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Autore: Miuccia_Prada    07/07/2012    4 recensioni
Blair e Chuck sono sposati, hanno un figlio e sono in attesa del prossimo.
Una sera Blair esce per prendere della tachipirina, che non riporterà mai a casa.
Si risveglierà tre mesi dopo, penserà di trovarsi al penultimo anno alla Costance.
Riuscirà Chuck a riconquistarla, sebbene lei sia innamorata di Nate ? E' una domanda che troverà risposta solo leggendo la fic.
Miss Chanel/Miuccia_Prada
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nate Archibald, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Dan Humphrey/Serena Van Der Woodsen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ciao ragazze/i, ok so del tetto "Pochi ma buoni" ma... DUE RECENSIONI?! Ok, il capitolo forse era un pò corto -molto corto-... Però me ne aspettavo il doppio :'( Vabbè, ormai, non vi sgriderò più XD
Allora vorrei ringraziare le "Buone", che hanno recensito.
Fecalina: Grazie mille <3 Si Chuck è tenero nella mia fic e B... Beh, B deve solo ricordarsi chi era :)
LaylaLaRed: Carissima , no dai non voglio farti soffrire :) Grazie, eh si Blair sta facendo un pò la stupidella.. Forse però questo capitolo le farà acquistare punti bonus. Sul piccolo Marc... Putroppo B ora come ora nella storia ha la testa di una sedicenne perciò fa.. scusa la parola MOLTE CAZZATE. Si, concordo Nate è un bamboccione. 

Ho deciso di abbandonare i giochi
 

 

E' passata una settimana dal mio ultimo incontro, se così si può definire, con Blair. Ho capito che la nostra storia, la nostra vita insieme e il mio cuore si sono spezzati come un fuscello. 
Non mi sarei dovuto affidare al destino, credendo a quel "Per sempre felici e contenti" ripetutomi da Blair nei nostri momenti più bui. Io sono Charles Bass, l'arrivista, il ragazzo a cui nemmeno i genitori riuscivano  a volere bene.
Il solo Chuck Bass, solo come un cane.
Camminai davanti all' Empire, ero riuscito a costruire un impero, un matrimonio e poco a poco tutto era crollato. 
Il mio rapporto con Lily si era sgretolato, da quando aveva deciso di condividere il letto con mio padre.
Il mio impero non è altro che un cuore straziato, il mio.
Forse sarebbe bene finirla qua, finire qui la vita di Chuck Bass. Entrai all' Empire, mi diressi verso l'ascensore e presi la mia fischetta di scotch, quella che non toccavo da mesi. Mi ritrovai sul tetto dell' Empire, mi circodavano le luci della città, le stelle dei Newyorchesi.
"Ti prego non andare", sentì la voce di Blair tremare. Mi volto, tentenno, ma poi proseguio. Sento la voce di Blair rieccheggiare nella mia mente: Io amo Nate. Odio Chuck.
"Devo usare tutta la mia concentrazione per non piangere, neanche questo ti tratterebbe. Sarebbe solo peggio.", disse e sentì i suoi passi farsi sempre più vicini.
"Cosa ci fai tu qua ?", domandai.
"Oggi ho scoperto che mio papà è morto. L'ho chiamato, Roman mi ha risposto e mi ha detto "Blair, lo sai benissimo che Harold non c'è più". Ho sentito il mio cuore spezzarsi.", rispose e capì che piangeva.
"Anche il mio cuore si è spezzato."
"Non posso lasciarti andare così, senza sapere se ti rivedrò mai più." piange mentre mi abbraccia, le sue lacrime mi bagnano il petto. Vorrei fare qualcosa, vorrei stringerla, vorrei baciarla, ma è troppo tardi si è già allontanata, ed in quel momento capisco che non l’avrei avuta mai più.
Non sono sicuro di farcela, ma devo resistere, non posso cedere davanti a lei. Si stacca da me, ed è un altro pugno nello stomaco.
La sua testa si volta, non si guarda indietro. Non contano più le parole adesso, mi dispiace. Il mio cuore è sordo, non può sentirle. Solo una cosa potrebbe risvegliarlo, ma più ci penso e più so che non succederà mai, mi sto facendo del male, ma continuo a pensarci. Se solo tornasse indietro, se solo cambiasse idea, cos’ha lui che io non posso darle?
Come fa l’amore a fare così male?
La vedo scomparire dietro la porta, rimango solo sul tetto.
Il mio cuore batte impazzito, come fa a battere un cuore spezzato?
Camminai, mi ritrovai a più di mille metri dal suolo. Dovevo scegliere se buttarmi giù o se rimanere a lottare.
Per una volta scelsi di non lottare, chiusi gli occhi e ripensai al sapore di Blair, al sorriso innocente di Marc e a... Evelyn, che tra poco avrei conosciuto.
POV Blair
Entrai nella stanza senza sapere cosa aspettarmi, non lo avevo più visto da quando quella notte di due mesi fa mi ero confidata e l'avevo abbandonato. Chuck, che giaceva ora davanti a me sul letto, il corpo avvolto in bende candide, e un velo di sudore sul viso. Mi avvicinai in silenzio, non ero certa che fosse sveglio, e non volevo disturbarlo. Il lenzuolo aderiva perfettamente al corpo sudato, lasciando ben poco all'immaginazione. La mia mente, fin troppo sollecitata, non faceva che inviarmi immagini a tinte vivaci di tutto quello che sarebbe potuto succedere su quel letto. Io amo Nate, eppure sentivo delle pulsazioni del tutto sessuali nei confronti di mio marito. Chiusi gli occhi per un attimo, cercando di tornare alla realtà, quando li riaprii, Chuck mi stava fissando. 
"Cosa ci fai qui? " sussurrò.
"Sono venuta a dirti addio...", risposi senza guardarlo.
La testa gli ricadde sul cuscino e serrò gli occhi in una smorfia di dolore. Per un attimo temetti che fosse già finito l'effetto degli antidolorifici, ma ci misi poco a capire che in realtà stava soffrendo per le mie parole.
Mi inginocchiai accanto al suo letto, prendendogli il volto fra le mani, non sapevo cosa avrei detto, né se avrebbe funzionato, ma dovevo fare qualcosa, non potevo vederlo in quello stato.
"Chuk?", sussurrai avvicinando il mio viso al suo e costringendolo ad aprire gli occhi. "Io... "
Grosso errore. Il suo sguardo magnetico si incatenò al mio, e la mia mente si svuotò, mentre le mie guance prendevano colore. Non sapevo più cosa dire, e rimasi in silenzio a fissarlo.
Sentii il suo naso sfiorare il mio, e i nostri respiri mischiarsi. Avrei potuto voltare la testa, tirarmi indietro, alzarmi ed andarmene, ma non feci nulla.
Accolsi con un sospiro la sua bocca sulla mia, e lasciai che le nostre lingue giocassero e le labbra si modellassero le une sulle altre, mentre il mio cuore prendeva il volo.
Con il braccio sano mi attirò vicino a sé, sul letto, ed io lo lasciai fare, senza né la forza né la voglia di oppormi.
Rallentai fino a fermarmi, ed attesi che spalancasse gli occhi su di me, lo sguardo tormentato mi implorava di continuare, ma rimase in silenzio, il labbro pieno ancora stretto fra i denti.
"Non possiamo. Non possiamo", dissi riallacciandomi la camicetta da lui sbottonata. Corsi via. Via da quella stanza di ospedale, dove avevo ceduto a Chuck Bass.
 
  
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