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Autore: GabbaFMA    06/07/2012    1 recensioni
Hawkeye e Mustang, così diversi eppure così simili.
Tratto dal primo capitolo:
*Driiiiiiiiin* la sveglia suonò alle 6 quella mattina e Riza cercò di aprire gli occhi anche se un filo di luce le rendeva la cosa difficile, si mise seduta e cercò di mettere a fuoco. Black Hayate saltò sul letto e gli si mise vicino scodinzolando, lei lo guardò e gli sorrise poi finalmente si alzò. Si diresse in cucina e mise su il caffè;si diresse in bagno e aprì l’acqua della doccia poi andò davanti allo specchio e si guardò negli occhi ancora assonnati * il grande giorno è arrivato * pensò, entrò nella doccia e mise il viso in direzione del getto dell’acqua * speriamo vada tutto bene * pensò.
Buona lettura ^^
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 6



Riza era seduta alla sua scrivania con in mano un foglietto bianco /Sei invitata alla festa dei miei 20anni il 15 luglio in via Siska 6. Non è gradita la divisa militare, ti aspetto! Alphonse/
“15 luglio” pensò Riza,

-Accidenti ma il 15 luglio è domani!- disse ad alta voce, scivolò sulla sedia, allungò le gambe e poggiò la testa sullo schienale della sedia “ non posso mettermi la divisa militare.. bene.. che diavolo mi metto?” pensò quasi disperata. Dei colpi alla porta la fecero trasalire,

- Chi è? - chiese mentre si sistemava la divisa

- Il tuo incubo peggiore - rispose la voce dall’altra parte della porta; Riza si alzò e si precipitò alla porta, l’aprì e lo tirò nel suo ufficio prendendolo per la giacca

- Il tuo sogno più bello volevi dire - disse lei sorridendo

- Il MIO sogno più bello - rispose Roy dandole un bacio – andrai al compleanno di Al?- chiese Mustang

-Direi di si, mi ha invitata, non posso non andarci- rispose lei incuriosita dalla domanda

- Ci andiamo insieme, ti va?- chiese Roy timidamente

-Certo- convenne lei sorridente

-Ora devo andare, forse passerò più tardi ok?- disse Roy salutandola

- Va  bene- sorrise.

Riza tornò alla sua scrivania e si mise le mani sul viso “ ancora non posso crederci, io e Roy insieme, chi l’avrebbe mai detto “ sorrise tra se e se con occhi sognanti, si sentiva bene, finalmente era felice, davvero felice che Roy provasse i suoi stessi sentimenti . Per il resto della giornata non si videro, lui era troppo impegnato a firmare carte e permessi  e lei era troppo stanca per aspettare che finisse il suo lavoro, così si avviò  al parcheggio per andare a prendere la sua auto e tornare a casa. All’improvviso qualcuno dietro di lei le coprì la bocca, all’inizio pensò che fosse Roy che voleva fargli uno scherzo , ma cambiò subito idea quando capì che il fazzoletto emanava uno strano odore, non riusciva a respirare ne tanto meno a reagire, poi capì: “CLOROFORMIO!” e nello stesso istante in cui capì la sua vista si appannò, sentì che le gambe non riuscivano più a sostenere il suo corpo e le mani iniziavano a sudarle; pochi istanti e tutto si fece buio. Quando riprese conoscenza fece fatica ad aprire gli occhi: il suo assalitore si era ben organizzato; l’aveva legata ad una sedia puntandole una lampada proprio sul viso. Riza cercò di guardarsi intorno cercando di capire dove si trovasse “ C’è solo uno scaffale vuoto e qualche sedia” rifletté cercando di mettere a fuoco; “ Accidenti ma dove diavolo sono finita! I muri di questa stanza sono troppo stretti, impossibile che qualcuno viva qui! “.Qualcuno le si avvicinò mettendosi a cavalcioni su una sedia e posizionandosi davanti a lei rimanendo nell’ombra; Riza cercò invano di scrutare il viso del suo aggressore, l’unica cosa che vide fu uno strano simbolo disegnato sulla parte interna del polso che aveva mostrato posizionando la sedia. Pietrificò.

-Allora, Tenente, come ci si sente ad essere completamente disarmati?- domandò l’assalitore; Riza non lo ascoltò, rimase con lo sguardo bloccato sul suo polso provando a ricordare dove avesse già visto quello strano simbolo.

-Ah questo?- disse lui mostrandogli nitidamente il polso  – Eh si sono un’homunculus - disse lui sprezzante; Riza sbarrò gli occhi e il respiro le si bloccò, d’un tratto le tornarono in mente tutti gli Homunculs contro cui aveva combattuto, ma fra tutti ,colui che più avrebbe voluto uccidere, era Wrath! Rimpianse di non essere stata in grado di combattere. Dopo quella terribile esperienza si era ripromessa di stare più attenta, che nessuno le avrebbe più torto un capello e invece ora era li, legata ad una sedia, disarmata e con un Homunculs davanti ai suoi occhi; “Gli Homunculs nascono a causa delle trasmutazioni umane fallite, perciò qualcuno…” sbarrò gli occhi “chi può aver compiuto una tale imprudenza??” pensò fra sé con il cuore colmo di rabbia e terrore “ Sono in un bel casino! Non ho armi, non so chi sia costui e sono immobilizzata, questa volta è la fine” pensò rassegnata; d’un tratto alzò la testa e cercò gli occhi dell’uomo che aveva davanti.

-Vuoi parlare?- chiese lui passivamente, Riza fece cenno di si, -Non urlare, è inutile- proseguì levandole il bavaglio.

-Chi diavolo sei?- ringhiò Riza con sguardo minaccioso sentendo in bocca ancora il sapore del cloroformio.

-Ah già che maleducato, non mi sono presentato, il mio nome è Strong e se mi guardi bene in faccia noterai che ho qualcosa di famigliare- le si avvicinò, uscendo dall’oscurità; Riza gli scrutò il viso attentamente poi lacrime trattenute fino a quel momento  iniziarono a solcarle il viso,

-No non piangere, non serve a nulla- disse Strong sbuffando,

-Chi?- chiese lei a bassa voce cercando di trattenere la rabbia che aveva in corpo,

-Come scusa? Non ti ho sentito- disse lui allungando un orecchio verso di lei,

-Chi ti ha creato?-gridò Riza alzando la testa di scatto – Chi ha fatto questa mostruosità? Come ha potuto?!- continuò lei disperata

-Addirittura! Non sei contenta, Riza?- disse lui facendo un sorriso soddisfatto

-Contenta? Dovrei essere contenta perché qualcuno ha riportato in vita un uomo morto? Chi ha fatto questo? Chi ha provato a trasmutare la vita del colonnello Hughes?- Riza non riusciva a trattenersi, la sua rabbia era incontenibile “ perché Hughes? Perché hanno provato a trasmutare il suo corpo?”  pensò Riza senza darsi pace.

-Chi?... Prova ad indovinare- disse lui in tono di sfida,

-Non ho voglia di giocare, parla!- ordinò lei

-Non credo tu sia nella posizione di dare ordini- disse con tono serio – Comunque sia ti do un indizio; Chi è quella persona che non riusciva a darsi pace per la morte di questo Hughes? Che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportarlo indietro? Non è difficile, pensaci, sei intelligente Tenente, dimostramelo! – affermò con tono di sfida; Riza ci rifletté su, “ Chi??” non riusciva ad immaginarselo, “Accidenti, no!” spalancò gli occhi, Strong sorrise.

-Mustang?- chiese Riza titubante; “ma che sto dicendo! Mustang? No, non può essere, sa i rischi che si corrono e poi lui non ha perso nulla” ricominciò a pensare.

-Oh cielo no! Quell’incapace non sarebbe mai capace ad effettuare una trasmutazione umana! -disse lui ridendo
–D’accordo te lo dirò io; Hughes aveva una famiglia giusto?-
lei fece cenno di si con la testa, confusa
– bene,  aveva anche una figlia giusto?-
fece di nuovo cenno di si, non riuscendo a capire dove volesse arrivare
– perfetto!  Ora immagina una ragazzina che perde l’amato  padre alla tenera  età di 4 anni e che sarebbe disposta a tutto pur di riaverlo indietro – a Riza venne un tuffo al cuore, incredula – bene, vedo che hai capito- disse lui.

-Ma è solo una bambina! E non conosce l’alchimia, come avrebbe potuto?- disse Riza ribollente di rabbia e ancora incerta sul credergli oppure no.

-Già ,una bambina disperata, una bambina che si è vista strappare il padre troppo presto, una bambina che iniziò a studiare l’alchimia quando aveva 6 anni, le avevano detto che si può fare di tutto con l’alchimia, ma nessuno le aveva detto gli effetti collaterali, così dopo 2 anni di duro lavoro, all’insaputa della madre, tentò la sua prima trasmutazione, ma come ben sai per ottenere qualcosa bisogna darne in cambio un’altra che abbia il medesimo valore, il principio dello scambio equivalente lo chiamate giusto!? Così quella bambina ha perso il suo corpo per riportare in vita il suo papà, proprio come successe agli Elric per riportare in vita la madre, molti anni fa.- concluse Strong quasi esausto di dare tutte quelle spiegazioni. Riza non riusciva a crederci, quella bambina non aveva mai fatto vedere il dolore che provava, nessuno si era mai accorto di nulla, eppure…

-Da quanto tempo sei qui?- chiese lei con la testa bassa e i denti stretti,

-Da questa mattina più o meno- rispose lui pensandoci su,

-Quindi sua madre ancora non si è accorta della sua assenza, a Central City non è arrivata nessuna denuncia di scomparsa, sicuramente penserà che sia a scuola - disse Riza riflettendo ad alta voce, cercava in tutti i modi di trovare le parole giuste per dirlo alla signora Hughes, ma non le trovava ”esistono parole giuste per dare una notizia del genere?” le sue lacrime iniziarono a scendere senza che lei se ne accorgesse, le rigavano il volto e i suoi occhi diventarono rossi, le bruciavano ma non riusciva a smettere di piangere.

-Perché sono qui?- chiese Riza con un filo di voce,

-Perché? Bè io volevo Mustang ma sei arrivata prima tu- disse lui come se nulla fosse,

-A cosa ti serve Mustang?-

-Lo voglio morto!-disse Strong con tono duro,

-Sei qui da nemmeno un giorno e credi di poterti permettere di--?-

-Ancora domande? Eh va bene, te le concedo, lo voglio morto perché lui ha fatto fuori molti miei simili senza pietà e così prima che lui faccia fuori me io faccio fuori lui, semplice!- rispose con tono duro,

-Non sai nemmeno perché lo ha fatto! Se i tuoi simili non lo avessero provocato lui non gli avrebbe fatto nulla! - disse Riza

-Non si sa mai, provenire è meglio che curare- le fece l’occhiolino; Riza non riusciva a trattenersi,

-Sai chi ha ucciso il padre di Elycia? Eh?- sbottò Riza,

-Non è un mio problema- rispose lui guardandola storto

-Io credo di si! Tu che lo condanni senza sapere i fatti dicendo che è un assassino! I veri assassini erano i tuoi simili! Fu un Homunculus di nome Envy a lasciare quella bambina senza un padre e tu ora vuoi condannare a morte un uomo perché si è fatto giustizia?!? Chi è il vero assassino?!  E questo era un esempio! Molta gente innocente ha perso la vita per colpa dei tuoi simili! Per creare una stupida pietra e ottenere l’immortalità! Sai qual è l’ingrediente principale per creare questa pietra?! ESSERI UMANI VIVI!!-  Riza urlò con tutto il fiato che aveva in corpo,

-….-

-Che c’è?! Adesso non fai più lo sbruffone?!- gridò Riza con aria di sfida.

-Quello che hanno fatto loro non mi interessa, Mustang li ha uccisi e io voglio vendicarli!- ribatté lui con altrettanta rabbia, Riza non aveva più forze ed era ancora stordita.

- Mi ucciderai?- domandò Riza esausta,

-Dipende, se Mustang verrà al tuo posto ti lascerò libera altrimenti si, ti ucciderò-

-Non te lo permetterò- lo guardò con aria di sfida

-Accetto la sfida- rispose Strong

-Come farà Mustang a sapere dove sono?- chiese Riza

-Ah non preoccuparti, gli ho lasciato un bigliettino sulla macchina, vedrai che se sarà intelligente come dice capirà subito dove sei- fece di nuovo l’occhiolino

- Che ore sono?- chiese Riza

- Mmmh sono le 23, perché?- rispose lui guardandosi l’orologio

-Ho sonno, potresti slegarmi e farmi dormire un po’?- chiese supplichevolmente Riza

-Va bene, ma non provare a scappare o dovrò usare questa- tirò fuori dalla tasca posteriore una pistola “ma quella è la mia Calibro 9!”  pensò Riza. Strong la slegò e lei si sdraiò a terra, chiuse gli occhi e si addormentò; Strong  si appoggiò con la schiena al muro e incrociò le braccia, chiuse gli occhi e si addormentò anche lui. Due ore più tardi Riza aprì lentamente un occhio, sicura che il suo rapitore stesse dormendo, si tirò su il più lentamente e silenziosamente possibile, con la luce accesa, prima, notò una finestrella che probabilmente portava in un’altra stanza, ci sarebbe passata sicuramente ma non doveva fare rumore, non poteva farsi ammazzare in quel modo così ridicolo. Fece qualche passo e si ritrovò proprio davanti alla finestra, prese la sedia dove era legata e ci salì sopra dandosi una piccola spinta per passare dall’altra parte. Quello che intravide la pietrificò, si portò una mano alla bocca per strozzare un urlo, gli occhi le si riempirono di lacrime e con la schiena appoggiata al muro scivolò fino a cadere a terra in ginocchio.




Spazio per me =3

Scusate l'enorme ritardo >.< ho voluto correggerlo un pò qua e un pò la xD.. spero vi sia piaciuto il capitolo! recensite mi raccomando :D
-GabbaFMA
  
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