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Autore: mrsdianablack    05/07/2012    2 recensioni
Oh allora..una long finalmente, l'unica decente che ho completato nell'universo di Buffy. E' ambientata durante la stagione 5 di Angel, subito dopo l'episodio Damage, quello in cui Spike viene ferito dalla cacciatrice pazza. E se Buffy avesse scoperto tutto e fosse corsa a Los Angeles? Da lì' si sviluppa in maniera diversa rispetto la serie. Fred non diventa Illyria e non c'è nessuna apocalisse. Ma c'è l'Immortale. Ma non sta con Buffy.
Piccola nota: i primi 8 capitoli li ho scritti nel 2005/2006, gli altri nel 2008, quindi probabilmente si noterà una piccola differenza stilistica.
Buona lettura :)
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era la quarta volta che percorreva lo stesso corridoio.
Ed era la quarta volta che sbagliava direzione, perdendosi sempre di piu’ in quel labirinto che qualcuno chiamava Wolfram & Hart.
Non sapeva da quanto stava girando per l’edificio, nel vano tentativo di raggiungere l’uscita.
Era stato facile, la sera prima, con una guida.
Ma ora.
“Oh Maledizione!” borbotto’ esasperata, ritrovandosi di nuovo in un vicolo cieco.
Stava per tornare indietro quando avverti’ una presenza alle sue spalle.
Anche senza voltarsi capi’ di chi si trattava.
L’avrebbe riconosciuto tra mille.
“Angel..”disse, girandosi lentamente.
Il vampiro bruno sorrise, per nulla sorpreso che lei l’avesse sentito anche senza vederlo.
Per un attimo si illuse che Buffy fosse lì per lui, solo per lui.
Poi vide le sue occhiaie scure, gli occhi arrossati dal pianto, il volto stanco, i capelli scomposti.
E si chiese cosa ci facesse lì, così lontano dal piccolo centro medico dell’agenzia.
“Buon giorno Buff..”disse, quieto.. “ Credevo fossi da Spike..”
Il volto della ragazza s’incupì, sospirò pesantemente, prima di parlare.
Forse era stata troppo precipitosa ad andarsene così, senza lasciargli il tempo per spiegare, per chiarire.
Dopo tutto lui aveva tutte le ragioni per essere in collera con lei.
Stupida, stupida Buffy, che agisci sempre senza riflettere..
“Abbiamo avuto una piccola discussione..” disse, abbassando lo sguardo.
“Vuoi parlarne??”chiese Angel, cauto.
Da un lato il vampiro bruno gioiva, per quell’inaspettata notizia, dall’altra la sua coscienza era dispiaciuta per Spike.
Non lo meritava, non ora che aveva bisogno di tutto il sostegno possibile.
Buffy scosse la testa con decisione.
“No, non credo tu sia la persona adatta per..”
“Forse..” la interruppe lui.. “ ma sono quello che gli è stato piu’ vicino negli ultimi mesi..”
La cacciatrice rialzo’ il viso di colpo, gli occhi verdi spalancati per la sorpresa.
Era proprio Angel quello che gli stava davanti?
Lo stesso vampiro che solo pochi mesi prima pareva un bambino di cinque anni, tant’era geloso??
 
“Spike ha un anima ora, Spike è nel mio cuore..”
 
E lui si era ingelosito.
No, non poteva essere. Il mondo pareva essersi capovolto.
“Angel, io non..”
“Hai gia’ fatto colazione??” la interruppe di nuovo lui, spiazzandola.
La ragazza scosse meccanicamente la testa, rendendosi conto solo in quel momento di essere affamata.
Il vampiro di fornte a lei sorrise.
“Bene..”disse, prendendola sottobraccio e iniziando a camminare lungo il corridoio.. “non posso portarti fuori a pranzo ma posso ordinare la colazione in ufficio, vuoi??”
 
La conversazione con Angel era stata molto utile. E quella passeggiata le stava schiarendo ulteriormente le idee.
Lentamente si stava disegnando nella sua mente cio’ che avrebbe dovuto fare di li’ a poco, in mezzo, le parole confuse del vampiro bruno.
Ora sapeva tutto, o quasi, degli ultimi mesi di vita di Spike. Sapeva quello che aveva patito, quello che aveva passato.
E sapeva che non aveva mai smesso di pensare a lei, di amarla, nemmeno per un istante.
Sospiro’, osservando distrattamente la vetrina che aveva davanti.
Una volta le piaceva lo shopping. Andare con le amiche a comprarsi nuovi vestiti, cosmetici, scarpe, borse, cd.
Come le pareva lontano quel mondo.
Aveva solo 23 anni e sembrava fossero trascorsi secoli, da quand’era adolescente.
 
“L’amuleto, quello che ti avevo dato, mi è stato recapitato in una busta chiusa nel mio ufficio, 19 giorni dopo la chiusura della bocca dell’inferno. Da li’, in una nuvola di fumo è riapparso Spike, non era corporeo, in quanto la sua essenza era rimasta imprigionata all’interno del gioiello.”
 
Quelle frasi le rimbombavano senza sosta nel cervello.
Spike era tornato, e lei non era stata informata.
Riprese a camminare per la strada. Non aveva ancora il coraggio di tornare da lui. Non finche’ si trovava in quello stato confusionale.
Passava in pochi secondi dalla rabbia al dolore, dalla frustrazione alla gioia.
L’attimo prima desiderava ucciderlo, quello dopo stringerlo a se’, e fargli dimenticare tutta la pena patita.
 
“Sei TU a non sapere cosa IO ho passato CACCIATRICE..”
 
Era vero, lei non poteva immaginare.
Perche’ non sapeva dannazione!!
“Se solo non mi avessi dato quel gingillo..”
Gia’..se solo non gli e l’avesse dato. Consegnargli quel gioiello era stato come condannarlo a morte.
E l’avrebbe capito, se lui la odiasse, ora. Lei era l’unica responsabile.
Lei riusciva sempre a far soffire le persone che amava.
Forse avrebbe fatto meglio a tornare in Europa. Cosi’ almeno gli avrebbe risparmiato altro dolore.
 
“Credi che non abbia pensato, credi che non abbia desiderato vederti, parlarti ancora..”
 
Chiuse gli occhi, ignorando quella vocina che le diceva insistentemente di smettere di pensare, e di tornare da lui.
E fu come un flash.
Vide il viso di Spike materializzarsi nella sua mente, ed ebbe persino l’impressione di sentire la sua voce.
 
“TI AMO Buffy. HO BIOGNO DI TE..”
 
Riapri’ gli occhi di colpo.
No.
Non poteva.
Non poteva andarsene.
Non cosi’.
Si volto’ ed inizio’ a correre, incurante dei passanti che la guardavano straniti.
Doveva tornare da lui.
Doveva vederlo, toccarlo.
Doveva...
 
Giunse alla Wolfram & Hart che era da poco trascorso il tramonto.
Harmony stava lasciando la sua postazione per tornare a casa.
Di Angel pareva non esserci traccia. Probabilmente era fuori per qualche missione.
Buffy intercetto’ i movimenti della vampira e le si paro’ davanti.
Lei la guardo’ infastidita. Sospettava le ragioni per cui la cacciatrice era tornata li’. E non voleva darle la soddisfazione di aiutarla.
Perche’ sì, era gelosa.
“Angel non c’è..”disse, in fretta, cercando di farsi strada.
Ma Buffy non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare.
“Non cerco Angel..”replico’, gelida.
“E che vuoi allora??”
“Portami al centro medico.”
 
Pochi minuti dopo era nel corridoio nei pressi della camera di Spike. Da dentro le giunsero, concitate le voci confuse del vampiro e di Fred.
Si fermo’, non vista, sulla soglia, spinse un poco la porta per scrutare all’interno.
Spike era in piedi accanto al letto, dava le spalle alla porta e pareva discutere piuttosto animatamente con la giovane scienziata.
Sembrava stare un po’ meglio di quella mattina.
“Ti prego, cerca di ragionare..William..”stava dicendo la ragazza.
Buffy lo vide scuotere la testa, mentre una morsa di gelosia le serrava lo stomaco.
Come si permetteva quella di chiamarlo col suo vero nome. Come si permetteva di avere cosi’ tanta confidenza con lui.
“Sono stanco Fred. Questo posto mi da sui nervi, e l’odore di disinfettante mi nausea. Voglio tornare a casa, sto bene..”
“Soltanto un altra notte Spike, per favore..” replico’ lei, con tono supplichevole.
Avanzo’ di un passo verso il vampiro, andando a mettersi proprio di fronte alla porta. Alzo’ la testa appena sopra la spalla di Spike e la vide.
“Buffy!!” grido’, speranzosa.. “diglielo anche tu..”aggiunse, facendole cenno di entrare.
La schiena del ragazzo fu percorsa da un brivido. Non l’aveva sentita arrivare.
Scosse la testa. Gli antidolorifici che prendeva da due giorni gli alteravano i sensi, e la percezione della realta’.
Aveva desiderato per tutto il giorno, che quella porta si aprisse, e apparisse lei.
E ora era li’.
Si volto’ lentamente, e quando incrocio’ gli occhi verdi di Buffy il suo cuore ebbe un fremito.
Ma si impose di rimanere immobile, mascherando ogni emozione dietro uno sguardo di ghiaccio.
“Me ne andro’ di qui, con o senza il tuo consenso, passerotto..” disse, tornando a rivolgersi a Fred.
Buffy emise un profondo respiro, ed entro’ nella stanza.
Rivederlo le aveva procurato un emozione indescrivibile. Avvertire la sua freddezza l’aveva fatta stare male. Sentire chiamare un altra con il “suo” nomignolo l’aveva fatta morire di gelosia.
Ignoro’ a sua volta il vampiro e si avvicino’ alla giovane scienziata.
“C’è qualche rischio se esce di qui stasera?” chiese, a bassa voce.
Fred scosse la testa.
“No ma, non voglio che rimanga solo, ha ancora bisogno d’aiuto. E qui sarebbe assistito...”
“Ci pensero’ io..” disse la cacciatrice, con convinzione.
Spike sussulto’, a quelle parole, ma finse indifferenza.
Si avvicino’ ad una sedia e prese lo spolverino.
Non aveva bisogno di aiuto. Non aveva bisogno del suo aiuto.
Voleva stare solo. Voleva solo..
Una fitta di dolore gli trapasso’ il corpo, mentre cercava di infilare la giacca.
“C’è qualcosa di particolare che devo fare??”stava dicendo Buffy nel frattempo.
Fred le mise in mano delle bottigliette riempiti di pillole colorare.
“Per il dolore..”spiego’.
Buffy sorrise, e torno’ a rivolgere la sua attenzione sul vampiro.
Lo raggiunse da dietro e lo aiuto’ a indossare lo spolverino.
In risposta ebbe solo un ringhio sommesso ma lei non se ne curo’.
Gli circondo’ la vita con un braccio e, salutata Fred, usci’ dalla stanza, seguita di malavoglia da Spike.
   
 
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