Restò con la faccia spalancata per circa cinque minuti,
fino a quando non decise di parlare.
- La mia Hope Parker, non abitava qui, a Stratford. Me lo ricordo perfettamente. -disse tremolante guardandomi negli occhi.
- La tua Hope un corno, Bieber. Ma non ti vergogni? Mentre io ero impegnata con Destiny, tu ti scopavi mezza Stratford! - risposi urlando.
Eh no Bieber, ora non la passi liscia.
Sono stata zitta per quasi due anni, ora te ne devo dire quattro.
- Chi è Destiny? - domandò curioso.
- Se solo saresti restato, lo sapresti chi è Destiny. - biascicai mentre le lacrime
scorrevano calde sulle mie guance.
- Dimmelo chi è, cazzo! - urlò.
- Ci sono i bambini, è meglio andare a parlare da qualche altra parte, e cerca di non dire...parolacce davanti a loro la prossima volta. - lo sgridai abbassando la voce.
Sussurrai un piccolo 'bambini, io vado un attimo a parlare con il vostro fratellone, state qua'
a Jazmyn e Jaxon, e salimmo in camera di Justin a parlare.
- Vuoi parlare? - chiese cercando di mantenere la calma.
- Intanto inizia a tranquillizzarti. - lo calmai dandogli un fazzoletto, che era dentro la mia tasca.
- Me lo vuoi dire chi é? - domandò ancora una volta, esasperato.
- Tua figlia. - dissi con tutta la tranquillità del mondo.
- E me lo dici così? Tutta bella tranquilla?! - come glielo avrei dovuto dire?
- Ehm..sì?! - risposi di rimando acida.
- La voglio conoscere. - cazzo dice questo?
- Te lo scordi. - ribattei guardandolo negli occhi.
- Non meriti niente, tu. Non la conoscerai mai tua figlia, mi hai lasciata sola per tutto questo tempo, non c'eri neanche quando è nata, non hai visto niente, non sai come è cresciuta, non sai i suoi hobby, le sue passioni. Non sai niente di niente. -
continuai poi. - NON MERITI NEANCHE DI ESSERE CHIAMATO PADRE. -
- Ma io.. - cercò di parlare, ma lo bloccai sul colpo.
- Niente ma, Justin, mi fai solo schifo. Ora, scusami, sono le 20.00 il mio turno è finito. Ci si vede Bieber- risposi prima di aggiustarmi le parti restanti del mio chignon -sì, perché non aveva più niente di uno chignon - e aprire la porta per poi chiuderla alle mie spalle.
Uscii da quella casa piena di rabbia, delusa, triste, non so spiegare le emozioni che ho provato, e con un Justin dalla faccia che voleva dire 'Mi dispiace'.
Deve soffrire come ho sofferto io in questi anni.
okay, ecco il terzo capitolo.
non è un granché lo so, l'ho scritto
di fretta ieri, perché sono dovuta uscire
quindi, che dire, PERDONATEMI. çç
Recensite in tanti, eh. c;
Per quanto riguarda i personaggi:
Hope.
Destiny.
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