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Autore: yllel    05/07/2012    9 recensioni
"Figurati se il matrimonio di Sherlock Holmes poteva anche solo essere minimamente normale" questo e' quello che passa per la mente di John in un giorno di settembre... Dopo le altre storie, il cammino di Sherlock e Molly verso l'altare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il motivo per cui torno sempre indietro'
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Ci siamo, ultimo lungo capitolo!
Grazie ancora a SvaneH per tutte le sue recensioni, a ladymisteria e agli altri prima di loro, che hanno commentato o solo letto.
La musica citata non mi appartiene, proprio no. Pero’ e’ bellissima.
 
 

IL MATRIMONIO DI SHERLOCK HOLMES E MOLLY HOOPER

SETTEMBRE- PARTE 3

 
“Si fermi, per favore”
Le parole di Molly avevano colto di sorpresa tutti, ma soprattutto stavano notevolmente preoccupando  Sherlock. E non solo lui.
Perche’ lei aveva interrotto la cerimonia?
“Molly?” tento’ di prenderle la mano, ma lei scosse la testa e poi si giro’ a guardarlo.
“No. Scusa, io... non posso”
“Non puoi che cosa?” chiese stupidamente Sherlock, rendendosi conto che c’era solo una risposta plausibile.
Lei non voleva piu’ sposarlo.
No. No. No.
“Molly, che succede?”
Lei scosse di nuovo la testa e poi si decise a parlare.
“Mi spiace. Ma prima di continuare, io ho bisogno... ho bisogno di chiederti una cosa. E vorrei che tu mi rispondessi sinceramente, per favore”
Sherlock emise un respiro di sollievo. Lei stava parlando di continuare la cerimonia, quindi non aveva cambiato idea. Voleva ancora sposarlo.
Dietro di se’ avverti’ l’inquietudine di John e si chiese perche’ mai fosse agitato: se Molly aveva una domanda, lui avrebbe risposto. E poi l’avrebbe sposata.
A meno che... la sua risposta non potesse interrompere definitivamente il matrimonio.
“Molly, non possiamo aspettare dopo la cerimonia?”
Lei si morse il labbro e fece un respiro profondo, come a prendere coraggio.
“No. Ho bisogno di chiedertelo ora.”
Ok.
“Va bene. Dimmi”
Molly chiuse gli occhi, poi li riapri’ e li fisso’ dritti nei suoi.
“Sherlock, hai preso un caso nonostante io ti avessi chiesto di non farlo, nei giorni precedenti al nostro matrimonio?”
Essendo gli invitati davvero pochi e il contesto molto silenzioso, l’imprecazione di Greg Lestrade e il gemito di John Watson si avvertirono benissimo.
Sherlock invece era rimasto senza parole.
Lei sapeva.
Sapeva che non aveva tenuto fede all’impegno che si era preso, forse anche che aveva rischiato di arrivare tardi, o di non farcela addirittura.
Stavano per sposarsi, e lui le aveva appena dimostrato che non era degno di fiducia.

***

Appartamento di Molly Hooper
Diciassette mesi prima

Ti devi fidare di me”
“Io mi fido di te”
“Non completamente” Sherlock pronuncia questa frase con sicurezza e tranquillita’, non come un’accusa nei confronti di Molly. Per lui e’ un semplice dato di fatto e visti i loro precedenti, come tante volte abbia cercato di ingraziarsela con complimenti e lusinghe solo per ottenere quello che voleva, non puo’ darle tutti i torti.
Lei scuote il capo.
“Non e’ vero. Sto solo cercando di farti capire, che uscire in questo momento non e’ una buona idea. E’ passato troppo poco tempo”
Sherlock sta insistendo per lasciare l’appartamento qualche ora, alla ricerca di informazioni utili. Si sta avvicinando il momento in cui Mycroft lo fara’ uscire dal paese, e lui vuole essere pronto. Per la verita’, non riesce a capire perche’ lui e Molly ne stiano discutendo, non deve chiederle il permesso, e’ libero di fare quello che vuole, giusto?
Ma in queste ultime settimane, Molly e’ la suo unica interlocutrice e lui ha scoperto che e’ piacevole confrontarsi con lei e sentire il suo parere. Senza contare che le deve letteralmente la vita. Questo pensiero ogni tanto lo irrita ancora un po’, non gli piace dipendere dagli altri: di solito riesce a dissimulare il suo fastidio, trascorre comunque tanto tempo da solo e quindi ha spazio per rielaborare, ma oggi non ha molta pazienza.
“Questo scambio di opinioni e’ inutile. Non me ne staro’ chiuso tra queste piccole, noiose quattro mura neanche un minuto in piu’. Ho bisogno di uscire, bisogno di vivere e respirare il mondo fuori, sto rischiando di rimbecillirmi con la sola prospettiva della  patetica condivisione della tua vita!”
La vede sussultare a quelle parole e immediatamente si pente.
“Molly...”
Lei alza una mano per interromperlo.
“No” esclama piano “hai ragione. Hai bisogno di uscire e sicuramente, le informazioni che devi raccogliere sono molto importanti. Mi preoccupo troppo, tu sei il grande Sherlock Holmes, sarai sicuramente in grado di cavartela e non farti scoprire.”
Lui la osserva trattenere le lacrime e poi voltarsi, per un attimo considera l’idea di non uscire, di restare con lei per tranquillizzarla e scusarsi.
Questo pensiero lo stupisce. Non e’ da lui preoccuparsi cosi delle conseguenze delle sue azioni e delle sue parole.
Scuote la testa, non ha davvero tempo per analizzare questo stato d’animo, ora.
“Esco.”le dice, consapevole che lei non rispondera’.
Invece lei lo stupisce.
“La vita... la vita puo’ essere bella anche per il solo fatto di essere vivi, sapendo che le persone che ami stanno bene e sono al sicuro.”
A questo, Sherlock non sa proprio cosa rispondere.
“Cerchero’ di rientrare entro sera” le dice quindi, mentre lei continua a girargli le spalle.
Ma invece non torna per i successivi due giorni.

***

Sherlock strinse i pugni e si maledisse internamente.
Se Molly avesse deciso di non sposarlo piu’, non se lo sarebbe mai perdonato. Il solo pensiero, pero’, era insostenibile.
Aveva sbagliato, ma era piu’ che determinato a fare in modo che lei capisse che era stato solo uno stupido errore, un cedimento alla noia che non c’entrava nulla con il fatto di essere affidabile, di poter essere un buon marito.
Fece un grosso respiro.
“Ok... ho indagato. Su un vecchio delitto per il quale avevano condannato un innocente. Ho risolto l’omicidio dopo aver verificato alcune idee. Mi spiace, so che ti avevo promesso di non prenderre casi in quest’ultima settimana, ma a onor del vero tecnicamente non l’ho preso, nessuno me l’ha offerto” le parole che la notte prima aveva detto a John e delle quali in quel momento era assolutamente convinto, adesso gli sembravano vuote e inutili “e’ stato veloce, te lo assicuro. Il delitto di una donna in cui chiaramente era stato il figlio e quegli inetti di Scotland Yard, hanno arrestato il postino e” si interruppe, consapevole di star blaterando. Non poteva certo contare sul fascino del caso, per scusarsi con Molly.
Lei lo stava ancora fissando.
Per lo meno non se ne era ancora andata, o non l’aveva colpito.
“E comunque la colpa e’ tutta di John. E anche un po’ di Lestrade e dell’addio al celibato”
“Ehi!” l’esclamazine indignata dell’ispettore e del suo testimone non si fecero attendere.
“Definitivamente e assolutamente colpa di John e Lestrade” annui’ convinto Sherlock.
Molly scosse la testa.
“Nessuno ti ha obbligato, vero?’ gli chiese.
Sherlock chiuse gli occhi e poi le si avvicino’ ancora un po’.
“No, hai ragione. Nessuno mi ha obbligato. Ti chiedo scusa, sono andato contro i tuoi desideri e ho tradito la tua fiducia. Ho semplicemente sbagliato, sono un idiota ma per favore, Molly, non”
“Grazie al cielo.” Esclamo’ lei a quel punto, zittendolo subito.
“Cosa?” probabilmente non aveva capito bene.
“Grazie al cielo” ripete’ invece Molly ancora una volta, cominciando a sorridere “avevo cosi timore di averti chiesto troppo e di star diventando una di quelle mogli che pretendono di controllare tutto, e prima ancora di essere legalmente tua moglie, per di piu’.
Avevo solo paura che se tu avessi preso un caso, qualcosa sarebbe potuto andare storto, che non saremmo riusciti a sposarci.
Ma poi mi sono resa conto che stavo esagerando e non era giusto chiederti di non essere... te. Mi sono sentita cosi in colpa, non so perche’ avevo quest’idea assurda, non avresti mai fatto niente di talmente stupido o avventato da non riuscire ad essere qui per il matrimonio, giusto?”
“Ehm... no?”Sherlock avverti’ dietro di se’ il colpo di tosse di John e represse l’istinto di girarsi per zittirlo.
Molly strinse gli occhi, ma poi decise di soprassedere e lui si rilasso’.
Un giorno, avrebbe sicuramente raccontato a Molly di quanto fosse andato vicino a non arrivare in tempo al loro matrimonio.
Non oggi, pero’.
Magari tra quaranta o cinquant’anni.
Si senti’ improvvisamente leggero e poi gli venne in mente una cosa.
“Molly, come sapevi che avevo preso un caso?”
Lei arrossi’.
“Sono passata da te ieri sera e poi stamattina. Tu non c’eri e le colture del tuo esperimento erano tutte degradate. Ho dovuto buttarle, mi spiace. Ho pensato che se non l’avevi terminato, eri stato preso da qualcosa di piu’ importante.”
Sherlock si senti’ molto orgoglioso della capacita’ deduttive della sua fidanzata, poi si rese conto di quello che lei aveva detto.
“Un momento, sei passata da me? E la tradizione per la quale gli sposi non devono vedersi prima del matrimonio?”
Molly arrossi’ di nuovo.
“Non c’e’ molto di tradizionale nel nostro rapporto e a me va bene cosi. Avevo voglia di vederti”
Sherlock la fisso’ intensamente.
“Molly Hooper, sei una donna straordinaria. Voglio assolutamente sposarti. Ora.” le disse con solennita’, rendendosi conto che era la verita’.
Lei gli sorrise e le si fece vicino per baciarla.
“Ehm, ehm... ragazzi. Possiamo continuare con la cerimonia, prima?” il giudice di pace aveva un’aria implorante. Non gli era mai capitato un matrimonio cosi.
Sherlock e Molly si allontanarono e si rimisero in posizione. Tutti tirarono inconsciamente un sospiro di sollievo.
“Miei cari, siamo qui oggi riuniti per celebrare un’unione tra due persone...”
 
***

“Un brindisi?”
Greg Lestrade porse un bicchiere di vino a John Watson prima di sedersi al tavolo con lui.
“Un altro?” il dottore sollevo’ un sopracciglio ma poi sorrise, prendendo il calice e portandoselo alle labbra.
“Ah, ce lo siamo meritati. Soprattutto tu”
John osservo’ per un attimo la coppia di sposi intenti a mangiare un pezzo di torta dallo stesso piatto: era sicuro che Sherlock stesse raccontando a Molly tutti i dettagli del loro ultimo caso. Tranne alcuni piccoli particolari, naturalmente.
Sorrise di nuovo notanto i loro sguardi, persi l’uno nell’altro.
“Siii, sono stato bravo”
“E sei sopravvissuto, non dimenticarlo” aggiunse Lestrade, con un tono neanche molto ironico.
“Gia’”
Il rinfresco da Angelo era molto semplice ma gradevole e cosa strana, considerando l’assortimento delle persone nella stessa stanza, tutti sembravano a loro agio.
Persino Mycroft si stava intrattenendo con lo zio di Molly, mentre la moglie di quest’ultimo, la signora Hudson e la madre di Sherlock stavano chiacchierando allegre.
John aveva appena finito una piacevole conversazione con Mary, la damigella di Molly, e ora si apprestava a fare il suo discorso da testimone.
‘Signore e signori, per favore... posso avere la vostra attenzione?” si alzo’ e il piccolo gruppo si zitti’. Dall’altro lato della stanza, Sherlock alzo’ il sopracciglio con una smorfia divertita e tiro’ Molly verso di se’, facendole appoggiare la testa alla sua spalla.
“Bene... ogni testimone che si rispetti fa un buon discorso e io, non voglio essere da meno. Suppongo che niente di quello che potrei raccontarvi di Sherlock potrebbe stupirvi, o forse si... ho in mente due o tre annedoti che potrebbero essere divertenti.
Ma sapete... oggi ho fatto da testimone al suo matrimonio. E se qualcuno mi avesse detto che sarebbe successo, qualche tempo fa, sarei scoppiato a ridere o mi sarei preoccupato per la sua salute mentale.
Mi piace pensare che sia anche merito mio, se oggi siamo qui perche’ diciamocelo... Sherlock in una relazione e’ quanto di piu’ strano si potesse pensare. Eppure oggi lui e Molly si sono scambiati la loro promessa. E non c’e’ persona al mondo che sia piu’ felice per loro di me, perche’ so quali difficolta’ hanno incontrato, quale impegno hanno messo nel costruire il loro rapporto. Beh, Sherlock ha dovuto morire per darsi una mossa!” tutti si misero a ridacchiare.
John fece un grosso sospiro “quello che voglio dire... e’ che io sono orgoglioso di aver testimoniato l’inizio del loro cammino.
Sono orgoglioso di essere loro amico, di far parte della loro vita e che loro abbiano tanta fiducia in me, da continuare a chiedermi di farne parte.
Sono orgoglioso perche’ un uomo straordinariamente intelligente e dotato, che io reputo il mio miglior amico, ha saputo accettare la sua sfida piu’ grande, che non c’entra molto con la logica e la deduzione.
E, Molly? Tu ne valevi certamente la pena. Sei una gran donna. Soprattutto perche’ lo sopporti.” Molly gli sorrise commossa.
“E adesso basta, tornate al vostro cibo e al vino, ho gia’ parlato troppo. Agli sposi!” John alzo’ il bicchiere e tutti brindarono.
Subito dopo, osservo’ Sherlock dare un bacio a Molly e attraversare la stanza, per venire verso di lui.
Si preparo’ mentalmente a qualche commento sarcastico. Non aveva davvero voluto essere cosi sentimentale, pensava di puntare su qualche battuta e di raccontare qualche storiella divertente, ma poi aveva parlato d’impulso.
Sherlock si fermo’ davanti a lui.
“Gran bel discorso”
John spalanco’ gli occhi.
“Sul serio? Ti e’ piaciuto?”
Piuttosto di rispondere alla domanda, Sherlock Holmes fece una cosa stupefacente.
Lo abbraccio’.
“Grazie. Di tutto” gli mormoro’ all’orecchio prima di lasciarlo andare.
John si mosse a disagio “Ehm, si... ecco... prego”
“Smetti di balbettare, John. Per un uomo che espone cosi i suoi sentimenti, non dovrebbe essere troppo diffiicile ricevere un contatto fisico cosi innocuo come un abbraccio dal suo migliore amico, no?”
John sorrise. Sapeva che il gesto appena fatto era stato invece di importanza fenomenale.
E che loro due non ne avrebbero piu’ parlato.
“E comunque, non aspettarti che io sia altrettanto sdolcinato al tuo matrimonio. Ho gia’ scelto qualche storiella da raccontare in cui ti sei reso particolarmente ridicolo.” Gli sorrise e lui ricambio’.
“Ora devo recuperare mia moglie, lo zio Archibald stara’ sicuramente rivangando quella vecchia e inutile storia di quando diedi fuoco alla sua cantina.”
John vide che in effetti Molly stava ascoltando divertita un racconto dello zio di Sherlock.
“Anche perche’ devi procedere con la tua sorpresa.”
Sherlock annui’.
“Esatto.  E tu potrai ritornare dalla damigella che ti sta aspettando a quel tavolo. Fossi in te non insisterei molto sui suoi gusti letterali, ha appena rotto con un professore di inglese e potresti consigliarle un buon fisioterapista, la spalla che si e’ rotta facendo ginnastica artistica a dieci anni le da’ ancora fastidio. Sta pensando di trasferirsi a Londra, lo si capisce da”
“Sherlock?”
“Si?”
“Smettila. Mi piacerebbe scoprire queste cose con calma. Sai, come fanno tutte le persone normali quando si conoscono, chiacchierando.”
“Cercavo solo di risparmiarti tempo” gli rispose lui, leggermente infastidito che il suo aiuto non fosse ben apprezzato.
“Preferisco ancora la vecchia maniera, grazie amico mio.”

***

“Te lo assicuro, Molly cara, fumo dappertutto. Un fumo particolarmente puzzolente. Ci abbiamo messo due mesi prima di poter entrare per reinbiancare la cantina”
Molly si mise a ridere.
“E lui continuava a lamentarsi che stavamo rovinando l’ultima parte del suo esperimento, lasciando aperta la finestra per cambiare aria” aggiunse la zia Mathilda, scuotendo la testa al ricordo.
“Era un esperimento estremamente importante” la voce di Sherlock fece voltare Molly, che subito gli ando’ incontro.
“Ne sono assolutamente convinta” gli disse, dandogli un bacio.
“Per la verita’, lui considerava tutti i suoi sciocchi e inutili esperimenti come estremamente importanti” Mycroft fece un sorrisetto compiaciuto dopo aver affermato questa frase, ma sua madre lo colpi’ leggermente sul braccio.
“Piantala. Se ben ricordo, quell’esperimento l’avete cominciato insieme”
Sherlock e Mycroft rimasero a fissarsi per un attimo.
“Impossibile” esclamaro tutti e due contemporaneamente.
Madeleine si limito’ a roteare gli occhi.
Figli.
Molly assisteva divertita, rendendosi conto con grande felicita’ che quella ora era la sua famiglia.
“Signora Holmes?”
Si giro’ al suono della voce di Sherlock.
 “Vogliamo procedere?”
Molly lo guardo’ confusa.
“Procedere con cosa? Oh... sei stanco, vuoi andartene? Capisco che tu sia un po’ stufo, anche se devi ammettere che e’ un bel rinfresco, ci stiamo divertendo”
Sherlock scosse la testa.
“No. Non voglio andarmene, devo dire che questa situazione e’ piu’ piacevole del previsto. No... intendevo dire che dobbiamo procedere con l’ultima parte del festeggiamento”
“Non capisco...”
“Dobbiamo ballare, Molly. Non e’ consuetudine che marito e moglie facciano un ballo?”
Detto questo la prese per mano e la porto’ in mezzo alla stanza.
“Un ballo? Stai scherzando, vero? Tu non balli”
“Sbagliato. In generale, non gradisco danzare, ma non significa che non sia in grado di farlo”
Molly scosse la testa.
“Non... non abbiamo previsto nessun tipo di musica”
Sherlock le sorrise “Ci ho pensato io. E’ la mia sorpresa per te.”
Si accorse che lei stava esitando.
“Molly? Sara’ solo un ballo, non cadere nel panico. Non sara’ assolutamente come al tuo saggio di fine anno in terza elementare”
“E tu che ne sai?”
“Se i miei parenti possono raccontarti di ridicoli aneddoti della mia infanzia, i tuoi possono fare altrettanto con me.”
Lei sospiro’.
“Sherlock... davvero, non sono una gran ballerina.”
“Molly Hooper Holmes, tu sei grande in tante cose. E so che lo vuoi fare”
Lei finalmente sorrise. Oh si, il ballo era sempre stata una costante dei suoi sogni sul matrimonio.
“Ok”
“Bene.” Sherlock fece un cenno e nella stanza inizio’ a risuonare la musica.
“Oh...” Molly sgrano’ gli occhi riconoscendo il pezzo.
Lui le avvicino’ la bocca all’orecchio.
“Se tu puoi usare il canone di Pachelbel, io posso utilizzare questa, non credi? Suggerirei dei passi di valzer”
Molly scoppio’ a ridere felice e comincio’ a seguire i suoi movimenti.

***

Appartamento di Molly Hooper
Diciassette mesi prima

Sherlock rientra dalla sua ricognizione fuori dopo due giorni. Sa che ha rischiato grosso, restando all’esterno cosi a lungo, ma non ha potuto fare altro. Un po’ perche’ ha trovato molte informazioni utili, un po’ perche’ aveva bisogno di tempo per capire come scusarsi con Molly.
Non solo sa che deve farlo (John lo avrebbe gia’ costretto), ma vuole farlo. Ne ha bisogno.
Entra nell’appartamento e sente la radio accesa, significa che Molly sta pulendo. Ascolta molta musica quando non sta lavorando, ma preferisce la radio solo se deve fare le faccende di casa.
La trova china sulla vasca da bagno, sta passando ossessivamente la spugna all’interno, come se stesse scaricando tutta la sua rabbia e la preoccupazione che sicuramente prova, visto che non lo sente da ben quarantotto ore.
Lo speaker sta raccogliendo telefonate dagli ascoltatori, l’argomento del giorno e’ l’autostima nella relazione affettiva.
“E quindi, Janette, e’ chiaro che devi interrompere il rapporto. Se ti fa sentire cosi, il problema e’ suo, non tuo” una psicologa sta offrendo il suo supporto a una ragazza che ha chiamato in lacrime.
Sherlock sta per intervenire, dicendo che dal tono della voce si capisce benissimo che in verita’ la ragazza ha ben due relazioni extra, quando Molly commenta tra se’ a voce alta.
“Si, si certo. Mollalo. Solo perche’ ti fa sentire insicura sul paio di scarpe da indossare! Tanto non ci metterai molto a trovarne un altro, vero? Vorrei capire qual e’ la tua scala dei valori quando si tratta di problemi di coppia!” Molly continua a pulire con energia, non si e’ ancora accorta della presenza di Sherlock.
“Cosi mi chiedo cosa farai quando lui scomparira’ per giorni... giorni interi! Dopo averti detto che la tua vita e’ patetica! Si certo, tu conti, ma solo finche’ fa comodo. Finche’ lo aiuti a inscenare la sua morte e gli offri un posto dove stare. E ha anche finito i tuoi biscotti al cioccolato!”
“Li ho ricomprati”
La voce di Sherlock la fa sobbalzare e si gira in tempo, per vederlo alzare il sacchetto che ha in mano.
“Doppia glassa. Come piace a te.”
Molly lo osserva restando china sulla vasca, pero’ ha smesso di strofinare.
“Sei tornato”
Sherlock annuisce.
La radio intanto ha cominciato a trasmettere un po’ di pubblicita’.
Molly si alza.
“Pensavo... pensavo che te ne fossi andato. Per sempre. Voglio dire, non per sempre sempre, sempre nel senso di essere partito per quello che dovrai fare,  una volta lasciata Londra. Con Mycroft. Cioe’ lo so, lui non verra’, andrai da solo e sarai solo. E darai la caccia alla rete di Moriarty. E sarai solo, l’ho gia’ detto, ma e’ cosi sbagliato e io non potro’ fare a meno di preoccuparmi da morire e tu... tu sei tornato”
E’ il discorso piu’ sconclusionato che le ha sentito fare negi ultimi tempi, eppure Sherlock sorride.
D’un tratto, ha voglia di fare una cosa.
Davvero tanta voglia.
E non vuole neanche chiedersi troppo il perche’. Ancora non lo sa, ma un giorno dira’ a John che e’ semplicemente capitato. E poi col tempo imparera’ a dargli un significato e a  capire, quanto sia diventato fondamentale nella sua vita il rapporto con questa donna.
Un giorno, sapra’ tutte queste cose.
Per ora, sa sicuramente che non e’ solo una conseguenza del fatto che le ha detto parole orribili.
Lo speaker della radio torna in onda in quel momento, annunciando la prossima canzone.
“E ora, cari amici ascoltatori, un brano dei REM del 1996, New Test Leper. Buon ascolto!”
Mentre le prime note della canzone iniziano a suonare, Sherlock si avvicina a Molly e la bacia.
Non sulla guancia, no.
La bacia con passione e foga, ma anche con tanta tenerezza.
Lei si contorce per togliersi i guanti, con i quali stava pulendo, senza interrompere il contatto e quando ci riesce, lo abbraccia forte.

***

“Scelta strana, per il ballo di un matrimonio” Lestrade raggiunse di nuovo John, che scosse le spalle.
“Ha un qualche significato, per loro. Sherlock non me l’ha voluto dire”
“Forse pensa che ci dovresti arrivare osservando, che ne so... le sue scarpe?”
John scoppio’ a ridere.
“No... credo solo che sia una cosa estremamente sentimentale e lui non ci tenga particolarmente a condividerla”
“Sherlock sentimentale. Ora ho visto davvero di tutto, nella mia vita”

***

L’uomo con il fucile stava inquadrando la coppia che stava ballando in mezzo alla sala.
Li osservo’ fermarsi e scambiarsi un lungo bacio, mentre i loro invitati li applaudivano.
Avrebbe potuto con facilita’ ucciderli entrambi, magari cominciando con la ragazza.
Sul suo petto sarebbe apparsa una macchia di sangue che piano piano si sarebbe allargata.
Il suo compagno, il celebre Sherlock Holmes, l’avrebbe osservata impotente e poi sarebbe caduto vittima di un altro proiettile.
L’uomo senti’ un brivido di piacere a quel pensiero.
Ma in questo momento, era solo un osservatore.
Niente omicidi, stasera.
Per ora.
 
 
NOTA: Ok ok... scusate il finale, ma non volevo concludere con troppo miele.
Dopo tutto stiamo parlando di Sherlock Holmes!
Adoro la canzone dei REM che Sherlock e Molly ballano, anche se non ha un testo romantico: sono abbastanza convinta che possa essere ballata con passi di valzer. Forse.
Beh, e’ stato bello. Ciaooooo!!!!
 
  
  
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