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Autore: Forge    06/07/2012    3 recensioni
Buonsalve!
Come già annunciato nell'introduzione della fic 'lo specchio delle meraviglie' (hey, andatevela a leggere se non avete nulla da fare!) Sto pubblicando le mie fiction dal cellulare. Speriamo bene, come sempre.
Questa one shot parla di Neville Paciock quando viene pietrificato da Hermione. E' piuttosto comica, o almeno doveva esserlo.
Dedico questa fiction a tutti quelli che hanno letto e recensito le mie precedenti one shot e in particolare a una mia cara amicetta che mi ha consigliato il tema dello scritto.
Genere: Introspettivo, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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-Non vi lascerò far perdere a Grifondoro altri punti!- furono le ultime parole che uscirono dalla mia bocca.
-Scusami Neville, scusami tanto.- disse Hermione -Petrificus Totalus!- aggiunse.
E poi caddi.
Eppure non ero inciampato, non mi avevano spinto. Provai ad alzarmi. Niente, non riuscivo a muovermi.
Rimasi fermo a terra mentre Harry, Ron e Hermione mi scavalcavano mormorando 'scusa'.
Il mio corpo era ancora in posizione d'attacco. Avevo pensato di non portare la bacchetta, tanto non sapevo usarla, e quindi avevo alzato i pugni, divaricato le gambe e piegato un po' le ginocchia.
Certo che Hermione poteva anche avvisarmi.
Poteva dirmi 'Neville, cambia posizione, cosí quando dovró pietrificarti per un tempo imprecisato potrai stare comodo'. Ma no, aveva agito subito, cogliendomi impreparato.
Stare qua non é poi cosí male. Che ore saranno? Le dieci? Le undici, forse.
Non pensavo che il soffitto della sala comune potesse essere cosí affascinante. Era di una sfumatara screziata, tra il giallo ocra e il beige, pieno di linee astratte, come la superficie di un legno. Rimasi a guardarle per non so quanto tempo.
A un certo punto mi assopii. Fu uno strano gracidio a svegliarmi.
-Oscar!- urlai. O almeno credevo di aver urlato. In realtà le mie labbra non si mossero. Però riuscii a spostare gli occhi sulla mia rana che mi era saltata sul petto. Poi lo vidi fare un altro salto. E scomparve.
Bene, mi ero giocato anche la mia unica compagnia. Ora avrei dovuto aspettare il mattino. Non che Oscar fosse capace di fare un incantesimo, peró era gradevole avere qualcuno accanto con cui chiacchierare mentalmente.
Dopo tutto quel tempo il soffito aveva perso il suo fascino. Dovevo trovare un altro passatempo per distrarmi.
Ero nel bel mezzo di un'accanita partita a Quidditch mentale (Rospi contro rane; era divertente immaginare Oscar in cima a una scopa!) quando sentii dei rumori.
Eppure dovevano essere le due... Forse le quattro. Il sole non era ancora sorto.
All'inizio fui pervaso dal sollevio e fremevo d'eccitazione. Finalmente qualcuno che potesse liberarmi da questo dannatissimo incantesimo! Poi quando le voci si fecero più vicine avrei voluto sparire.
-Oliver, sicuro che non ci sia nessuno?-
-Sta tranquilla, piccola, la sala comune é vuota.- disse una voce familiare.
Oh no. Oh no, no, no! Proprio oggi, proprio adesso Oliver Baston e la sua fiamma dovevano venire a pomiciare nella sala comune?
Pensai alla mia posizione. Ero piuttosto vicino all'ingresso (oh, come avrei voluto fuggire) e nascosto da una poltrona. Teoricamente si dovevano veder spuntare solo le mie gambe.
D'un tratto le voci smisero di parlare. Al loro posto cominciai a sentire suoni piuttosto inquietanti.
Provai a concentrarmi sulla partita che avevo interrotto... Ma niente.
Provai a contare le pecore per provare a dormire. Ma mentre cercavo di sforzarmi di focalizzare una pecora cominciai a chiedermi se quella che vedevo nella mia mente era una pecora o una capra.
Ero assorto in questo pio pensiero quando un urlo interruppe la mia immaginazione.
-Sssssssh, zitta!- disse Oliver. Probabilmente le aveva messo una mano sulla bocca, perché sentivo altri urli soffocati. -Cosa c'é?!-
-Là... Là dietro c'é qualcuno! E' un cadavereeeee!!!-
Questa era proprio una cattiveria.
Forse non sono bello come Dean Thomas peró non sono nemmeno cadaverico. E le mie gambe non erano molli e accasciate. Erano ancora tese per via della posizione d'attacco!
E inoltre nonna Augusta mi ripeteva sempre -Neville, forse adesso sei un po' bruttino... Ma vedrai che prima del settimo anno il tuo sex appeal crescerà a dismisura!-
-Neville Paciock!- pronunciò un esasperato Oliver Baston -per tutti i manici di scopa, potresti dirmi cosa ci fai qui?-
Pronto? Terra chiama Baston! Sei ancora sulla tua di scopa? Non vedi che sono pietrificato!?
-Oliver, credo sia stato pietrificato! Vado a chiamare la McGranitt!-
grazie Capitan Ovvio, avevo proprio bisogno di te!
Baston si avvicinó a me e mi scrutó -Effettivamente sei pietrificato. Chissà chi é stato... Deve essere piuttosto capace l'artefice di quest'incantesimo- bene Hermione, se quello che volevi era far colpo su questo tipo, ci sei riuscita.
Poi si avvicinò ancora e mi sussurrò -Paciock, non osare far parola di quello che hai sentito o visto stasera, capito?- lui lesse lo sguardo terrorizzato riflesso nei miei occhi e si sentí soddisfatto.
-Paciock!- fece la sua entrata una Minerva McGranitt piuttosto scombussolata. Sciolse l'incantesimo con un colpo di bacchetta.
Mai vederla fu più gradevole!
-Non faccia movimenti bruschi. Baston, mi aiuti, portiamolo da Madama Chips. Dovrai spiegarci un bel po' di cose, signorino!- sbuffó la McGranitt sostenendomi.
Non proferì parola nemmeno quando mi distesero sul letto. Sinceramente l'unica cosa che volevo fare era dormire.
Stavo per assopirmi quando un dubbio esistenziale prese possesso dei miei pensieri.
Alzai un poco la testa e vidi la McGranitt parlare con Madama Chips.
-Professoressa?- la mia lingua funzionava ancora, per fortuna!
-Paciock, lei deve dormire- mi ammonì Madama Chips.
-Professoressa, potrebbe illustrarmi com'è fatta una pecora?-
Lei mi guardó strabuzzando gli occhi. Per un attimo fu tentata di mandarmi al diavolo.
Poi vidi qualcosa nei suoi occhi. Tenerezza, forse?
Prese dal mio comodino il bicchiere vuoto che ci avevo appoggiato sopra e con un leggero colpo di polso lo trasfigurò in una piccola pecora di plastica.
Feci un leggero sospiro di sollievo e finalmente potei dedicarmi al mio dolce russare.
  
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