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Autore: Fflang    07/07/2012    1 recensioni
Quanti segreti e quanta sofferenza si possono nascondere nella vita di una persona? Isabella Swan nasconde un segreto, un segreto più grande di quello dei Cullen, un segreto malvagio e potente ma allo stesso tempo buono e puro, che pochi conoscono e molti vorrebbero avere.
Un guerra è facile da cominciare ma ancor più difficile da finire, lei deve scegliere da che parte stare. Un equilibrio così fragile da potere essere distrutto con un battito da ali, costruito per caso, ma custodito con cura e venerazione.Salverà se stessa o salverà l'umanità e l'equilibrio ad un carissimo prezzo?
"Non voglio più essere la fine di qualcosa, voglio essere un'inizio..."
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec, Altro personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: New Moon
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CAPITOLO 7 

Sto passeggiando per le vie malfamate di Parigi da più di un'ora quando sul ciglio della strada noto un ragazzo di circa vent’anni, sorrido e lentamente mi avvicino a lui.

-Che cosa ci fa un ragazzo carino come te,in un posto come questo?”- domando gentile.

Il ragazzo mi osserva attentamente e dopo un sospiro risponde

-Io…qui ci vivo,e poi potrei farti la stessa domanda, ma tu…chi sei?!- sorrido maliziosa e rispondo

-Primo,grazie per il complimento nascosto, secondo,io,qui sto cercando una persona,o per meglio dire,stavo visto che l’ho appena trovata.- il ragazzo mi guarda sorpreso e un pò alterato.

-Che intendi dire? Non capisco?Che cosa vuoi da me? Io neanche ti conosco!!-

-Piacere mi chiamo Isabella Swan ma chiamami Bella e tu sei??- rispondo sorridente, devo andarci piano...

-Ehm i-io sono Andrè,ma tu esattamente cosa vuoi da me?- risponde sempre più confuso.

-Bel nome, comunque prima di parlare di affari voglio che tu mi racconti la tua storia.-

-Grazie, perché dovrei raccontare la mia vita ad una persona che neanche conosco?- è sempre più scocciato e confuso.

-Oh avanti,sei proprio un ragazzo diffidente,non vedi che faccia da angioletto che ho?!- e scoppio a ridere. Se Gabriel fosse qui mi avrebbe già guardato male.

-Oh si, si vedo,vedo- e anche se piccolo anche lui accenna un sorriso. Prendo il telefono dalla tasca della giacca nera che porto e compongo il numero della pizzeria in cui sono stata poco fa e sotto lo sguardo stralunato del ragazzo ordino una pizza,due cole. Mi metto a gambe incrociate di fianco a lui, che però non ha ancora smesso di fissarmi dal momento in cui ho preso in mano il telefono -

Beh che c’è ora?- domando confusa.

-Non voglio la carità di nessuno- mi dice arrabbiato.

-Ehi scusa, ma qui io non vedo nessuno che sta facendo la carità,al massimo vedo due nuovi amici,seduti su un marciapiede che dividono una pizza parlando amichevolmente- lo guardo e gli sorrido. -

Di me ti puoi fidare,è una promessa!!- gli dico osservandolo seriamente.

-Tu sei pazza!!Comunque,visto che non vedi l’ora di sentire la mia storia e io non vedo l’ora che tu te ne vada…te la racconto!!- mi dice sorridendomi. Ha un bel sorriso, dovrebbe farlo più spesso. Chissà da quanto non sorride.

-Ehi,grazie tante!!- dico facendo la finta offesa e girandomi dal lato opposto al suo per non fare vedere il sorriso che mi sta spuntando sulle labbra.

-Stavo scherzando,ma se io ti racconto la mia tu farai lo stesso,ok?!- mi dice incuriosito e impaurito.

-Affare fatto!!- dico e gli stringo la mano.

-Mi sembra di star facendo un patto col Diavolo- sussurra stranito, sorrido sadica ma poi scoppio a ridere. -Su,su racconta sono curiosa- ridacchio avvicinandomi a lui per sentire meglio.

-Ok, ma non avrà un lieto fine- mi dice triste e osservando la mia reazione.

-Ne sono certa,ma vedrai,in fondo la tua vita non è ancora finita-

-Uhm sì,credo…dunque,io sono il figlio del figlio di un importante mafioso. Un giorno,mio padre,incontrò mia madre in un pub e si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra, ma circa un mese dopo,mio nonno non volendo perdere uno dei suoi uomini migliori oltre che il suo unico figlio, lo minacciò che se non avrebbe mollato mia madre l’avrebbe uccisa,e così mio padre per proteggerla fece la scelta che ritenne più giusta in quel momento,ma nel momento in cui mia madre gli stava per dire che aspettava me lui gli disse che era finita,che non l’amava,e che con lei si era solo divertito. Mia madre scappò a Nantes dove viveva la mia nonna materna, lei morì dopo il parto e quello che so di lei è tutto ciò che mi ha raccontato mia nonna,sedici anni dopo anche la nonna morì e così prima che gli assistenti sociali venissero a prendermi decisi di tornare qui a cercare mio padre,chiedendo informazioni in giro,grazie ad una foto della mamma, riuscì a trovare l’abitazione del nonno che,no appena mi vide per poco non gli venne un colpo,gli chiesi di lui ma mi disse che si era suicidato un paio di anni prima perché non riusciva a sopportare la mancanza della sua fidanzata,così mio nonno mi propose di diventare uno dei suoi uomini,io accettai e per la sua gioia io assomigliai,in tutto e per tutto,al talento nel uccidere. Un anno dopo mi affidò l’incarico di uccidere la figlia di un uomo che gli aveva fatto un torto,mi diede giorno,luogo e ora. Nel momento che stavo per sparare un bambino si avvicinò a lei che gli sorrise e gli restituì il pallone che aveva lanciato lontano, non c’è la feci a sparare,perché in quel momento vidi in lei la madre che non avevo mai immaginato e nel bambino me stesso che nonostante nella sua esistenza avesse odiato la sua famiglia,almeno poteva vantarsi di averne una! Quello stesso giorno mi avvicinai a lei,mi presentai,parlammo e le chiesi di uscire. Mi innamorai,per la prima volta ero felice,perché finalmente qualcuno mi amava,ma non durò abbastanza da permettermi di gustarlo fino in fondo,infatti,un anno dopo mio nonno,tramite una spia,scoprì che lei non era scappata in un altro paese,come noi abilmente eravamo riusciti a fargli credere,ma lui,non mandò ad uccidere lei ma me. Lei,in quel momento non era lì,era al sicuro,pensavo,lontana da me,ma quando il sicario premette il grilletto della pistola Lara mi si mise davanti per farmi da scudo,morì sul colpo. Mio nonno sapeva benissimo che lei si sarebbe messa in mezzo per difendermi,aveva pianificato tutto,non poteva perdere anche me,ma io non ero più disposto a lavorare per lui,perfino a vederlo,un po’ di tempo dopo scopri che aveva ricattato anche mio padre, e quella stessa notte io uccisi lui e i suoi uomini,che a quei tempi erano solo quattro poveretti che quel essere pagava per farsi pagare il culo. E ora, eccomi qui,solo come un cane, lontano da lei!- mi dice osservando il marciapiede davanti a lui.

-Ti andrebbe di aiutarmi?- domando a bruciapelo. André si volta verso di me incuriosito.

-Aiutarti in cosa?- mi domanda.

-Una persona a cui tengo molto...beh è cambiata. André io non sono umana. E ho bisogno di Te, devo aiutare il mio amico, devi aiutarmi a salvare il mondo.- dico e lui mi guarda come se fossi pazza.

-Hahahahaha tu sei pazza.- urla ridendo come un idiota. Sbuffo, appunto. Mi levo la maglietta per non romperla e poi faccio spuntare le mie ali dietro di me. In pochi secondi il sorriso scompare dalla faccia del mio nuovo amico che si fa improvvisamente serio e sbalordito.

-Che cosa dobbiamo fare?- domanda alzandosi in piedi e sorridendomi.

-Ti ho già convinto?- domando stupita.

-Dimmi, ho qualcosa da perdere?- domanda serio guardandomi negli occhi.

-No. Sei disposto a sacrificare te stesso per la causa che stiamo per intrprendere?- domando.

-Si.- risponde senza distogliere lo sguardo dal mio. Sorrido contenta.

-Noi siamo neutrali. Dopo questa storia...sarai libero di tornare umano o rimanere così. Capito?- gli dico, ed è ciò che penso. Io non sto aiutando nessuno, semplicemente mantengo una promessa.

-Capito.- mi dice sorridendomi. Allungo una mano verso di lui che senza ripensamenti afferra, sorrido. Metto la mano destra sul suo cuore che dopo pochi secondi smette di battere. Mi fissa scioccato e dopo inizia ad urlare in preda al dolore, si accascia sul asflato tenendosi il corpo con le braccia, uralndo. Mi inginocchio davanti a lui abbracciandolo. Piange, so quello che sta provando, quello che sta vedendo, io lo vedo ogni giorno, ogni volta che chiudo gli occhi. Sta vivendo la sua vita, tutto il dolore che ha provato, tutto ciò che ha sentito allora lo sta sentendo ora mille volte più forte.

13 anni prima

-Oddio! È bellissimo Abel! Dove lo hai preso?!- urla la piccola Bella abbracciando il cucciolo di Husky che il ragazzo le ha regalato.

-E' stato abbandonato e ho pensato che gli servisse un'amica. Allora, come vuoi chiamarlo?- domanda il giovane ragazzo sorridendole dolce. La bambina guarda attentamente il cucciolo e poi sorride.

-Ice. Il suo nome è Ice.- dice abbracciando il cucciolo. Il ragazzo le accarezza dolcemente la testa e poi le da un bacio sulla fronte.

-Ci vediamo più tardi, principessa.- dice e poi scompare.

Due settimane più tardi entrambi,ormai, non ci muovevamo senza che non ci fosse l’altro al proprio fianco. Eravamo seduti al tavolo di una gelateria, a Barcellona, guardavamo la gente passeggiare ,visto il caso erano esattamente la vigilia di Natale,e molti si attardavano nei negozi per gli ultimi regali dimenticati. A un certo punto, mentre stavamo seriamente pensando di tornarcene in albergo, davanti a noi passano un uomo e una ragazzina di circa sedici o diciassette anni. Ci guardammo,sorridenti, e ci prepararammo al entrata in scena,finalmente. Perché,una delle tante doti che ci era stata concessa era quella di sentire l’emozioni e quelle che provenivano da quella ragazza non erano quelle che un adolescente normale prova in un giorno che per tutti e sinonimo di gioia e felicità. Provava odio,rabbia, rancore verso un uomo che lei era obbligata a chiamare padre solo perché avevano lo stesso sangue ma che all’esterno non aveva nulla né di padre,né di uomo, perché nessuno può essere chiamato tale se ogni giorno picchia e abusa di sua figlia.

-Fratellino perché non prendi quella ragazza e non la porti in un bel ristorante e le offri la cena io arrivo subito!!- dico alzandomi lentamente e sorridendogli incoraggiante.

-Con molto piacere,sorellina- mi ripsonde alzandosi e insieme ci dirigiamo verso i due. Puntando lo sguardo glaciale verso l'uomo mi tolgo la giacca, lui sentendosi fissato si volta verso di me sorridendo malizioso. Porco bastardo. Vediamo se sorridearai ancora quando avrò finito con te.

-Buona sera,vede mi sto annoiando e lei non ha molto da fare e mi chiedevo se…- inizio guardandolo sorridente. Lui molla la ragazzina e si avvicina lascivo verso di me. Mi trattengo dal fare una faccia schifata e prenderlo a pugni.

-Buona sera anche a te…sai hai proprio ragione ci vorrebbe un po’ di divertimento.- dice l’uomo con lo sguardo perso...nelle mie tette. Ridacchio come un oca e gli alzo il viso per farmi guardare negli occhi.

-Bene,allora che ne dice di andare a fare una passeggiatina?- domando lentamente e sensuale.

-Più che volentieri..- risponde prendendomi la mano e sorridendo malizioso. Bleah! 



 BELLA DA PICCOLA *-*

   
 
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