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Autore: Arglist    06/07/2012    1 recensioni
Una FanFiction sull'amore di May Chang e Alphonse Elric, missing moments sul continuo del anime/manga brotherhood. Prima FF da parte mia, articolata in più capitoli. Piccolo spezzone:
Al non potè trattenere una risata fragorosa, e i tre risero per alcuni secondi, tornando poi seri.
La conversazione stava per concludersi lì quando Jelso, inspiegabilmente, parlò.
- Al - chiese con estrema lentezza - che cosa hai provato quando hai visto quella ragazza?
Eh, se lo sapessi te lo direi...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, May Chang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno cari lettori e lettrici. Mi scusa in anticipo per la mancanza di aggiornamenti ma ho avuto da fare. Leggiamoci questo capitolo, le notizie tristi alla fine.

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Si poteva affermare che il signor Zhao fosse un uomo aperto a nuovi arrivati e a nuove usanze, purchè non si toccasse la famiglia e la dinastia. Il corteggiamento di Al aveva subito fatto nascere dei limiti alla frequentazione con May che dovevano essere rigidamente rispettati. A Xing l'uomo corteggiatore doveva condurre per i primi tre giorni una vita totalmente distaccata dalla donna amata. Durante il giorno non doveva dimostrare nei suoi confronti alcun amore o affetto, doveva trattarla semplicemente da coinquilina. La notte l'uomo doveva infilarsi di nasconto nella camera della donna e uscirne la mattina seguente senza essere visto. Solo dopo la terza notte l'uomo poteva rimanere con l'amata fino al pomeriggio e decretare così il suo ufficiale fidanzamento.
Alphonse ascoltava incuriosito e imbarazzato ciò che il signor Zhao gli stava dicendo. Erano seduti al tavolo da pranzo e una serva stava portando il cibo. Persino Zampano e Jelso avevano preso gusto nella storia e stavano ascoltando rapiti. L'unica che sembrava indifferente alle nuove regole era May, probabilmente le aveva già sentite varie volte.

- Una volta che sarai riuscito a passare la terza notte nell camera dell'amata sarai ufficialmente fidanzato – disse con un topo lievemente allegro Zhao.
- E una volta fidanzati - chiese Al sul vago - dovrò sostenere altre prove?
- No, una volta fidanzati dovrai semplicemente essere te stesso. Ovviamente - specificò lo zio - non potrai rinunciare alla donna scelta per almeno un anno e un giorno.
Alphonse si girò ad ammirare May che stava mangiando distrattamente degli spaghetti alle verdure.

Erano passate alcune ore da quando si era svegliato con lei al suo fianco, il corpo indolenzito al dormire per terra. Avevano dormito per tutta la notte su una stoia per terra, con un piccolo panno a fare da materasso. May si era addormentata sul suo torace nel tentativo di cullarsi ascoltando il respiro dell'amato. La mattina presto Al era stato risvegliato dai raggi del sole che fiocamente passavano attraverso le porte di carta scorrevoli. Cercando di non svegliare May si era alzato, si era cambiato e aveva fatto colazione. Nella cucina aveva trovato lo zio alle prese con un venditore di pesce a domicilio. La cucina era un luogo piuttosto particolare. Ogni cucchiaio, coltello o pentolone era unico nel suo genere ed era decorato da vari simboli e stigmi di varia provenienza. Evidentemente lo zio aveva un innnata passine per la cucina.
Una volta terminato il pranzo i tre si diressero, congedandosi, al portone. Pur avendo già passato un giorno a casa di May le vite dei due amanti dovevano rimanere rigorosamente separate. Passarono attraverso la terrazza in legno e proseguirono per il sentiero acciottolato. Arrivati al portone in legno udirono la voce di May che li chiamava.
- Aspettate! - esclamò. May arrivò dai tre col fiatone. Probabilmente si era ricordata di qualcosa che aveva tralasciato durante il pranzo.
- Questo portone - disse senza fiato - è un po' complicato da aprire.
Spinge verso l'esterno la maniglia, gli diede una spallata e il portone si aprì mugolando. 
- Bisogna avere una certa esperienza, sapete - disse vaga.
Le chimere salutarono la ragazza, promettendo di ripassare per mangiare qualcosa. Al rimase invece sulla soglia.
- Sai May - disse rivolto verso la ragazza mora - non riesco a credere che proprio ora che ti ho ritrovato ti debba già lasciare. Quelle parole lo fecero arrossire, sapeva però di doverlo dire.
- Non ti preoccupare Al - disse lei, avvicinandosi a lui - devi solo aspettare fino a sera.
- Devo ammettere che questo è ciò che mi preoccupa - disse lui abbracciandola.
- Tranquillo, sarà più semplice di quanto credi - sussurrò lei per poi dargli un bacio sul collo.
I due amanti si staccarono dall'abbraccio lentamente. Ad Al la separazione non era mai piaciuta. Salutò May mentre questa si apprestava a chiudere il portone e le scoccò un bacio. Affrettò il passo per raggiungere le due chimere che si erano già incamminate per il palazzo imperiale. Inevitabilmente pensò a casa sua.


Chissà come stanno il fratellone e Winry...


 

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Da ascoltare mentre si legge

 

La casa in legno era silenziosa come non mai sotto i raggi del caldo sole di mezzogiorno. La cucina era appena stata pulita, il parquet risplendeva sotto la luce delle finestre lucido di cera appena data. Il tavolo era ornato di fiori nuovi, delle valeriane presumibilmente che emanavano un odore piacevole. Le sedie erano disposte ordinatamente, una piccola tovaglia aggiungeva quel tocco di bianco che dava all'ambiente una sensazione di freschezza. Il gatto grigio, piccolo e paffuto si alzò sbadigliando dal divano sul quale stava acciottolato. Per sua fortuna la leggera corrente tra finestra e finestra rendeva possibile il sonno, cosa che a Central non succedeva mai. Balzò sul pavimento del salotto e impiegò qualche attimo per capire quale ragione era così scivoloso. Si avviò verso l'ingresso seguendo l'odore dei suoi padroni. La porta dell'ingresso era aperta per tre quarti e lasciava entrare in casa il profumo del prato in fiore. Arrivato sulla veranda si avvicinò all'albero maestoso del suo giardino. Amava farsi le unghie su quell'albero, riusciva persino a divertirsi e nascondersi dal padrone furente. Con un balzo raggiunse le gambe della padrona. Stava seduta accoccolata al padrone, godendosi quel momento di pace e tranquillità. 
-
Ancora quel gattaccio - esclamò il padrone scocciato.
-
Se tu fossi più gentile con lui - sussurrò la padrona - forse non sareste così nemici. Cominciò a fare le carezze al gatto che si acciambellò e emise le fusa. Il padrone sollevò la testa, rivolta al cielo azzurro macchiato da nuvole bianche a pois. 
- Winry - sussurrò lui, baciando il collo della sua fidanzata - dobbiamo chiamare Al.
- Questo pomeriggio potrai chiamarlo Ed - rispose lei sussurrando e continuando a coccolare il gatto - ora non c'è corrente in casa.
Edward alzò la testa osservando il panorama che offriva Razembool a mezzogiorno.




Chissà come sta Alphonse.



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Mi spiace per il capitollo blando, non è da me scrivere così poco. Spero vi sia piaciuto. Aspetto le due recensioni puntali come l'orologio. Sulle altre non ci spero più.
I grazie vanno come sempre a Roy Mustang e Hummingbird.

  
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