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Autore: Meramadia94    05/07/2012    2 recensioni
John è rimasto orfano da piccolo, e dopo che anche il padre adottivo è morto e la sorella è dovuta andarsene, il fratellastro ne approfitta per trattarlo da schiavo.
Riuscirà a salvarsi dalla disperazione grazie ai suoi amici e all'amore per un misterioso ragazzo che tutti schivano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Potrei restare per tutto il tempo che mi rimane da vivere abbracciato a questo busto pallido e magro.

Adoro il suo profumo... sa di borotalco, latte e fiori, come la pelle di un bambino piccolo.

Sento che una delle sue mani mi sta accarezzando i capelli...mi tornano alla mente tanti bei ricordi d'infanzia.

Quando mio padre viveva ancora, la sera si accoccolava con me e mia sorella nel lettone e mentre ci raccontava una fiaba ci accarezzava i capelli.

Poi però è morto, e da allora è stato come se fossi morto anch'io, e non ho mai più provato quel senso di protezione e fiducia, la sensazione di amare e di essere riamato...

Al posto di carezze, sono arrivati solo ordini e umiliazioni. Ma nemmeno Jim ha mai avuto il coraggio di mettermi le mani addosso. Non so perchè, ma sembrava quasi che temesse che qualcuno o qualcosa potesse lo minacciasse nel caso mi avesse picchiato.

Con Sherlock, anzi ormai lo posso dire... con il mio ragazzo è tutto diverso, il mondo sembra diverso... più bello, anche se so che in realtà è un disastro.

''Buongiorno''- mi sussurra Sherlock.

''Buongiorno a te... ma che ore sono?''- chiedo senza rendermi conto che ora non sono più a casa di Jim e che non sono più obbligato ad alzarmi prima del sole per fare le mansioni di casa... adesso sono libero.

''E' ora di iniziare ad alzarci...evviva.''- fa Sherlock liberandosi dal mio abbraccio e rimettendosi la camicia che si era tolto per mettersi a dormire.... non fatevi venire strane idee, abbiamo solo dormito!!!

Vero?

In breve siamo tutti e due vestiti e usciamo di casa.

Londra stamattina sembra nuova e diversa, l'odore del gas di scarico ha un nuovo... profumo, diciamo.

Che gran cosa la libertà.

Dopo la scuola, una macchina nera si è fermata davanti all'istituto, indubbiamente è per Sherlock.

''Allora, ci vediamo domani.''- dico congedandomi.

''Ci vediamo stasera. Alle otto sei a cena a casa mia.''

Non credo di aver capito bene.

''Stasera, miracolosamente, mia madre e mio fratello saranno a casa per la cena, unisciti a noi.''

''Ma la tua famiglia mi conosce gia...''- adesso ho capito-:'' aspetta, in via ufficiale?''

''Ho letto da qualche parte che quando due persone stanno insieme, per una qualche tradizione che non capisco, devono presentarsi l'una a casa dell'altra per conosciere ufficialmente la famiglia.''

Gia... però... e se... la signora Holmes come prenderà l'idea che il suo adorato figlio ha avviato una relazione omosessuale con un diciassettenne che ha dovuto fare due lavori tutta la vita, orfano e senza alcuna famiglia, che rincorre il sogno di diventare un medico?

''E se non dovessi piacergli?''- chiedo per esorcizzare la paura.

Sherlock mi sorride.

Adoro vederlo ridere e quel volto privo da quell'espressione di uno che vuol far pagare al mondo intero chissà quale torto subito.

E mostra al mondo una persona diversa da quella che è in realtà.

Io lo so com'è davvero Sherlock: sensibile, dolce... un cuore pieno di umanità accuratamente nascosto da una corazza fredda come il ghiaccio.

E non è il mostro senza cuore che tutti descrivono.

Mi basta vedere il suo sorriso una volta, o comunque immaginarmelo, per stare bene tutto il giorno.

''Mi risulta che l'importante è che tu piaccia a me. E strano a dirsi... mi vai davvero a genio.''

Parlando di corazze di ghiaccio... a quanto pare sono stato l'unico essere umano che sia mai riuscito a scioglierla. Immagino che questo mi procuri una certa popolarità.

''Ma metti caso che non le piaccia poi così tanto.''- amico, non sei l'unico ad essere irremovibile quando ti metti in testa una cosa, che cosa credevi?

''Scapperemo.''- perbacco, hai sempre una risposta pronta. Poi sale in macchina, e lo portano via.

 

''Ti sei sistemato bene a quanto pare.''- fa Greg.

Oggi è venuto da me con la scusa di fare i compiti. In realtà abbiamo passato il pomeriggio a parlare del più e del meno.

Non ho potuto tacere e non raccontargli di quanto fossi felice per Sherlock, per me, per noi due... e che stasera avrei conosciuto ufficialmente la sua famiglia.

Persino lui sembra incredulo che qualcuno sia riuscito a catturare l'interesse e l'amore di Sherlock Homes.

E che questo qualcuno sia io, poi...

''La prossima volta organizziamo qui: voglio presentarvelo, ufficialmente.''- So gia che probabilmente Sherlock troverà in loro mille e uno difetti, ma Greg e Molly sono stati l'unico conforto in tanti anni di solitudine, sono l'unica vera famiglia che ho avuto, parte della mia vita, e vorrei tanto che facessero parte anche di quella di Sherlock.

''Finalmente sorridi. Non sai quanto mi fa piacere vederti felice. Quel ragazzo e lasciare quella casa è stato un vero toccasana.''- fa Greg.

Ha ragione: da quando Sherlock ha fatto ingresso nella mia vita, è cambiato tutto... sono addirittura finito dal preside. A proposito di Gregson, avrei voluto schiaffeggiarlo e prenderlo a pugni per aver minacciato Sherlock di non ammetterlo all'esame di maturità e successivamente a sostenere quelli di ingresso all'università.

Ma se ci riprova un setto nasale rotto non glielo leva nessuno.

In fin dei conti, il John docile ed obbediente in tutto e per tutto, ligio alle regole e a tutti i salamecchi è andato a farsi benedire.

Greg sorride-:''Cielo, mi sembra ancora un miracolo... anzi due. Prima ti liberi di quel tizio e poi avvìì una relazione sentimentale stabile. Mi sembra ieri che io e Molly ci ammazzavamo di fatica per trovarti una ragazza.''

Ecco perchè ogni tanto, con la regolarità di un compito in classe, c'era qualche ragazza molto carina che s'interessava a me... hai capito, brutti cospiratori...

''Te lo dico proprio perchè siamo amici... non mettete mai su un'agenzia matrimoniale o la bancarotta arriva come minimo dopo tre ore dall'apertura, se siete fortunati.''

Scoppiamo a ridere come due matti.

''Beh, ora ti lascio... dovrai iniziare a prepararti per la serata.''- annuisco. Sono teso come una corda di violino.

Ho davvero il timore di non piacere ai parenti di Sherlock.

In fin dei conti, loro sono una famiglia abbastanza altolocata da quello che ho visto. Ammettendo pure che non rimarranno sconvolti dal fatto che Sherlock abbia scelto un ragazzo piuttosto che una ragazza, come la prenderanno sul fatto che il ragazzo scelto sia uno che lavora dalla mattina alla sera nei lavori più faticosi, in un posto pubblico come la caffetteria di un liceo, studia e che non ha uno straccio di famiglia?

''Senti a proposito di Sherlock... te lo chiedo anche a nome di Molly...''- fa Greg improvvisamente serio.

''Se stai per chiedermi di non dimenticarmi di te e Molly, stai tranquillo. Dovresti conosciermi abbastanza bene per sapere che non abbandonerei mai le persone che mi sono care e che mi hanno aiutato.''- cerco di tranquillizzarlo.

''Questo lo so benissimo. Quello che vorrei è che... se tu e Sherlock decideste di andarvene da qui, prima avverti. Non cercheremo di fermarti in nessun modo, ma dacci almeno la chance di dirti addio come si deve.''

Lo rassicuro. Io e Sherlock non abbiamo intenzione di andarcene.

Qui abbiamo amici, parenti, anche se lui non li sopporta... non voglio rinunciare a tutto cio per colpa di Jim.

 

Sono le sette e mezzo. Tra mezz'ora passerà Sherlock a prendermi per portarmi a casa sua.

Ora non ho più paura. L'importante è che piaccia a lui, quello che pensano gli altri non conta... conta solo lui, vedere il suo viso sorridere e la luce che emanano quei diamanti che ha incastonati nelle orbite.

Un auto suona il clacson.

Mi affaccio alla finestra.

Riconosco la macchina di Sherlock.

E' in anticipo.

Scendo in fretta le scale e saluto la signora Hudson, la quale dopo avermi aiutato a sistemare meglio il colletto, mi augura di passare una buona serata.

Conosciendola starà sveglia ad aspettarmi fino a tardi per chiedermi i dettagli della serata.

Salgo in macchina sul sedile del passeggero.

''Allora... dove andiamo di bello... fratellino?''- oddio, no, ti prego dimmi che non è vero...

Invece si.

Jim è seduto in macchina accanto a me, con un sorriso angosciante e irritante allo stesso tempo.

Adesso ho capito... pur avendomi cacciato di casa non mi ha mai perso di vista, a Baker Street, a scuola e quindi sapeva anche che stasera sarei...

La mia mano scatta automaticamente verso la portiera... accidenti, è bloccata.

Dovevo aspettarmelo: Jim ha una faccia da scemo, ma tra l'averla ed esserlo c'è una bella differenza, grande come il cielo e l'oceano Atlantico messi insieme.

Adesso è davvero la fine... moriremo ambedue.

''Ora stai buono, andiamo in un bel posto ad aspettare il tuo fidanzato.''- mi ha puntato una pistola contro la tempia, sto sudando freddo...-:''Voglio proprio conosciere di persona, il principe che ha fatto breccia nel tuo cuore, Cenerentola.''

Poi la pistola svanisce, ma sento un lieve dolore, come di un ago, nell'avambraccio.

All'improvviso sento un piacevole senso di torpore diffondersi nel mio corpo...

l'ultima cosa che riesco a mormorare prima che il buio m'inghiottisca è... Sherlock, te ne prego, sta attento.

 
  
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