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Autore: MistakenWind    06/07/2012    2 recensioni
In un mondo in cui tutti continuano a ripetere "C'è crisi", ogni tanto spunta qualcuno che ha ancora il coraggio di essere se stesso, e strappare un sorriso con un po' di goffa ironia a chi continua a camminare a testa bassa rassegnato. Margò è goffa, imbranata e forse strana (sinonimo forse di pazza?) e dovrà lottare con una gioventù che apprezza solo una quarta/quinta di reggiseno, o il metro e settanta di altezza.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio di cuore tutte coloro che stanno leggendo questa
storia sostenendomi con le loro stupende recensioni (;
Vi prego continuate così!
PoisonHeart_

 

Capitolo 6.


 

- Sicura della tua scelta?
- E perchè non dovrei esserlo?
Ricorderò sempre le parole di mio padre quando ero la, davanti alla mia piccola passione infuocata. Lui era controvoglia nel regalarmela, ma conosceva la mia passione fin da quando ero piccolina ed un no era la cosa che avrebbe frantumato i miei sogni. Spesso mi chiamava "Maschiaccio" anche per questa passione che non si addice ad una ragazzina.
- Capirei la tua orripilante scelta se fossi un piccolo hippie cannato con gli stivali di pelle e i piercing in faccia.
Ecco ciò che pensava mia madre sulla mia decisione. Inutile dire che aveva fatto un miscuglio tra un hippie e un punk. Ma va beh, la sua opinione per me contava meno di una gomma da masticare spiaccicata sull'asfalto da anni.
L'importante che adesso lei era con me, il mio piccolo gioiellino, il mio
TESSSSSSSSSOOOORO.
Sapevo di sembrare strana o pazza agli occhi di tutti, ma non importava. Adesso invece del motorino scassato che avevo, avevo una stupenda moto da cross rossa fiammante! Mi emoziono solo a pensarla!
-Breve Flashback sul perchè la moto da cross-
Fin da piccola mia madre era un appassionata degli sport estremi. Faceva arrampicata, si buttava dal paracadute, faceva deltaplano e parapendio, e andava nel bosco nelle strade più pericolose con la sua fedele moto da cross che aveva chiamato "Giselle". Avevo ereditato un po' del suo amore per l'estremo, e adesso avevo anche io una moto, che chiamai "Giselle"... come quella di mamma.

La mia Giselle adesso era sotto di me e sfrecciava che era una meraviglia per le strade di città mentre mi dirigevo controvoglia a scuola. Avevo già una pista in mente che dopo avrei provato con piacere. Andare a scuola con l'altro motorino non se ne parlava, visto i freni che funzionavano una volta si e venti no. Così mi presi lo sfizio di salire sulla moto per fare il mio primo viaggetto.
Appena arrivai vidi molte ragazze schizzinose arricciare il naso, risi mentre mi tolsi il casco. I ragazzi invece, la pensavano in un altro modo. Si avvicinarono per vedere la moto, ma io diedi poche spiegazioni, misi il cavalletto e andai via togliendomi il giacchetto di pelle. 
Mi nascosi la collana che prima era appartenuta alla mamma dentro alla maglia. Era tutto per me quel piccolo ciondolo a forma di rosa con delle sfumature blu. Da quando lei era volata via non me l'ero mai levata, solamente per fare il bagno, per evitare di sciuparla.
Ed ecco che la giornata partì con la solita noia mattutina della scuola.
Compito di latino= TRAGEDIA
Interrogazione di matematica = EVITIAMO L'ARGOMENTO
Interrogazione/compito chimica = VI PREGO FATEMI USCIRE DI QUA!
Ecco il breve riassunto della mia giornata di scuola!
Come se non bastasse qualcuno appena uscito da scuola non ci pensò due volte a farmi lo sgambetto e farmi battere la ginocchiata più dolorosa della mia vita!
Borbottai tra i denti imprecazioni su imprecazioni, mentre zoppiccavo fino alla mia moto. La mia migliore amica oggi non c'era, era partita una settimana in crociera, e non sapeva quanto mi mancava. Appena salita sulla moto, il mio amore mi apparve davanti.
- Che fai scappi da me, maschiaccio?
Sorrisi mentre gli passai il casco.
- Salta su, adesso facciamo un giro a modo mio!
Joey montò sulla moto un po' titubante. Appena salito sgommai e partii via cercando di dimenticare questa stupida scuola. Un dettaglio però, mi portò a rallentare. Un ragazzo, con un giacchetto di pelle, i capelli folti e neri un po' scompigliati e gli occhi verdi ipnotici mi fissava, e lasciava sulla pelle come una scarica elettrica. Il mio sguardo fu incatenato al suo e per un breve secondo pensai di volerlo mettere sotto alla moto con quello sguardo ingorante e prepotente. Alla fine distolsi lo sguardo e lo portai nel mio paradiso, dove sempre mi divertivo a guardare la mamma mentre faceva mille pazzie con la sua Giselle!




Scusate il capitolo corto, ma è un intermezzo,
una specie di pubblicità nella vita di Margò (;
A tra un po' con il continuo sempre più movimentato!!
PoisonHeart_


  
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