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Autore: The Cactus Incident    05/07/2012    4 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sch chapter 5


Fine novembre, 1998

Meg P.O.V.
Pausa pranzo di un giorno come tanti e come capitava alle volte, ero leggermente scazzata e volevo scrivere un po’ per i fatti miei, mangiucchiando distrattamente.
Stacey era con alcune ragazze che aveva conosciuto e l’allegra brigata senza arte né parte se ne stava al solito tavolo sotto l’acero canadese dove ci sedevamo sempre tutti.
Io ero dall’altro lato del cortile, sotto un altro acero, più malandato che si diceva volessero tagliarlo, con la Moleskine che mi aveva regalato Brian Sr. al compleanno aperta davanti e la mia solita penna nera ad inchiostro gel mentre scrivevo rapidamente, sbavando talvolta l’inchiostro con il lato della mano sinistra che si muoveva freneticamente. Che scrittura oscena, mio Dio.
Avrei dovuto fare un corso. Stacey mi pigliava sempre per culo, piazzandomi davanti fogli da riempire di letterine come si fa alle elementari per insegnare a scrivere ai bambini.
Ero immersa nel mio momento creativo, testa incassata nel cappuccio e mano destra che reggeva il panino che stavo mordendo, quando qualcuno mi tuonò davanti.
“Chi è quel ragazzo?” alzai la testa e guardai quell’ananas biondo di Brian Haner.
“Quel ragazzo chi?”
“Quello del corso di musica di tre settimane fa” fece lui, sempre più scazzato e… innervosito?
Tre settimane fa? E se ne ricordava solo adesso?
Ma che gli prendeva?
“Oh, si chiama Zack, è il chitarrista dai MPA, la band di Matt” feci io tranquilla, tornando a scrivere.
Brian alzò gli occhi al cielo, desolato.
“Mio Dio…. Zacky Vengeance?! Fra tanti coglioni ti metti dietro a Zacky Vengeance?!?! Ma uno stronzo migliore, no, eh?” Alzai la testa e lo guardai interrogativa.
Ok, lo ammetto, erano tre settimane che passavo più tempo con Zack a scuola o in giro per Huntington che con tutti gli altri messi insieme, ma boh, ci stavo troppo bene e poi era una persona nuova da conoscere e se c’è una cosa che adoro è avere a che fare con persone nuove, con cui magari si sta pure alla grande.
Non che trascurassi gli altri, ma al momento volevo conoscere un po’ meglio Zack, semplicemente.
Fra l’altro, mi piaceva pure. Non credete che fossi partita per la tangente o cose simili, ma m’intrigava e incuriosiva e poi, diamine, ma avete visto che occhi?
Come fai a rimanere completamente indifferente a uno con due occhi così?
Tornando ad Haner che sclerava e diceva stronzate senza senso…..
“Ma che cazzo farnetichi? E poi io non sto proprio dietro a nessuno” sbottai piccata.
“Vi ho visto, ti accompagna in classe, ti porta i libri, ti compra le sigarette e si fa scrivere e disegnare sulle braccia….”
“Ehm… e con questo? Brian dove diamine vuoi arrivare?” feci inarcando un sopracciglio.
Questo è Brian Haner, se volete avere a che fare con lui, preparate ansiolitici, valium e sonniferi per cavalli: non vi darà pace. Oscilla in modo irregolare e discontinuo fra il non cagarti minimamente al farti diventare il centro del suo mondo e l’interesse di ogni suo pensiero.
E posso assicurarvi che è meglio quando non vi caga, perchè quando s’interessa diventa… diventa così, come sta facendo.
“Non va bene per te” disse secco.
“Grazie del consiglio, ma con tutto il bene che ti voglio, vaffanculo” feci tirando un sorriso e sbuffò pesantemente, mentre sotto a quello che avevo scritto, cominciavo a disegnare un albero contorto e nodoso. Presi le penne colorate e cominciai a fare sfumature rosse e arancio sulla chioma, un po’ come l’albero sotto il quale ero seduta. Peccato che glia ceri in California si ammalassero, mi piacevano così tanto….
Forse vi chiederete, che cazzo avrà mai scritto questa deficiente? Eh eh eh, è un segreto.
Brian prese un respiro profondo e con molta più calma cominciò a elencarmi tutti i motivi per cui, secondo lui, Zacky Vengeance era l’essere peggiore sulla terra.
“Lo tormentano i bulli” Stronzata uno.
“Beh, dovrei aiutarlo” feci preoccupata, continuando a disegnare figure sinistre a decorare il foglio.
“I bulli tormentano le loro vittime e chi gli sta vicino”
“E a me passa per l’anticamera dei coglioni che non ho”
“Uhm… si droga” alzai la testa e lo guardai. Uno sguardo e capì quello che intendevo dire, così capì che doveva passare al prossimo punto. Un giorno saprete il perchè di quella occhiata, è una promessa.
“Si trucca” stronzata tre.
“E con questo?” feci tranquilla.
“Si trucca!” ripete con più veemenza.
“Anche Axl Rose si trucca, pure tu ti trucchi” disi tranquilla.
“Si, ma entrambi solo quando siamo su un palco, diamine” disse convinto, incrociando le braccia.
“E con questo terrei a sottolineare che tu sul palco ti trucchi come un clown e che metti delle scarpe fosforescenti, uhm? Come ti permetti di giudicare un’altra persona? Bri da quando sei diventato così una merda? Ti credevo diverso” Feci con voce tranquilla e pacata.
Se ci fate caso, un insulto vale tremila volte di più se detto con tranquillità che con rabbia.
Alzai appena lo sguardo e cogliendo i suoi occhi capii che avevo fatto centro.
“Meg io….” Cominciò, scuro in volto mentre si fissava le scarpe come un bambino che viene sgridato dalla mamma.
“Meg un cazzo. Tu che ti fermi alle apparenze? Andiamo! Quegli acidi che ci siamo fatti in camera tua ti hanno completamente spappolato il cervello o cosa? C’è rimasto un solo neurone funzionante o sono andati tutti in necrosi? Quando riesci a rianimarne almeno uno, potrai pure rivolgermi di nuovo la parola” a quel punto andai a sedermi sul prato, vicino alla siepe che separa il cortile super affollato da quello est e mi accesi una sigaretta, continuando a scrivere, tanto il pranzo l’avevo finito.
Avevo aperto una nuova pagina e avevo cominciato a scrivere quando mi trovai due gambi davanti.
“Porca puttana Brian, vaffanc….” Mi arrestai perché decisamente non era Brian.
“Oh, ciao Zack”
“Ciao. Nervosa?” fece con un leggero sorriso. Risposi nello stesso modo.
“Nah, figurati. Vuoi sederti?” Mentii e gli mostrai un sorriso sincero.
“Certo, perchè no” E si sedette a gambe incrociate davanti a me, sull’erba e si accese una sigaretta, osservandomi.
“Che scrivi?” scrollai le spalle distrattamente.
“Troppa roba e troppo diversa per essere descritta”
“Puoi fare almeno un tentativo?”
“Oh no, è un segreto” feci convinta annuendo e lui sorrise divertito.
“Oh, capisco… ci sei venerdì? Suono con gli MPA al Road House” chiese dopo un po’, osservandomi.
“Oh certo! Sarebbe fantastico”
 “Ok, uhm… vuoi un passaggio? Andiamo insieme” fece scollando distrattamente le spalle e passandosi una mano sulla nuca. Ma quanto era carino quando lo faceva?
“Uhm, certo, perchè no?”
“Ok, allora passo a prenderti alle otto e mezza” e si tirò sulle ginocchia.
Momento.
“Ehi, ma come fai a sapere dove abito?” Feci divertita, aggrottando le sopracciglia.
Si guardò attorno furtivamente come avevo fatto io prima e abbassò la voce nel mio stesso modo. Proprio a prendermi per culo, in pratica.
“E’ un segreto” Asserì convinto e io sorrisi divertita prima che non mi seguisse anche lui.
“Non vale” feci dandogli un finto schiaffo su un braccio e lui rise divertito.
“Oh si che vale, come vale per te”
“E’ diverso”
“Io non ci trovo proprio niente di diverso” fece un sorriso divertito e controllò distrattamente l’orologio, poi fece una smorfia.
“Uff, s’è fatto tardi..” Mi diede un rapido bacio sulla guancia che sfiorò l’angolo delle labbra e dopo aver emesso un rapido “Ciao Meg” se la squagliò.
Rimasi un attimo a guardare la sua sagoma che correva per il cortile, poi sorrisi, scrollai le spalle e scrissi un altro paio di righi, prima di chiudere la moleskine e avviarmi verso la classe.

Stacey P.O.V.
Al solito tavolo stavamo a dire stronzate e ridere come sempre, Matt stava raccontando un paio di stronzate della festa di Halloween di qualche settimana prima che avrei preferito evitare.
“Diamine Sty, tu e Michelle ci davate dentro pesante!” Diventai di un rosso intenso che ricordava parecchio le foglie dell’albero sopra di noi e feci una risatina sarcastica e nervosa, mentre Michelle un po’ più in là sembrava soddisfatta della cosa. Così contenta di essere zoccola? Bah.
“Non ero nel pieno delle mie facoltà, non vale”
“Oh, vale e come ragazza” fece Matt facendo una faccia che era tutto un programma.
Momento.
Faccia tutto un programma? Matt? Riferito a me ubriaca? Cristo Santo ho fatto qualche cagata.
“La prossima volta io rimango sobria e voglio vedere che combini tu da ubriaco” Gli altri cominciarono a ridere e sta volta fu Matt a sembrare disturbato dalla cosa. Oserei dire qualche vecchio episodio di ubriachezza molesta.
“No Jim, voglio sapere” Feci guardando lo spilungone al mio fianco.
Jim continuava a scompisciarsi dalle risate.
“Dai!” Lo incitai e lui lanciò uno sguardo a Matt, prima di cominciare a parlare.
“Una volta lo abbiamo ritrovato di domenica mattina, in mutande, sulla torretta di un ponte di attraversamento dell’autostrada a sei km dal locale dove stavamo la sera. Era ridotto una merda, non ricordava più che giorno fosse e volevano arrestarlo perché durante la notte aveva minacciato di levarsi le mutande e buttarsi dal ponte”
Guardai allucinata Matt che teneva la faccia affondata nella mano e che bofonchiò un “Voglio morire” io risi appena. Certo, che diamine, spararti sei km, completamente ubriaco e in mutande poteva farlo solo lui.
Gli diedi un paio di pacche su una spalla.
“Suvvia, ne ho sentite e viste di peggiori” alzò la testa e mi guardò speranzoso.
“Ah si?”
Ci pensa un po’.
“No, in verità no, era giusto per farti coraggio” gli altri scoppiarono a ridere, lui compreso.
“Apprezzo il tentativo” scrollai le spalle e sorrisi.
“Figurati”
A quel punto si persero tutti in varie conversazioni e ne approfittai per parlare un po’ con quel caucasico che al momento aveva un colorito bordeaux.
“Come va il buco?” feci indicando con il mento il suo orecchio.
“Oh, sta alla grande, oggi quando arrivo a casa cambio orecchino e metto quello più grande. Sono passate due settimane, posso, no?”
“Si, ma ricordati che col dilatatore…” cominciai, ma lui continuò al mio posto.
“…. ci vogliono almeno un mese e mezzo o due, lo so, ho capito. Non sono così coglione come vuole far credere Jim, sai?”
“Oh, ci mancherebbe” Mi fece una smorfia e io scossi distrattamente la testa, sorridendo.
Stavamo parlando tranquillamente di varie stronzate fatte da ubriachi, quando al nostro tavolo approdò Brian scazzato come non l’avevo mai visto.
Jim si avvicinò a lui e dopo alcuni mormorii, i due sparirono.
Qualche minuto dopo dovetti andare via perché avevo lezione nel terzo plesso e dovevo spararmi tutto il territorio scolastico e di certo non avevo voglia di correre per andare a lezione.
Così salutai tutti, Matt mi fece l’occhiolino e me ne andai con tutta la calma di cui ero capace, lanciando un’occhiata distratta a Meg e Zack che seduti sul prato, parlavano tranquillamente mentre fumavano.
Erano carini quei due insieme, così pallidi e oscuri, con quelle facce da cadaveri truccati di nero e i Misfits sparati 24 ore al giorno. Erano in grado di farti venire lo schifo di quella band, davvero.

***
Finalmente la giornata scolastica arrivò al termine e fummo tutti liberi di tornare a casa.
Venerdì, finalmente uno spettacolare venerdì sera che si prospettava davvero interessante.
Beh, c’era il concerto dei Mad Porno Action al Road House, quindi era un buon motivo per stare allegri.
“Passa a prenderci Jim?” chiesi a Meg.
“Si, tanto ha tempo da perdere, avete tutto il tempo del mondo” aggrottai le sopracciglia.
“Avete?”
“Si, io vado con Zack”.
Un sorriso che era tutto un programma si aprì sul mio viso, mentre Meg osservava il cielo, leggermente imbarazzata. Faceva tanto l’osso duro e poi si squagliava.
“E quindi vai con Zack, eh? bene bene….”
“Bene bene che? Vado con Zack, fine” fece affondando la testa nel cappuccio.
“Beh, è una cosa buona, no?”
“Direi di si, visto che ce la intendiamo alla grande….”
“Beh, divertitevi”
“Diamine, non sono così zoccola” fece lei divertita e io alzai gli occhi al cielo.
“Ma non mi riferivo a quello..”
“Ah no, eh?” fece lei scettica.
“No”
“Seh, vabbè….Quindi vai con Jim, a voi sta mettervi d’accordo per che ora”
“Si, poi vediamo, senza fretta…. oggi pomeriggio ci stai? Andiamo a farci un giro in centro”
“Si dai, facciamo fare una passeggiata a Jack?” Delle volte sembrava decisamente innamorata del mio cane, Beh, era perfetto, come darle torto.
“Si, se hai voglia di tenerlo tu al guinzaglio” “Certamente”

Dopo aver passato il pomeriggio in giro, con Jack che tirava peggio di un mulo e che era un’attrazione spaventosa per tutti i passanti, ci salutammo e ognuno andò a casa sua. Io mi misi d’accordo con Jim per la serata e lui fu puntuale come un orologio svizzero.
Alle otto e mezza suonò il campanello di casa mia, facendo prendere un infarto a mia madre.
“Buona sera signora” salutò gentilmente Jim, che in casa mia sembrava starci stretto.
“Uhm, mamma, Jim è un mio amico. E’ solo alto, non ti spaventare” Certo, alto e con un cappotto color cachi davvero orribile, con dei capelli biondi sparati in tutte le direzioni e un paio di occhialetti alla Harry Potter, ma era tranquillo.
“Beh, ci si vede, eh. Ciao mà, non aspettarmi”
“Arrivederci!” urlò Jim mentre lo spingevo fuori da casa mia e lo seguivo.
“Perchè fai così? Volevo parlare con tua madre!” fece quasi offeso.
“E che dovevi dirle?” chiesi aggrottando le sopracciglia mentre mi sedevo al posto del passeggero.
Faceva leggermente freddo… Beh, in effetti eravamo a fine novembre, forse era anche normale, eh.
“Beh, non so, volevo semplicemente intrattenere amabilmente conversazione” aggrottai ancora di più le sopracciglia.
“E Perché?”
“Perché è sempre bene essere educati e avere a che fare con quante più persone possibile” fece lui convinto e io lo guardai con una faccia allucinata.
Lui mi sorrise tranquillo e mi porse un pacchetto di Lucky Strike.
“Vuoi una sigaretta?”
“Si, grazie” accettai leggermente titubante e me l’accesi, mentre lui guidava tranquillamente e parlavamo del gruppo.
“Da quanto tempo esistono gli MPA?”
“Uhm, da quest’estate, agosto forse, non ricordo non moltissimo, comunque. Se la cavano, non sono il massimo, ma ci stanno. Il batterista è insopportabile e inascoltabile”
“Suona così male?”
“Oh si, stasera vedi. Uno schifo, probabilmente non gli riuscirebbe nemmeno il 4/4 decentemente e si mette a fare cose più complicate che gli vengono una merda”
“Mio Dio….” Esclamai allucinata.
“Si, raccapricciante. Fra l’altro spesso e volentieri litiga con Meg”
“Come mai?” Jimm scrollò le spalle.
“Questioni per via del padre”
“Padre?”
Ora che ci pensavo Meg non aveva mai accennato a suo padre più di tanto.
“Si, il tipo comincia a dire stronzate e Meggie s’incazza come una belva” scrollai distrattamente le spalle, prima di cambiare argomento.
“E Matt? Come canta?”
“Oh, Matt è un asso, una vera bestia da palco, screama in maniera spaventosa e riesce ad esaltare il pubblico meglio di molti frontman di band famose. Sarei davvero onorato di averlo come frontman” fece convinto e seriamente ammirato.
“Jim, ma se sei tu il frotman dei Pinkly Smooth” scrollò le spalle e svoltò in un incrocio, rischiando di stirare una vecchietta.
“Vabbè che c’entra, in un’altra band, magari”
“Zack come se la cava?”
“Oh, Zack ha l’anima punk. A tecnica Brian lo stende anche a occhi chiusi, ma quel mancino ci mette tutta l’anima che ha quando suona, ma mi stai facendo parlare troppo! Diamine non vuoi goderti la sorpresa?” “Uhm… preferisco sapere a cosa vado in contro”Fece una smorfia.
“Ah, sei troppo…… accorta. Non ti piace buttarti nel vuoto?”
“Spesso, ma adesso stiamo facendo una questione filosofica su un concerto?”
“E’ sulle cose banali che esprimiamo quelli che siamo davvero. Perché impegnarsi a mentire sulle piccolezze? E’ molto più facile architettare un piano per le grandi occasioni che per i comuni venerdì sera, non ti pare?” Si voltò a guardarmi e spense il motore.
Io stavo rimuginando distrattamente su quello che aveva detto.
“Beh, si, direi di si…. adesso andiamo?”
“Certamente, bellezza” fece offrendomi il braccio che accettai.

Meg P.O.V.
“DLIN DLON” Oh, era arrivato. Mia madre mi precedette e andò ad aprire.
“Oh salve signora, Meg?” Mi affacciai di fianco a mia madre e Zack mi sorrise. Aveva un cappello di lana nero con un grosso teschio stampato sopra, una sciarpa nera con i bordi rossi e una giacca di pelle abbastanza pesante.
“Ciao” fece sorridente.
“Ciao Zack, allora, andiamo?”
“Mi raccomando…” Fece mia madre guardandomi con un sopracciglio inarcato e io le strizzai l’occhio.
“Si, tranquilla, ci si vede, eh, non aspettarmi!”
“Non lo faccio ormai già da tanto” disse divertita.
“Meno male, no?” evitò di rispondere (fortunatamente) e io e Zack scendemmo dalle scale.
“Però, figa tua madre, è molto giovane”
“Uhm, si, abbastanza, sono nata presto” dissi io distrattamente.
“Doveva essere davvero bella…”
“Si, molto, ma non le somiglio granché”
“Oh, allora tuo padre doveva essere un figo” fece mostrandomi il suo solito sorriso.
“Si, un bell’uomo” feci scrollando le spalle. Meglio non approfondire l’argomento padre, sarebbe saltato fuori troppo da dire.
“Mi dispiace passare così presto, ma sai com’è, fra sound check e il resto….”
“Oh, figurati, mi piace sempre vedere i sound check e se vuoi posso dare una mano”
“Oh davvero?”
“Si, sai com’è lo so come si collega una chitarra ad un amplificatore” Rise distrattamente.
“Beh, impegnativo” fece ironicamente.
“Collegare una spina, cosa vuoi che ci sia di più difficile?”
“Collegarne due” scoppiammo a ridere, mentre c’infilavamo nella sua macchina e andavamo alla Road House, non molto distante, giusto un paio di isolati più a est.
Lo aiutai portando la pedaliera e qui ricordai un piccolo particolare.
“A fine live mi riprendo il distorsore, intesi?” dissi secca, puntandogli contro un dito.
“Ma…”
“Niente ma, è un distorsore della Boss, costa una cifra ed è adorabilmente giallo”
“Va bene, te lo restituirò”
“Uhm, bravo così, Vengeance”
Aiutai Matt e gli altri che conoscevo solo di vista (il bassista era Logan, un figo rasato originario di Brooklyn e il batterista, TJ uno stronzo che mi conosceva pure troppo bene, allampanato e strafatto come al solito) a sistemare gli strumenti e poi mi piazzai con Val di fianco al palco.
“Allora, che ci fai qui?” chiese lei divertita.
“Sono venuta con Zack, mi è venuto a prendere lui”
“Oh capisco…” fece mostrando un sorrisetto che sembrava saperla lunga, dandomi di gomito. Scoppiai a ridere.
“Eh sono queste facce! Respira, siamo amici”
“Sono sempre tutti amici, sai?”
“Eh vabbè, da qualche parte bisogna pur cominciare, no?” feci sorridendole mentre le strizzavo l’occhio.
a soundcheck ultimato, Zack saltò giù dal palco e Valary si avvicinò a Matt.
“Allora? Tutto bene?”
“Oh si, tutto alla grande, sto qui a dire stronzate con Val. L’acustica non è proprio il massimo, eh?”
“Nah, in effetti fa abbondantemente schifo….. quasi come il nostra batterista” Feci una smorfia.
“Già, ho avuto a che fare con lui, qualche volta”
“Ah si?”
“Si, ma adesso lasciamo perdere, uh? Beh, comincia ad arrivare gente, ti toccherà firmare autografi” fece un sorrisetto sarcastico mentre si grattava la nuca.
“Oh si, in grande quantità” “Toccherà fare la fila”

Mentre chiacchieravamo distrattamente, arrivarono anche Jim e Stacey e dopo poco i ragazzi cominciarono a suonare. C’era una discreta folla di metallari che si agitava davanti al palco non molto alto.
Diamine, Matt era davvero un frontman fantastico. Esigente peggio di una suocera, ma ripagava fino all’ultimo rimprovero mostrandoti di cosa era capace sul palco. Secondo la mia discreta opinione, il ruolo di frontman gli si addiceva molto più di quello di bassista, come nella sua altra band, i Successful Failure.
Chissà che diamine avrebbe combinato nella vita, oltre alla musica.
Mi voltai a guardare Zack, che ci dava dentro come avevo visto fare solo a pochi.
Sembrava in tutti i modi provare a rimettere in carreggiata il batterista, ma i suoi tentativi erano quasi vani.
Il batterista, TJ, era un tale coglione.
JD mi si avvicinò con un bicchiere in mano e le labbra aggrottate.
“Non sono male, vero?” Chiesi io tranquilla.
“No, ma il batterista fa davvero schifo. Porca puttana, non puoi usare così il doppio pedale!” Io, che di batteria ne capisco quanto di aeronautica militare, usai il vecchio metodo del “annuisci e asserisci” (leggermente diverso dal più celebre “sorridi e annuisci”)
“Si diamine…. avrebbero proprio bisogno di un nuovo batterista”
“Perché Jim non suona con loro?”
“Perché Jim ha tante di quelle band in cui suona tanti di quegli strumenti che potresti spaventarti. Il garage di Matt è solo una particella di tutta la musica che si sviluppa ad Huntington e dintorni”
Sty sollevò le sopracciglia, sorpresa.
“Davvero? E in tutto questo non riescono a trovare un batterista decente?” scrollai le spalle e Matt annunciò che avrebbero avuto qualche minuto di pausa.
“Dai, andiamo” bofonchiai e poi afferrai Sty, e ci avvicinammo al palco su cui saltammo, per poi andare dai ragazzi che stavano discutendo animatamente.
“Porca puttana Tj ma che cazzo fai?” fece Matt provando a non urlare e mantenere la calma, cosa leggermente difficile.
“Sembra tu ti sia messo d’impegno per fare schifo!” bofonchiò Logan scocciato mentre si sistemava la tracolla del basso.
“Ah si? Bene, allora se faccio così schifo, da questo momento in poi non avete più u batterista” Matt scattò in avanti e lo afferrò per la maglietta.
“Tu adesso finisci il concerto e poi te en vai” ringhiò il cantante a muso duro TJ sorrise.
“Dai, colpiscimi, sai che non sentirò niente. Io me ne vado, siete una massa di checche isteriche….”
Matt lo lasciò scivolare per terra e lui si rialzò e se ne andò come se niente fosse, sorseggiando una birra.
Matt si voltò e si passò una mano sul viso.
“Merda, dobbiamo annullare…” disse sconsolato.
“Porca puttana Matt! 200 dollari! A costo di suonare senza batterista, io continuo” Sbottò Zack.
Matt mi guadò e inarco un sopracciglio.
“Meg, dov’è Jimmy?” fece afferrandomi per le spalle e guardandomi speranzoso.
“Uhm… ubriaco in giro con Justin. Prima vaneggiavano riguardo a delle mucche e del fumo e poi se ne sono andati” feci grattandomi la test imbarazzata.
Matt lasciò cadere le mani da sopra le mie spalle e lasciò cadere la testa afflitto.
Stacey starnutì e Matt bofonchiò un “Salute” a cui lei rispose educatamente e a quel punto vidi gli ingranaggi nella testa di Matt fare il secondo miracolo della serata (ovvero funzionare).
“Sty, tu le sai le canzoni dei Metallica?”
“Uhm… tutta la discografia”
“E i Misfits?”
“Me la cavo… ma dove voi arrivare?”
Matt alzò la testa e guardò Zack. Il chitarrista aveva le sopracciglia aggrottate.
“Fai sul serio?” bofonchiò poi.
“Non abbiamo altre possibilità e posso assicurarti che è quaranta volte meglio di TJ”
“Logan, tu sei disposto a darle una mano?”
“Certo, ormai so le parti di batteria meglio di TJ”
Tutti e tre si voltarono verso JD che aveva una faccia terrorizzata.
“Cosa volete fare?” Chiese quasi intimorita.
“Sty, per favore…” bofonchiò Zack facendo gli occhi dolci.
“Ti dichiaro schiavitù eterna” annunciò Logan che nemmeno la conosceva.
Matt fece un passo avanti e la guardò.
“Per favore, ti prego, ti imploro, puoi essere la nostra batterista? Guarda, mi metto in ginocchio”
E lo fece davvero. Sanders s’inginocchiò e Stacey assunse una colorazione bordeaux. Mentre Matt con le mani congiunte la pregava. Stacey aggrottò le labbra, come a rispondere negativamente.
“Ovviamente poi dividiamo i soldi” si affrettò ad aggiungere Matt, JD mi guardò e io scrollai le spalle. Poi svuotò in gola il suo bicchiere e voltò gli occhi al soffitto.
“Andiamo, forza” Matt le abbracciò la vita e lei gli fece “Pat pat” sulla testa, prima che si sollevasse.
JD andò a sedersi dietro la batteria e mi mollò borsa e giacca mentre parlava con Logan di roba che io non capivo minimamente.
Le incasinai i capelli, le augurai in bocca al lupo e stavo per scendere dal palco, quando Zack mi afferrò per la vita e mi stampò un bacio su uno zigomo a cui io risposi sorridendo, prima di rischiare di saltare su un metallaro in prima fila.
Andai a posizionarmi vicino a Val e mi godetti lo spettacolo.

Stacey P.O.V.
Merda.
Alla fine erano solo cover che sapevo e Logan mi avrebbe aiutato con gli arrangiamenti che avevano fatto, ma era la mia prima esibizione e Matt si aspettava qualcosa di decisamente buono da me.
Logan continuava a spiegarmi cose mentre io mi abituavo alla batteria. Tzè, la mia era quaranta volte meglio di quella cagata, lì.
Matt si voltò come a chiedere come fossimo messi.
“Pronti” dissi io e Matt annuì. Presi un respiro profondo mentre Matt cominciava a parlare.
“Ok, pausa finita! Siete pronti a ricominciare?” un urlo strano da quei tipi là davanti “Allright….”
E attaccammo a suonare.
Attaccai io, per la precisione, e tutti e tre si voltarono verso di me. Logan e Zack con delle facce stupite, Matt con un sorriso orgoglioso. Poco dopo bassista e chitarrista mi furono dietro e Matt attaccò a cantare.
Fortunatamente i pezzi originali li avevano già fatti tutti e i due che non avevano fatto avevano dei tempi così ridicoli e scontati che con l’aiuto di Logan non ebbi grossi problemi.
Era divertente, dannatamente divertente anche se i miei capelli mi rendevano la vita un inferno. Cazzo, la prossima volta un elastico, assolutamente.
Prossima volta? Sinceramente speravo ci fosse, mi piaceva un sacco. La mia mente sembrava già sapere dove andare a parare e con l’improvvisazione me l’ero sempre cavata egregiamente.
Era dannatamente divertente e spesso Matt si voltava per mandarmi sorrisi e occhiolini o mimava con le labbra dei “Vai alla grande” a cui rispondevo con dei sorrisetti.
Speravo solo di non fare facce da totale deficiente, come il batterista dei Guns, Matt Sorum.
Diamine, l’avete mai visto quello mentre suona? Sembrava un bambino di tre anni che mastica un pacchetto intero di Big Babol, raccapricciante in qualsiasi fotografia durante i live.
La mia parte di concerto non durò molto, una quarantina di minuti e sull’ultima canzone avevamo allungato il finale in modo da far sì che Matt facesse le presentazioni.
Quando toccò a me ci misi pure un mezzo assolo di batteria che esaltò il pubblico e Zack che scoppiò a ridere urlandomi “Diamine, Sty, sei una figa!” e gli strizzai l’occhio facendo finta di ammiccare.
Finimmo definitivamente di suonare e mi alzai da dietro alla batteria con ancora le bacchette in mano.
Mi ravvivai i capelli tirandoli indietro e mi ritrovai stritolata da quei tre che continuavano a urlare complimenti e “Ci hai salvato la serata!”. Per completare l’opera mi afferrarono e cominciarono a lanciare in aria mentre urlavo e ridevo.
Quando finalmente Matt mi prese in braccio e mi rimise a terra, sembrarono darsi un po’ tutti una calmata e mi tirai indietro i capelli per l’ennesima volta.
Una ragazza ci scattò qualche foto tutti insieme e poi tutti si dileguarono. Vidi anche Zack tuffarsi in direzione di Meggie che stava poco distante dal palco con un sorrisone a 32 denti.
Mi voltai e mi trovai Matt ancora sorridente ed esaltato che mi guardava felicissimo.
“Wow Sty, sei stata un portento, davvero. Sei una ragazza e una batterista fantastica, davvero perfetta” sorrisi imbarazzata.
“Beh, grazie, vi serviva una mano, quindi perché no?” Ti sei inginocchiato per me davanti a una cinquantina di persone, quindi perché no?
Lui sorrise apertamente.
“Beh, che ne diresti di diventare la nostra batterista? Sarebbe davvero fantastico. E’ la prima volta che ho una ragazza nella mia band. Ho sempre pensato che quel genere on fosse roba per ragazze, fino a che non mi sono imbattuto in te”
Sbattei un paio di volte gli occhi.
“Uhm… ah…. ok! Andata!” Mi afferrò per la vita e mi abbracciò, mentre mi sollevava.
“Oh grazie! Non te ne pentirai!” Speriamo…..
Qualcuno si schiarì la voce e ci voltammo.
Ecco, sapevo dall’inizio di quella baraonda che questo momento sarebbe arrivato.
“V-val! Stacey è la nuova batterista dei MPA”
“Si, ho visto” fece stiracchiando un sorriso allucinato nella mia direzione.
Non era la classica faccia di quella gelosa, lei proprio non se lo aspettava.
“Complimenti…”
“G-razie” feci grattandomi la testa imbarazzata.
“Beh, s’è fatto tardi e io devo andare”
“Ma dobbiamo festeggiare..” bofonchiò Matt sembrando seriamente dispiaciuto.
Hai una ragazza, porca puttana.
“Festeggiamo un’altra volta, ok? Ciao ragazzi” E saltai giù dal palco con ancora le bacchette di quel tipo, TJ.
“Ti chiamo per le prove! E i soldi!” Urlò Matt e io feci ok con la mano senza nemmeno voltarmi.
Che l’Inferno abbia inizio.




EEEEEEEEh! Sono tornata! V.v
Contenti? Bah, manco tanto xP
Lo so, è completamente assurdo e inverosimile che acchiappi uno qualsiasi e ci fai 40 minuti di live, ma dai, è una fanfiction, fatemela passare v.v
E poi Stacey è troppo brava <.<
Beh, non mi viene granchè da dire, al solito tranne che ho fatto un LEGGERO balzo in avanti nel tempo (due settimane o.o) :/
Ringraziamo quelle anime buone di _diable_, Danyel, Black is The New Black (che se la crede perché gioca  a basket xD) e Rebs Destroyer Cactus che hanno recensito lo scorso capitolo! :D
Al prossimo chap v.v
The Cactus Incident

  
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