Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Sibilla Delfica    07/07/2012    0 recensioni
Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.
Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.
Non sono umano.
Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia.

Meravigliosa con il suo ticchettio di libertà.

Ti bagna con gentilezza.

Giulia .


Ero incinta, qualcuno me lo aveva detto, doveva essere stato un sogno uno di quelli vividi che sembrano reali, era impossibile che fossi incinta, ma poi ricordai che era tutto vero, nessuno scherzo, nessun inganno, la voce cioè mia madre l'aveva detto a Bryan e mia mamma non poteva mentire su una cosa del genere.

Due braccia mi stavano sorreggendo in quel momento, quelle braccia erano di Bryan, il mio amore, l'unico con cui avevo fatto l'amore in questi l'ultimi tempi, il padre del bambino che portavo in grembo.

Potrebbe parere paradossale, però ero felice, ero gioiosa, il nostro bambino.

Aprii gli occhi, il viso di Bryan copriva la mia visuale, le sue linee virili, forti, mi affascinavano come la prima volta che lo avevo incontrato.

Lo amavo, e avrei amato ancora di più il frutto del nostro amore.

-Amore stai bene? Non te lo avrei dovuto dire... lo sapevo che ti avrebbe fatto questo effetto... tu sei giovane ed io ti ho messo nei guai, lo so- lo guardai spaesata, lui pensava che mi avesse inguaiata, che fossi troppo giovane? Cosa stava blaterando!

-Bryan io sto benissimo, ma...- non mi lasciò finire la frase, quanto mi dava fastidio quando pensava di sapere quello che stavo per dire.

-ma pensi che avrei dovuto dirtelo, così avremmo preso le precauzioni necessarie, ti chiedo scusa per la mia ignoranza avrei dovuto sapere se avessi potuto mettere incinta una ragazza.- se avessi avuto un masso sotto mano in quel momento glielo avrei lanciato sul quel suo testone cocciuto, ma mi fu concesso solo di sbuffare sonoramente e lanciargli un occhiataccia omicida.

-Vuoi ascoltarmi per favore, io sono felice di avere un bambino da te, la cosa mi ha solo colto con un po' di sorpresa, pensavo che mi dovessi dire qualcosa di più pauroso, invece eri solo nervoso che io non accettassi la situazione, meglio così- non mi ero mai immaginata sino a quel momento mamma, però questo ruolo inaspettato mi faceva sentire più leggera, certo le responsabilità aumentano, i pannolini, le prime pappe, la scuola e poi c'era l'educazione naturalmente, stranamente tutto questo non mi pesava affatto, anzi mi rendeva più forte, mamma, io mamma: mi piaceva!

-Veramente? Non sei arrabbiata? Io pensavo che volessi vivere ancora la tua gioventù , che volessi essere ancora spensierata per un po'- il mio Angelo esitava ancora.

-Si, sono felice e purtroppo la mia spensieratezza l'ho persa già da un po' di tempo.- un poco di tristezza fece capolino al pensiero della morte della mia famiglia, e il cambiamento che avevo dovuto affrontare da sola.

Bryan mi stritolò tra le sue braccia e girò in tondo.

-Adesso Bryan mi fai scendere?- chiesi un po' acida, avevo due gambe e le volevo usare.

-certo- piano, piano mi fece scendere.

Non eravamo più nella Grotta, eravamo sulla strada dove avevamo lasciato Paride, il Serafino era poco lontano da noi, ci guardava, non sembrava arrabbiato, non mi ero neanche accorta della sua presenza durante il discorso con Bryan, in realtà pensavo di essere ancora nella Grotta delle Meraviglie.

Paride si avvicinò a me e fissò il mio ventre quasi potesse vedere cosa c'era all'interno.

-Bryan non dovevi continuare il discorso qui, adesso anche Lucifero può aver ascoltato, sei uno sconsiderato!- urlò il Serafino, perdendo le staffe veramente per la prima volta da quando lo avevo incontrato.

-Giada, tu devi essere meno impulsiva e voglio che mi dici a chi appartiene la voce che ha sentito Bryan!- sgridò anche me ferocemente, avevamo sbagliato.

-La voce appartiene a mia madre- risposi all'istante senza raccontare tutti i particolari.

-Vi dovete mettere in testa che questo non è un gioco, Lucifero farà di tutto per ucciderci, e questo è solo l'inizio, la tentazione non è facile da evitare, soprattutto per te Giada, tu sei umana- Paride parlò con calma.

Avevamo appena gridato al mondo che ero incinta, mettendo a rischio sia la nostra vita, che quella di nostro figlio, non avremmo mai dovuto essere così stupidi, e pure lo eravamo stati.

Bryan per primo, lui non si censura mai, ciò che pensa dice, ma ogni tanto si dovrebbe limitare, in quel momento l'avrebbe dovuto fare.

Io avevo sbagliato, avrei dovuto rendermi conto di dove eravamo, avrei dovuto bloccarlo, invece ero incantata dal suo viso, il suo viso mi inebriava come un dolce vino pregiato, quando lo vedevo non riuscivo a guardare altrove, non mi interessava dov'ero se c'era il suo viso davanti ai miei occhi.

Ora Lucifero sapeva in un certo senso della mia “debolezza”, sapeva il mio punto debole, odiavo considerare il mio bambino in quel modo, però era esattamente così.

Poi i miei capelli iniziarono a inumidirsi.

Una leggera pioggerella cominciò a cadere, il cielo era immacolato,non c'era alcuna nube nera minacciosamente ricolma d'acqua, e pure la pioggia continuava a scendere, creando una sinfonia inconfondibile, rilassante, depurante.

Ho sempre amato la pioggia, da quel senso di libertà, spensieratezza, e in quel momento fu un tocca sana, respirai a fondo il suo odore, avrei avuto voglia di gridare, un urlo liberatorio, alzare le braccia al cielo e cercare di prendere più gocce possibili, aprire la bocca, berla, sentirmi viva, come quando baciavo Bryan, si perché era quella la sensazione che mi dava, mi faceva sentire viva, reale, ed la sensazione più bella che abbia mai provato nella vita.

Basta sensi di colpa, il mio obbiettivo era mantenere in vita quella sensazione, e senza Bryan non era possibile, senza il bimbo che c'era nel mio grembo non era possibile, quel bimbo che sentivo già tra le mie braccia era ormai essenziale alla mia felicità.

Toccai la mia pancia come se accarezzassi il volto di mio figlio o figlia che sia, una lacrima dolce scese lentamente dalla mia guancia.

Dovevo farcela per il mio bimbo, non potevo permettermi di fallire, niente sbagli, nessun errore, io glielo dovevo, dovevo tutto al frutto del nostro amore.

-Scusa, sono sempre il solito, non permetterò a nessuno di far male al nostro bimbo, lo giuro- Bryan si avvicinò e prese il mio viso tra le sue mani, mi asciugò con un gesto lento la scia bagnata che aveva lasciato dietro di se la lacrima e poi come se fossi qualcosa di fragile baciò le mie labbra.

Le gocce si insinuavano nei suoi capelli, sulle nostre labbra, rendendo quel bacio assolutamente surreale.

Lasciato andare il mio viso si abbassò fino ad essere di fronte al mio ventre ancora piatto, lo baciò altrettanto delicatamente e prese ad accarezzarlo amorevolmente.

-Lo giuro anche a te, fosse l'ultima cosa che faccio- sussurrò solennemente il mio Angelo e la luce che lo avvolgeva si illuminò ancora di più.

Paride si intrufolò tra di noi, guardò prima me poi Bryan -Io ammiro il vostro amore- fu tutto ciò che disse.

Per qualche minuto restammo immobili e in silenzio, il ticchettio della pioggia era il solo suono udibile.

-Detto questo, ora dovete scegliere se continuare a piedi o teletrasportarci fino alla fine di questa strada.

Alla fine di questa strada ci sono dei cancelli, il cui passaggio è consentito solo ad Arcangeli, Cherubini, Serafini e naturalmente al Signore, io vi ho fatto ottenere un permesso speciale, non ci si può teletrasportare oltre il cancello, non è permesso, ci si deve entrare a piedi.- Paride fece terminare il silenzio.

-Secondo te Paride qual è la scelta migliore?-chiesi, mi fidavo di lui, ci aveva portato fino a qui, aveva aiutato me e Bryan.

-Lucifero ormai ci ha scoperto, adesso secondo me la nostra priorità è la velocità, io sceglierei di teletrasportarci fino alla fine di questa strada- la sua logica non faceva una piega.

-Ci potrebbero essere conseguenze per il bambino?- domandò Bryan a bruciapelo.

-Non lo so- disse sinceramente Paride.

-Io non voglio rischiare, e credo che tu Giada sia del mio parere?- il mio Angelo mi guardava con un espressione seria in viso, io annui, non volevo rischiare per nessuna ragione al mondo di perdere il mio bambino.

-Allora è deciso Paride andremo a piedi, magari per fare più veloce potrei prendere in braccio Giada e correre- Bryan parlava chiaro, ed era più deciso che mai.

    NOTE DELL'AUTRICE

Ciao a tutti coloro che sono arrivati alla fine di questo capitolo e grazie per averlo letto... 

Ringrazio l'autrice della poesia  la mia piccola sorellina Giulia di undici anni... Brava amore!!! <3

Colgo l'occasione anche per ringraziare di cuore chi ha messo la mia storia tra le seguite, ricordate e preferite e tutti coloro che l'hanno recensita!!!

Dopo la settimana di vacanza vi farò trovare un nuovo capitolo... Alla prossima!!!

Grazie un bacione...

Erica


  
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