I giorni passavano veloci. Colorati. Diversi. Inesorabili.
Ogni notte fremevo al ricordo del suo volto ed ogni mattina andavo ad incontrarlo.
Oramai, era sua abitudine sedersi accanto a me. Parlavamo poco. Ma ci capivamo molto.
Oggi, intorno c’era un’ aria strana. Un aleggiare di freddezza. Ghiaccio. Tutto era chiaro e pallido. Anche la mia pelle lo era. Ciò mi fece rabbrividire.
Sono sempre stata amante dei climi freddi, forse perché dove sono nata, il sole e il caldo regnano. Ed una povera pallida bambina, stonava con la carnagione scura e i capelli corvino degli abitanti del posto.
Ma ora, tutto questo gelo mi inquieta. Ansia. Mi assale salendomi su per lo stomaco. Serrandomi in una morsa gelida e forte.
Ma, ecco il treno. La mia salvezza. Lui e i suoi sorrisi caldi. Verde.
Salgo. Siedo al solito posto. Un po’ un appuntamento.
Lo aspetto, aspetto che tutto si inondi di Verde, come al solito.
Ed eccolo, è arrivato. Ma oggi, c’è qualcosa di strano, proprio come mi aspettavo. Anche lui è Ghiaccio. Freddo e chiaro. Non inonda e non sorride, non si avvicina. Lo guardo, sorrido. E’ il mio tacito invito a sedersi. Mi guarda, schifato, freddo, come ustionato.
Solo una cattiva giornata, penso, mentre l’ansia ricomincia a farsi strada in me più forte che mai. Ossigeno. E’ ciò che mi manca.
Mi giro a guardarlo. Ride, calorosamente. Non è solo, ci sono amici con lui. Ora comprendo.
Sono io il gelo.
Il treno di ferma. Scendo, stranamente prima. Forse, non ci fa nemmeno caso.
Devo respirare.
Mi immergo nel gelido contorno immobile della città. Oggi dovrei lavorare. In effetti anche ieri, e il giorno prima e quello prima ancora… ma, la mia testa e il mio corpo volevano stare altrove. E Charlie, il mio capo, capirà.
I mattoncini del marciapiedi sono scivolosi. Stanotte ha piovuto. La strada non è lunga, ma oggi sembra interminabile. Salve… scusatemi davvero. Oggi ho scritto poco e male. La testa non c’è. Mi rifarò in futuro. Scusate. <3