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Autore: WaitForIt    06/07/2012    3 recensioni
–I'm ok, I'm alright, I ain't gonna face no defeat.
Sento i miei occhi tentare la fuga dalle orbite quando il bambino apre la sua piccola bocca carnosa.
Scandisce le parole in maniera naturale e si tocca lo stomaco come per controllare il respiro. Lascio che termini la canzone prima di sfilarmi le cuffie e di scendere dal mio spazio sul muretto.
–Ho bisogno che tu faccia una cosa per me.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il panorama che si estende davanti ai miei occhi è improvvisamente illuminato. Click. In una manciata di secondi vedo il cielo, il mare, la strada, i palazzi, gli alberi e le auto attraverso l'obiettivo. La fotocamera fa uno strano rumore, prendo la polaroid e, dopo averla scossa, la ficco in tasca insieme alle altre. 

Mi lascio cadere pesantemente sul muretto e, dopo aver riposto delicatamente la fotocamera nella borsa piena di fazzoletti e cianfrusaglie varie, afferro un pezzo della cioccolata che tengo in tasca e lo mordo, godendo delle nocciole intere al suo interno. Poi traffico nella borsa finché le mie dita non si stringono attorno al mio lettore CD, metto le cuffie nelle orecchie e faccio partire il disco. Una melodia pop rock mi invade le orecchie, mentre lascio che la mia schiena si distenda sul muretto e chiudo gli occhi assaporando l'odore del mare così vicino.

 

Each morning I get up I die a little

Can barely stand on my feet

 

Stare da sola non mi dispiace neanche un po', anche se ho passato gran parte della mia adolescenza a preoccuparmi della mancanza di amici. 

Gli amici non esistono: sono solo un'istituzione per farci fidare degli stronzi e rimanere fottuti. Come nel mio caso.

Riesco a contare le battute, le note, improvviso un assolo su di una chitarra invisibile e solo quando sento qualcuno che mi tocca delicatamente la spalla mi accorgo di aver cominciato a cantare ad alta voce.

 

(He works hard)

Everyday - I try and I try and I try

But everybody wants to put me down

They say I'm going crazy

 

Il bambino che mi sta davanti ha i capelli castano chiaro e gli occhi del colore dei rami più alti degli alberi. Ha una piccola voglia sul collo ed un'espressione che mi fa venire una terribile voglia di stringerlo in un abbraccio. Non deve avere più di cinque anni.

–Canti bene, sai?

–Oh, grazie.

Gli regalo un caloroso sorriso che lui ricambia, poi mi alzo a fatica dalla posizione che ho assunto in precedenza e, afferrata la fotocamera, immortalo il meraviglioso sorriso del bambino dalla camicia a quadri.

–Perché mi hai fatto una foto?

–Così mi ricorderò di te.

Lui non dice nulla, ma anzi continua a fissare un punto imprecisato alla mia sinistra.

I'm ok, I'm alright, I ain't gonna face no defeat.

Sento i miei occhi tentare la fuga dalle orbite quando il bambino apre la sua piccola bocca carnosa.

Scandisce le parole in maniera naturale e si tocca lo stomaco come per controllare il respiro. Lascio che termini la canzone prima di sfilarmi le cuffie e di scendere dal mio spazio sul muretto. 

–Ho bisogno che tu faccia una cosa per me.

Le labbra del bambino si allargano di nuovo in un sorriso che mi lascia quasi senza fiato, poi annuisce.

Io gli tendo la sua foto e un pennarello nero che alloggia da anni nella mia borsa blu consunta.

–Puoi autografarmi questo?

–Perché?

–Un giorno diventerai famoso ed io diventerò ricca dopo aver venduto questa foto.

Il bambino arrossisce e, dopo aver afferrato impacciatamente il pennarello nella mano piccola, traccia della lettere grandi e chiare.

–Liam.

I nostri occhi si incontrano per un secondo mentre lui mi tende la foto ed il pennarello con la mano piena di macchie. Nei suoi occhi riesco a leggere la fiducia, la speranza, la possibilità che gli ho dato in quei pochi attimi con quella manciata di parole.

Sento uno strano formicolio dalle parti del cuore e mi sento rilassata, felice forse. Amare un bambino è normale, no? I bambini sono così semplici, così puri, così ingenui.

I grandi occhi di Liam seguono ogni mio movimento mentre alzo nuovamente la fotocamera e gli avvolgo un braccio dietro la schiena. 

–Sorridi!

Scuoto la foto appena stampata e gliela porgo.

–Così ricorderai il bene che mi hai fatto.

Liam osserva la foto stretta tra i suoi pugni con una strana espressione concentrata, ma la sua riflessione viene interrotta: una donna, infatti, urla il suo nome in lontananza e il bambino, con una espressione di scuse, si congeda e si volta correndo. Quando anche le sue Converse bianche sono sparite all'orizzonte del mio campo visivo mi volto e rimetto disordinatamente tutto quello che avevo tirato fuori nella mia borsa.

Forse non sarà così male diventare madre, mi ritrovo inevitabilmente a pensare, carezzando la pancia proprio come aveva fatto Liam con la sua prima, forse.


 

Salve! Non ho idea di cosa sia questo, so solo che mi andava di scrivere qualcosa e quindi l'ho fatto.
Cosa ne pensate? 
Ci ho ficcato dentro un po' dell'effetto che Liam ha avuto (e ha) su di me: mi ha resa felice più e più volte solo attraverso una foto ed un sorriso.
Grazie anche se avete solo aperto questa pallida ombra di fan fiction, spero che in qualche modo vi sia piaciuta.
Le vostre recensioni sono come una foto di Liam da bambino.
Abbracci,
WaitForIt

  
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