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Autore: mirco    07/07/2012    1 recensioni
27 giugno, un semplice giorno. Potrebbe diventare il giorno in cui Caterina finalmente può realizzare il suo sogno. 27 agosto, la fine di tutto. Tante lacrime. Una ragazza, un calciatore, la vita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ ora di pranzo, e la televisione è accesa sul telegiornale sportivo. Guardavo quel tipo di programma solo quando parlavano di Lui. Quasi mai.
‘Ora passiamo a nuove notizie, la diretta al nostro inviato a Milano.’
Lui vive a Milano magari lo inquadrano, dice qualche parola. Sogna, Caterina, sogna.
Ah, si. Mi chiamo Caterina e ho 16 anni. Sono alta, ho lunghi capelli castani ricci e occhi marroni. Vi chiederete, ma chi è Lui? Lui è il mio amore impossibile. Un calciatore professionista di Serie A. Si chiama Philippe Correia Coutinho. Ha 20 anni ed è brasiliano. Non l’ho mai visto dal vivo neanche da lontano e ormai ho perso la speranza di poterlo vedere.
‘Si, ho una notizia dell’ultimo momento. Philippe Coutinho, giocatore dell’Inter, è in vacanza a Sanremo con la sua fidanzata..’
Lui, nella mia città. Stiamo calme.
‘Mamma, mamma, mamma! Coutinho è qua, a Sanremo!’ Ero sul punto di piangere.
’Cosa aspetti!’ La guardai confusa.
‘Vallo a cercare!’ Rimasi di stucco.
‘Oddio! Grazie mamma, se non lo trovo so che respira l’aria della mia città!’ Così dicendo sono uscita di casa.
Ho cercato tutti gli indizi possibili. Ho chiesto in giro a tutte le persone che incontravo ma nessuno sapeva niente. Rassegnata mi accasciai su una panchina nel marciapiede pieno di dossi.
‘Non riuscirò mai a vederlo. Il mio sogno di fare una foto con lui, avere il suo autografo non si avvererà mai. Ero solo un’illusa a sperare di poterlo incontrare.’ Pensavo, e queste parole mi tempestavano la testa. Vidi una ragazza che teneva la mano al suo ragazzo. Di lui potevo vedere solo la massa di ricci neri che..Coutinho!
Mi alzai di scatto dalla panchina arrugginita andai verso di loro. Tremavo, tremavo tutta. Ero agitata.
‘Scusa, sono una tua ‘fan’, mi potresti firmare questo foglio. Sai ti seguo da quando sei entrato nell’Inter e non ho mai smesso di credere in te. Scusate, sto parlando troppo, ma era il mio sogno da due anni. Ora che ti ho visto sarò la ragazza più felice del mondo.’
Lui e Ainè, la sua ragazza, sorridevano divertiti. Prese il foglio iniziò a scrivere ma poi si fermò. Pensavo ‘Oddio, pensa che io sia pazza e crede che io abbia bisogno di andare al manicomio.’ Lui mi parlò.
‘Come ti chiami?’ Con il suo italiano un po’ storpiato mi pose questa domanda così semplice, ma sembrava che mi fossi dimenticata tutto.
‘C-Caterina..’ Si rimise a scrivere.
‘Lo so che vuoi fare una foto.’ Mi disse lui ridendo.
Oh, la sua risata! Svenimento in arrivo.
‘Si, grazie mille’ Facemmo la foto e poi se ne andò.
Camminando mano per mano con la sua Ainè. Ero rimasta lì come un’idiota in mezzo alla strada. Iniziai a saltare e a fare balletti strani. Ero felice, euforica. Guardai il foglio e lessi quello che mi aveva scritto.
‘Il tuo sogno si è realizzato, Caterina. Io ti sto firmando questo foglio. Grazie per esserci stata sempre fino ad adesso. Non smettere di seguirmi, perché se so che tu ci sei allora tutto andrà bene. Grazie. Philippe Coutinho.’
Piangevo, piangevo. Di felicità. Tornai a casa e raccontai tutto a mia madre. Nei minimi dettagli, tutto. C’era euforia in casa, tutti felici per me. Mamma, babbo, mia sorella Alessandra e mio fratello Roberto.

Erano passati due mesi dall’incontro con Coutinho. Prima partita di Campionato. 27 Agosto. Davanti alla televisione sperando che entri. Formazione. Lui c’è! E’ titolare, magari si ricorda di me. Quella ragazza pazza che lo aveva fermato durante la vacanza a Sanremo. Impossibile. Inizio partita. Tutto procede bene, lui non sbaglia un colpo.
Quarantesimo minuto del primo tempo. Parte lui con la palla supera due, tre e poi quattro avversari, è davanti alla porta, tira e fa gol. Quel gol che aspettava da tanto, che io aspettavo che facesse da tanto. Si alza la maglia e sotto ne ha un’altra. Sopra c’è scritto ‘Sanremo, Caterina sorridi anche senza di me.’ Oddio, sono io Caterina. No, non posso essere io. Però c’è scritto Sanremo. Perché ha scritto anche senza di me?
Fine primo tempo. Quella frase passava la mia mente ripetutamente. Inizio del secondo tempo. Vedo Coutinho che ci accascia per terra e poi si stende. Mi alzo dal divano. Tutti piangono. Che è successo? Lui ha gli occhi aperti, ma non si muove. Che sia..? No, non ci pensare. L’allenatore si mette le mani sugli occhi e muove la testa a destra e a sinistra. La partita viene interrotta dall’arbitro. Viene intervistato un compagno di squadra di Coutinho, ancora in lacrime.
‘Ce lo aspettavamo. Aveva problemi da qualche mese. Oggi è successo, lui lo sapeva. Ha fatto quel gol meraviglioso e voleva rivedere quella ragazza che ha incontrato a Sanremo. Ci aveva detto che era speciale, si ricordava i suoi occhi marroni e i capelli ricci. Caterina. Parlava sempre di lei, diceva che lei credeva in lui. Ora che se n’è andato c’è un grande vuoto.’
‘Sorridi anche senza di me.’
E’ morto. Se n’è andato, per sempre. Niente più ricci neri, sorrisi stupendi, interviste, italiano storpiato, speranze. Niente di niente. Tutto finito. Mi rimane solo il ricordo di quel 27 giugno e della persona stupenda che era Philippe Correia Coutinho.


Beeeeeeene. Lo so che può sembrare banale, ma ci ho messo il cuore per scrivere questa OS. Spero che lasciate almeno una recensione. Grazie.
Nialler.

  
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