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Autore: supernova_the_fifth    06/07/2012    2 recensioni
Quando la vita ti sembra normale. quando credi che tutto andrà per il meglio...è allora che il passato ti si ripresenta dinnanzi!
Dal capitolo 6:
[ Cloud non alzò lo sguardo da terra e non cercò di discolparsi. In cuor suo sapeva che ciò che lo sfregiato aveva appena detto era vero. In fin dei conti non aveva tentato nulla per fermalo e impedirgli di fare qualcosa.
Aveva perso davvero tutto quello che era un tempo.
E fin da subito sapeva di aver condannato tutti loro a morte certa. Nella sua mente aveva cercato più volte di pensare che si sarebbe concluso tutto per il meglio per tutti loro ma sapeva di mentire a se stessa.
Lei aveva comunque continuato a sperare; ora però tutta la consapevolezza di ciò che attendeva Anna, Erica, Mattia, Giulia, Naya, Elisabetta e Alice la colpì come un macigno.
Le parole che la raggiunsero qualche istante dopo furono il colpo di grazia.
- Anche se immagino che un secondo omicidio di massa non possa pesarti troppo sulla coscienza. Vero Supernova?- ]
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Nexus Universe'
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Attesa. L’amarezza nel gioco di sguardi

 

Cloud non era mai stata un genio ne era mai arrivata a definirsi tale.

Ok quello magari qualche volta.

In ogni caso non serviva esserlo per capire che una ragazza con dolori ovunque che faticava a reggersi in piedi ed una ragazza con una storta alla caviglia non fossero in grado di andare tanto lontano sorreggendosi l’una sull’altra.

A quanto sembrava, però, Cloud se ne accorse troppo tardi. E ormai poteva dare il felice buongiorno all’erba che stava ingoiando.

Sputacchiando un po’ rivolse il viso alla ragazza distesa faccia a terra alla sua destra.

- Sai Anna. Apprezzo davvero lo sforzo, ma la prossima volta se vuoi aiutare qualcuno cerca di capire prima se sei in grado di farlo per davvero. -

Anna fece un sorrisetto a mò di scusa.

- Ha ragione, diavolo siete una più impacciata dell’altra. -

- Grazie Dras davvero gentile da parte tua. – esclamò Cloud fulminando il basilisco con gli occhi. – Almeno tiraci su se proprio non ti scoccia. –

Ghignando Draciel, che si era fin da subito affiancato alla coppia a terra, decise di rimettere in piedi le ragazze. – Vi giuro che se non lo sapessi per certo, vi scambierei senza ombra di dubbio per sorelle. –

- Perché siamo troppo belle! – disse Anna allegra mentre si faceva aiutare dal serpente ad alzarsi.

- No. Perché entrambe sembrate essere dotate della capacità intellettiva di un’ameba. – rispose di rimando Draciel ridendo di gusto per la sua battuta.

Anche Elisabetta si mise a ridere, sollevata che alle amiche non fosse successo niente; Mattia sorrise e Cloud non poté far altro che sbattere la testa sul terreno per nascondere l’imbarazzo fino a quando un pensiero non le passò per la testa.

- Dracielllllllll!!!! Cosa cazzo ci faccio ancora per terra! Tirami su, degenerato mentale! -

Mentre tutti ripresero a ridere alla vista della brunetta che sbraitava muovendo gambe e braccia in aria dando l’impressione di poter cominciare ad emettere fiamme dalla bocca da un momento all’altro, Alice fu solo in grado di fissare la scena in silenzio.

Con un lieve “umpf” girò la testa verso il paesaggio.

Voleva restare sola, voleva mollare quella banda di mostri traditori. Non si accorse nemmeno di un paio di occhi smeraldo che continuarono a fissarla intensamente per parecchi minuti.

 

 

 

Rigirò il cellulare per l’ennesima volta tra le mani; non riusciva a capacitarsi di come, pur dopo tutto quell’essere sballottata di qua e di la, quel cavolo di aggeggio fosse riuscito a rimanerle ben infilato in tasca.

A conti fatti però quella era l’unica cosa positiva: il nokia ormai era pieno di ammaccature e aveva perso il colore nero su quasi tutta la cover del retro, lo schermo poi era graffiato da un sottile ma lungo taglio. Il fatto che non accennasse ad accendersi poi, era tutto un altro paio di maniche.

Cloud era certa che anche se a causa di com’era ridotto sarebbe stato difficile averlo acceso, in quel momento era comunque inutilizzabile a causa delle frequenze elettromagnetiche diverse.

Cioè, avevano vagato per il multi-universo per quasi una settimana, passando attraverso portali e dimensioni differenti. Una tecnologia misera come quella della Terra non era in grado di reggere.

Potrebbe funzionare se solo ci applicassi il congegno che aveva creato Donny.

Si girò a guardare il fratello disteso su di una stuoia a qualche passo da lei. Cloud avrebbe preferito adagiarlo su qualcosa di più morbido ma la baita non aveva niente del genere.

Era stato Draciel a farglielo notare, in quanto lei non ci aveva minimamente fatto caso quando erano arrivati.

Il basilisco li aveva portati in un piccolo pianeta che lei e i suoi fratelli avevano usato parecchie volte in passato per allenarsi senza doversi preoccupare di creare problemi nel Nexus.

Da ciò che avevano appreso esplorando il territorio, quello era un pianeta deserto senza alcun segno di vita se non ad eccezione degli animali selvatici. La vegetazione era rigogliosa e i boschi coprivano quasi tutto.

Avevano costruito un rifugio dove poter dormire, tenere qualche provvista e molti, molti oggetti per il primo soccorso. Combattendo a piena potenza si ferivano praticamente sempre e perciò avevano deciso di essere previdenti.

In quel momento si trovavano proprio in quella baita ai margini della radura. Draciel aveva portato tutti sul dorso fino a li, anche se la baita non era troppo distante da dove erano atterrati grazie al portale. La sua speranza era che vi fossero ancora bende e altro dall’ultima volta che le supernove si erano recate li per allenarsi.

Fortunatamente per tutti loro aveva fatto bingo.

Cloud tirò un lungo sospiro di sollievo mentre appoggiava la schiena alla parete alle sue spalle.

Donatello era ancora incosciente ma almeno adesso aveva un aspetto migliore. Gli aveva pulito le ferite con un po’ d’acqua e aveva cercato di fasciarle meglio che poteva. Sapeva che ora non poteva fare altro che aspettare.

Dopo aver curato suo fratello Alice aveva preteso spiegazioni, supportata anche da Elisabetta ma Draciel si era categoricamente opposto esigendo che tutti venissero curati.

Era stata una cosa rapida, almeno in generale. Sia Mattia, Alice e Elisabetta avevano più che altro lividi ma niente di serio, solo qualche graffio qua e là. Ad Anna era bastato lavare la ferita sulla tempia, che si era rivelato un piccolissimo taglio, e bloccare la caviglia con una fascia.

Cloud era rimasta sorpresa per come tutti avessero lasciato lavorare in pace il basilisco mentre prestava le cure mediche su ognuno di loro.

Continuò a far ruotare il cellulare tra le mani fino a quando una fitta al polso non le fece perdere la presa. Il nokia cadde con un tonfo ai suoi piedi.

Cloud non ci prestò attenzione, troppo presa a tenersi il polso dolorante.

- Certo che se anche ti dicono di stare ferma perché è rotto tu non lo capisci proprio eh? - Alice le stava rivolgendo un’occhiataccia degna di un film horror. Era seduta anche lei con la schiena a muro sulla parete della baita opposta alla sua; era irritata perché nessuno le spiegava niente e aveva cercato di dormire un po’ per non pensarci. Almeno fino a quando Cloud non aveva fatto cadere il telefono svegliandola.

- Eh eh me n’ero scordata! – disse ridacchiando Cloud per sdrammatizzare un po’.

- Si immagino che il polso steccato e la fasciatura passino inosservati a chiunque. –

Restarono a fissarsi per qualche istante e il sorriso di Cloud si abbassò fino a diventare una linea sottilissima. L’aria era tesa, nessuna delle due pareva intenzionata a proferire parola. Ad un certo punto, stanca di quell’inutile gioco di sguardi, Alice tornò a chiudere gli occhi ed a cercare di dormire.

Cloud odiava quella situazione, e odiava quell’aria tesa. Sperava solo che Draciel e Mattia tornassero presto così da poter chiarire la questione. Alice era la sua migliore amica e seppur fino a quel momento non avesse mai detto niente, gli sguardi, le frasi, il fatto che lei non le parlasse, tutto questo le faceva più male di qualsiasi altra cosa.

- Non ha tutti i torti però, sai? –

Cloud si volse alla sua sinistra. Anna era distesa sul pavimento a guardare lo spazio vuoto del piccolo camino dove avrebbe dovuto trovarsi il fuoco. La bruna si era quasi dimenticata che la quindicenne fosse li; Anna dopotutto era stata zitta sin da quando Draciel l’aveva curata. Immaginava fosse a causa della scomparsa di Naya, Erica e Giulia. Era stata Naya ad aiutarla a muoversi i primi giorni, con la sua caviglia in quelle condizioni ed era certa che nel momento in cui la sua attenzione era stata riportata sulla slogatura i brutti ricordi di qualche ora prima fossero tornati a tormentarla.

Il suo stesso pensiero doveva essere balenato nella mente di tutti perché per un po’ era sceso il silenzio. Cloud giurava di aver sentito Elisabetta singhiozzare prima che uscisse al di fuori della baita. Ed ora che ci rifletteva, la ragazza non era ancora tornata.

Cloud si sentiva peggio nel sapere che le tre ragazze erano sane e salve e non poterlo dire agli altri ma Draciel era dell’opinione che dirlo dopo aver calmato gli animi era la cosa migliore.

- Non ha tutti i torti di cosa? – rispose dopo un lungo silenzio Cloud.

- Draciel ha detto che devi riposare no? Ha detto che con qualche giorno di riposo i muscoli torneranno in forze. Ma se non riposi non si risolve niente. –

La voce era pacata ma Cloud vi riconobbe comunque un sincero interesse per le sue condizioni.

- Ho dormito per tre ore più o meno e credimi sto già meglio. Grazie all’assenza del sigillo il mio corpo sta recuperando un po’ di tono e quindi ricomincio a guarire più in fretta. -

Come a dimostrare le sue parole la brunetta cominciò a piegare le gambe facendo capire all’amica che non vi erano troppi dolori nel farlo. – Sono ancora un po’ in rodaggio ma direi di essere a buon punto. -

Anna si era girata a fissarla: Cloud la vide mettersi a quattro zampe e cominciare a venirle vicino fino a sedersi al suo fianco.

Rimase in silenzio per un po’ ma Cloud vedeva dalla sua espressione che voleva chiederle qualcosa. Decise di aspettare fino a quando l’amica non si fosse sentita pronta.

Vide la brunetta più piccola guardarla con la coda dell’occhio.

- Sei vestita normale. –

- Ovvio. Dovrei essere vestita diversamente? – chiese Cloud stupita.

- Il completo rosso fuoco NON è normale. – disse Anna, ora guardandola in faccia.

- Ma ora non l’ho mica addosso! –

Era vero. Appena Draciel si era separato dal suo corpo, lei era tornata normale. Niente più capelli sparati in aria con ciuffi bianchi, niente più pupilla da drago e niente più completo da combattimento rosso fuoco. Aveva di nuovo i jeans rovinati e la felpa con i bottoni.

- Si adesso si. Però era strano prima. –

Cloud sospirò per l’ennesima volta in quella giornata e scosse la testa.

- Quindi il completo era la cosa più strana? – chiese sogghignando.

Anna la fissò per qualche istante quasi non avesse capito ciò che l’amica aveva sottinteso.

- Com’è? -

­- Che cosa? –

- Beh…essere com’eri contro Rajal. -

Cloud alzò un sopracciglio.

- Intendo, quando ti sono spuntate le ali e la coda. –

Ok adesso si ragiona in quanto al tema “ stranezze”. Altro che il completo!

- Ah! Quando ho usato la dragon soul col degenerato mentale? -

Ad Anna si dipinse l’ombra di un sorriso nell’udire l’appellativo con cui Cloud si riferiva al basilisco.

- A dirla tutta era strano. Cioè, la dragon soul l’ho usata due sole volte prima di oggi ed è stato più di due anni fa. Non ero più abituata ad avere altri tre arti da controllare. Anche se è bastato pochissimo per riabituarmi. Il difficile era restare concentrata, avendo Draciel che mi parlava in testa.

Però è stato bello. Era da anni che non sentivo tutta quell’energia scorrermi in corpo. Comunque è davvero figo se è questo che ti interessa. Avere coda ed ali è davvero, davvero figo. Naturalmente se sei in grado di controllarle. –

Cloud sorrise ad Anna. – E la prima volta che io ho usato la dragon soul è stato un macello perchè… -

- Il fatto che tu abbia distrutto la statua in bronzo di Karaman solamente perché giravi in tondo senza riuscire a controllare la coda è una storia per un’altra occasione. –

La voce del basilisco riempì la piccola baita e gli occhi delle tre ragazze al suo interno si volsero su di lui. Appena dietro di lui Mattia aveva le braccia ricolme di legna ed era affiancato da Elisabetta, finalmente ricomparsa e che pareva avesse dato loro una mano portando un po’ del legname.

La legna tra la coda del basilisco finì in parte nel camino che si apprestò poi ad accendere nel mentre Mattia ed Elisabetta poggiavano quella restante in un angolo. Alice ora era ben sveglia ed aspettava con ansia quel momento.

Cloud avrebbe riso in qualsiasi altra occasione se avessero tirato in ballo il nome di Karaman ma sapeva che in quel momento l’atmosfera era cambiata.

Draciel era tornato. Era tempo di spiegazioni.

- Ok direi che ora possiamo cominciare. -

   
 
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