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Autore: keepfingerscrossed    05/07/2012    5 recensioni
Jenna si portò fuori dall’uscio e chiuse la porta alle sue spalle ad occhi chiusi, traendo un pesante sospiro e cercando di reprimere le lacrime, ansiose di fuoriuscire.
Si convinse per l’ennesima volta, a se stessa, che quella era la scelta giusta da fare. La verità avrebbe solo compromesso e cambiato i progetti della promettente carriera che si prospettava dinanzi a Zayn e ai suoi quattro amici. E lei non voleva assolutamente questo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jenna si affrettò a sfilarsi i bianchi shorts e la canotta rosa.
“L’ultimo che arriva fa il giro della spiaggia nudo!” urlò Chase avviandosi frettolosamente verso la riva.
“O nuda!” precisò Ed guardando Jenna divertito e seguendo il suo amico.
Jenna, rimasta in costume, si diresse frettolosamente verso il mare, nel quale i suoi amici avevano già immerso i piedi, aspettandola divertiti.
“Ma non è giusto, io ho dovuto spogliarmi prima” disse Jenna quasi imbronciata, dando un leggero pugno al bicipite di Chase, il quale lanciò uno sguardo birichino al compagno.
I due annuirono e riservarono il loro sguardo divertito alla loro amica d’infanzia.
Ed l’afferrò per i polsi e Chase per le caviglie, Jenna urlò divertita.
“Visto che non vuoi fare il giro della spiaggia nuda, beccati questo!” disse ridendo Ed.
I due la lanciarono a qualche metro di distanza, facendola tuffare pesantemente nell’acqua, non calda, di Brighton.
Ed e Chase seguirono la loro compagna, la quale riemerse sorridente e divertita dall’acqua.
Jenna si guardò in torno e notò che sulla spiaggia non vi era più nessuno, quasi.
I bambini che correvano avanti e indietro, le mamme isteriche che li rincorrevano e i padri beatamente stesi a leggere chi sa quale quotidiano a quell’ora si trovavano sicuramente nelle loro case, a cenare o a guardare la tv sul divano con i loro figli assonnati.
Jenna adorava la spiaggia e il mare a quell’ora, al tramonto.
Il mare era calmo, la spiaggia semideserta, il cielo era un misto tra l’arancione, il rosa e il rosso, e lei poteva godersi tutta quella meraviglia.
Dopo essersi goduti tutto quello che la natura li offriva a quel momento, i tre decisero di uscire dall’acqua.
“No! Non avete portato i teli?” chiese quasi shockata Jenna, nella ricerca dei loro teli, portati, magari, lontano dal vento.
Ed e Chase si guardarono, incolpandosi a vicenda con lo sguardo.
“Credevo li avesse presi lui” disse Ed aprendo le braccia, cercando di giustificarsi.
“Bene, adesso morirò dal freddo” disse rassegnata Jenna, incenerendoli con lo sguardo, stringendosi nelle spalle.
“Se vuoi, puoi usare questa. E’ pulita.” disse una voce sconosciuta, alle spalle di Jenna.
Lei si voltò inquadrando un ragazzo disteso che le porgeva gentilmente un telo piegato e asciutto.
“Mi dispiace, ma ho solo questo” disse lui con aria dispiaciuta, rivolgendosi ai due ragazzi che stavano alle spalle di Jenna.
 
 
“Visto che oggi facciamo un anno…” disse lui, sciogliendo la benda che copriva gli occhi di Jenna, la quale sorrise allegramente alla vista del panorama che le si proiettava davanti.
Lui gli strinse le braccia alla vita, facendo aderire perfettamente la schiena di lei con il suo busto, appoggiando il suo mento sulla spalla minuta della ragazza.
“Non ci credo ancora che è passato un anno da quando mi offristi l’asciugamani” disse lei sorridendo, intenta a guardare il sole rosso che scendeva sempre più all’orizzonte, sembrava si stesse tuffando nell’acqua.
“Già, il tempo è volato” disse lui posando un leggero bacio sul collo rosato di Jen.
Lei si voltò ed iniziò ad osservarlo e si fermò a studiarlo in ogni suo minimo particolare, nonostante il fatto che conoscesse a memoria i suoi tratti semiorientali.
Osservò i suoi capelli neri, corvini, che con la luce del sole diventavano dorati come l’oro, così come era dorata la sua pelle. Le sopracciglia erano dritte, folte e scure come la pece; gli offrivano un’aria di sicurezza e determinazione. Poi passò agli occhi, il colore era sempre stato un mistero, per lui stesso anche; a volte erano come il colore del cioccolato al latte, altre volte erano color nocciola, e altre ancora sembravano verdi con delle ramature del color del miele. Qualunque colore assumessero ispiravano sempre protezione. Erano un pozzo profondo da cui attingere sostentamento, per Jenna.
Il naso era ben delineato, dritto, senza incurvature che dessero l’impressione di un naso ad aquila o alla francese, la punta sembrava quasi un piccolo quadrato. Le labbra non erano sottili, né troppo carnose, ma davano vita al sorriso più bello del mondo, a quello che faceva accelerare il battito del cuore della piccola Jen, a quello che continuava a renderla debole, percossa da brividi, a quello che non le permetteva di respirare correttamente.
“Vorrei che il tempo si fermasse a questo preciso istante” disse lei in un soffio leggero, riportando il suo sguardo all’orizzonte.
Zayn sorrise leggermente e stette in silenzio per qualche istante.
“Io, invece no. Altrimenti non potrei sposarti, non potrei avere dei figli da te, non potrei aspettare con ansia il momento di tornare a casa dove tu mi aspetti con i piccoli, quando apro la porta e loro mi vengono incontro saltandomi in braccio, mentre tu ci riservi uno sguardo e un sorriso compiaciuto. Non potrei più passare le notti con te, e guardarti mentre ti addormenti, oppure risvegliarmi con il tuo trucco sulla mia spalla, non potrei passare tutto il resto della mia vita accanto a te.” disse lui sussurrandole all’orecchio le sue dolci aspettative.
Lei, di rimando, sorrise e si voltò verso di lui per avvolgere il suo collo ambrato con le sue braccia minute, si alzò sulle punte e fece combaciare la sua fronte rosea con quella dorata del ragazzo.
“Ti amo” disse lei dandogli un leggero bacio sulle labbra.
“Ti amo, anch’io” rispose lui, regalandogli un bacio ricco di passione ed amore.
 
 
“Non puoi farlo davvero, Jen” la implorò lui, tenendole le mani strette.
La ragazza sospirò e chiuse gli occhi, cercando di mandare giù il nodo alla gola che le impediva di parlare scorrevolmente.
“Zayn, è per il nostro bene” riuscì solo a dire.
Il ragazzo la guardò confusa.
“Ma io sto bene se ci sei tu, al mio fianco” disse lui.
“So bene che questo è sempre stato il tuo sogno, insomma lo stai realizzando ad ottimi risultati. Questo è il tuo futuro, Zayn…non il mio. Io non voglio tutto questo, non voglio ritrovarmi sulle copertine dei giornali, o su quei red carpet a sorridere e posare per le fotografie. Questo non è il futuro che voglio per me e visto che non mi permetterei mai di metterti davanti ad una scelta, tra me o la musica e il tuo futuro, io lascio stare. Ti lascio vivere il tuo futuro che ami per il quale hai sempre sperato, mentre io cercherò di crearne uno mio, come ho sempre desiderato che fosse.” terminò Jenna, provando difficoltà a pronunciare quelle dure parole. Non si rese contò che una lacrima rigò la sua guancia, cadendo poi sul pavimento freddo della casa londinese del ragazzo.
Jenna si permise il lusso di sprofondare, per l’ultima volta, negli occhi del ragazzo, quella volta color cioccolato e ricoperti da uno spesso velo lucido ed umido. Quella volta, quegli occhi, le riservavano uno sguardo triste ma al contempo rigido.
“Tu non lo vuoi davvero” affermò Zayn in un soffio, afflitto. “Se lo stai facendo per me, perché pensi che io non sia felice con te ti prego non farlo, perché sai benissimo che tu sei la mia felicità…ma se lo stai facendo per te stessa, perché tu non sei felice con me, o a causa delle circostanze…be’ la mia felicità dipende solo dal tuo benessere e quindi non posso fare altro che lasciarti libera di fare ciò che più desideri.” continuò lui mantenendo un basso tono. Non aveva la forza, in quel momento, di puntare più i suoi occhi in quelli castani di Jenna, la quale continuava a torturare le maniche della felpa grigia che indossava.
Zayn strinse la mascella e diresse il suo sguardo altrove.
Al sentire le parole puramente egoistiche di Jenna, lui sentì come se una parte di sé si fosse spenta, come se qualcuno avesse girato l’interruttore, come se qualcuno avesse spento il faro. Non poteva immaginare le sue giornate senza di lei, nonostante il fatto che il suo nuovo lavoro da cantante in un gruppo non permetteva ai due tanto tempo per poter stare insieme, a lui sarebbe comunque mancato leggere il suo nome sul display del cellulare e sentire la voce metallica della sua Jen, al telefono.
Jenna indugiò per qualche istante, indecisa se assaporare per un ultimo istante le labbra di Zayn o no, ma poi oltrepassò il ragazzo, il quale continuava a guardare un punto imprecisato dinanzi a sé, immobile, contraendo di tanto in tanto la mascella.
Con piccoli passi si ritrovò alla porta d’ingresso della grande casa, poggiò la mano sulla maniglia e la spinse verso il basso. Si voltò per l’ultima volta verso la sua fonte di luce, per poter ammirare di nuovo quegli occhi, per l’ultima volta. Ma Zayn rimase di spalle, rigido con nessuna intenzione di voltarsi.
Jenna si portò fuori dall’uscio e chiuse la porta alle sue spalle ad occhi chiusi, traendo un pesante sospiro e cercando di reprimere le lacrime, ansiose di fuoriuscire.
Si convinse per l’ennesima volta, a se stessa, che quella era la scelta giusta da fare. La verità avrebbe solo compromesso e cambiato i progetti della promettente carriera che si prospettava dinanzi a Zayn e ai suoi quattro amici. E lei non voleva assolutamente questo.
 
 
“Dai lo troviamo dopo il peluche, adesso è tardi e dobbiamo andare” disse Jenna spazientita, prendendo le chiavi di casa e dirigendosi alla porta.
“Ma mamma, io come faccio senza il signor Arcobaleno?” disse la piccola bimba imbronciata, dirigendosi a mala voglia verso la giovane mamma.
“Dai, mentre tu stai a scuola io mi metto alla sua ricerca. Va bene?” disse tranquillizzandola Jenna, piegandosi sulle ginocchia per arrivare alla stessa altezza della piccola Hope, la quale sorrise e spalancò quegli occhioni mielati, annuendo con veemenza.
Arrivate dinanzi al piccolo edificio di una delle vie periferiche di Edimburgo, Jenna salutò la sua piccola e la osservò avvicinarsi ai suoi amichetti e alla gentile e premurosa maestra che li raccoglieva per poi portarli in classe.
 
All’uscita della scuola la mamma alzò una mano sventolandola per farsi notare da Hope, la quale le rivolse un sorriso mozzafiato, uno di quelli che ti portano sicurezza e buon umore.
Jenna sospirò soprappensiero.
“Ho una sorpresa per te!” disse euforica Jenna, mentre camminavano per tornare a casa.
La bambina la guardò sistemandosi i capelli corvini che le fuoriuscirono dalla coda, ormai disordinata. Jenna estrasse dalla sua borsa un piccolo peluche viola, con una maglia a righe di qualsiasi colore possibile e immaginabile. La bambina diede un grido di gioia e afferrò il signor Arcobaleno, portandolo e stringendolo al suo petto.
Hope era felice, e a Jenna bastava solo questo.
“Mamma, lo sai, Lily ha detto che somiglio molto a un cantante del gruppo preferito della sorella” disse spensierata Hope. Jenna deglutii e guardò la piccola, sorridendole.
“Ah si?” chiese tranquilla, di rimando, la mamma.
“Sì, e se ha detto che somiglio a questo cantante significa che lui è bello come me” affermò convinta e seria la bambina.
Jenna sorrise apertamente, quella modestia le ricordava qualcuno.













Ehilà, my corner.
Nonostante stia lavorando sulla mia fanfiction (passate se vi va), in questi giorni, mentre ascoltavo “Little bird” di Ed Sheeran, mi è venuta in mente questa storia da poter postare, anche se la trama non ha niente a che fare con il significato della canzone, ma vabbè.
Premetto che a me l’idea piace, ma non come l’ho sviluppata. Non mi piace il modo in cui ho scritto, forse un po’… pesante o superficiale, non lo so nemmeno io D:
Potevo anche evitare di postarla, ma tutto sommato ci ho messo del tempo per scriverla e non valeva la pena memorizzarla nel mio pc e farla morire lì (?) quindi ho deciso di metterla.
Non mi aspetto che vi piaccia, perché a me per prima non convince tanto, comunque sia…se vi fa schifo, ditemelo pure, sarò pienamente d’accordo con voi :D

  
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