Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: EleRitz96    07/07/2012    5 recensioni
-che uomo straordinario- sussurro.
-che ragazza fortunata ad aver trovato quest'uomo straordinario- risponde ridendo con dolcezza. Il suo sorriso... La cosa migliore al mondo...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ignara di ciò che è accaduto fra Susan e Robert e con la mente libera da ogni pensiero negativo, dormo sonni tranquilli e sogno un gelato squisito come quello che ho gustato martedì. Così quando mi sveglio prendo la macchina e torno alla gelateria. Leccando il dolce passeggio per le strade. Sono le dieci e non c’è molta gente sveglia a quest’ora a Los Angeles. Mi trovo a poca distanza da casa Downey e decido di cogliere l’occasione per cercare un appartamento nei pressi di essa. Dopo due ore scovo uno squallido monolocale con l’intonaco scrostato e pochi mobili tarlati che si trova al terzo piano di un edificio giallognolo. L’affitto costa poco e mi costringo ad accontentarmene. Con un po’ di impegno riuscirò a renderlo vivibile. Mi metto d’accordo con la proprietaria, la pago in anticipo, poi scendo di nuovo in strada e respiro una boccata di aria fresca. Ultimamente mi sembra di vivere in un film e non solo perché abito a Los Angeles, ma anche per la gente che frequento. Sono tre persone, ma valgono per cento e mi sento benissimo sapendo che ho un appuntamento fisso con loro (ogni lunedì e giovedì). Mi ritrovo a riflettere su Susan. Mi sta simpatica, certo, ma so che è gelosa. Tuttavia non posso darle torto… Scuoto la testa per allontanare il pensiero ed entro in ogni negozio, bar o ristorante della zona per lasciare il curriculum e il numero di telefono. Sperando di essere assunta proprio lì, provo anche con la gelateria dei miei sogni che mi ricorda tanto il mio “appuntamento” con l’attore più fantastico che potessi incontrare. Confido nel fatto che qualche datore di lavoro mi chiami il più presto possibile per assumermi. Dopotutto sono laureata! Quando finisco sono le quattordici passate e la fame fa cantare il mio stomaco, che ruzza inferocito. Divoro un hamburger e bevo una lattina di Pepsi seduta su una panchina come una barbona. Mi appisolo. Mi sveglia una macchina che suona il clacson nella strada adiacente al parco. Do un’occhiata all’orologio che porto al polso e mi accorgo che mancano solo dieci minuti all’appuntamento con Robert. Mi rendo conto che impiegherei più tempo a tornare alla macchina che a correre fino a casa sua. Così raccolgo la borsa e comincio a correre con l’aria che mi frusta piacevolmente il viso e i pensieri stupidi che si aggrovigliano nella mente. Ho persino paura di avere l’alone sotto le ascelle e la faccia arrossata, quando arrivo al cancello della villa color pesca che ormai mi è familiare. Con il fiatone a stroncarmi, suono il campanello e il cancello si apre. Avanzo nel giardino camminando piano e Robert mi raggiunge: -ciao Emily, hai appena finito una maratona?- mi scruta con un sorriso strano, quasi malinconico. Non credo che sia triste a causa della mia aria affaticata. -tutto bene?- gli chiedo preoccupata. -a dire il vero no- risponde con la faccia da cucciolo bastonato -Susan vuole uscire con te al posto mio oggi. È irremovibile e… tremendamente gelosa. Cerca di farla ragionare. Emily, io non voglio perderti e qualsiasi cosa ti dica mia moglie voglio che martedì tu torni qui. Hai capito?- Robert mi avvolge in un abbraccio dolcissimo che dura un’eternità. Quando mi lascia andare un enorme peso pare crollarmi sulle spalle, come se mi fossi appena svegliata da un sogno bellissimo. -sono tutta sudata- mi sento a disagio perché deve essersene accorto. Sorride, mi indica la porta e mi spiega che Susan sta per scendere. La vedo e mi rendo conto quasi per la prima volta di quanto è bella coi suoi lunghi capelli e gli occhi castani scintillanti. -andiamo a fare shopping!- esclama, mi prende sottobraccio e mi guida in strada. Giro la testa di lato e vedo Robert che mi saluta con la mano. Appena lui non può più vederci Susan mi lascia il braccio. Giriamo per negozi in silenzio. Ad un certo punto, dentro alla boutique di Gucci, la donna mi indica un abito lungo azzurro con le paillettes. -bello, ma è troppo costoso per me e troverei difficile camminare con un abito lungo- commento. -sai cos’è difficile? Essere innamorate dello stesso uomo. Non preoccuparti del prezzo. Consideralo un mio regalo- poi me lo mette in mano e mi spinge in camerino. Alla sera chiamo Robert e gli racconto tutto, allarmata. Lui pare preoccupato a sua volta e mi confida la discussione del giorno prima. -siamo sul giornale?- chiedo stupefatta. -oh si- ride -in copertina, tesoro. Ma c’è una cosa che voglio chiederti prima di parlare di questo. Prima hai detto che Susan ti crede innamorata di me e io muoio dalla voglia di sapere se ha ragione-. Riattacco. Cosa avrei dovuto rispondere? La verità sarebbe stata scomoda e una bugia, oltre che falsa, avrebbe tarpato le ali a qualsiasi tentativo di trasformare la nostra amicizia in qualcos’altro.
  
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