Serie TV > Bones
Segui la storia  |       
Autore: GWatcher    05/07/2012    2 recensioni
La mia prima fic nella sezione di Bones.
Ambientata dopo la 1x21, questa storia ha l'intento di raccontare una personale continuazione della prima stagione.
Dopo aver visto quest'episodio, ho assimilato senza più dubbi che Bones non è un telefilm qualsiasi, e che rientra senz'altro tra i miei preferiti.
Da qui l'ispirazione mi ha folgorato.
Questa fic parla di Booth, il mio preferito, e del suo burrascoso passato da soldato, che si ritrova nuovamente ad affrontare. Se Tempe fosse stata vicina a lui in questo particolare momento della sua vita? E se questo avvicinamento avesse confermato l'attrazione che entrambi provano l'uno per l'altra?
In tutto ciò, si avverte una certa attrazione anche tra Angela e Hodgins... Buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela Montenegro, Jack Hodgins, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






8

 

Era passata una settima dal loro ultimo incontro. Da quella frase così inaspettata, scioccante e al tempo stesso gradevole, con un esplicito senso romantico che Tempe aveva compreso fin troppo bene. La ricordava ancora, perfettamente.

 

* * *

 

La sveglia suonò. Segnava le 09:00 del mattino e continuava a dare fastidio. L’assordante rumore era simile ad uno stridulo grido. Incredibilmente assordante. Continuò a tuonare, finché Booth, poggiando la sua grande mano sopra, riuscì a spegnerla. Borbottò qualcosa mentre apriva gli occhi e dava il buongiorno ad una nuova giornata. Le lenzuola azzurre accoglievano il corpo nudo, dandogli il calore necessario. Anche se era pieno inverno e la temperatura piuttosto bassa, all’agente dell’FBI i pigiami proprio non piacevano. Doveva alzarsi. Nonostante non dovesse andare a lavoro, voleva comunque mantenere un certo equilibrio salutare. Perciò, ogni mattina, si alzava presto e andava a correre, a volte riflettendo intensamente, altre sgomberando completamente la testa dai pensieri.

Pure Brennan era fatta così. Le piaceva dormire nuda, allenarsi e tenersi in forma. Ma forse la vera cosa di cui aveva proprio bisogno era l’unica che non calcolava mai: rilassare la mente, allontanare ogni forma di logica e razionalità.

Il discorso era sempre lo stesso: con Booth riusciva a sentirsi diversa, ad uscire dalla dura linea di regole che si era sempre imposta, ma faceva ancora un po’ di fatica con il mondo esterno. A volte, con la sua stessa amica Angela, che però riusciva a comprenderla lo stesso, inspiegabilmente.

Però, riusciva ad essere molto speranzosa: sapeva che prima o poi sarebbe riuscita ad equilibrare le cose, ad essere meno rigida. Che poi… lei tutta quella rigidità non la vedeva affatto. Pensava di comportarsi come una persona perfettamente normale, forse più rigorosa delle altre, certo, ma comunque normale.

Eppure… c’era sempre quel momento. Quell’attimo in cui tutte le sue convinzioni sembravano rompersi in mille pezzi, cominciando così a provare sensazioni molto confuse e lontane da quello che aveva sempre sperimentato.

Bastava una sola persona per far succedere tutto ciò.

Nei sette lunghi giorni trascorsi, non si era affatto vista con lui. Quella frase era stata troppo. Davvero troppo. Troppo… bella. Stavano percorrendo un percorso senza basi, inagibile, impossibile da proseguire. Avevano bisogno di una pausa. Lei aveva bisogno di una pausa!

Non poteva succedere tutto all’improvviso, senza un po’ di coerenza.

Ma in quel momento… non voleva altro che sentire di nuovo quelle parole. E il suo desiderio si manifestava in tanti modi.

 

“Angela… dovrei chiederti una cosa”.

Diretta, si rivolse all’amica, trascinandola nel suo ufficio. Si preoccupò di chiudere la porta a chiave, in modo che non nessuno potesse dirompere all’improvviso. Quella precauzione era dovuta soprattutto a Zack, che nell’ultimo periodo aveva perso il pregio di bussare prima di entrare.

“E’ successo qualcosa? Sei incinta per caso?”.

“No! Non sono incinta, ma… non sono neanche brava con le parole, perciò te lo chiederò subito, senza girarci attorno. Tu, però, devi rispondermi con sincerità”.

 

Più Angela ascoltava quelle parole, più era convinta della sua teoria sulla gravidanza. L’antropologa aveva assunto un’espressione così seria – in realtà lei aveva quasi sempre un’espressione seria, ma adesso lo era ancora di più. Che cosa doveva fare? Ah, giusto, rispondere con sincerità. Ed era proprio questo il problema! Se le avesse chiesto qualcosa di imbarazzante? Quei secondi erano così lunghi, e la trepidazione aumentava sempre di più. Fin quando, Tempe si decise a parlare.

 

“Tu credi che… sia sbagliato masturbarsi pensando ad un uomo?”.

 

Un imbarazzante silenzio calò tra le due… poco dopo aver chiesto la domanda, la dottoressa si sentì terribilmente imbarazzata. L’altra la guardò negli occhi ma – nonostante cercasse in tutti i modi di trattenere ciò che le pulsava dentro – non riuscì più a controllarsi dal… ridere!

E più ripensava a quella scena, più le mancava il respiro per l’eccessivo riso. Era ovvio che una come Brennan ritenesse giusto provocarsi piacere da soli, d’altronde Dio non le aveva dato le mani solo per pregare – e, comunque, non pregava nemmeno, quindi quelle mani in qualche modo le doveva impiegare.

Ancora una volta, l’inaffondabile Montenegro non mise molto a capire la vera domanda, questa volta neanche tanto velata: è giusto che io mi masturbi pensando a Booth quando lui è lì, pronto ad abbracciarmi e a soddisfare i miei bisogni in tutti i modi possibili e immaginabili?

Angela pensò che qualunque donna sana di mente sarebbe corsa da lui, ma qui si parlava di Brennan, il che era leggermente diverso.

Per un attimo, Ange pensò al tipo di fantasie che l’amica potesse avere e, in un moto di cattiveria improvvisa, idealizzò anche che, probabilmente, nelle fantasie di Tempe, Booth potrebbe addirittura avere i vestiti addosso.

Ma quelli erano pensieri davvero stupidi, sapeva che sotto tutto quel metallo invisibile c’era una persona adorabile, c’era la sua amica che conosceva da tanto tempo.

Solo che in queste occasioni si sentiva inebriata, stupita che potesse ritrovarsi in tali situazioni.

 

“Tesoro, non sono la tua psicanalista, e ancora di più non posso dirti quello che è giusto e quello che è sbagliato. Ma voglio solo farti notare una cosa: l’uomo su cui fai pensieri sconci, ben una settimana fa, ti ha detto le famose paroline magiche, e tu sei scappata non facendoti più vedere, nascondendoti e ignorando ogni suo contatto. Forse questo può farti capire tante cose”.

 

Dopo un’occhiataccia, la donna uscì, lasciando l’antropologa sola nell’appartamento. A volte, tra amici, bisognava essere un po’ severi.

Che sciocca! Era tutto vero. Odiava quei moti di consapevolezza, ma la paura era troppo grande per andare avanti, per far nascere una relazione.

Quasi preferiva rimanere a casa da sola, pensando a ciò che poteva avere in qualsiasi istante. Sì, perchè poteva davvero.

Sette giorni prima, proprio quel giorno in cui aveva fatto una sorpresa all’uomo, andando al bar e facendo una passeggiata con lui, proprio quel giorno aveva sentito tutto quello che voleva.

“Ti amo”.

 

Booth glielo aveva detto, in modo lento e dolce. Ma lei… lei era semplicemente scappata.


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Bones / Vai alla pagina dell'autore: GWatcher