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Autore: PayneNutella    07/07/2012    4 recensioni
Doveva avere 8 se non 9 anni. Harry ne sembrò rapito,affascinato. In quell’edificio così triste,lei sembrava il barlume di speranza che riusciva ad allietare la coscienza di tutti con un sorriso.
Ciondolò le gambe,guardando per alcuni interminabili minuti il pavimento immacolato. Sorrise e si alzò sulle ginocchia,cercando di raggiungere la testa di Harry.
Arrotolò dolcemente un riccio intorno al dito e lo guardò ammirata la forma che prese.
“ Ma sono veri?” chiese debolmente,arrotolando un altro riccio intorno al dito. Harry sorrise con garbo e annuì,incontrando l’occhiata estasiata che le mandò la bambina.
La ragazzina distolse il suo interesse dai ricci e gli porse una mano,mostrando un sorriso sghembo.
“ Charlie” esclamò aspettando la stretta del riccio,che continuò a scrutarla con interesse.
“ Harry!” rispose lui con la stessa espressione,stringendo calorosamente la manina incredibilmente fredda. Charilie ritrasse la manina,soffocando una risata e risiedendosi sulla seggiola blu.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cause when you’ve given up
When no matter what you do it’s never good enough
When you never thought that it could ever get this tough,
Thats when you feel my kind of love”

My Kind Of Love- Emeli Sandé



Le pareti bianche gli davano un terribile senso di nausea,mischiato all’odore acre e pungente del sangue.
Odiava gli ospedali.
Gli avevano sempre portato sventure e,tutte le volte che era entrato in una di quelle stanze fredde e buie,non aveva mai trovato notizie che potessero allietarlo.
Si guardò in giro,cercando di scaricare la tensione guardando l’orologio appeso alla parete. La lancetta rossa si appoggiò con uno scatto sul numero 12,segnando chiaramente le 6 del pomeriggio.
Si lasciò andare in un sospiro affranto,appoggiando la testa contro la seggiola blu elettrico,e chiudendo le palpebre. Doveva resistere per lei;doveva aspettarla in quel corridoio e correrle incontro quando si sarebbe svegliata.
Ma la ragione gli suggeriva di lasciar perdere. Non si sarebbe svegliata  e i medici l’avevano già avvertito che le speranze di rivedere le sue meravigliose iridi azzurre erano sfumate,trasformandosi in un fiammante 1%.
Ma in fondo quelli erano solo inutili,stupidissimi,idioti numeri. Nessuna probabilità poteva superare la certezza del suo amore per la ragazza e lui doveva resistere per lei,dovevano resistere insieme.
Una gocciolina calda uscì dalle palpebre chiuse,attraversando lo zigomo e bagnando i jeans blu. Si morse il labbro,cercando di ricacciare le lacrime che lentamente volevano bagnarli il volto.
“ Devo essere forte” mormorò tra se e se,cercando di darsi coraggio. Riaprì gli occhi ritrovando le luci accecanti e tremolanti delle lunghe lampade appese al soffitto.
Improvvisamente sentì qualcuno picchiettarli costantemente il ginocchio. Era un tocco debole ma racchiudeva determinatezza e forza.
Ma in quel momento,parlare era l’ultima cosa che Harry volesse fare. Abbassò lo sguardo,incontrando gli occhi ghiaccio di una bambina che gli sorrideva cordialmente,mostrando una fila di denti bianchissimi.
Era vestita con un semplice camicie bianco e le testa era interamente coperta da un berretto di lana rosa. La bambina si fermò,guardandolo con dolcezza e sedendosi accanto a lui.
Doveva avere 8 se non 9 anni. Harry ne sembrò rapito,affascinato. In quell’edificio così triste,lei sembrava il barlume di speranza che riusciva ad allietare la coscienza di tutti con un sorriso.
Ciondolò le gambe,guardando per alcuni interminabili minuti il pavimento immacolato. Sorrise e si alzò sulle ginocchia,cercando di raggiungere la testa di Harry.
Arrotolò dolcemente un riccio intorno al dito e lo guardò ammirata la forma che prese.
“ Ma sono veri?” chiese debolmente,arrotolando un altro riccio intorno al dito. Harry sorrise con garbo e annuì,incontrando l’occhiata estasiata che le mandò la bambina.
La ragazzina distolse il suo interesse dai ricci e gli porse una mano,mostrando un sorriso sghembo.
“ Charlie” esclamò aspettando la stretta del riccio,che continuò a scrutarla con interesse.
“ Harry!” rispose lui con la stessa espressione,stringendo calorosamente la manina incredibilmente fredda. Charilie ritrasse la manina,soffocando una risata e risiedendosi sulla seggiola blu.
“ Ti ho notato molte volte all’ospedale. Perché sei qui?” chiese ridiventando improvvisamente seria e rattristendo Harry. Girò il volto,cercando di non farle vedere le lacrime che stavano lentamente scendendo verso le guancie.
Charlie gli accarezzò la spalla,abbracciandolo debolmente. Il ragazzo sussultò da quel gesto così inaspettato e tutta la tristezza svanì,ricambiando la stretta  della bambina.
“ Sai…a volte la tristezza è la malattia peggiore che una persona possa avere” continuò Charlie,divincolandosi da quell’abbraccio e guardando la parete davanti a se.
Gli occhi ghiaccio si spensero,diventando solo due fessure pallide. Harry sentì il respiro mancargli : non poteva vedere quella bambina essere triste.
L’avvinghiò di nuovo a se,stringendola al petto e accarezzandole il berretto rosa scucito in alcuni punti.
“ Charlie domani verrò a trovarti e rimarrò sempre con te,promesso”


Non sapeva se quello che aveva deciso di fare fosse giusto,ma per Charlie avrebbe scalato l’Everest.
Quella bambina,così ingenua,così piccola,gli aveva fatto capire che in certi momenti disperarsi era l’ultima cosa da fare. Doveva solo sperare e tutto si sarebbe risolto.
“ Harry!” gridò una voce dietro di lui,incredibilmente familiare. Il riccio accolse fra le sue braccia la bambina,che si strinse al collo tuffando il viso tra i ricci castani.
Scese dalle braccia del ragazzo,guardando incuriosita il contenuto delle due scatole che si era portato con lui. Harry ammiccò alla bambina,con una smorfia esilarante dipinta sul volto.
Charlie scoppiò a ridere e trascinò per un braccio il ragazzo fino alla sua camera. Quando Harry  oltrepassò la porta,la stessa tristezza di due giorni fa lo travolse come una doccia fredda.
La camera era spoglia di ogni cosa  e la luce che filtrava debolmente dalle tende azzurre non era sufficiente per illuminare la stanza della bambina. Appoggiò le due scatole di latta per terra e con un cenno,fece avvicinare Charlie al suo fianco. Aprì le scatole e l’odore acro  della pittura conquistò le narici della bambina,che strabuzzò gli occhi incredula.
Il riccio sorrise e affondò  un palmo della mano nella pittura per poi imprimere l’orma sulla parete.
“ Allora vogliamo abbellire questa stanza si o no?!” chiese strepitando e pronto per rendere la stanza di Charlie la più bella e luminosa dell’ospedale. La bambina annuì e senza pensarci affondò la manina nella pittura,dipingendo il muro  insieme al suo nuovo amico.
Passarono il pomeriggio più bello della loro vita e,per un momento,dimenticarono la tristezza che ogni giorno gli assisteva.

Emilie non era migliorata e Harry lo sapeva.
Ormai le possibilità che si sarebbe svegliata erano completamente sfumate e non c’era bisogno di un medico per spiegarglielo. Ma l’idea di Charlie triste in quel buco di ospedale,sperando di un miracolo dal cielo lo tormentava.
Così l’unico motivo per cui sorrideva era solo per veder felice quella bambina così speciale.
Si avvicinò alla camera,pronto a farle una nuova ed entusiasmante sorpresa,ma notò una signora seduta sul bordo del letto. I lunghi capelli castani le ricadevano mossi sulle spalle,mentre con un gesto dolce accarezzava la fronte della bambina,scoccandole qualche bacio.
E Charlie sorrideva,mostrando quel sorriso che mostrava solo al “suo” Harry. Il ragazzo non ebbe il coraggio di rovinare quel momento così perfetto.
Si trascinò afflitto fino alla sala d’aspetto,con il pacchetto ancora tra le dita. E se anche Charlie l’avesse lasciato?
Insomma. L’aveva capito fin dal primo momento la malattia della piccolina.
Tumore. Stupido,orribile,insignificante,doloroso tumore. Come poteva una bambina così dolce riuscire a sopravvivere con tutta quella tristezza,che ogni giorno di più le appesantiva il debole cuore?
Come poteva mascherare tutto il dolore con un sorriso a dir poco perfetto?
Harry sospirò,ripensando a tutti i bei momenti passati con la sua Emilie. Per lei era il solito puttaniere,che se la faceva con tutte le ragazze dell’istituto.
Ma Harry trovò in quella ragazza,qualcosa diverso da tutta la massa di biondine ossigenate. Era una ragazza semplice,pronta a donarti il cuore pur di vederti sorridere.
“ Come Charlie…” mormorò inconsciamente,sentendo per l’ennesima volta le lacrime salirgli. Scosse la testa,mordendosi rabbiosamente il labbro e cercando di non piangere.
“ Harry perché ti sta uscendo del sangue dal labbro? “ cinguettò la vocina tremolante di Charlie,che lo guardava preoccupata. Harry fece spallucce e appoggiò il viso sulla spalla della bambina,chiudendo lentamente gli occhi.
“ Harry mi porti al parco?” chiese improvvisamente la bambina,spostando la testa dalla spalla. Harry la guardò confusa,aggrottando la fronte e strabuzzando gli occhi.
“ Charlie io non posso” rispose alla fine,cercando le parole esatte per non darle troppo dispiacere. Ma gli occhi della bambina si riempirono di un leggero velo di tristezza,e sospirò affranta.
“ Ok…” sussurrò,giocherellando con i pollici. Poteva creare tanti casini in pochi minuti?
Prese con delicatezza il polso della bambina e la guardò in volto,ritrovando una smorfia tremendamente triste che gli perforò il cuore come un ago.
“ Si piccola,ti porto al parco”

Quella mattina il freddo era più pungente del solito,ma Charlie sembrò non farci caso. Era troppo occupata  a guardare ogni particolare dei giardini,soffermandosi sui fiori e annusandoli avidamente.
Harry sorrise,ritrovando pace dentro di se e sentendo finalmente un peso in meno. Si sedette sulla panchina,attirando Charlie sulle sue ginocchia.
Sbriciolò alcuni pezzettini di pane,lanciandogli ai piccioni li accostati che guardavano con cupidigia il cibo che il ragazzo gli aveva appena offerto.
La bambina scoppiò a ridere contagiando anche Harry. Improvvisamente,gli balenò in mente il regalo per Charlie e si affrettò a prenderlo dalla borsa a tracolla.
Charlie saltò giù dalle ginocchia e guardò incuriosita il pacco che gli stava porgendo il riccio. Sorrise,afferrandolo con delicatezza e scartando la carta scura.
Era un ciondolo. Un piccolo ciondolo con un’H avvinghiata ad una C. Per molti poteva sembrare un regalo banale e stupido ma per Charlie rappresentava il tesoro più prezioso del mondo.
Una lacrima gli rigò il volto,ma il riccio prontamente l’asciugò con un pollice,abbracciandola. La bambina singhiozzò silenziosamente,bagnando il maglione blu scuro del ragazzo.
Sciolse la stretta,affondando la mano nei jeans e estraendo un foglietto stropicciato su se stesso. Sembrò delusa ma glielo porse comunque ad Harry ,che la guardava sorridendo.
“ Che cos’è” chiese aprendo il foglio.
“ Lo scoprirai “ mormorò la bambina,dondolandosi sulle scarpine bianche. Era un disegno.
Ritraeva lei e Harry che dipingevano la sala e poi sempre loro due che si abbracciavano. Notò una piccola scritta scritto in rosso fiammante che diceva un semplice “Ti voglio bene” ma che riempì di commozione il cuore di Harry.
Scoppiò a piangere come un bambino. Non sapeva perché ma gli sembrava il regalo più bello che avesse mai ricevuto.
Charlie si sedette accanto a lui,appoggiando la testa sulla spalla e guardando i giardinetti.
“ Harry lo sai che sono malata,vero?” chiese improvvisamente,ridiventando seria. Harry non rispose. Non sapeva cosa dire,la sua voce si era strozzata in gola.
“ Si chiama tumore e me l’hanno diagnosticato un anno fa- continuò sospirando. Harry sapeva che non era facile,ma non parlò. Gli sarebbero solo uscite lacrime su lacrime e non poteva demoralizzare così la piccola Charlie – I medici hanno detto che guarirò ma la sai una cosa? Non ci credo”
Guardò l’asfalto scuro,notando che i piccioni erano volati via e all’orizzonte stava lentamente scomparendo il sole.
“ Non dire così Charlie” riuscì a dire Harry,con la voce spezzata dalle lacrime.
La bambina sembrò sorridere e continuò a parlare,questa volta osservandolo con dolcezza.
“ Sono stanca di tutte queste medicine che mi danno; di stare rinchiusa in ospedale aspettando un segno dal cielo. Eppure tu,Harry, sei riuscito a farmi sorridere come nessuno sapeva fare”
I suoi occhi luccicarono al buio e una lacrima calda le attraversò la guancia. Harry intrecciò la sua mano in quella della bambina,stringendola forte a se.
“ Grazie Harry. Grazie di avermi fatta sentire felice. Sappi che non ti dimenticherò mai,anche quando non sarò più ad aspettarti in quel letto. Promettimi che anche tu non mi scorderai mai,Harry.”
Voleva dirgli anche lui grazie. Grazie per avergli fatto dimenticare il dolore di Emilie. Grazie per averlo fatto ridere quanto era l’ultima cosa che voleva fare
Grazie per avergli dato un motivo in più per sperare.
Ma riuscì solo ad annuire,prendendo la bambina sulle spalle e ritornando all’ospedale.


Camminò velocemente con un pacco di carta tra le mani,pronta a vedere la faccia di Charlie quando avrebbe visto il regalo.
Aprì la porta scorrevole e si sedette sulla solita seggiola blu,aspettando con impazienza l’orario delle visite. La signora della reception lo guardò incuriosita e gli fece cenno di avvicinarsi.
Harry,titubante,si alzò e poggiò i gomiti sul banco guardando confuso la dottoressa.
“ Lei è Harold Edward Styles?” chiese cercando il suo nome nella lista registrata sul computer. Annuì più confuso di prima.
La dottoressa sorrise,stringendo le sue mani tra le sue,mentre scendeva una lacrima dagli occhi castani
“ Si è svegliata” riuscì a dire,sotto le occhiate sospette del ragazzo.
Il cuore di Harry perse un battito. Non ci vide più e si fiondò nel corridoio,cominciando a correre e gridare dalla felicità.
Raggiunse la sala che per quel lunghi 5 mesi lo aveva tenuto sulle spine e Emillie,la sua Emilie,aveva gli occhi aperti e guardava i medici con felicità.
Senza pensarci due volte,il riccio si fiondò tra le braccia della sua ragazza baciandola avidamente.
“ Emilie…”
“Harry…”
I medici sorrisero lasciandoli soli. I due si guardarono allungo ancora increduli.:Harry non ci poteva credere! Doveva essere tutto un sogno o una presa in giro!
Ma quella era Emilie,in carne ossa e sveglia davanti a lui! Raccontò tutta la storia di Charlie e Emilie non poté trattenere le lacrime che,ben presto,si mescolarono con quelle di Harry.
Sentì l’improvviso bisogno di riabbracciare quella bambina che aveva cambiato radicalmente. Era un dovere dirle quel grazie che l’altra sera non era riuscito a dirle.
Uscì dalla camera e ben presto raggiunse la camera di Charlie.
“ Charlie!” gridò ma la sua voce si affievolì lentamente,ritrovando lo spettacolo più triste che avesse mai visto: due signore stavano ripulendo il muro dove loro due,lui e Charlie,avevano dipinto le loro orme.
Si parò davanti alle signore,impedendole di continuare il lavoro.
“ Che state facendo?! Dov’è Charlie eh?! Dov’è?” urlò disperato. Perché il letto era rifatto,le tende tirate e lei non c’era?
Le signore si mandarono un’occhiata d’intesa e appoggiarono una mano sulla spalla del ragazzo.
“ Se ne è andata ieri notte” mormorarono all’unisono,lasciando Harry di stucco. I suoi occhi diventarono due fessure mentre impallidiva incredulo.
Si portò le mani tra i capelli,scivolando sul pavimento marmoreo. Non riusciva a piangere. Era un duro colpo,una pugnalata al petto.  Le due signore si chinarono a consolarlo,ma Harry non voleva loro! Harry voleva sentire la manina di Charlie tra le sue,i suoi occhi ghiaccio fissarlo,il suo sorriso e la sua risata.
Il suo cuore si strinse in una smorfia e per un momento gli mancò la forza di pensare,respirare.
“ Ti ha lasciato questo…” continuò una delle inservienti,estraendo una collanina dorata dalla divisa bianca:era il ciondolo.
L’H era intersecata con la C e nessuno gli avrebbe divisi. Se la legò al collo,ritornando a testa alta verso la sua Emilie.
Charlie sarebbe stato il ricordo più bello di quei lunghi e tristi cinque mesi.



Ciao  a tutti!
Questo è il primo testo scritto che pubblico su EFP ed è una One Shot. So che forse non è come quelle che leggete di solito,ma spero che l’abbiate apprezzata :D
Mi sono commossa scrivendo,un po’ per la trama ma anche in alcune scene. Non so…non riesco a vedere Harry piangere per una bambina :\
Che dire…recensite in tanti così da sapere se è stata apprezzata!
Accetto critiche COSTRUTTIVE,grazie <3 Per eventuali orrori mi dispiace ma non ho avuto il tempo di ricontrollare :(

#StayStrong


  
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