Supermarket.
Prologo.
Infondo niente può rimanere com’è, anche perché saremmo rimasti tutti neonati.
Crescere, è la parola chiave.
Già, crescere, possiamo dire che la vita di un essere umano è un continuo evolversi di pensieri, azioni, sentimenti e così via dicendo. Insomma, nella vita una persona può cambiare dalla a alla zeta.
C’è chi vuole rimanere un eterno bambino come Peter Pan, chi vuole crescere e diventare qualcuno di importante e chi si fa guidare dall’istinto. E poi c’è chi non vuole fare niente, magari solo dormire.
“Crescere”, comunque, è una parola – o meglio, un verbo – che spaventa un po’ tutti, anche i più coraggiosi; insomma, chi non vorrebbe rimanere bambino a vita, senza preoccupazioni? Tutti, dal primo all’ultimo su questo pianeta.
Crescere comporta cambiare, e si sa, che i cambiamenti non sono mai bene accetti da tutti.
Crescere comporta abbandonare le persone più care per fare strada.
Crescere comporta indipendenza, e l’indipendenza dipende solo da una cosa: il lavoro.
Chi non vorrebbe mai lavorare? Chi non vorrebbe che tutto gli sia dato, come quand’eri piccolo e bastava chiedere alla mamma? Tutti.
Anche lui.
Lui che in cinque anni era cambiato dalla a alla zeta.
Lui che in cinque anni aveva chiuso con il suo passato pensando solo al futuro.
Lui che aveva chiuso con l’amore, l’amicizia ed aveva giurato di pensare solo al lavoro e alla carriera.
Lui che in quel momento era uno dei giornalisti il cui nome era sempre nella prima pagina del quotidiano più importante di Tokyo.
Lui era Midorikawa Ryuuji, e purtroppo, era cresciuto.