta quella freddezza perenne non le stava granché bene e sapeva che Neji ci avrebbe pensato.

Non era un tipo che dimenticava.

Un giorno avrebbero riaffrontato l’argomento.

Tenten avvicinò le loro bocche, prendendogli il viso tra le mani e spingendolo all’indietro.

Caddero con un tonfo sul materasso, lei sopra di lui, Neji con le mani che le stringevano la vita e gli addominali già tesi per ribaltare la situazione.

 

 

Quando Tenten aprì gli occhi, erano quasi le nove di mattina e non si stupì affatto di essere sola. Dopo aver fatto l’amore per altre due volte, lei era crollata dalla stanchezza e dal sonno che ormai incombeva per le troppe ore di veglia continua.

Aveva un vago di ricordo di Neji che si alzava mentre lei stava per chiudere definitivamente gli occhi. Era sempre stato così.

Non poteva certo aspettarsi un miracolo dal genio Hyuuga, avrebbe impiegato mesi per accontentarla, già lo sapeva.

 

Quello che Tenten non sapeva però, era che Neji aveva lasciato il suo appartamento solo dieci minuti prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Questa fan fiction si colloca nella categoria “cazzatine scritte in un’ora e poco più”, perché il caldo mi uccide e mi fa fatica pure respirare.

Il titolo è stato totalmente scelto a caso, sono stata mezz’ora a pensarci e ancora non ne sono convinta.

Non tutti a questo mondo sono intelligenti e perspicaci, chiedo perdono.

Di fatto, mentre scrivevo, mi sono scordata di avere in fermentazione la pozione su Pottermore e mi è andato tutto a pu***ne!

No, dico, bisogna avere un talento per certe cose.

 

Pace e amore, statemi bene.

 

 

   
 
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