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Autore: Miss H_    05/07/2012    7 recensioni
Spoiler Mockingjay!!!!
Ho deciso di raccontare ciò che secondo me avviene tra l'ultimo capitolo capitolo di Mockingjay e l'epilogo. Spero vi piaccia, anche se sono sicura che è un obrobrio con la O maiuscola, visto che è solo la mia seconda FF.
Vi prego recensite in ogni caso, sia che vi sia piaciuta che in caso contrario. Accetto qualsiasi critica costruttiva perché nella vita si può sempre migliorare e questo vale anche per la scrittura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IV ~  Il ragazzo che veniva a caccia con me è cambiato. 


Mi dirigo verso la porta e non appena la apro mi ritrovo davanti Gale. Rimango scioccata appena i miei occhi si posano sul suo volto. E’ cambiato. Non è più il ragazzino che veniva a caccia con me, con cui condividevo il segreto di come fosse piacevole stare all’aria aperta nei boschi. Non è più neanche il ragazzo che ha partecipato insieme a me al bombardamento di persone innocenti intrappolate in un ospedale. E’ cambiato, è diventato un uomo ormai, ma la cosa non dovrebbe sorprendermi perché in effetti siamo tutti cambiati, è passato tanto tempo. Mi risveglio di soprassalto dai miei pensieri quando Gale mi sorride e mi dice – Ho saputo che c’è una festa a casa vostra e così ho pensato di passare di qua, almeno per sapere quale fosse il motivo dei festeggiamenti. Posso entrare? –  Quest’ultima domanda sembra inappropriata visto che ormai ha tutti e due i piedi sul pavimento. Io rispondo – No. Se vuoi parlare preferisco farlo in privato. Che ne dici di accomodarci in veranda? – Lui alza le spalle come per dimostrarmi che per lui è indifferente. Certo, è ovvio che per lui non cambia niente perché non sa cosa stiamo festeggiando e non sa che Peeta non vuole nemmeno vederlo dopo tutto quello che mi ha fatto e dopo avermi procurato così tanto dolore per la morte inutile della mia cara sorellina Prim.
Prim. La bambina piccola, indifesa che è stata costretta dalla guerra a crescere in fretta. Prim, la bambina per cui mi sono offerta volontaria come tributo ai 74 ° Hunger Games. Prim, che anche se sembrava fragile e innocente, riusciva a ricucire una ferita o ad assistere un malato in fin di vita.
Mi fa male pensare a lei. E’ troppo il dolore che provo nonostante siano passati quindici anni. Per me è ancora inaccettabile il fatto che lei sia morta per colpa del mio ex migliore amico, ma non posso rovinarmi la giornata, e non posso essere di mal umore perché penso proprio che farebbe male al bambino.
Mi giro verso Peeta per vedere cosa sta facendo. E’ ancora impegnato a parlare con gli invitati. Flavius gli sta dando delle pacche sulla spalla e Effie sta ridendo insieme a Octavia,Venia e Annie mentre Finn parla con Haymitch.
Mi giro di nuovo verso Gale e gli dico di seguirmi in veranda. Ci mettiamo a sedere sul divanetto. Inizia subito a parlarmi dicendo – Beh, ti trovo bene. Allora per quale motivo c’è una festa a casa vostra? – Non ho voglia di rispondere alla domanda, o meglio voglio dirgli che io e Peeta presto diventeremo genitori ma non mi sembra la cosa migliore da dire per iniziare una conversazione. Potrebbe sconvolgerlo o farlo andare via e invece io voglio parlare con lui, voglio sapere perché ha deciso di rovinarmi la vita dandomi una grossa delusione. Non ci vediamo dal giorno del mio matrimonio e dal quel giorno sono passati circa cinque anni. Rispondo – Ah beh, a tempo debito te lo dirò. – Lui mi guarda perplesso e mi dice – Va bene, rispetto la tua privacy. In realtà io non sono venuto qui per sapere cosa state festeggiando, ma solo per dirti una cosa. –
Lo faccio continuare perché non so minimamente cosa abbia da dirmi e sono molto curiosa. – Vedi Catnip, anche se sono passati quindici anni e ora sei sposata io non ho ancora rinunciato a te. So che le cose sono cambiate fra di noi da quando tua sorella… beh sì… insomma sai cosa è successo. Il punto è che ti amo ancora e che sono convinto che la persona adatta alla tua sopravvivenza non è lui. In fondo noi ci conosciamo da molto più tempo e poi guarda, sono passati cinque anni e ancora non avete nemmeno un figlio.- Gale si passa una mano sulla fronte, come per prendere tempo. Io lo guardo allibita. Come può pensare di essere meglio di Peeta quando è stato proprio lui a devastare la mia vita? E’ stato Peeta ad incoraggiarmi ad andare avanti nonostante le perdite subite. E’ stato Peeta che è venuto per ben due volte nell’arena per proteggermi. Non lui. Lui non ha fatto niente per me se non far morire mia sorella. Ok forse sto esagerando ma mi sento ribollire di rabbia e sicuramente gli ormoni in subbuglio non aiutano. Inoltre il discorso sui figli non conta niente. Sa molto bene che sono io quella che non vuole avere figli non Peeta. Non riesco nemmeno a esprimere a parole la rabbia che provo per Gale e per ciò che ha detto. Mi alzo in piedi e anche lui fa lo stesso. Lo guardo negli occhi allibita. Cerco di sforzarmi per dire anche una semplice parola,ma il fiato mi si è bloccato in gola. Ad un tratto sento una mano posarsi sul mio fianco, mi giro immediatamente pensando che sia stato Gale e invece mi ritrovo persa in due profondi laghi azzurri. Peeta mi dice sorridendo – Ah, bene. Avete iniziato una conversazione senza di me. Non è stato per niente carino tesoro. – E poi mi dà un lieve bacio sulla guancia. Infine si gira verso Gale e lo saluta con uno sguardo serio – Ah, ciao Gale. – Lui ricambia con un cenno della testa. Peeta mi stringe a sé come per proteggermi dal ragazzo che fino a poco tempo fa era il mio migliore amico. – Sei venuto a festeggiare con noi? –  Sicuramente nella mente di mio marito si è formulata anche un'altra domanda che per fortuna non viene espressa : Oppure sei venuto per cercare rogna? So per certo che Peeta non si fida di Gale. Non dopo quello che mi ha fatto. Penso anche che sia un po’ geloso, ma non ne ha motivo perché in fondo io ho scelto lui e questo dovrebbe averlo capito visto che porto in grembo suo figlio. Il mio ex migliore amico ci guarda per un attimo e poi risponde – Veramente non so nemmeno il motivo dei festeggiamenti. -
- Come Katniss non te l’ha detto? – Dice con un sorriso autentico. Poi si rivolge a me – Amore perché non gli hai detto la grande notizia? – Sposta la mano libera verso la mia pancia, la osserva con uno sguardo dolce e inizia ad accarezzarla. – E’ che… aspettavo te per dirglielo e a quanto pare sei arrivato giusto in tempo. – Poso la mia mano sulla sua che copre il mio ventre. Gale non ci dà nemmeno il tempo di formulare un discorso che dice – Sei incinta. Ora capisco perché state festeggiando.- Peeta più orgoglioso che mai gli risponde – Sì, non è grandioso? Tra poco più di sei mesi diventeremo genitori. – Il volto di Gale si rabbuia e dentro di me si instaura un senso di soddisfazione. E’ vero che io non ho mai voluto figli, ma la notizia casca proprio a fagiolo. Due minuti prima Gale mi ha detto che Peeta non era in grado di darmi una famiglia e ora si è visto crollare davanti tutti i suoi castelli. Osservo i suoi occhi dai quali capisco che sta soffrendo. – Beh, allora io sono di troppo. Ora devo andare. – Scende i tre scalini della veranda e si avvia. Dopo poco si gira e afferma – Ah, a proposito, auguri e figli maschi! – Io non rispondo, ma lo fa per me Peeta – Credo che l’importante è che sia sano e forte, non importa se sarà un maschio o una femmina. – Io lo guardo soddisfatta. Ha ragione l’importante è che sia sano e forte però se devo essere sincera desidero un  maschio. Non so perché ma appena ho scoperto di essere incinta mi sono immaginata di stringere tra le mani un piccolo Peeta. Un bambino con gli occhi azzurri e i capelli biondi. Mi volto verso di lui e gli sussurro in un orecchio – Devo dire che l’ha presa bene. – Lui mi sorride e mi risponde – Sì, è vero. – Io lo osservo per un piccolo istante e poi gli dico – Non sarai mica geloso vero? In fondo lo sai che ti amo. Se avessi voluto avere lui al mio fianco al posto tuo, non avrei passato quindici anni con te, non mi sarei sposata con te, non avrei accettato l’idea di avere dei figli e soprattutto non avrei deciso di passare il resto della mia vita con te. Ti amo. – Mi aspetto una risposta che però non arriva sottoforma di discorso. Peeta mi bacia con ardore. Le mie mani si intrecciano automaticamente ai suoi capelli. E’ un’ esplosione di sentimenti. Sento mille brividi attraversarmi la schiena e arrivare fino alle punte dei miei piedi. Sono passati quindici anni e tante cose sono cambiate, ma se c’è una cosa che è rimasta più o meno uguale è l’ardore che Peeta mette nei suoi baci, anzi ogni volta mi sorprende perché ce ne mette sempre di più. Dopo pochi minuti si allontana da me e mi dice – Anch’io ti amo e spero di avertelo dimostrato, ma non dobbiamo essere dei cattivi padroni di casa. Gli altri si staranno domandando dove siamo finiti e non vorrei che iniziassero a pensare male. – Io mugolo un po’ e mi stringo più forte a lui. Peeta scioglie l’abbraccio ma continua a tenere una mano sul mio ventre sopra alla mia. Apriamo la porta e ci scusiamo per esserci allontanati. Io spiego velocemente che abbiamo avuto una visita inaspettata ma loro sembrano non crederci e ci sorridono con l’aria di chi la sa lunga.
 
E’ quasi sera. La giornata è passata in fretta tra una chiacchierata e l’altra, una battuta o uno scherzo. Tutti si sono divertiti e io sono riuscita a non deprimermi ma ho iniziato ad apprezzare il fatto di essere incinta. Pian piano la casa inizia a svuotarsi. Il primo a salutarci è Haymitch che ci dice – Mi raccomando fate i bravi. Io sono qui vicino e vi tengo d’occhio. Ancora tanti auguri dolcezza e ottimo lavoro Peeta. – Lo ringrazio per gli auguri e Peeta e io promettiamo di fare i bravi anche se non ne sono proprio sicura. Salutiamo Effie e i miei ex preparatori che se ne vanno tutti insieme per prendere il treno che li riporta a Capitol City. Ci fanno tanti auguri e Effie mi sussurra in un orecchio – Ora che stai per diventare una mamma cerca di far prevalere sempre la buona educazione e ricordati che ti verrò a trovare per vedere come stai. – Io le rispondo dicendo – Stai tranquilla Effie, non sono più una ragazzina e grazie per l’attenzione che ci riservi. – Abbraccio Flavius, Octavia e Venia e dico loro che rimarremo in contatto e che li aggiornerò continuamente. Saluto Delly e le do un bacio sulla guancia. La ringrazio per il regalo che ci ha fatto: una tutina rosa, anche se avrei preferito una tutina celeste visto che voglio un maschio. Abbraccia anche Peeta e gli fa promettere che si prenderà cura di me, ma questo può anche evitare di farlo perché so che lo avrebbe fatto comunque anche senza promettere. Insieme a Delly salutiamo anche Sae la Zozza che se ne va dicendo che domani l’aspetta una lunga e faticosa giornata visto che lavora ancora da Haymitch.
Peeta e io ci dirigiamo verso la cucina dove ci aspettano Annie e Finn. Loro non vanno via. Peeta li ha convinti a rimanere a dormire da noi almeno per questa notte perché il viaggio è lungo e poi io ci tenevo tanto a parlare ancora un po’ con Annie. Mi siedo sulla sedia di fronte alla mia amica. Peeta si mette a parlare con Finn ma non lascia la mia mano o meglio, io non gli permetto di lasciarla. Voglio chiedere a Annie qualche consiglio su come affrontare la gravidanza, voglio sapere come lei ha affrontato il fatto di avere una piccola creatura nella sua pancia anche se so che le situazioni sono ben diverse visto che io ho Peeta mentre lei era sola perché Finnick è morto. Finnick. Il ragazzo più affascinante di tutta Panem. Una lacrima mi riga il volto e subito Peeta mi guarda preoccupato e mi chiede – Kat stai bene? Cosa hai amore? Ti fa male la pancia? – Scuoto la testa perché non voglio farlo preoccupare. Inizio a chiedere a Annie come devo affrontare la situazione e altri consigli utili. Peeta mi dice – Sono discorsi da donna, io e Finn togliamo il disturbo. – Lo guardo per un momento. Senza di lui mi sento persa ma poi so che sono in compagnia della mia amica più cara e quindi lo lascio andare. Dopo circa due ore di chiacchiere do la buonanotte a Annie e l’accompagno nella stanza degli ospiti dove si trovano due letti: uno per lei e uno ovviamente già occupato da Finn. Le do un lieve bacio sulla guancia e le dico di fare dei sogni tranquilli perché qui è al sicuro ma so che gli incubi che divorano me e Peeta tormentano anche lei. C’è una lieve differenza tra noi e lei, io ho Peeta e lui a me e quindi ci facciamo da amuleto a vicenda contro gli incubi, ma lei non ha nessuno che la può consolare.
Mi dirigo in camera pensando di trovare Peeta addormentato, ma invece è ancora sveglio. – Che ci fai ancora in piedi a quest’ora? E’ tardi e domani ti devi alzare presto per andare a lavorare al forno. Su dormi subito. – Gli dico ma lui mi sorride e per tutta risposta dice – Non riesco a dormire senza prima aver abbracciato la mia unica ragione di vita. – Mi cambio velocemente e poi mi distendo accanto a lui. Mi stringe a sé con una mano e con l’altra mi accarezza il ventre. Lo guardo negli occhi e poi lo bacio dolcemente. La cosa mi sorprende. E’ sempre stato lui quello tenero, come è che ora mi ritrovo a fare la sdolcinata? Bah, gli ormoni fanno dei brutti scherzi quando si è incinta. Lui allontana per un piccolo momento le sue labbra dalle mie per dirmi – Sono tanto contento amore. Presto avremo un bambino. E’ più di quanto potessi sperare. Ancora non mi sembra vero che qui…-  smette un attimo di accarezzarmi la pancia e la tiene ferma come se volesse proteggere la nostra piccola creatura. – che qui c’è nostro figlio. – Riavvicina le sue labbra alle mie e le nostre lingue iniziano la loro danza speciale. Dopo diversi minuti gli sussurro in un orecchio – Non so come farei senza di te. Tu sei tutto per me. – E poi mi addormento senza sapere la risposta alla mia affermazione.   


~ Angolo della scrittrice.
Buondì, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio nuovamente chi ha messo questa storia tra preferite, seguite o ricordate. 
Per favore, recensite e ovviamente accetto anche critiche negative perché il mio motto é che nella vita si può sempre migliorare. 
Baci, 
Miss Hutcherson.

  
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