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Autore: Little_Lotte    06/07/2012    4 recensioni
Questa fanfiction altro non è che il seguito della mia precedente "Blaine's Turn". Ho semplicemente pensato che anche in questa terza stagione ci saranno un sacco di cose da approfondire sul personaggio di Blaine, e dal momento che è il mio preferito e che gli voglio un sacco di bene, ho deciso di continuare a scrivere su di lui.
Diciamo che il mio intento è quello di approfondire i suoi pensieri e far vedere tanti missing moments coi suoi amici Warblers (che mi mancheranno tanto) e con Kurt (perchè figuriamoci se i RIB ci faranno vedere TUTTO).
Gli aggiornamenti saranno più tardivi, visto che scriverò a mano a mano che le puntate usciranno (salvo magari qualche capitoletto di missing moments) e mi pare doveroso aggiungere la nota SPOILER!
Spero di fare un buon lavoro e rendere ancora una volta giustizia al nostro amato Blaine!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blaine's Turn'
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Note Prima della Lettura: Siamo arrivati all'ultimo capitolo e devo dire che sono parecchio commossa all'idea che, ormai, questa lunga avventura stia finendo. Le mie solite note e tutti i vari sproloqui sentimentali arriveranno come sempre a fine capitolo, ma prima della lettura volevo ringraziarvi, per essere arrivati fino a qui; come sempre, è stato un piacere affrontare questo viaggio in vostra compagnia.

Il titolo del capitolo è ispirato alla canzone dei GreenDay ( " Good Riddance- Time of your life" ) che Finn e Blaine avrebbero dovuto cantare in questo episodio, e la cui mancanza è stata per me una vera e propria delusione, un po' come molte altre cose. Spero, comunque, di essere riuscita a dare una degna conclusione a questa storia, e di aver reso perfettamente giustizia al nostro Blaine.

Ora, chiusa questa breve parentesi, vi lascio al capitolo e vi rimando alle note finali, fra un po'. Buona lettura. :)







Blaine si era visto costretto ad affrontare molte sfide nell'arco della sua vita: il suo coming out, il bullismo subito nella sua vecchia scuola, il trasferimento alla Dalton, i continui litigi con suo padre, le rivalità con suo fratello Cooper e persino il tradimento dei Warblers, per non parlare poi di tutte le competizioni di canto alle quali aveva partecipato negli ultimi tre anni. 

Erano stati tutti notevoli scogli da arginare, ma nessuno di essi era anche solo lontanamente paragonabile a ciò che avrebbe dovuto sopportare di lì a poco tempo: il giorno del diploma.

Blaine aveva trascorso gli ultimi tre giorni cercando in tutti i modi di allontanare quel fastidioso pensiero dalla mente, ma ogni sforzo era stato del tutto inutile; era impossibile dimenticarsi che, a partire da venerdì, sarebbero rimasti solamente sei brevissimi giorni a separarlo dal terribile momento in cui avrebbe dovuto dire addio a Kurt e ai suoi migliori amici.

Addio.

Il giovane Anderson detestava quella parola e per quanto Kurt non avesse fatto altro che ripetergli fino allo sfinimento che il loro non sarebbe stato certo un saluto definitivo, non poteva proprio fare a meno di sentirsi in ansia e preoccupato per ciò che sarebbe accaduto in futuro; le parole del suo innamorato erano senza dubbio di gran conforto, ma non erano più sufficienti a lenire tutte le sue paranoie e i suoi continui momenti di paura ed incertezza. Qualsiasi cosa, persino la più banale - un film, una frase letta in un libro, il titolo di una canzone - era abbastanza da mandarlo completamente in crisi e mettere in dubbio tutte quelle certezze che il suo ragazzo aveva tanto faticato a costruire assieme a lui, ed ogni giorno che lo avvicinava al diploma era per Blaine come una vera e propria pugnalata al cuore. 

Ovviamente non si trattava solamente di dover salutare Kurt; il solo pensiero che quelli fossero gli ultimi giorni da poter trascorrere assieme a tutti i suoi compagni del Glee Club al completo, lo faceva sentire completamente a terra. Era ingiusto, Blaine aveva fatto a malapena in tempo ad ambientarsi all'interno delle Nuove Direzioni e adesso doveva subito dire addio ad almeno la metà dei suoi componenti.

Decisamente, quella sarebbe stata la peggiore settimana di tutta la sua vita.

<< ... And I said to myself "Sit down, sit down, sit down, you're rocking the boat"... >> 

Era un pomeriggio come tutti gli altri, al liceo McKinley, se non per il fatto che in aula canto stava per avere inizio la prima lezione del Glee Club di quell'ultima settimana di scuola, per molti l'ultima della loro vita; nell'attesa dell'arrivo del Professor Shuester, Rachel, Kurt, Artie, Tina e Mercedes - i cinque membri originari del Glee - si stavano dilettando in un'arrangiatissima esibizione di "Sit Down you're Rocking the Boat", la prima - disastrosa - performance che le Nuove Direzioni avevano messo su.

<< ... Sit down, sit down, sit down, you're rocking the boat! >>

Blaine non riusciva a smetterla di ridere, così come tutti gli altri membri del Glee che stavano assistendo a quella scena tanto ridicola e - almeno, agli occhi del giovane Anderson - tremendamente adorabile; i ragazzi non facevano che sbagliare i passi, incespicando sulle parole e ridendo sotto i baffi fra una frase e l'altra, eppure sembrava essere tutto assolutamente perfetto.

Così meravigliosamente, imperfettamente perfetto.

Blaine provò ad immaginarsi Kurt e gli altri due anni e mezzo prima, cinque ragazzini incerti ed impacciati, con un grande sogno dentro al cuore, del tutto inconsapevoli di ciò che sarebbero diventati grazie al loro talento ed alla loro buona volontà; riuscì a non commuoversi solamente perchè, di fronte a quell'assurda esibizione, mettersi a piangere risultava decisamente impossibile. Alla fine del numero, tutti scoppiarono in un applauso fragoroso, così entusiasti per lo spettacolo al quale avevano appena assistito da non essersi neanche accorti del fatto che, a passo lento e quasi di soppiatto, il professor Shuester aveva appena fatto il suo ingresso nell'aula. 

<< Questo è stato il numero più da Ghetto che io abbia mai visto in vita mia! >> commentò Santana, seduta sopra una cattedra assieme a Brittany, con fare divertito.

<< Beh, chiamatemi semplicemente "George Jefferson", perchè siamo andati direttamente dalle stalle alle stelle! >> le rispose Artie, gonfiando il petto con orgoglio << Campioni nazionali, tesoro! >>

Si levò un ennesimo grido di approvazione, accompagnato da una serie di applausi scroscianti, che si interruppero dopo pochi istanti, quando l'attenzione dell'intera classe venne catturata dall'enorme lavagna bianca che si trovava dal lato opposto della stanza e sulla quale il professor Shuester aveva appena scritto a chiare lettere la parola "Addio". A Blaine si mozzò letteralmente il fiato in gola, mentre il cuore di colpo sembrò cessare di battergli in petto.

<< Il compito di questa settimana è semplice. >> disse il Professor Shuester, voltandosi verso i suoi studenti << Vi diplomerete fra qualche giorno, non c' è rimasto più niente da preparare; il nostro lavoro qui è concluso. >>

Blaine si voltò furtivamente verso Kurt e in quello stesso momento questi fece altrettanto, intercettando il suo sguardo e rivolgendogli un tenero, ampio, sorriso innamorato, che non fece altro che acuire dentro di lui quella già sufficientemente dolorosa sensazione di vuoto che lo stava opprimendo. 

<< Per cui ci è rimasta una sola cosa da fare. >> proseguì Shuester << Dirsi addio: Ragazzi del terzo anno, scegliete una canzone con la quale salutare i diplomandi; diplomandi, sceglietene una per salutare noi. >>

<< Una parte di me vuole chiudere queste porte e rimanere qui tutti assieme, per sempre. >> disse Mercedes tristemente, guardandosi intorno con espressione maliconconica - e non era certo un mistero che quello fosse pressocchè il pensiero di tutti i diplomandi che si trovavano in quella stanza.

<< Potremmo utilizzare il cestino della carta straccia come bagno. >> fece Brittany, stranamente - ma forse neanche troppo - seria << E potremmo mangiare Joe, dal momento che è l'ultima arrivata e quella alla quale siamo meno affezionati. >>

Joe guardò la ragazza di traverso e Blaine ridacchiò sommessamente, mentre il professor Shuester prendeva posto su di uno sgabello di fronte al pianoforte ed imbracciava una chitarra, pronto per mettersi a suonare.

<< Mi auguro che stia per rappare qualcosa. >> fu il commento di Quinn, a metà fra il sarcastico e lo speranzoso.

Il professor Shuester rise.

<< Non sei così fortunata. >> replicò << Voglio solo farvi un esempio; questa è per voi, ragazzi. >>

E detto questo, cominciò a suonare.

Blaine riconobbe il brano al primo accordo: si trattava di "Forever Young" di Rod Stewart e, in effetti, non potè che concordare sul fatto che fosse decisamente la canzone perfetta con cui salutare i propri studenti. Fu estremamente grato di non far parte del gruppo dei diplomandi; quella situazione era già abbastanza commovente vista dagli occhi di un ragazzo del terzo anno, se si fosse trovato al posto di Kurt, Finn o Rachel, di certo non sarebbe stato in grado di resistere fino alla fine senza scoppiare in un pianto a dirotto.

Fu un'esibizione breve, ma decisamente intensa: il professor Shuester non fu ovviamente in grado di cantar senza lasciarsi travolgere dalla commozione, ma questo non fece altro che rendere la sua performance ancora più autentica e sincera; tutti i ragazzi, persino coloro a cui non era rivolta quella dedica, pendevano letteralmente dalle labbra del loro insegnante, e quando questi arrivò infine all'ultima nota, un silenzio di tomba piombò di colpo nella stanza, interrotto solo da qualche raro, flebile sospiro.

Persino Rachel, la solita logorroica di sempre, non riuscì a trovare le parole adatte per esprimere l’emozione di quel momento; forse perchè, in fin dei conti, di parole ne bastava solo una, quella che ancora spiccava perfettamente chiara e limpida sulla superficie bianca di una semplice lavagna scolastica, una parola così breve ma che, tuttavia, celava dietro di sè qualcosa di infinitamente più grande e terribilmente, inevitabilmente doloroso.

Addio.

Blaine tirò su col naso e si morse con forza il labbro inferiore, cercando senza alcun risultato di scacciare le lacrime che, lentamente, avevano iniziato ad affollarsi dentro ai suoi occhi; no, non era ancora pronto a tutto questo. Non poteva dire addio, non poteva pensare che quelli fossero gli ultimi giorni che aveva ancora a disposizione per stare assieme ai suoi amici, assieme al suo ragazzo... non poteva costringersi ad affrontare la realtà, ammettere anche con sè stesso che quella sarebbe stata veramente la fine di tutto.

Semplicemente, non ne aveva la forza.

E qualunque cosa fosse successa, Blaine sapeva con assoluta certezza che quelli a venire sarebbero stati i giorni più lunghi, faticosi e maledettamente dolorosi di tutta la sua vita.
 
 
 

*
 
 
 

Quel pomeriggio Blaine e gli altri ragazzi del terzo anno si riunirono dopo le lezioni per organizzare l'intero calendario di dediche della settimana, cosa per la quale ci vollero almeno un paio di ore, dopo le quali il giovane Anderson fece tristemente ritorno a casa, pronto a trascorrere un'intera serata da solo, con una vaschetta di gelato alla nocciola ed un vecchio film romantico alla televisione come unici compagni. 

Una prospettiva tutt'altro che piacevole, che si rivelò ben peggiore delle sue aspettative non appena il ragazzo ebbe modo di viverla direttamente sulla propria pelle; il semplice fatto di starsene da solo sul suo letto, ad abbuffarsi di gelato e a piangere di fronte allo schermo del televisore, non faceva che rammentargli quanto sarebbe stato difficile abituarsi a quello stile di vita, una volta che Kurt si fosse trasferito a New York.

Certo, rivedersi per la centesima volta l'ennesima replica de "Le Pagine della nostra vita" non fu certo una mossa particolarmente intelligente, questo Blaine dovette ammetterlo; visto quanto fosse suscettibile in quel periodo, qualsiasi cosa sarebbe stata meglio di un film sulle terribili ed inevitabili difficoltà nel mandare avanti una relazione amorosa a distanza, persino un documentario sugli animali della Savana! Fortunatamente, quella sera la sua buona stella aveva deciso di essere magnanima con lui, mandandogli il provvidenziale aiuto da parte di un efficentissimo angelo piovuto dal cielo; o, in quel caso, dalla California.

<< Hey, Blaine? Ti disturbo, oppure hai tempo per due chiacchiere con il tuo adorato fratellone? >>

Blaine abbassò il volume del televisore e si sistemò alla bell' e meglio la cornetta del telefono fra il collo e la spalla, così da avere ancora entrambe le mani libere e potersi destreggiare abilmente fra telecomando e vaschetta del gelato.

<< Ciao, Coop... no, non disturbi affatto! Stavo solo...guardando un po' di televisione. >>

Il più piccolo dei due fratelli si morse con forza il labbro inferiore e tirò su col naso, cercando di placare le lacrime che ancora scivolavano lungo le sue guance, a causa della commozione dovuta alla visione del film; sapeva che Cooper avrebbe capito immediatamente se ci fosse stato qualcosa che non andava, e non voleva assolutamente dar lui la possibilità da fargli una delle sue solite ramanzine paternali.

<< Blaine, va tutto bene? >> domandò immediatamente Cooper, allarmato.

Blaine alzò gli occhi al cielo e sospirò; appunto.

<< Coop, per favore... >> lo implorò << Non ho voglia di parlarne, adesso. >>

Sperava in questo modo di far cadere completamente la conversazione, ma ovviamente Cooper non gli avrebbe mai permesso di sottrarsi a quell'incombenza; se vi era una cosa che il giovane attore detestava, quella era proprio essere messo da parte, soprattutto in questioni che riguardavano suo fratello Blaine.

<< Avanti Schizzetto, sputa il rospo! >> ordinò << Se non ha voglia di dirmi tutto, posso cercare di indovinarlo; tanto so già che si tratta di Kurt e del fatto che fra pochi giorni si diplomerà, dico bene? >>

Blaine non rispose e suo fratello interpretò il suo silenzio come una risposta affermativa.

<< Ecco, mi sembrava! >> esclamò Cooper, sospirando profondamente << Blaine, quante volte ne abbiamo parlato? Kurt sta andando a New York, non su Marte! Esistono i telefoni cellulari, skype, le telefonate interurbane...oh, e senti questa novità: sai che hanno inventato delle cose per muoversi velocemente da una città ad un'altra, anche a centinaia di chilometri di distanza? Si chiamano treni, oppure aerei se hai particolarmente fretta e non vuoi metterci troppo. >>

In un qualsiasi altro momento Blaine avrebbe reagito a quell'affermazione con una fragorosa risata, ma l'unica cosa che desiderava fare in quel momento era nascondere la testa sotto il cuscino e piangere copiosamente dalla disperazione, fino a consumare tutte le sue lacrime.

<< C-Coop, io lo so che tutto questo è ridicolo... >> farfugliò fra le lacrime << ... ma non posso smettere di pensare a quanto sarà difficile gestire la nostra relazione una volta che lui sarà partito! Tu sai quante coppie si lasciano a causa della distanza? Sai quanto posso far male non potersi vedere tutti i giorni, con la paura che l'altro possa incontrare qualcun altro, oppure... >>

<< Santo cielo, hai visto di nuovo " Le Pagine della Nostra Vita"?! >> sbraitò Cooper, spazientito << Incredibile, ma nessuno ti ha ancora sequestrato quella dannatissima televisione?! Devi smetterla di lasciarti influenzare da qualsiasi cosa, altrimenti non riuscirai più a vivere! E' solamente un film, dannazione, la vita reale non funziona in questo modo! >> 

<< E se accadesse?! >> lo interruppe Blaine, alterandosi << Se per caso Kurt decidesse che non vuole più saperne di me, che non ha più alcuna intenzione di aspettarmi o che ha incontrato a New York qualcuno di molto più bello ed interessante di me?! >>

<< Scusa un attimo, stiamo parlando dello stesso Kurt?! >> replicò Cooper, con fare scettico << Perchè, onestamente, non credo proprio che potrebbe mai fare una cosa del genere. >>

Blaine sospirò profondamente, mordendosi ancora una volta il labbro inferiore.

Sì, suo fratello aveva ragione: lui e Kurt avevano resistito a molte difficoltà nell'arco dell'ultimo anno e mezzo, e più di una volta si erano dimostrati come il loro amore potesse sopravvivere a qualsiasi cosa, persino a quelle che per qualsiasi altra coppia avrebbero potuto costituire una più che valida motivazione di rottura. Eppure, nel profondo dentro di lui, il germoglio della paura continuava a crescere con rapidità, tanto che Blaine temeva che prima o poi avrebbe finito per diventare talmente grande e florido da prendere il sopravvento su tutti i suoi sensi e sulla sua razionalità.

<< Ho solamente tanta paura di perderlo, Coop. >> disse con un filo di voce << Una paura immensa. >>

Cooper sospirò profondamente e Blaine fu abbastanza certo che, se fosse stato lì presente, lo avrebbe sicuramente accolto fra le sue braccia e stretto forte, come era solito fare quando Blaine aveva solamente tre anni e correva a rifugiarsi nel suo letto, durante un temporale notturno.

<< Bi, guarda che lo capisco. >> rispose con voce morbida l'attore << Capisco che tutta questa faccenda ti terrorizzi, ma dovresti veramente smetterla di farti tutti questi problemi; tu e Kurt vi amate, lui stesso ti ha promesso che non ti avrebbe mai lasciato, per quale motivo devi continuare a tormentarti in questo modo? Non ha alcun senso, ti fai del male e basta! >>

Blaine sospirò: << Non è facile, Coop. >>

<< Lo so, Blaine! >> replicò immediatamente l'altro << Ma presto imparerai che nella vita non c'è mai niente di troppo semplice, ogni giorno è una sfida diversa! Bisogna solamente avere le palle per affrontarla come si deve. >> 

Blaine ridacchiò, lasciandosi finalmente andare ad un po' di spensieratezza.

<< Dimmi, quando sei diventato così saggio? >> chiese divertito << Che fine a fatto il mio fratellone egocentrico e spocchioso di sempre? >>

Cooper rise.

<< Beh, ogni tanto si prende qualche ora di pausa e lascia il suo posto a me. >> rispose << Mi auguro che non ti dispiaccia! >>

<< Oh, niente affatto! Anzi, quasi quasi ti preferisco a lui; siamo sicuri che non possiamo rendere questo scambio definitivo? >>

<< Ahahaha, molto spiritoso! >>

Blaine scoppiò nuovamente a ridere e dal lato opposto della cornetta suo fratello fece lo stesso; il giovane Anderson non poteva saperlo, ma un enorme sorriso orgolioso stava lentamente solcando il volto di Cooper, felice di essere riuscito, almeno in parte, a risollevare il morale del suo fratellino.

<< Cerca di stare tranquillo, Blainey. >> aggiunse il maggiore << Certo, so che la mia ultima relazione amorosa risale più o meno all'epoca in cui si sono estinti ti dinosauri, ma so riconoscere una coppia solida quando la vedo, e tu e Kurt siete l'emblema e la più perfetta incarnazione dell'amore. Resisterete a qualsiasi cosa, ne sono certo. >>

Blaine rispose con un ampio sorriso, lievemente rincuorato dalle parole del fratello.

<< Ti ringrazio, Coop. >> mormorò << Non credevo che lo avrei mai detto, ma ultimamente non so che cosa farei se non avessi te! >>

<< Beh, sai come si dice! >> rispose Cooper, con voce grossa << Una volta saliti sul " Treno Cooper Anderson " non si vuole più scendere! O almeno, questo era quello che dicevano le mie compagne di liceo durante l'ultimo anno di scuola, non saprei dirti se sia ancora così! >> 

<< Cooper, ti prego! >> protestò Blaine, facendo una smorfia << Non mi interessano i particolari sulla tua vita sessuale! >> 

<< Beh, sono pur sempre racconti interessanti! >>

<< Cooper! >>

Cooper scoppiò in una sonora risata e Blaine fece una smorfia, per poi ritrovarsi a ridere a sua volta, i cattivi pensieri ormai del tutto lasciati alle spalle, così come la sua preoccupazione.

<< Grazie, fratellone. >> disse di nuovo << Di tutto. >>

<< Hey, dovere da fratello maggiore. >> rispose l'altro << Devo tirarti su di morale e darti consigli, oltre che impedirti di rovinarti la vita guardando ridicoli film sentimentali, che rischiano solamente di farti il lavaggio del cervello! >>

Blaine rise di nuovo.

<< Messaggio ricevuto. >> disse << Adesso spengo la televisione. >>

<< Bravo Schizzetto, così mi piaci! Ora cambiamo argomento, che ne dici? Oggi abbiamo girato il nuovo spot, vuoi che ti racconti tutto? >>

Blaine acconsentì e lasciò che Cooper lo allietasse con il suo racconto, dimenticandosi così di tutte quelle inutili paranoie e cercando, per quanto fosse lui possibile, di godersi quelle ultime ore della sua giornata nel miglior modo possibile, almeno fino a che non fosse arrivato il mattino e - assieme a lui - il momento di affrontare di nuovo tutte le sue preoccupazioni.

Se non altro, il giorno seguente sarebbe riuscito a farlo con un briciolo di lucidità e di buon senso in più.
 
 

*
 

 
Nonostante tutte le parole rassicuranti e gli esilaranti racconti con cui Cooper aveva confortato suo fratello per più di due ore intere, la sera precedente, una volta arrivato a scuola Blaine venne letteralmente preso dal panico, terrorizzato all'idea di dover finalmente affrontare con Kurt il tanto temuto argomento della sua partenza per New York. Non che dovesse effettivamente farlo - lui e Kurt non si erano mai dati alcun termine di scadenza - ma il giorno del diploma era ormai talmente vicino che Blaine non era più in grado di sopportare tutta quella tensione, e desiderava semplicemente poter dire a Kurt tutto ciò che gli passava per la testa- le sue paure, i suoi dubbi e le sue insicurezze - nella speranza che almeno il suo ragazzo avesse le idee un tantino più chiare riguardo al da farsi.

Per tutta la mattina non ebbe quasi neanche il tempo per avvicinarsi a Kurt, fra le lezioni e gli impegni extra del controtenore, ma quando dopo pranzo questi disse lui che aveva assolutamente bisogno di vederlo, il giovane Anderson non potè fare altro che accontentare e sue richieste, pronto ad affrontare tutte le conseguenze che - ne era certo - sarebbero derivate da quella conversazione.

Credeva che Kurt si sarebbe finalmente deciso a parlare del suo trasferimento a New York, ma a discapito di ciò che credesse, le cose non andarono esattamente così.

<< Blaine, eccoti! >> Kurt saltellò allegramente, alla vista di Blaine sulla soglia dall'aula studio del McKinley, in attesa del suo arrivo << Devo raccontarti che cosa è appena successo, non riuscirai a credere alle tue orecchie! >>

Baine guardò il suo ragazzo curiosamente, il cuore che sembrò balzargli letteralmente in gola.

<< C-che succede? >> balbettò, e vi era una stana, ingiustificata punta di preoccupazione nelle sue parole.

Ma Kurt sembrava essere tutt'altro che agitato, o sul punto di discutere con lui riguardo a qualcosa di particolarmente serio o preoccupante.

<< Papà! >> disse con entusiasmo << Mi ha dato appuntamento in auditorium per darmi il suo regalo di diploma, e non puoi immaginare che cosa meravigliosa avesse in serbo per me! >>

Blaine lo guardò curiosamente, un leggero sorriso che iniziò a farsi lentamente strada lungo le sue labbra.

<< Beh, dimmelo. >> rispose con voce morbida.

Kurt sorrise ampiamente.

<< Ha ballato per me "Single Ladies", di Beyoncè. >> rispose, gli occhi che brillavano per la sorpresa e l'incontenibile contentezza << E quando dico "ballato" intendo proprio questo, assieme a Tina e a Brittany come avevo fatto io due anni fa, quel giorno in cui mi sorprese in tavera durante le mie prove! Ha detto che quello rappresenta per lui il momento più importante della nostra vita, quando finalmente abbiamo incominciato a venirci incontro e a crescere assieme, e ha voluto celebrarlo a modo suo. Ti rendi conto? Non è una cosa assolutamente meravigliosa?! >>

Blaine si portò una mano alla bocca, sforzandosi in tutti i modi per non scoppiare a ridere fragorosamente in faccia al suo ragazzo; non sarebbe stato carino, visto quanto Kurt sembrava aver apprezzato quel gesto, eppure il giovane Anderson non riusciva davvero a rimanere serio di fronte all'immagine di Burt Hummel che balla una canzone di Beyoncè, dedicando la propria esibizione a suo figlio, come se quella fosse la cosa più semplice e naturale di questo mondo.

<< T-tu... stai scherzando? >> domandò, soffocando una risata << Insomma... stiamo davvero parlando di tuo padre?! >>

<< Lo giuro! >> esclamò ridendo il controtenore, afferrando Blaine per un braccio e trascinandolo con sè dentro l'aula studio << Oddio, è stato assolutamente incredibile; il miglior regalo per il diploma di sempre! >>

<< Hey, e che mi dici di quegli asciugamani col monogramma che ti ho regalato io? >> fece eco Blaine, seguendo l'altro dentro la stanza. Sembrava essere piuttosto contrariato da quell'affermazione; in fin dei conti aveva passato ore alla ricerca del perfetto regalo di diploma per Kurt, anche se il suo ragazzo non si era minimamente sognato di fargli una richiesta simile.

Kurt alzò gli occhi al cielo, dirigendosi verso un tavolo e gettando la sua borsa a tracolla sopra una sedia.

<< Sciocchino, tu non dovevi farmi nessun regalo! >> esclamò, mettendosi a sedere ed estraendo un quaderno dalla borsa a tracolla.

Blaine prese posto al suo fianco, e in quell'istante sentì che era finalmente arrivato il momento giusto per affrontare quell'argomento, l'argomento tanto ostico e delicato che aveva cercato di ignorare così disperatamente, per troppo a lungo.

<< Ascolta... abbiamo rimandato la cosa per troppo a lungo. >> balbettò con voce tenue, quasi sussurrata << Non credi che sia arrivato il momento di fare quella chiacchierata? >> 

Kurt lo guardò con espressione quasi contrariata; gli occhi di Blaine erano lucidi e spaventati, quasi come quelli di un cucciolo abbandonato per la strada, in mezzo al freddo e al gelo, ed era piuttosto evidente che il giovane Hummel non si sentisse altrettanto pronto ad affrontare quell'incombenza.

<< Non possiamo vivere questi ultimi giorni nel rifiuto? >> domandò Kurt in un sospirò, facendola suonare quasi come una domanda retorica.

<< No, no...non possiamo. >> rispose Blaine, estraendo dalla sua borsa una serie di libri e di quaderni << Sta succedendo adesso, Kurt, non è una cosa lontana e indefinita nel futuro: tu ti diplomerai, e io no. >>

Fece una breve pausa, portandosi a guardare l'altro dritto negli occhi.

<< Sai quanto possano essere difficili le relazioni a distanza. >> disse mestamente << Abbiamo visti tutti e due "Le pagine della nostra vita". >>

Si sentiva un po' stupido a fare un simile paragone, del resto sapeva benissimo che lui e Kurt non erano i protagonisti di quel film, che le loro vicende erano completamente differenti e che solamente un cretino si sarebbe lasciato influenzare così ciecamente da una ridicola pellicola cinematografica; ma erano giorni, ormai, che il giovane Anderson sentiva di aver perso completamente qualsiasi parvenza di lucidità, per cui forse la cosa non era neanche poi così strana. 

Di certo, non lo fu per Kurt, il quale si affrettò immediatamente a rispondere al suo ragazzo in tono pacato e rassicurante, proprio come si farebbe con un bambino piccolo e spaventato, per tranquillizzarlo e placare tutte le sue paure.

<< Amore, vuoi sapere come mi immagino gli ultimi anni della mia vita? >> chiese con dolcezza, posando gentilmente una mano sopra quella di Blaine, il quale fece segno di no con la testa, incuriosito << Proprio come in quel film: Me ne sto seduto in una casa di riposo, parlando in continuazione del mio fidanzato del liceo - il mio primo amore - soffermandomi su ogni singolo dettaglio, come se questi importassero. >>

Blaine rimase in silenzio ad ascoltare le parole del giovane Hummel, con rapimento; sentiva, in quelle parole, una strana e piacevole sensazione di sicurezza e di tranquillità.

<< Solo che, nella mia versione... >> proseguì Kurt, con un dolcissimo sorriso sulle labbra << ... lui è lì con me, e mi sta dicendo di fare silenzio, così può finire di guardarsi il saluto dell'American Cinematheque a J-Lo. >>

Lo sguardo di Blaine si illuminò di colpo e i suoi occhi si ingrandirono notevolmente, assumendo il colore e la dimensione di due enormi nocciole mature.

<< Quindi... staremo bene? >> domandò timidamente e quasi ingenuamente, come se potessero esservi ancora dubbi al riguardo, nonostante le parole di Kurt avessero ormai dissipato qualsiasi tipo d' incertezza.

<< Sì, staremo bene. >> confermò il controtenore, posando anche l'altra mano su quella di Blaine e stringendola forte in una tenera, confortante presa << Te l'ho detto: io non ti dirò mai addio. Faremo funzionare questa relazione a distanza, te lo prometto. >> 

Blaine fece segno di sì con la testa, tirando poi un enorme sospiro di sollievo.

<< Ok. >> rispose, abbandonandosi poi ad un ampio sorriso radioso.

Kurt aprì uno dei suoi libri ed incominciò a leggerne la prima pagina, mentre il giovane Anderson restava in silenzio a guardarlo, praticamente contemplando la sua figura in uno stato di pura adorazione.

Il suo Kurt. 

Lo sarebbe stato per sempre, adesso non aveva più dubbi al riguardo; niente sarebbe mai stato abbastanza da separarli, nessuno al mondo sarebbe mai riuscito a mettersi fra di loro e ad allontanarsi. 

Blaine apparteneva a Kurt, e Kurt apparteneva a Blaine; niente avrebbe mai potuto cambiare questa verità.

<< Allora... hai già deciso come dire addio a tutti gli altri? >> domandò ad un tratto Blaine, curiosamente.

Kurt sollevò la testa dal suo libro, mordendosi un labbro con espressione concentrata.

<< Sì, beh... in effetti, pensavo di cantare "I'll Remember" di Madonna. >> disse a mezza voce << Credo che mi esibirò oggi, in fin dei conti è molto meglio togliersi subito il dente dolorante...non credi? >>

Blaine fece segno di sì con la testa, afferrando nuovamente la mano di Kurt ed intrecciando le dita con le sue.

<< Andrà tutto bene. >> gli rispose dolcemente << Ce la farai. >> 

<< E' che mi sembra tutto così assurdo! >> esclamò tristemente Kurt << L'idea di dover dire addio a tutti quanti... mi sento come se tutta la mia vita si stesse svuotando all'improvviso, come se di colpo tutto ciò che l'ha resa speciale negli ultimi tre anni fosse svanito nel nulla. >>

<< Oh, ma non è così! >> replicò Blaine, mettendogli un braccio attorno alle spalle e stringendosi a lui << Kurt, tu non stai perdendo proprio niente! E' vero, ti stai lasciando tutto alla spalle e presto incomincerai una nuova vita, ma questo non significa certo che sia tutto finito! I tuoi ricordi, tutte le belle esperienze che hai accumulato nell'arco del tempo, quelli non li perderai mai. Lo sai, Kurt: potrai costruirti un nuovo futuro, ma non potrai mai perdere il tuo passato. >>

Kurt sorrise, rivolgendo al suo ragazzo un intenso sguardo adorante.

<< Grazie. >> mormorò << Sai, non credo che sarei mai riuscito ad arrivare fino a questo punto, senza di te. >>

Blaine sorrise a sua volta, poggiando la testa sulla spalla di Kurt e tirando un enorme sospiro beato.

<< No, amore mio. >> rispose con voce morbida << Ce l'avresti fatta lo stesso, anche senza il mio aiuto. Tu sei nato per brillare, ed è quello che farai: brillerai sempre, Kurt, di una luce talmente intensa ed abbagliante da accecare chiunque proverà ad ostacolare il tuo camino. E io sarò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada; non mi sognerei mai di lasciarti andare, neanche fra un milione di anni. >>

Kurt ampliò il suo sorriso, posando una mano a coppa sulla guancia di Blaine e protendendosi verso di lui, facendo scontrare delicatamente i loro nasi.

<< Dio, se ti amo! >> bisbigliò, prima di posare un lungo, morbido bacio sulle labbra del giovane Anderson, il quale in risposta avvolse la vita dell'altro con un braccio e ne carezzò gentilmente i fianchi, dando maggiore intensità al tocco delle loro bocche.

Qualsiasi altra attività, o discussione, poteva tranquillamente aspettare; in quel momento, nè Kurt nè Blaine avevano bisogno di nient'altro che non fosse il semplice alito dei loro respiri, il calore dei loro colpi e il battito accelerato dei loro cuori.

In quel momento, l'uno bastava interamente all'altro.
 
 

*
 
 


Non fu facile assistere all'esibizione di Kurt senza mettersi a piangere.

Blaine naturalmente sapeva che quella dedica non era riservata esclusivamente a lui, e forse fu proprio quello ad impedirgli di trasformarsi in una vera e propria fontana vivente, durante la canzone.  Del resto, non era lui quello che avrebbe rischiato di non vedere mai più Kurt per il resto della sua vita; non era a lui che Kurt stava dicendo addio, non erano le loro vie ad essere sul punto di allontanarsi del tutto e dividersi per sempre.

Non era lui a soffrire maggiormente per quella separazione, all'interno del Glee Club.

In ogni caso, Blaine ebbe più di una volta l'occasione di piangere copiosamente e senza sosta, durante quella settimana di lezioni; le dediche dei suoi compagni furono tutte incredibilmente toccanti e sincere, e non vi fu una sola canzone che non gli fece semplicemente venire voglia di rinchiudersi in una stanza, da solo, e piangere fino a che non fosse certo di avere completamente esaurito tutte le sue lacrime.

Cercò di trattenersi più che potè, all'inizio, ma quanto i ragazzi dell'ultimo anno si esibirono in una sentita interpretazione di "Don't Give Up", come loro dedica personale ai loro "eredi" del terzo anno, Blaine capì che non aveva più alcun senso continuare a resistere e fingere di essere molto più forte di quanto in realtà non fosse; si lasciò andare, completamente, e se vi fossero stati solamente lui e Kurt in quella stanza, forse non avrebbe avuto la forza di riprendersi del tutto per molto a lungo.

Era difficile accettare la realtà, nonostante questa fosse ormai talmente vicina ed innegabile da poter essere persino palpata; mancavano appena tre giorni al Diploma, eppure Blaine ancora non riusciva ad ammettere con sè stesso che fosse tutto così vicino alla fine.

La fine.

Detestava quella parola, almeno quanto detestasse la parola "addio". Perchè bisognava per forza mettere fine a qualcosa? Perchè le cose non potevano semplicemente durare in eterno? Gli amori, le amicizie, i momenti più belli e più significativi di un'intera esistenza... Perchè tutto, prima o poi, deve necessariamente giungere ad un termine? Blaine non lo sapeva e, forse, non lo avrebbe mai realmente compreso fino in fondo; del resto, non ci è concesso ottenere una risposta per ogni domanda che ci poniamo nell'arco della nostra vita, alcuni dubbi sono destinati a farci compagnia in eterno, fino alla fine dei nostri giorni.

Ma gli erano rimaste ancora tante certezze, se non altro, e una di queste era proprio Kurt: il suo amore, la sua devozione, la semplice consapevolezza che, almeno fra di loro, non vi sarebbe mai stato un vero e proprio addio. Blaine non poteva ignorare - non si sarebbe mai sognato di farlo - l'enorme importanza che Kurt aveva avuto per lui, sin dal primo istante in cui aveva messo piede nella sua vita, e dal momento che quella settimana doveva essere dedicata agli "addii in musica", non poteva non riservarne uno speciale solamente per il suo ragazzo, anche se - come entrambi ben sapevano - il loro non poteva essere considerato come un vero e proprio addio.

Così, un pomeriggio dopo le lezioni, Blaine diede appuntamento a Kurt in auditorium, senza addurre ulteriori spiegazioni; aveva scelto, per quella sua esibizione, un atmosfera molto più intima e riservata, decisamente restio all'idea di dover pronunciare la sua dedica di fronte all'intero Glee Club.
Non che se ne vergognasse, ovviamente, ma non voleva che la presenza degli altri potesse, in qualche modo, rovinare la magia e l'intensità di quel momento; voleva bene ai ragazzi del Glee, ma vi erano cose delle quali non potevano essere resi partecipi, cose che non avrebbero mai potuto comprendere e che non potevano essere condivise che con una sola persona.

<< Blaine? >>

Blaine, in piedi sul palco dell'auditorium, si voltò di scatto non appena sentì il suono della voce di Kurt, ritrovandosi inevitabilmente a sorridere; strano, pensò, quel giorno il timbro della sua voce sembrava essere più chiaro, dolce e cristallino di quanto non lo fosse mai stato prima di allora.

<< Che succede qui? >> domandò il controtenore, avvicinandosi lentamente alle prime file << Oddio, non dirmi che tu e tuo padre vi siete messi d'accordo e che adesso mi toccherà assistere ad un altro, assurdo balletto? >>

Blaine scoppiò a ridere.

<< No, tranquillo... niente di tutto ciò. >> lo rispose con fare divertito << Tuo padre questa volta non c'entra niente. >>

<< Allora, sarai solamente tu? >> insistette Kurt, senza decidersi a mettersi a sedere e guardando l'altro ragazzo con espressione lievemente preoccupata << Devo aspettarmi qualche hit di successo di Katy Perry, oppure... >>

<< Kurt, siediti e ascoltami. >> lo interruppe Blaine, mettendolo a tacere << E' una cosa importante, ci tengo che tutto vada per il verso giusto. >>

Kurt fece segno di sì con la testa e si accomodò in prima fila, le mani educatamente posate sul grembo e lo sguardo fisso sulla figura del giovane Anderson. Blaine tirò un enorme sospiro d'incoraggiamento, prima di decidersi a parlare.

<< Kurt, sono trascorsi quasi due anni dalla prima volta in cui ti ho incontrato. >> incominciò << Un anno, sei mesi e circa un paio di settimane, per l'esattezza. >> 

<< Hai contato anche i secondi? >> domandò Kurt scherzosamente, facendolo arrossire violentemente.

Blaine ridacchiò, tirandosi indietro dalla fronte un ciuffo di capelli ribelle, miracolosamente scampata a tutta quell'ingente quantità di gel.

<< Beh, è stato un momento importante. >> rispose << Quel giorno ha cambiato la mia vita intera; tu sei stato come un fulmine a ciel sereno, Kurt, mi sei piombato addosso all'improvviso e hai fatto crollare ad una ad una tutte le mie barriere, tutte quelle certezze che mi ero costruito nella speranza di riuscire a dimenticare i momenti bui del mio passato e di ricominciare da capo una nuova vita, senza neanche sapere bene come fare. L'altro giorno hai detto che senza di me non saresti mai riuscito a diventare tutto ciò che sei adesso, ma la verità è che le cose sono andate esattamente al contrario: tu hai salvato me, Kurt, tu mi hai permesso di diventare la persona forte e determinata che sono adesso, tu mi hai dimostrato che il solo modo che avevo per diventare una persona migliore era semplicemente trovare il coraggio di affrontare a muso duro le mie paure, e non quello di scappare da esse, dimenticandomi della loro esistenza. >>

Blaine si interruppe per qualche secondo, mordendosi un labbro con forza ed abbassando timidamente lo sguardo, cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime ancora per qualche minuto; Kurt, da parte sua, si era già lasciato andare ad un silenzioso pianto, ben consapevole del fatto che quello sarebbe stato solamente l'inizio di una lunga, travolgente serie di emozioni incontrastabili.

<< E' buffo come certe cose accadano praticamente per caso. >> proseguì Blaine, tirando su col naso << A volte mi chiedo che cosa sarebbe accaduto se tu, in mezzo a quella folla di ragazzi vestiti tutti allo stesso modo, avessi fermato qualcun altro per chiedere informazioni. Eppure non è successo, fra tutti quei damerini in divisa tu sei venuto da me...tu hai scelto me! Di certo non lo avevi programmato, ma è così che sono andate le cose: tu mi hai trovato, Kurt. E forse eri la sola persona che mi stava cercando, in quel momento. >>

A quel punto, le lacrime incominciarono ad offuscargli le pupille, e il giovane Anderson le scacciò via brutalmente con entrambi i pugni, non potendo assolutamente permettere loro di rovinare quel momento tanto perfetto. 

" Non ora" disse loro mentalmente " Aspettate ancora un po', vi prego. "

Ruppe quella sua espressione contrita con un rapido sorrisetto impacciato, per poi voltarsi verso i ragazzi della band - seminascosta dietro di lui - e fare cenno loro di mettersi in posizione, perchè di lì a breve sarebbe arrivato il loro momento di suonare.

<< Ti amo da morire, Kurt. >> disse Blaine, con voce rotta dalle lacrime << E questo è il modo che ho scelto per salutarti. >> 

Kurt si morse un labbro, le lacrime che scivolavano ormai senza sosta lungo le sue guance, mentre l'orchestra dava finalmente il via alla musica e Blaine muoveva qualche passo nella sua direzione, assicurandosi di essere abbastanza vicino a lui da permettergli di percepire ogni singola emozione dal suo sguardo, oltre che dalla sua voce.
 
 
 
 
Is this a dream? If it is
Please don't wake me from this high
I've become comfortably numb
Until you opened up my eyes
 
 
 

Le note di quella canzone, nonostante la commozione di chi le eseguiva, risuonarono con chiarezza e precisione per tutto il teatro, perfette come Kurt non l'aveva mai sentite prima d'ora; le ineccepibili capacità tecniche di Blaine, mescolate all'intensità dei suoi sentimenti e al calore della sua voce, tessevano una morbida ed invisibile tela di colori, suoni ed emozioni, dalla quale Kurt si lasciò avvolgere senza opporre troppa resistenza, cullandosi in essa e beandosi di quella meravigliosa melodia che, prepotentemente, sembrava voler penetrare fin dentro il suo corpo, oltre ogni sua singola fibra, fino a raggiungere persino le sue ossa.
 
 
 


To what it's like
When everything's right
I can't believe
 
 

 

Blaine si portò entrambe le mani al petto, all'altezza del cuore, quasi volesse trattenerlo ed impedire lui di fuggire via; gli sembrò un gesto sciocco, tuttavia, dal momento che già da tempo il suo cuore aveva scelto di scappare via e di rifugiarsi in un luogo bel più sicuro del suo semplice petto, un luogo in cui sapeva di poter restare per sempre, protetto da qualsiasi pericolo ed intemperia, il solo luogo al quale sentisse di appartenere davvero: fra le mani di Kurt.
 
 
 
You found me
When no one else was lookin'
How did you know just where I would be?
Yeah, you broke through all of my confusion
The ups and the downs, and you still didn't leave
 
 
 

Kurt era lì, e ci sarebbe stato per sempre.

Lo aveva trovato, quel giorno alla Dalton, aveva scelto lui in mezzo a centinaia di ragazzi sconosciuti, e non poteva trattarsi solamente di una banalissima casualità; Blaine sapeva, lo aveva sempre saputo, che era stato il destino a condurlo al suo cospetto, a farglielo incontrare, a portarlo di fronte alla persona che, con il tempo, avrebbe imparato ad amare e a desiderare per il resto della sua vita.
 
 
 
 
I guess that you saw what nobody could see
You found me
 
 


Sapeva che, nel momento in cui loro sguardi si erano incrociati per la prima volta su quelle scale, il suo mondo aveva semplicemente incominciato a girare in un'altra direzione, e sebbene gli ci fossero voluti dei mesi per fare chiarezza nella sua testa, riguardo ai suoi sentimenti per Kurt, in cuor suo sapeva di essersene veramente innamorato sin dal primo istante.
 
 
 

You found me
 
 


Blaine eseguì una rapida giravolta su sè stesso, sotto lo sguardo incantato e ancora lacrimoso di Kurt, il quale sembrava essersi completamente perso in quell'esibizione tanto perfetta, quanto struggente.
 
 
 
So, here we are, that's pretty far
When you think of where we've been
No going back, I'm fading out
All that has faded me within
 
 


Blaine continuò a cantare, guardando il suo ragazzo dritto negli occhi, e più andava avanti con la canzone più si rendeva conto di quanto quelle parole rispecchiassero alla perfezione tutto ciò che lui e Kurt avevano vissuto assieme, e che - certamente - avrebbero continuato a condividere fino alla fine dei loro giorni. 
Non aveva più alcun dubbio, e anche le sue paure sembravano essersi completamente dissolte in un cumulo di fumo; sapeva, ormai con assoluta certezza, che Kurt sarebbe rimasto al suo fianco per tutta la vita, e quella convinzione era più che sufficiente a farlo sentire come in paradiso, nonostante tutte le sofferenze e gli interminabili inferni del suo passato.
 
 
 

You're by my side
Now everything's fine
I can't believe 
 
 
 


Aveva Kurt con sè, lo avrebbe avuto per sempre.

Non aveva bisogno di nient'altro al mondo.
 
 
 
 

You found me
When no one else was lookin'
How did you know just where I would be?
Yeah, you broke through all of my confusion
The ups and the downs, and you still didn't leave
I guess that you saw what nobody could see
You found me
 
 
 

Dopo aver cantato quel secondo ritornello, Blaine balzò giù dal palco e si diresse a passo di danza verso Kurt, raggiugendo il posto di fianco al suo appena in tempo per dare nuovamente inizio alla strofa; saltò in piedi su una delle poltroncine e continuò lì la sua performance, il suo sguardo ancora perfettamente fisso su quello rapido del controtenore.
 
 
 

And I was hiding ' 
Til you came along
And showed me where I belong
 
 


Kurt rise, di fronte alla spontaneità di quel gesto così teatrale ed apparentemente tanto ridicolo, e Blaine a quel punto sentì il cuore letteralmente sciogliersi dentro al suo petto, la testa che si faceva sempre più leggera e lo stomaco che si aggrovigliava, mentre con la massima precisione e concentrazione si apprestava a raggiungere la fine della canzone.
 
 
 

You found me
When no one else was lookin'
How did you know?
How did you know?
 
 


Blaine sostenne quell'ultima nota acuta chiudendo gli occhi e portandosi nuovamente le mani al petto, mentre le lacrime incominciano a scivolare lungo il suo viso, calde e umide, senza però permettere alla commozione di alterare in alcun modo la sua voce e la sua intonazione. Era ormai quasi arrivato alla fine, e non poteva permettere che fossero proprio quegli ultimi istanti di debolezza a rovinare la sua esecuzione così precisa e perfetta.
 
 


You found me
When no one else was lookin'
How did you know just where I would be?
Yeah, you broke through all of my confusion
The ups and the downs, and you still didn't leave
I guess that you saw what nobody could see
You found me
 
 
 


Alla fine della canzone, Blaine si lasciò cadere esausto sulla poltrona, sussurrando un ultimo e quasi lacrimoso " You found me" * sotto lo sguardo commosso e palesemente adorante di Kurt; fece a malapena in tempo a riprendere fiato, che immediatamente il controtenore gli si gettò addosso, scavalcando le poltrone che li separavano e precipitandosi voracemente sulle sue labbra, che baciò appassionatamente e con veemenza per diversi minuti, avvinghiandosi al corpo di Blaine come se avesse il terrore che qualcuno potesse portarglielo via da un momento all'altro. 

<< Ti amo... >> sussurrò Kurt, fra un bacio appassionato e l'altro, mentre le mani di Blaine si muovevano freneticamente lungo le sue spalle e la sua schiena << ... Dio, se ti amo! Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo! >>

Blaine lo zittì con un ennesimo bacio, forse persino meno casto e più prepotente dei precedenti, e lasciò che questi scivolasse su di lui e si accucciasse sulle sue ginocchia, in quella che sembrò essere la posizione più comoda e meno compromettente, su quelle scomode, minuscole poltroncine imbottite. Non che avesse programmato di andare fino in fondo - non in auditorium, con i ragazzi della band ancora in giro e il rischio che chiunque potesse arrivare da un momento all'altro, sorprendendoli in situazioni compromettenti- ma sapeva che quello scambio di effusioni sarebbe durato a lungo, e voleva almeno essere sicuro che avvenisse nella maniera più agiata possibile. Continuarono a baciarsi così appassionatamente per diversi minuti, dimenticandosi completamente di tutto il resto, e si interruppero solamente quando le loro labbra sembrarono non essere più in grado di sopportare oltre quel contatto tanto invadente, ormai talmente stanche ed esauste da aver perso persino qualsiasi grado di sensibilità.

Kurt, a quel punto, fece sprofondare il viso nel collo di Blaine e rimase avvinghiato a lui, gli occhi chiusi e il petto che si alzava ed abbassava rapidamente, nel tentativo di ripristinare la regolarità del proprio respiro; Blaine avvolse la vita dell'altro con le braccia e lo strinse forte, carezzandogli dolcemente la schiena e facendo risalire una mano verso la sua nuca, mettendosi poi a giocherellare con i suoi capelli.

<< Grazie. >> sussurrò ad un tratto Kurt, sollevando leggermente la testa e voltandosi appena per guardare il suo ragazzo negli occhi << E' stata la dedica più bella che qualcuno mi abbia mai fatto; grazie, amore mio. >>

Blaine sorrise ampiamente e poi scosse la testa, scostando un piccolo ciuffo ribelle dalla fronte di Kurt e avvicinando poi il proprio viso al suo, facendo così sfiorare delicatamente i loro nasi.

<< Grazie a te, Kurt. >> rispose con voce morbida, prima di posare un ennesimo, tenero bacio sulle sue labbra << Per avermi trovato quando nessun altro mi stava cercando. >>
 
 

*
 
 


Gli ultimi giorni trascorsero così velocemente - fra canzoni, pianti e ultime dediche strappalacrime - che Blaine si sitrovò in piedi in mezzo ad una folla di studenti in fibrillazione, con indosso uno dei suoi abiti migliori e uno dei suoi più sinceri, orgogliosi sorrisi stampati in fronte, senza neanche avere il tempo di rendersene conto.

Sembrava strano credere che fosse vero, eppure quel momento era realmente arrivato: il giorno del diploma.

Fu una delle giornate più lunghe, frenetiche e maledettamente chiassose di tutta la sua vita; Kurt disse di non volerlo vedere per tutta la mattina, almeno non fino a che non fosse iniziata la cerimonia e Blaine non lo avesse visto sfilare sul palco dell'auditorium assieme a tutti i suoi compagni, con indosso la sua toga rossa e tutta la sua soddisfazione per essere riuscito ad arrivare fino a quell'importante e significativo traguardo.

Ovviamente il controtenore non riuscì a mantenere la sua promessa, correndo disperatamente fra le braccia di Blaine non appena lo vide in mezzo alla folla dell'auditorium, un minuscolo puntino fra migliaia di altre persone, per lui così inconfondibile ed impossibile da non riconoscere.

<< Blaine, finalmente! Oddio, sono così felice di vederti...mi sentivo morire senza di te! >>

Blaine scoppiò a ridere, accogliendo il ragazzo fra le sue braccia e facendo molta attenzione a non sgualcire la sua nuovissima toga di colore rosso.

<< Kurt, ma che stai dicendo? >> esclamò con fare divertito << Se sei stato proprio tu a dirmi che non potevamo vederci prima della cerimonia, perchè eri troppo nervoso per riuscire a sopportarmi! >>

<< Beh, mi ero sbagliato! >> bubbolò l'altro, stringendosi a Blaine più forte che potè, quasi come in cerca di protezione << Ho bisogno di te, non credo di farcela da solo! E poi, non ci stiamo mica per sposare...voglio dire, non è che vederti prima della cerimonia possa portare sfortuna o roba simile, dico bene? >>

Blaine scoppiò a ridere, facendo segno di no con la testa.

<< Sono sicuro di no. >> gli rispose << Puoi stare tranquillo. >>

<< Kurt, che diavolo ci fai ancora qui?! >> strillò a pieni polmoni una voce - che Blaine riconobbe immediatamente come quella isterica di Rachel - fra la calca dell'auditorium << Dobbiamo fare le ultime prove prima del discorso di chiusura, muoviti! >> 

Kurt sospirò profondamente, staccandosi di malavoglia dall'abbraccio di Blaine.

<< Devo andare. >> disse tristemente << Tu però devi promettermi che assisterai alla cerimonia dalla prima fila, va bene? I-io... io voglio essere sicuro di vederti; voglio essere certo che tu ci sia. >> 

Blaine sorrise, divertito da quella tenerezza insicurezza che il suo ragazzo stava sfoggiando in quel momento.

<< Beh, ma non devi avere alcun dubbio al riguardo. >> replicò con voce calda e rassicurante << Sai benissimo che io ci sarò. >> 

<< Sì, lo so... ma voglio vederti! >> 

Kurt afferrò entrambe le mani di Blaine, stringendole forte fra le sue e guardando il ragazzo dritto negli occhi.

<< Io ho bisogno di te, Blaine. >> mormorò << Oggi, e per tutti i restanti giorni che ancora mi rimangono da vivere. >>

Blaine sorrise ampiamente, mordendosi poi un labbro per contenere la sua già dirompente commozione.

<< Ci sarò, Kurt. >> rispose, accarezzandogli gentilmente il viso con il dorso della mano << Ci sarò sempre. Adesso però è meglio che tu vada a fare le prove...altrimenti non inizieremo mai. >> 

Kurt fece segno di sì con la testa e, dopo aver posato un rapido bacio sulla guancia di Blaine, corse via per raggiungere Rachel e tutti gli altri diplomandi dietro le quinte. Blaine si voltò nella sua direzione e continuò a fissare il vuoto anche quando la sua figura scomparve definitivamente all'orizzonte, non accorgendosi del fatto che qualcuno si stava lentamente avvicinando a lui, con fare calmo e rassicurante.

<< Nervoso? >> domandò una voce alle sue spalle, e Blaine immediatamente si voltò per controllare a chi mai potesse appartenere. Si ritrovò inevitabilmente a sorridere, di fronte all'espressione placida e confortante di Burt Hummel.

<< Non troppo. >> rispose il moro << Sicuramente non più di quanto non lo sia lui, in questo momento. >>

Burt rise: << Sì, conosco mio figlio; probabilmente avrà già incominciato a piangere come un bambino! Non oso immaginare in che stato sarà quando riceverà il suo diploma, avremo bisogno di un'intera famiglia di spugne per asciugare tutte le sue lacrime! >>

Blaine rise a sua volta e poi tirò un enorme sospiro malinconico, voltandosi verso il palco sul quale alcuni tecnici stavano ancora finendo di disporre gli strumenti e le aste per i microfoni.

<< Ti mancherà molto, non è vero? >> lo sorprese ad un tratto il padre di Kurt, distogliendolo dai suoi pensieri.

Blaine rivolse lui uno sguardo incupido, plasmando un leggero sorrisetto spento.

<< Da morire. >> disse a mezza voce << Mi sembra impossibile credere che fra appena un paio di mesi se ne andrà a New York, è tutto così... assurdo. >>

Burt lo guardò con espressione di conforto, sorridendogli gentilmente.

<< Ovviamente sono felice per lui. >> si affrettò ad aggiungere Blaine, arrossendo leggermente << Anzi, molto più che felice! Se lo merita, dopo tutto ciò che ha passato, e sono assolutamente convinto che con il passare del tempo diventerà una grande stella di Broadway! E' il suo destino, e io non posso che esserne lieto; lo amo, e desidero solamente il meglio per lui. >>

<< Ma proprio perchè lo ami, sentirai tremendamente la sua mancanza. >> concluse Burt al posto suo << Lo capisco, sai? Anche io non so che cosa farò senza di lui, sarà come perdere una parte vitale di me; sono certo che anche per te sia lo stesso, giusto? >>

Blaine fece segno di sì con la testa e Burt si avvicinò a lui ulteriormente, posando una mano sulla sua spalla e stringendola gentilmente.

<< Sai, potrai venire a trovarmi qualche volta. >> disse << Voglio dire, dopo la sua partenza; mi farebbe piacere. >>

Blaine inarcò leggermente il sopracciglio destro, guardando l'uomo con espressione di sorpresa.

<< C-che cosa? >> domandò incredulo << Dice...dice sul serio? >>

Burt annuì.

<< Sai, ci ho pensato molto in questi giorni. >> gli rispose con voce morbida << Ultimamente trascorri così tanto tempo a casa nostra, che ormai è diventata quasi un' abitudine per me vederti seduto sul nostro divano, o al nostro tavolo della cucina, oppure sdraiato sul prato del nostro giardino; credo che non mi piacerebbe affatto se tutto questo finisse solamente perchè Kurt non abita più a Lima. >>

Blaine rimase letteralmente a bocca aperta, non sapendo proprio che cosa dire; sapeva di stare particolarmete simpatico al padre di Kurt - anche se molto spesso fingeva di non darlo a vedere - ma non credeva si fosse affezionato a lui a tal punto da fargli una simile richiesta.

<< Sai Blaine, ho sempre creduto che tu e Kurt fosse semplicemente fatti l'uno per l'altro. >> proseguì Burt << Ovviamente non mi sono mai sognato di dirtelo, perchè sono suo padre e ho sempre sentito il bisogno di mantenere una certa...ehm... reputazione, non so se mi spiego. >>

Blaine rise, arrossendo leggermente.

<< Oh, sì... credo di capire. >> farfugliò.

<< In ogni caso sono sempre stato estremamente felice di averti al fianco del mio ragazzo. >> disse ancora il signor Hummel, ampliando il suo sorriso << Tu sei davvero un ragazzo splendido, Blaine, e non potrei desiderare niente di meglio per Kurt; so che lo amerai e lo rispetterai come merita, e naturalmente sono certo che anche per lui sarà lo stesso. >>

Blaine sorrise a sua volta, compiaciuto da quelle parole.

<< Beh, io amo Kurt. >> rispose << Lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. E giuro che farò qualsiasi cosa per renderlo felice... per sempre. >>

<< Lo so. >> disse Burt, avvolgendo un braccio attorno alle spalle di Blaine << E te ne sono grato, veramente. Non avrei potuto chiedere di meglio per Kurt. >>

Le guance di Blaine si fecero ancora più rosse e il ragazzo abbassò timidamente lo sguardo, piombando in uno stato di totale imbarazzo; avrebbe voluto dire tante cose al padre di Kurt - che lo ammirava, che aveva sempre sognato un padre come lui, che il più delle volte casa Hummel lo faceva sentire al sicuro molto più di quanto facesse casa sua - ma non era sicuro che quello fosse il momento migliore per farlo, o che fosse effettivamente in grado di trovare le parole giuste per esprimere al meglio tutti i suoi sentimenti.

<< Non voglio perderti, Blaine; Finn e Kurt se ne andranno fra pochi mesi, e ho bisogno di sapere che non dovrò essere costretto a dire addio anche a te. Dopo di loro, tu sei la cosa più vicina ad un figlio, per me. >> 

Blaine si morse un labbro con forza, tirando su col naso e trattenendo le lacrime che si stavano lentamente andando a formare nei suoi occhi.

<< N-non mi perderà. >> disse in tono lacrimoso << Non me ne andrò, io... prometto che passerò a trovarla spesso, anche quando Kurt sarà a New York. >>

<< Fantastico! >> esclamò allegramente Burt << Almeno potremo guardarci le partite di football in santa pace, senza che Kurt venga a disturbarci perchè vuole cambiare canale! >>

Blaine scoppiò a ridere, annuendo con fare di approvazione; poi, il suo sguardo incrociò ancora una volta quello del signor Hummel e i due si scambiarono una lunga occhiata complice.

<< Grazie, signor Hummel. >> mormorò il ragazzo, con voce rotta dalla commozione << Grazie di cuore. >>

<< Hey, quante altre volte ancora dovrò dirti di chiamarmi Burt?! >> lo interruppe l'altro, dandogli un leggero colpetto sul braccio << In fondo siamo una famiglia, giusto? >>

Blaine accennò un lieve cenno del capo, sorridendo dolcemente.

<< Giusto. >> bisbigliò << Una famiglia. >>

Si asciugò rapidamente le lacrime con una manica, prima ancora di lasciare loro il tempo di cadere.

Sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo ad alta voce, ma considerava Burt Hummel un padre molto più di quanto non facesse con il proprio; di questo Kurt ne era perfettamente al corrente, ma forse non era il caso che anche suo padre ne venisse informato, non ancora almeno.

In ogni caso, il suo sguardo riconoscente era già abbastanza chiaro ed eloquente, molto più di quanto le parole potessero essere.

<< Beh, adesso andiamo a prendere posto. >> disse Burt, ricomponendosi << Credo che la cerimonia debba avere inizio fra qualche minuto. >> 

<< Oh, io rimango qui in zona. >> rispose Blaine, guardandosi intorno << Preferisco godermi tutto lo spettacolo dalle prime file, nel caso in cui Kurt avesse bisogno di un improvviso sostegno morale. >>

Burt sorrise ampiamente: << Sì, mi sembra un' ottima idea! Io vado allora vado a prendere posto, ci vediamo più tardi. >>

<< Sì, a più tardi! >>

Blaine salutò velocemente l'uomo e poi sorrise, guardandolo mentre si allontanava verso la platea, per occupare il posto che gli aveva tenuto da parte sua moglie Carole; sospirò beatamente, lasciando che il placido sorriso sul suo volto si ampliasse ulteriormente, sereno ed orgoglioso.

Decisamente non avrebbe potuto chiedere di più dalla propria vita.

Beh, a parte diplomarsi assieme a Kurt, ma naturalmente non si può sempre ottenere tutto ciò che si desidera! In ogni caso, sentiva che quella sarebbe stata senza dubbio una giornata memorabile - sia per lui che per Kurt - e non aveva intenzione di permettere ad alcun pensiero triste o negativo di rovinare quello splendido, incredibile momento.
 
 
 

*
 
 


La cerimonia del diploma fu assolutamente meravigliosa.

Blaine non aveva mai visto i suoi amici così felici e raggianti, sembrava veramente che quella semplice, normalissima toga rossa fosse riuscita a tirare fuori tutto il meglio di loro, qualcosa di incredibilmente unico e sensazionale, che il giovane Anderson riusciva a cogliere solo adesso per la prima volta.

Non potè che provare un briciolo d'invidia nel vederli tutti così allegri e sorridenti su quel palco, ognuno con in mano il proprio attestato di diploma, tutti pronti per spiccare il volo verso una nuova vita: New York, Los Angeles, Chicago...qualsiasi luogo che avrebbe aperto loro le porte ad un grande futuro, lontano dall' Ohio e da quella opprimente prigione che era la città di Lima. Avrebbe voluto essere anche lui lì, di fianco a tutti gli altri, e dire addio alla sua vecchia vita per dare inizio ad una nuova; avrebbe voluto lasciare Lima per sempre ed andarsene a New York, assieme a Kurt, gettandosi tutto il passato alle spalle e attraversando finalmente quell'insormontabile barriera che separava ancora la sua adolescenza dalla sua vita da adulto.

Sarebbe stato veramente bello, ma del tutto impossibile, almeno per un altro anno.

Cercò comunque di non pensarci troppo, non fino a che le celebrazioni non furono finite; avrebbe avuto tutto il tempo di questo mondo per rattristarsi, dopo la festa di fine anno in onore dei senior che era stata organizzata nel giardino di casa Berry, per celebrare la loro giornata speciale assieme a tutti i loro più cari amici.

Non credeva che un giardino così piccolo potesse contenere così tante persone: vi erano tutti i ragazzi del Glee Club, i genitori di Rachel, quelli di Finn e Kurt, il professor Shuester, la signorina Pillsbury e persino la coach Beiste, la quale dopo una lunga serie di insistenti richieste, aveva accettato di prendere parte ai festeggiamenti assieme ai suoi colleghi.

<< Wow, certo che i signori Berry hanno proprio fatto le cose in grande! >> esclamò Kurt, guardandosi intorno ed indicando con un cenno del capo l'enorme buffet vegetariano che si trovava al centro del giardino << Adesso capisco Rachel da chi ha preso tutte le sue manie di grandezza! >> 

Blaine rise.

<< Beh, quando i Berry fanno le cose le fanno per bene! >> esclamò, avvicinandosi a Kurt e prendendolo sottobraccio << Su, vieni con me; andiamo a sederci su quel dondolo laggiù. >>

Kurt fece segno di sì con la testa e fece scivolare la sua mano dentro quella di Blaine, intrecciando le dita con le sue; i due si diressero a passo lento verso il dondolo, guardandosi allegramente intorno mentre i loro amici festeggiavano con entusiasmo il loro successo.

<< Allora... >> disse il moro, mettendosi a sedere compostamente sul dondolo << ... come ci si sente a non essere più uno studente delle superiori? >> 

<< Beh, è strano! >> rispose Kurt, accomodandosi di fianco a lui << In effetti non mi sento molto diverso rispetto a ieri, però sento che c'è qualcosa in me che è cambiato, anche se non so bene di che cosa si tratti effettivamente. >>

<< Ti senti più adulto! >> osservò Blaine, sorridendo ampiamente << Sai di non essere più un semplice studente liceale e sei consapevole del fatto che, da ora in poi, dovrai imparare a prenderti tutte le tue responsabilità! >>

Kurt sospirò tristemente, poggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo.

<< Già, e non per niente facile! >> bubbolò << Mi piaceva essere uno studente del liceo, mi sentivo protetto e al sicuro; adesso dovrò affrontare il mondo da solo, e temo di non esserne ancora all'altezza! >>

<< Hey, non dire sciocchezze! >> esclamò Blaine, guardandolo di traverso << Kurt, tu sei una persona incredibile! Il mondo non vede l'ora di accoglierti fra le sue braccia, e sono certo che tu sarai all'altezza di qualsiasi tua aspettativa! >>

Kurt si morse un labbro e poi sorrise, guardandolo con adorazione.

<< Anche per la NYADA? >> domandò a mezza voce, quasi con incertezza.

Blaine fece segno di sì con la testa.

<< Anche la NYADA. >> confermò, afferrando la sua mano e stringendola forte << Fidati di me, Kurt: non c'è niente che tu non possa fare! >>

Kurt ampliò il suo sorriso e posò un tenero bacio sulla guancia del giovane Anderson, soffermandosi per qualche istante sulla sua pelle morbida e carezzandogli gentilmente i capelli, mentre questi ridacchiava beatamente.

<< Potrei restare così per sempre, sai? >> mormorò Blaine, voltandosi lentamente verso l'altro << Io e te, da soli su questo dondolo, dimenticandoci di tutto il resto. >>

<< Beh, facciamolo! >> rispose Kurt, gettandogli le braccia al collo e poggiando la fronte contro la sua << Che cosa ce lo impedisce? >>

<< Hey, Kurt! Kurt! >>

Kurt e Blaine sussultarono e si staccarono immediatamente, mentre Finn correva nella loro direzione sbracciando e strillando il nome del giovane Hummel a pieni polmoni. 

Kurt sbuffò pesantemente.

<< Ecco chi ce lo impedisce! >> bofonchiò, facendo una smorfia << Finn, che diavolo vuoi?! >>

<< Kurt, Rachel ha bisogno di te. >> rispose il giovane Hudson, riprendendo fiato << Ha detto che è una cosa urgente e che nessun altro a parte te può aiutarla. >>

Kurt sbuffò nuovamente, alzandosi dal dondolo con riluttanza e rivolgendo a Blaine un profondo sguardo dispiaciuto.

<< Temo che dovremo rimandare il nostro idillio a più tardi. >> disse a malincuore << Cercherò di fare il prima possibile, d'accordo? >> 

Blaine fece segno di sì con la testa, facendogli un rapido occhiolino e mandandogli un bacio prima di lasciarlo andare definitivamente dentro casa, dove Rachel lo stava aspettando; Finn non si lasciò pregare e si lasciò a cadere a peso morto sul dondolo, proprio lì dove - fino a pochi istanti prima - era seduto il suo fratellastro.

<< Allora, come ti senti? >> domandò il giovane Anderson, mentre Finn si metteva comodo << Realizzato? >>

<< Beh, tutto sommato credo di sì. >> rispose l'altro, sorridendo con soddisfazione << Insomma, il mio ultimo anno è stato un successo: abbiamo vinto le nazionali, sono stato eletto re del ballo scolastico, sull'annuario sono stato descritto come uno dei ragazzi più popolari del liceo McKinley e ho ottime possibilità di riuscire ad entrare all' Actor Studios; senza contare, inoltre, che fra pochi giorni io e Rachel ci sposeremo! Insomma, mi sembra tutto così perfetto! >>

Blaine sorrise, guardando il suo amico orgogliosamente; certo, non era ancora del tutto persuaso all'idea del matrimonio - continuava a credere che sposarsi a soli diciotto anni fosse una pura, totale follia - ma non poteva che essere felice di vedere il giovane Hudson così sereno e realizzato, soprattutto dopo tutto ciò che era stato costretto a passare nell'arco degli ultimi mesi. In fin dei conti, per quanto in passato fosse stato colto più di una volta dalla voglia di prenderlo a testate, non poteva che essere fiero del suo amico e di tutto ciò che era riuscito a realizzare.

<< Sono felice per te, Finn. >> disse << Insomma, te lo meriti! Hai faticato tanto per arrivare fino a questo punto, io credo che ti sia dovuto. >>

<< Beh, ho avuto tante persone meravigliose al mio fianco. >> replicò Finn << Senza di loro non sarei mai riuscito a farcela. >>

Blaine fece segno di sì con la testa, incupendo leggermente il suo sorriso. Quella conversazione sembrava fin troppo simile ad un addio, e non voleva che le cose andassero in questo modo; si era ripromesso di non lasciarsi prendere dalla tristezza, ma non sarebbe stato affatto possibile se le cose fra lui e Finn avessero preso quella piega così malinconica che lui temeva.

<< Sai, mi mancherà Lima. >> mormorò il giovane Hudson, piuttosto tristemente << E' buffo, ho sempre pensato che se fossi rimasto per tutta la vita in questo buco di città mi sarei sentito un emerito fallito fino alla fine dei mie giorni, eppure adesso che sto per andarmene mi sembra quasi di non avere il coraggio di lasciarmi tutto alle spalle! >>

<< Immagino che sia normale. >> gli rispose Blaine, dandogli una leggera pacca sulla spalla << Sì, insomma...si tratta pur sempre della tua vita! Ok, ti stai lasciando il passato alle spalle, ma questo non significa certo che tu debba dimenticare ogni cosa! Credo che sia normale avere nostalgia, almeno in queste situazioni. >>

Finn abbozzò un sorriso, facendo un lieve cenno con la testa.

<< Sì, credo che tu abbia ragione. >> disse << E' solo che mi mancheranno moltissimo mia mamma e Burt, il professor Shuester, la coach Beiste e tutti i ragazzi del Glee Club! Non riesco ad immaginare la mia vita senza di voi. >>

Blaine si morse un labbro ed annuì, abbassando mestamente lo sguardo; era abbastanza certo del fatto che, di lì a poco, le lacrime avrebbero preso a scivolare senza sosta e senza dignità lungo le sue guance.

<< Sai, Blaine... credo che sentirò molto la tua mancanza. >> proseguì Finn, abbassando lo sguardo a sua volta << Anzi, a dire il vero, penso di esserne abbastanza certo! In effetti, sento che mi mancherai da morire. >>

Blaine tirò su col naso, mordendosi il labbro inferiore con maggiore forza.

Appunto.

<< F-Finn, io... >> farfugliò il moro, con voce rotta dalla commozione << ... accidenti, perchè deve essere così difficile?! >>

<< Lo so, neanche per me è facile! >> ribattè l'altro, sollevando lo sguardo << Non è facile ammettere che mi mancherai forse più di chiunque altro, che in questi ultimi tempi sei stato quasi come un fratello per me, e che non riesco a credere che da qui a pochi mesi ci saranno migliaia e migliaia di chilometri a tenerci separati. >>

Fece una breve pausa, cercando di riprendere il controllo sulla sua voce ormai tremolante.

<< Se penso che all' inizio non ho fatto altro che renderti la vita un inferno al McKinley, a causa della mia stupida gelosia! >> proseguì << Sono stato uno stupido, e lo so che ti avrò già chiesto scusa almeno un milione di volte...ma mi dispiace tanto, Blaine. >>

<< Hey, non fa niente! >> lo interruppe Blaine, rivolgendogli un sorrisetto rassicurante << Lo so che non ce l'avevi veramente con me, non devi fartene una colpa! Certo, c'è stato un periodo in cui davvero non riuscivo a sopportarti, ma anche io avevo le mie colpe; sono sempre abituato ad essere una stella fra i Warblers, e quando sono arrivato nelle Nuove Direzioni ho semplicemente pensato che le cose non sarebbero cambiate, senza rendermi conto del fatto che le cose al McKinley funzionavano diversamente. >>

<< Ma tu sei una stella, Blaine! >> esclamò Finn, con una certa enfasi << E' proprio questo il punto, Blaine: tu sei un ragazzo incredibile, hai un sacco di talento e io... beh, io mi sentivo minacciato. Credevo di non essere alla tua altezza. >>

<< Finn, questo è ridicolo. >> gli rispose il moro, scuotendo la testa << Tu sei unico nel tuo genere, non hai alcun bisogno di metterti in competizione, nè con me nè con altri; tu sei una persona speciale, e non devi mai permettere a nessuno di dirti il contrario! >>

Finn sorrise ampiamente, gli occhi che brillavano lucidi per la commozione.

<< Ti voglio bene, Blaine. >> dichiarò << Dico davvero. >>

<< Oh, anche io ti voglio bene Finn! >> Blaine si gettò fra le braccia del suo amico e lo abbracciò forte, più che potè; Finn ricambiò la stretta, dandogli qualche amichevole pacca sulla spalla e ridacchiando.

Incredibile, pensò Blaine, che fossero arrivati fino a questo punto; appena un anno prima erano quasi due perfetti sconosciuti, sei mesi addietro si erano ritrovati quasi a detestarsi, e adesso eccoli lì: due amici fraterni, praticamente inseparabili, che sarebbero rimasti uniti per sempre, qualunque cosa fosse mai accaduta.

Qualunque cosa il destino avesse avuto in serbo per loro.

<< Beh, forse adesso è il caso di andare. >> suggerì ad un certo punto Finn, staccandosi dall'abbraccio << Gli altri ci staranno cercando, e non voglio che Kurt mi accusi di aver tentato di rubargli il fidanzato! >>

Blaine rise e dopo essersi rapidamente asciugato le ultime lacrime raminghe, si alzò velocemente in piedi e si ricompose, rivolgendo poi al suo amico un enorme sorriso compiaciuto.

<< Sì, direi che è il caso di andare. >> concordò << Potremmo inaugurare il karaoke di Rachel, che ne pensi? >>

<< Oh, sì...grande idea! Mi concederai un duetto, fratello? >>

Blaine avvertì un leggero colpo al cuore, e poi sorrise teneramente.

<< Sicuro...fratello. >>

Finn ricambiò il sorriso e, dopo un ultimo occhiolino ed un'ultima pacca sulla spalla, i due ragazzi raggiunsero nuovamente il resto dei loro compagni, ben decisi a godersi fino in fondo il resto di quella meravigliosa giornata di festeggiamenti.
 
 
 

*
 
 


Blaine non credeva che le cose potessero andare diversamente da come le aveva programmate.

Non aveva mai pensato ad un piano B, ad un eventuale progetto di riserva, perchè non credeva assolutamente di averne alcun bisogno; era tutto così perfettamente programmato, definito in ogni minimo dettaglio, con una precisione ed una minuziosità disarmanti, quasi matematiche. Non serviva un piano di riserva, una simile idea non gli era passata neanche per l'anticamera del cervello! Non poteva sapere che, al contrario di ogni sua aspettativa, le cose non sarebbero andate affatto come da programma; non sarebbe mai stato in grado di prevedere quella clamorosa, del tutto inaspettata complicazione; mai e poi mai si sarebbe immaginato di ricevere quella lacrimosa, quasi isterica telefonata di Kurt, completamente in preda al panico, quasi incapace di articolare una qualunque frase di senso compiuto.

<< ... 'era... 'el e 'inn... 'osì stupido.... io... >>

Blaine, completamente stordito, cercò di tranquillizzare il suo ragazzo e di placare il suo stato d' inquietudine, per quanto fosse possibile farlo tramite telefono.

<< Kurt, ti prego...calmati! Non riesco a capire una sola parola di quello che stai dicendo, adesso fai un bel respiro e cerca di dirmi tutto una seconda volta. >>

Kurt sospirò profondamente e tirò su col naso, ripetutamente.

<< I-io... abbiamo ricevuto le nostre lettere dalla NYADA, io e Rachel. >> singhiozzò << E... e io non ce l'ho fatta! Non sono entrato, io...non mi hanno preso. >>

Blaine rimase in silenzio, letteralmente incredulo:

Kurt era stato respinto.

Sulle prime pensò che si trattasse solamente di uno scherzo - insomma, credere che Kurt non fosse stato ammesso alla NYADA era assolutamente impossibile per lui - ma a giudicare dal tono lacrimoso e quasi strozzato del suo ragazzo, quella non poteva essere altro che la verità.

<< Non mi hanno preso... non mi hanno preso, Blaine... non lo hanno fatto! >>

Kurt, dal lato opposto della cornetta, scoppiò in un pianto a dirotto, che fece completamente sgretolare il cuore del giovane Anderson in un milione di minuscoli frammenti. Nessuno dei due aveva pensato che le cose potessero andare a finire in quel modo, non dopo la fantastica audizione di Kurt di fronte a Carmen Tibideaux! In tutta sincerità, Blaine credeva che quella situazione fosse una totale, completa e assoluta ingiustizia.

<< Kurt, ascoltami...adesso cerca di calmarti; dove ti trovi? >> 

<< A scuola. >> rispose Kurt, con voce flebile << Io, Finn e Rachel abbiamo aperto le nostre lettere assieme, ma loro adesso se ne sono andati e io sono rimasto qui da solo. >>

<< Amore mio, vuoi che ti raggiunga? >> domandò Blaine con fare apprensivo, già pronto ad afferrare le sue chiavi di casa e precipitarsi sul vialetto.

<< No. >> replicò l'altro << Io...non voglio restare qui! Posso venire io da te? >>

Blaine si morse un labbro. Suo padre sarebbe stato fuori città per lavoro fino al giorno seguente, e sua madre non sarebbe rientrata prima di sera; sicuramente nessuno avrebbe rischiato di disturbarli.

<< Sì, certo. >> rispose << Ma tu pensi di farcela a guidare fino a qui? >>

<< Sì, io...credo di sì. Forse ci metterò un po', ma arriverò; ho bisogno di te, Blaine...adesso. >>

Blaine si portò una mano al petto e chiuse gli occhi, sospirando.

<< Io sono qui, Kurt. >> disse con voce morbida << Ti aspetto, non vado da nessuna parte. >>

<< D'accordo, allora...arrivo fra poco. >>

<< Ok, ma stai attento con la macchina! A dopo. >>

Riattaccò rapidamente e poi corse giù nel salotto, ad aspettare ansiosamente l'arrivo del suo ragazzo; credeva che ci avrebbe impiegato un'eternità, ma dopo appena un quarto d'ora lo sentì suonare al campanello e si precipitò alla porta, accogliendolo fra le sue braccia e stringendolo a sè con forza.

<< Va tutto bene... >> bisbigliò dolcemente, posando qualche tenero bacio sulle sue tempie << ...Kurt, va tutto bene! Ci sono io qui, è tutto apposto. >>

<< Non ce l'ho fatta! >> gemette l'altro, avvinghiandosi maggiormente al corpo di Blaine << Tutte quelle ore di prove, tutti i miei sforzi e le energie che ho sprecato per tutti questi mesi, non sono serviti assolutamente a niente! >> 

Il controtenore seppellì il viso fra i capelli di Blaine e ricominciò a piangere compulsivamente, quasi senza fiato, mente l'altro gli accarezzava la schiena con fare rassicurante, il cuore che di secondo in secondo si faceva sempre più contratto e dolorante.

<< I-io... io non capisco! >> singhiozzò << Rachel ha fatto un'audizione pessima, ed è bastata una maledettissima canzone alle Nazionali per farle ottenere quel posto! E io? Perchè devo essere sempre io a rimetterci, perchè ogni volta che mi sembra di fare qualcosa di buono il mondo mi crolla inesorabilmente addosso?! >>

Blaine non sapeva che cosa dire.

Trovava inspiegabile, del tutto inconcepibile, che Kurt non fosse stato ammesso in quella scuola; lui stesso aveva assistito alla sua audizione, e l'aveva trovata semplicemente perfetta! Sapeva che Madame Tibideaux ne era rimasta altrettanto colpita, e allora per quale ragione aveva respinto la domanda di Kurt? Perchè non aveva voluto dar lui una possibilità, perchè era stata così sciocca da lasciarsi scappare un simile talento? 

Avrebbe fatto qualcosa - qualsiasi cosa - pur di riuscire a tranquillizzare il suo ragazzo, ma in quel momento non vi era assolutamente niente che potesse fare; in quel momento, Blaine sentiva di essere incredibilmente inutile e del tutto impotente.

<< Kurt, ti prego... >> mormorò il moro, accarezzando gentilmente i capelli del suo ragazzo << Ti prego, non fare così! >>

<< Sai qual è la cosa peggiore?! >> disse ancora Kurt, le lacrime che ormai scendevano a fiotti lungo le sue guance, implacabili << Che non riesco neanche ad essere felice per lei! Lo so che se lo merita, che ha trascorso praticamente tutta la sua vita a sognare questo momento e che adesso che è arrivato, io dovrei semplicemente gioire per il suo successo...ma non ci riesco! La sola cosa che riesco a pensare è "Perchè non io?! Perchè lei ce l' ha fatta e io no?! " >> 

A quel punto le lacrime divennero così intense che il giovane Hummel non riuscì neanche più a parlare, limitandosi così a piangere rumorosamente sulla spalla di Blaine, stringendosi maggiormente nella presa del suo abbraccio; Blaine, molto lentamente, lo fece spostare assieme a lui sul divano e lasciò che il ragazzo continuasse a sfogarsi fra le sue braccia, almeno fino a che non ne avesse avuto abbastanza di piangere. Poi, quando finalmente le lacrime si furono placate, Kurt sollevò leggermente la testa e guardò Blaine con espressione affranta, gli occhi ancora lucidi e le labbra che tremavano, così come le sue mani.

<< Io... io non riesco a capire. >> sussurrò, asciugandosi le lacrime con una manica << S-sono stato perfetto, la mia audizione è stata fantastica! E allora perchè non mi hanno preso? Che cosa c'è di sbagliato in me?! >>

<< Niente! >> Blaine lo cullò dolcemente fra le sue braccia, baciandolo di tanto in tanto sulle tempie << Kurt, non c'è niente di sbagliato in te! Questo non devi pensarlo neanche per un istante, non è colpa tua se non ti hanno preso! >>

Kurt tirò sul col naso, facendo una smorfia.

<< E allora di chi è?! >> domandò contrariato.

Blaine gli accarezzò gentilmente il viso con il dorso della mano e sorrise.

<< Kurt, non puoi sentirti in colpa per quello che è successo. >> disse << Neanche io riesco a spiegarmi come sia stato possibile, ma è accaduto! E forse avremmo dovuto tenere in conto che le cose avrebbero potuto andare a finire male, forse avremmo dovuto escogitare un piano di riserva! >>

<< Stai per caso dicendo che avrei dovuto immaginarmi che non sarei stato abbastanza bravo per entrare alla NYADA? >> sbraitò Kurt, sollevando un sopracciglio.

<< Assolutamente no! >> si affrettò a rispondere Blaine << Ma avremmo dovuto immaginare che non sarebbe stato facile, hai idea di quanto sia spietata la concorrenza?! Ragazzi da ogni angolo dell'America, che si preparano per questo momento sin da quando sono piccoli! Per quanto tempo tu ti sei esercitato per la tua audizione? Qualche mese? E da quanto tempo sogni di entrare alla NYADA? Dieci mesi, un anno forse? Ci sono persone che hanno scelto questo destino sin da piccoli, che ballano e cantano sin da quando hanno incominciato a camminare e ad emettere i primi vagiti! Non dico che tu non abbia abbastanza talento, Kurt, tutt'altro! E' solo che, magari, non hai abbastanza esperienza. >>

Kurt si morse un labbro, annuendo con fare pensieroso.

<< T-tu... tu pensi che sia per questo che... >>

<< Non vedo altra spiegazione! >> esclamò Blaine, con convinzione << Ho assistito alla tua audizione, e posso dire con assoluta certezza che sei stato fenomenale! Sei sempre stato un grande artista, Kurt, e sai che non lo dico solamente perchè sono il tuo ragazzo e perchè mi sento in dovere di essere gentile con te; io penso davvero tutte queste cose. Ma ti manca l'esperienza di Rachel, questo devi ammetterlo! Forse alla NYADA cercano più persone come lei, forse è stato proprio questo ad averti frenato! Ma di sicuro non si tratta della tua mancanza di talento, questo devi assolutamente togliertelo dalla testa! >>

Kurt fece segno di sì con la testa, ancora leggermente incerto.

<< T-tu... tu credi che io abbia veramente talento? >> domandò a mezza voce.

<< Ne hai da vendere! >> replicò Blaine con convinzione << E la sai una cosa? Faremo in modo che tu riesca ad avere anche tutta l'esperienza necessaria per farti entrare alla NYADA, il prossimo anno! Non importa se per quest'anno non ce l'hai fatta, potrai riprovarci ancora... e ancora, ancora, fino a quanto non riuscirai ad entrare! E' il tuo sogno, Kurt, e tu non devi neanche pensare di potervi rinunciare; io non te lo permetterò mai. >>

Gli occhi di Kurt si riempirono nuovamente di lacrime, ma questa volta si trattava di lacrime completamente differenti, dettate non più dalla tristezza, ma dalla commozione e dall' incredibile soddisfazione nel sapere che il suo ragazzo, la sola persona in quel momento in grado veramente capace di farlo stare bene, credeva ancora così ciecamente in lui. 

<< M-mi aiuterai? >> chiese << Rimarrai accanto a me e mi aiuterai, qualsiasi cosa accada? >>

<< Te lo giuro! >> Blaine afferrò le mani di Kurt e le strinse fra le sue << Kurt, io rimarrò con te per sempre... per sempre. >>

Kurt sorrise ampiamente e si sporse verso Blaine, poggiando la fronte contro la sua.

<< Ti amo... >> disse, con voce ancora rotta dalla commozione << Ti amo così tanto, e... oh, non lasciarmi mai! >>

Blaine lo zittì con un bacio sulle labbra, lento e morbido, per poi accoglierlo nuovamente fra le proprie braccia in un abbraccio tenero e confortante, senza chiedere di più.

<< Mai. >> sussurrò << Non ti lascerò mai. >> 

Kurt non rispose e si lasciò semplicemente confortare da quell'abbraccio così caloroso e pieno di amore, il suo rifugio, il solo luogo a cui sentisse veramente di appartenere, specialmente in momenti bui ed infelici come quello. Rimasero avvinghiati su quel divano - in silenzio - a lungo, senza preoccuparsi di ciò che sarebbe stato, delle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare, di qualsiasi altra cosa che non fosse semplicemente "qui e ora" o "insieme. " 

Blaine sapeva quanta paura Kurt avesse per il futuro, riusciva a percepirlo da ogni suo singolo respiro, da ogni singola lacrima che sentiva lentamente scivolare lungo il suo collo, fino ad arrivare al colletto della camicia; ma sapeva anche che, fino a che lui fosse rimasto al suo fianco, quella paura sarebbe stata sempre un po' più sopportabile. 
Comunque fossero andate le cose, loro due sarebbero rimasti assieme.

Comunque fossero andate le cose, Blaine si sarebbe preso cura di Kurt fino per sempre, offrendo lui tutto il suo supporto, la sua fiducia e tutto l'amore di cui avrebbe avuto bisogno.

Comunque fossero andate le cose, qualsiasi ostacolo avessero dovuto affrontare, Kurt e Blaine sarebbero sempre riusciti a superarlo a testa alta; perchè, comunque fossero andate le cose, avrebbero sempre avuto l'un l'altro su cui contare, fino alla fine dei loro giorni.
 
 

*
 
 

Ci vollero diversi giorni prima che Kurt riuscisse a riprendersi dallo shock della sua lettera di rifiuto, e anche quando ci riuscì, non lo fece veramente del tutto.

Non era facile riuscire ad accettare un simile fallimento, nonostante la continua e rassicurante presenza di Blaine al suo fianco, addolcita dalle sue sincere e particolarmente rassicuranti parole di conforto. Blaine lo capiva, tutto sommato; poteva solamente immaginare quanto dovesse essere doloroso per il suo ragazzo dover convivere con una simile realtà, e non riusciva proprio a biasimarlo per il suo comportamento così schivo e a tratti scontroso. Non che quella fosse veramente la fine - lui e Kurt avevano deciso che avrebbero trascorso l'intera estate alla ricerca di un piano di riserva - ma si trattava comunque di un fallimento, e non era semplice per Kurt accettare con se stesso di non essere stato all'altezza delle sue aspettative.

Fortunatamente per lui, il tempo per pensare a quella spiacevole situazione era diminuito notevolmente, fra le uscite con Blaine ormai sempre più frequenti - in fin dei conti, era appena iniziata l'estate - e i preparativi del matrimonio di Finn e Rachel, dei quali si era gentilmente offerto ( anzi, sarebbe stato molto più corretto dire che aveva letteralmente obbligato i suoi amici a piegarsi al suo volere ) di occuparsi personalmente. 

Anche fra Finn e Rachel le cose erano cambiate: lui non era stato ammesso all'Actor Studios - nonostante lui stesso fosse così sicuro di avercela fatta - e lei aveva deciso di rinunciare alla NYADA per un anno, non avendo la forza di trasferirsi a New York senza il suo innamorato, preoccupata che ogni giorno trascorso in quella nuova città non potesse fare altro che rammentargli di continuo il suo fallimento. 

Si sarebbero sposati comunque, ma sarebbero rimasti a Lima per il momento, almeno fino a che anche Finn non fosse riuscito a realizzare il suo sogno.
Il matrimonio si sarebbe svolto in una piccola chiesetta nella periferia di Lima, una struttura semplice ma confortevole, che per l'occasione sarebbe stata addobbata con rose bianche, gigli e gerbere; Kurt si era raccomandato che fosse tutto assolutamente perfetto, e con un organizzatore di matrimoni del suo calibro, Rachel poteva esser certa che niente, neanche una minima inezia, avrebbe mai potuto andare storto.

O almeno, così credeva.

La mattina stessa del matrimonio, a circa sei ore dall'appuntamento in chiesa con tutti gli altri, Blaine ricevette una telefonata; con gli occhi semichiusi ed una lentezza tipica di chi ancora non riesce a scrollarsi completamente il sonno di dosso, afferrò il suo cellulare dal comodino e se lo portò all'orecchio, rischiando quasi di farlo cadere a terra.

<< Pronto? >> rispose con voce impastata, senza riuscire ad aprire gli occhi.

<< Pronto, Blaine?! >> fece eco una voce dall'altro lato della cornetta, che il ragazzo riconobbe immediatamente come quella di Kurt, in credibilmente vivace e squillante per essere di prima mattina << Oh, per fortuna che hai risposto subito! Devi muoverti, è successa una cosa terribile: il matrimonio è saltato! >>

Blaine si tirò su di scatto, quasi come se quella notizia fosse bastata a ridestarlo completamente.

<< Che cosa?! >> strillò << Ma di che diavolo stai parlando? Che cosa significa che è saltato? >>

<< Beh, esattamente quello che ho detto! >> replicò l'altro, con voce alterata << Non ci sarà nessun matrimonio, Finn e Rachel non si sposeranno! Ho sprecato tutto il mio tempo libero e tutte le mie energie per una cerimonia che non avrà neanche luogo! >>

Blaine rimase senza parole, incredulo.

<< N-non riesco a crederci. >> farfugliò, dopo qualche secondo di silenzio e confusione << Hanno...hanno per caso capito che sposarsi a questa età è una follia e hanno deciso di rimandare il matrimonio di qualche anno, quando saranno più maturi e responsabili per affrontare un passo del genere? >>

<< No, è questa la cosa assurda! Rachel neanche sa di tutta questa storia, ha deciso tutto quanto Finn, da solo! >>

Blaine non riusciva a capire.

<< A-aspetta... stai per caso dicendo che Finn vuole lasciare Rachel? >> domandò allarmato.

Gli sembrava un'eventualità del tutto remota, praticamente impossibile, eppure non vi erano altre spiegazioni alle quale appigliarsi, in quel momento. Kurt sospirò profondamente.

<< Ha detto che è la cosa migliore per entrambi. >> rispose in tono ormai rassegnato << Che il destino di Rachel è a New York e che lui non può assolutamente esserle d'intralcio! Le ha già comprato il biglietto, ha prenotato il treno e adesso vuole che ci riuniamo tutti quanti alla stazione per salutarla. >>

<< Salutarla... vuoi dire che partirà oggi stesso?! >>

Kurt non rispose immediatamente e Blaine riuscì ad immaginarselo mentre annuiva, con espressione contrita.

<< Sì, esatto. >> disse poi, mestamente << E la cosa peggiore è che... beh, Finn ha deciso di partire per il fronte. >>

Blaine per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.

<< Il fronte?! Cioè, vuole arruolarsi nell'esercito?! >> esclamò annichilito << Kurt, ma è... beh, è una vera e propria follia! >>

<< Blaine, pensi che non lo sappia?! Ho passato ore a dirgli che tutta questa faccenda non ha alcun senso, che lasciare Rachel non servirà a niente - se non a farla soffrire come una disperata - e che partire per l'esercito non è la soluzione per rimediare al suo fallimento, ma non vuole ascoltarmi! Vuole riscattare suo padre e pensa veramente che questo sia l'unico modo per riuscirci! >>

Blaine sospirò tristemente e scrollò le spalle.

Non sapeva che cosa dire e, a dire il vero, non aveva neanche idea di ciò che dovesse effettivamente pensare in quel momento; sapeva solo che se Finn si era messo questa ridicola, malsana idea in testa, niente e nessuno avrebbe mai potuto farlo ritornare sui propri passi.

<< Per cui, adesso, che cosa dobbiamo fare? >> chiese, ormai anche lui completamente rassegnato.

<< Beh, andiamo a salutare Rachel alla stazione. >> rispose semplicemente l'altro << Non vedo altre alternative, a questo punto. >>

Blaine si morse un labbro, pensieroso.

<< Sì, credo che tu abbia ragione. >> mormorò << Allora... ci vediamo direttamente alla stazione, oppure... >>

<< Sì, è meglio. >> lo interruppe Kurt << Io... io voglio stare un po' con Finn, credo...credo che abbia bisogno di me. >>

Blaine annuì, pur sapendo di non poter essere visto, e poi sospirò.

<< Certo, lo capisco. >> disse << Allora ci vediamo in stazione... per che ora? >>

<< Alle quattro in punto, non un minuto più tardi. A dopo, Blaine. >>

<< A dopo, ciao. >>

Blaine riattaccò velocemente, per poi accasciarsi nuovamente sul suo letto e sospirare, lo sguardo fisso nel vuoto ed un'espressione particolarmente afflitta. Non riusciva a credere - o, più semplicemente, non voleva farlo - che Finn avesse veramente deciso di lasciare Rachel, gli sembrava assurdo che avesse anche semplicemente pensato di fare una cosa del genere; aveva sempre pensato a quei due come ad una coppia perfetta, innamorata, destinata a durare per sempre, senza neanche una minima parvenza di dubbio.

Eppure, adesso, tutte le sue certezze erano crollate del tutto, come un fragile castello di sabbia durante una violenta tempesta di libeccio. Sarebbe successo anche a lui? Anche lui, con il passare del tempo, avrebbe fatto lo stesso errore di Finn e avrebbe deciso di lasciare andare Kurt, liberandolo da una fastidiosa zavorra che, a lungo andare, avrebbe finito solamente col farlo sentire oppresso, prigioniero di un passato dal quale avrebbe dovuto semplicemente staccarsi? No...no, impossibile! Blaine non era come Finn, e Kurt non era come Rachel; l'uno non avrebbe mai lasciato andar via il grande amore della sua vita, e l'altro non si sarebbe mai sognato di permettere al primo di abbandonarlo, soprattutto in un momento tanto delicato come quello. 

Il giovane Anderson tirò un ennesimo sospiro, raggomitolandosi su se stesso e stringendosi forte ad un cuscino; no, niente di tutto questo sarebbe mai potuto accadere a lui e Kurt, di questo poteva starne certo. Ma avrebbe tanto voluto, in quel momento, essere abbastanza bravo da riuscire a confortare anche il suo amico Finn quel giorno, nello stesso modo in cui era riuscito a fare con se stesso, nel giro di così pochi minuti.
 


 
*
 
 


Salutare Rachel fu molto più difficile di quanto Blaine avesse mai potuto immaginare, soprattuto per Finn. 

Il giovane Anderson non poteva sapere quanto dolore e quanta sofferenza si nascondessero dietro quel gesto tanto altruista e parimenti folle, ma gli fu sufficiente una rapida occhiata al suo amico per averne anche solamente una vaga, minima idea: Finn era completamente distrutto, sembrava quasi che riuscisse a tenersi ancora in piedi per semplice spinta d'inerzia.

Riusciva a capirlo, in fin dei conti; se si fosse trovato al posto suo, con Kurt pronto a salire su di un treno che lo avrebbe portato a chissà quanti chilometri di distanza, lontano da lui per una frazione di tempo incerta ed incalcolabile - forse addirittura per sempre - avrebbe fatto fatica persino a respirare.

Fu tutto così rapido che Blaine fece a malapena in tempo a rendersene conto: Finn arrivò in stazione con Rachel appena pochi minuti prima che il suo treno partisse, e dopo che la ragazza ebbe salutato ad uno ad uno tutti i suoi amici, il professor Shuester e la signorina Pillsbury, la fece salire in carrozza e lasciò semplicemente che il destino facesse il suo corso, senza neanche opporre una benchè minima resistenza. 

Nel giro di appena pochi istanti, il treno si fece così lontano da diventare semplicemente una minuscola, indistinta macchiolina all'orizzonte, New York che diventava sempre più vicina e Lima così terribilmente, inevitabilmente distante. 

Blaine si voltò lentamente verso Kurt, i cui occhi pieni di lacrime avevano ormai smesso di fissare il vuoto e avevano rivolto il loro sguardo a terra, spenti e quasi privi di vita, quasi fossero stati appena privati della loro unica fonte di luce.

<< Mancherà anche a me. >> mormorò, allungando un braccio verso di lui ed afferrando la sua mano, che strinse forte << Tanto. >>

Kurt si voltò lentamente verso di lui e abbozzò un sorriso, gli occhi ancora lucidi e le lacrime che scivolavano senza sosta lungo le sue guance.

<< Starà bene, vero? >> chiese con voce rotta << Se la caverà anche da sola, non avrà bisogno dell'aiuto di nessuno...vero? >>

Blaine sorrise, carezzandogli gentilmente le nocche e facendo segno di sì con la testa.

<< Lei è forte. >> disse << Niente e nessuno potrà mai fermarla, stai tranquillo. >>

Kurt si morse un labbro ed annuì a sua volta, tirando un leggerissimo sospiro di sollievo. I ragazzi se ne erano ormai quasi tutti andati e Finn aveva chiesto espressamente di essere lasciato solo, così in quel momento lui e Blaine si trovavano da soli su quel binario, ancora intenti a fissare l'orizzonte, immaginandosi il tragitto che il treno di Rachel stava compiendo in quel momento, lungo la sua via per New York.

<< La vuoi sapere una cosa buffa? >> domandò ad un tratto Kurt, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano rimasta libera << Fino a pochi giorni fa avrei dato chissà cosa per essere al posto di Rachel ed andare a New York, ma adesso... beh, adesso non è più così! Ha realizzato il suo sogno, ha dimostrato a tutti di essere una ragazza forte, determinata e di talento...ma ha perso la cosa più bella e più preziosa che avesse mai avuto la fortuna di possedere: Finn. >>

Blaine guardò il suo ragazzo curiosamente, rafforzando ulteriormente la presa delle loro dita.

<< Sai Blaine, tutta questa storia mi ha fatto pensare parecchio. >> proseguì il giovane Hummel, con un tono di voce insolitamente basso << Mi sono chiesto che cosa avrei fatto se fossi riuscito ad entrare alla NYADA e avessi deciso di lasciarti perchè non mi sentivo in grado di affrontare una relazione a distanza, e solamente il pensiero è bastato a farmi scoppiare a piangere! Io non potrei mai vivere senza di te, Blaine, e se posso trascorrere un anno a Lima ad inventare nuovamente il mio futuro, non sarei in grado di sopravvivere neanche un solo giorno lontano da te. >>

Afferrò il viso di Blaine con entrambe le mani e portò il ragazzo a guardare dritto dentro ai suoi occhi che, per la commozione e l'intensità del momento, avevano ripreso a lacrimare senza sosta, come cascate.

<< Io ti amo. >> dichiarò << E so di voler trascorrere assieme a te tutto il resto della mia vita. Non so ancora che cosa farò adesso, se andare a New York o aspettare, ma so esattamente che cosa voglio dal mio futuro: te. Voglio stare con te, crescere ed invecchiare assieme te, costruire una nostra famiglia e trascorrere insieme a te ogni singolo giorno di questa nostra fragile esistenza. Non mi importa del successo, non importa quanto tempo ci vorrà o in che modo riuscirò a farmi strada; la sola cosa che conta, per me, è sapere che tu rimarrai per sempre al mio fianco, con il buono o il cattivo tempo, in ricchezza o in povertà, fino a che morte non ci separi! >>

Blaine si morse un labbro e contrasse i muscoli del volto in un'espressione palesemente commossa.

<< C-che cos'è, una promessa di matrimonio? >> domandò con voce tremante.

<< Semplicemente una promessa. >> rispose Kurt, accarezzandogli il viso con il palmo della mano e sorridendo beatamente << La manterrai assieme a me? >> 

Blaine, in risposta, afferrò la mano sinistra di Kurt e se la portò alle labbra, baciandone le dita ad una ad una e soffermandosi maggiormente sul suo anulare, nel punto esatto in cui, un giorno, sperava tanto di potervi vedere luccicare un anello.

<< Sempre. >> disse, lasciando andare la mano del controtenore e protendendosi verso le sue labbra, che catturò in un lento e morbido bacio, avvolgendo le proprie braccia attorno alla sua vita mentre questi gli gettava le braccia al collo e si stringeva a lui, in una presa talmente energica da rischiare di fargli persino male.

Non aveva bisogno di aggiungere altro.

Una leggera brezza estiva accarezzava con dolcezza i loro corpi intrecciati, portando via con sè tutti i dubbi e le preoccupazioni che per un anno intero gli avevano afflitti e che, adesso, sembravano aver del tutto cessato di esistere, svaniti in un semplice bacio come in un potentissimo incantesimo liberatorio.

Nessun rimpianto, solamente amore. **

E dire che era cominciato tutto quanto da un banalissimo, casuale incontro su di una rampa di scale alla Dalton! Di certo Blaine non ci avrebbe mai creduto, se all'epoca qualcuno gli avesse detto come sarebbero andate veramente a finire le cose fra lui e Kurt. Ma forse, con il senno di poi, era stato proprio quello il momento in cui Blaine aveva realmente compreso che tutta la sua vita avrebbe finito per cambiare radicalmente, il momento in cui aveva finalmente trovato la sola ed unica ragione per cui valesse effettivamente la pena vivere, amare, respirare. Quel magico momento che lo aveva portato a far crollare del tutto ogni sua barriera e a dire finalmente a se stesso: " Oh, eccoti qua: è tutta una vita che ti cerco. " ***








N.d.A: * La canzone che Blaine canta a Kurt è " You Found me " di K. Clarckson, canzone che a mio parere rispecchia perfettamente tutti i sentimenti di Kurt e Blaine e racchiude al suo interno la massima essenza di tutta la loro storia. Ecco il link, se voleste ascoltarla: http://www.youtube.com/watch?v=e13ny_m7sAQ
 
** Avete riconosciuto la citazione? :)
 
*** Lo so.. rende molto meglio in inglese. :)



Beh... eccoci qui. 

Siamo arrivati alla fine, questa era l' ultima puntata e... beh, praticamente il storia finisce qui. A dire il vero ho in mente un ultimissimo capitolo, una specie di epiloghetto - molto breve -  con cui chiuderò ufficialmente tutta la fanfiction. Forse non è ancora il momento delle "lacrime", ma in un certo senso è come se lo fosse.. si è appena chiuso un percorso che è durato per ben 9 mesi, una storia che potrei tranquillamente definire come un figlio, visto quanto mi ci sono affezionata nell'arco dei giorni, delle settimane, dei mesi. Scrivere ogni capitolo era diventata un'abitudine, un momento di costanza nelle mie giornate, e adesso che non potrò più farlo - sebbene questo significhi avere molto più tempo libero a disposizione - ne sentirò inevitabilmente la mancanza.

E' stato bello raccontare tutta questa terza stagione dal punto di vista di Blaine, sia per la possibilità di approfondire il personaggio - che a mio parere ha subito una crescita notevole e a mano a mano che la serie andava avanti, io non facevo che innamorarmi sempre più di lui - sia perchè, in questo modo, ho potuto dar voce alla Klaine come meglio preferivo, alla faccia dei RIB, della Fox e delle censure; spero di aver fatto un buon lavoro, di avervi fatto divertire ed emozionare come ho fatto con me stessa durante tutti questi mesi di scrittura.

Ci sarebbero ancora un po' di cose da dire, ma dal momento che mi rimane ancora un ultimissimo capitoletto, credo che rimanderò gli ultimissimi commenti strappalacrime all'epilogo, che dovrei riuscire a pubblicare - se va bene - entro domenica sera. Non so che altro dire, se non che vi ringrazio per tutti questi mesi di pazienza, per avermi letto, supportato e fatto sentire tanto speciale, e per essere stati semplicemente parte di questa grandiosa avventura.


Ci tengo a ringraziare, inoltre, la meravigliosa DumbledoreFan, che mi ha fatto da beta straordinaria (in tutti i sensi) per questo capitolo, e tutti i ragazzi e ragazze del gruppo " Your Killing me Now", che sono stati la mia compagnia per tutto questo tempo, e spero lo saranno ancora a lungo. 

Vorrei dedicare questo capitolo a tutti i Klainers e, soprattutto, Blainers del fandom; grazie per la compagnia. :)

Un bacio, ci sentiamo fra un paio di giorni per l'epilogo.


 

 
  
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