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Autore: Evaney Alelyade Eve    08/07/2012    2 recensioni
E' ambientata dopo l'arrivo dei due in Purgatorio! In attesa dell'ottava ci intratteniamo con (im)probabili situations!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nel futuro
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Pain.


Castiel ricomparve in quel bosco tenebroso, nell'esatto punto in cui era quando aveva lasciato Dean.
Nulla era cambiato eccetto che Dean non c'era più.  Non poteva essersi sbagliato, il punto era proprio quello, ne era sicuro. Lentamente un senso di terrore si fece largo in lui, attanagliandogli il cuore : possibile che le anime avessero preso Dean? L'aveva perso? Era arrivato troppo tardi, e tutto perchè era stato un codardo.  Aveva avuto paura di affrontare il risultato di un gesto disperato contro Raffaele che voleva riportare l'Apocalisse, liberare Lucifero e rendere il sacrificio di Sam inutile e tutto il dolore patito da Dean vano. Una fitta di dolore gli attraversò il petto, scuotendolo fino a lambire la sua Grazia : tutto quello per cui si era sacrificato, e alla fine Dean era morto. In quel momento Castiel si rese conto che se anche le anime l'avessero fatto a pezzi, non gli sarebbe importato. Dean, Dean era m-
- Castiel. - una voce tanto familiare quanto sconosciuta in quel momento, arrivò alle sue spalle, facendolo voltare: man mano dall'oscurità degli alberi fitti dietro di lui apparvero prima i piedi, le gambe e il busto di..
- Dean! - il sollievo provato dall'angelo in quel  momento non aveva pari. Dean non era morto! Per quanto fosse felice di ritrovarsi il suo cacciatore dinanzi, c'era stato qualcosa nel suo tono di voce che aveva messo in allerta la sua Grazia. C'era stato qualcosa di alieno nel tono in cui aveva detto il suo nome. La sua voce era in qualche modo sporca, distorta...non c'era più il tono di speranza e forse fiducia con cui l'aveva chiamato prima, bensì una traccia di odio, di rancore...di malignità. Anche il fatto che fosse tornato al suo nome intero, non faceva presagire nulla di buono. Forse dopotutto si era sbagliato e le anime avevano preso Dean. La figura avanzò ancora nella sua direzione, e quando quel volto si mostrò alla luce opaca dell'atmosfera, Castiel sbarrò gli occhi, sotto shock : il verde smeraldo di Dean, quel verde così puro e genuino che lui amava tanto era sparito....al suo posto c'era solo un disgustoso rosso scarlatto, denso come il sangue e duro come un rubino. Cas sentì un lungo brivido freddo scivolargli lungo la schiena. Chi era quello? Dean non poteva essere! Quello sguardo freddo era carico di odio, di rancore....era freddo e distante e faceva sentire Castiel solo come quando la loro amicizia si era incrinata fino a spezzarsi. Nemmeno in quell'occasione, però, Dean gli aveva rivolto uno sguardo del genere :  quegli occhi verdi erano stati colmi di dolore e rabbia sì, ma non una rabbia così...glaciale che allo stesso tempo faceva ardere quegli occhi scarlatti come se vi stesse bruciando il fuoco dell'Inferno. Per un folle attimo Castiel tremò credendo che Dean fosse diventato un demone, ma i demoni avevano gli occhi neri. Quello era il colore delle anime del Purgatorio. Dean era diventato ciò che Castiel temeva di più al mondo. O era meglio dire che era accaduto quello che Cas aveva temuto di più al mondo? Dean era definitivamente un suo nemico.
- Dean? - la voce gli tremò per un attimo, mentre quegli occhi rossi - nonpiùverdi, nonpiùverdi - lo squadravano con arroganza da capo a piedi.
-Si, Castiel, sono proprio io, Dean. - un sorrisetto sarcastico così lontano da quelli che faceva il suo cacciatore, gli increspò le labbra - Felice di rivedermi? O speravi fossi morto?! - e la sua voce era dura come l'acciaio, le parole affilate come lame.
- Cosa? Certo che sono.....non capisco. - le ultime parole gli uscirono con un rantolo pesante, quasi soffocante. Il dolore cominciava a mettere radici profonde in lui. Gli sembrava di essere tornato ai giorni in cui Dean lo considerava un traditore, solo che adesso era peggio.
- Non capisci, Cas? - l'abbreviazione del suo nome sputata come un insulto, mentre quei due rubini si spalancavano fintamente sorpresi - cosa esattamente non capisci, bastardo? - e in un battito di ciglia, Dean fu dinanzi a Castiel e lo afferrò per il bavero del trench.
- Non capisco che vuoi dire, D-  - ma si fermò nel dire il suo nome, quello non era Dean.
- Voglio dire - e lo strattonò con violenza fino a sbatterlo contro l'albero morto più vicino - che sei un dannato codardo, figlio di puttana! - e mentre manteneva la presa sul trench con una sola mano, alzò l'altra stringendola a pugno, pronto a colpirlo. Castiel stava per dirgli di non farlo perchè di sicuro si sarebbe fatto del male da solo, ma quando le nocche serrate di Dean si scontrarono con la sua guancia, si rese conto che quell'essere aveva una forza tale da ferire pure un angelo. Il che non era esattamente una cosa semplice. Il pugno fu così forte da mandare Cas al tappeto.
- Credevi mi facessi male? Beh spiacente, il Purgatorio mi ha donato un piccolo extra. -
- Perchè - replicò Cas, sputando un po di sangue, mentre un rivolo rosso gli colava giù per il mento - Perchè fai questo a Dean? -
- Mpf, sei ancora convinto che non sia io, Cas? - s'inginocchiò accanto a lui, afferrandogli i capelli sulla fronte per costringerlo a guardarlo negli occhi - davvero credi che dopotutto quello che hai fatto, io non provi il desiderio di vendicarmi? Di farti del male? Non potevo prima perchè non avevo la forza per picchiare un angelo. Adesso si. - e il ghigno malefico su quel bel viso, provocò in Cas un'ulteriore fitta di dolore tale da ammutolire il pulsare sulla guancia. Non poteva avere più dubbi: quello era realmente Dean. Davvero desiderava così tanto fargli del male? Lo odiava fino a quel punto? Quanto in profondità l'aveva ferito?
- Perchè - rantolò dopo che quello si fu alzato e gli ebbe sferrato un calcio abbastanza forte sull'addome - Per..chè mi odi tanto? -
- Perchè? E' buffo che me lo domandi Cas. - ribattè sprezzante l'altro, guardandolo con disgusto - Dovresti saperlo. Tu mi hai tradito. Con Crowley. Non sei meglio di quell'idiota di Sammy. Lui mi ha tradito con Ruby, una puttanella da quattro soldi e tu hai deciso di diventare la puttanella del Re degl'Inferi. Beh, sempre meglio della tartaruga mutante, ovvio, ma mi hai tradito. Tu, bastardo! Dopotutto quello che ho fatto per te! Dopo che avevo iniziato a considerarti un fratello e anche più! - e ogni parola, ogni sillaba carica di rancore era accompagnata da un pugno, o un calcio o uno sputo e Castiel si sentiva malissimo. Non era il dolore fisico che lo costringeva a rannicchiarsi su se stesso, coprendosi la testa, no, era un dolore più profondo, che aveva radici nella sua Grazia e s'irradiava in ogni parte della sua essenza. Sapeva che Dean era ingiusto, considerava la sua rabbia giustificata, riteneva di meritarselo. Era consapevole di quanto Dean si fosse sentito tradito, e solo perchè quello che aveva fatto gli aveva ricordato il tradimento di Sam, ma voleva spiegargli quanto gli avesse fatto male essere considerato un nemico, allontanato da chi riteneva la persona più importante dopo e forse al di sopra di suo Padre. Voleva davvero spiegarglielo ma il dolore gli aveva serrato le corde vocali, poteva solo piagnucolare e gemere cercando di sfogare almeno in parte quello che provava. E Dean continuava a colpirlo, indifferente, crudele ed arrabbiato. Un mostro dagli occhi rossi era entrato in quel prato verde che amava tanto, che ritrovava sempre e solo in quegli occhi e l'aveva distrutto, l'aveva arso finchè non vi era rimasto più nulla. Quello era Dean e al coltempo non lo era, e questo era peggio che averlo definitivamente perso.
- Sei diventato Dio! Credevi di mettere tutto a posto ma sembravi solo un pazzo! E sai una cosa? - e quì rise, crudele - quando ho soggiogato Morte volevo sul serio farti fuori, Castiel! Con te fuori dai giochi mi sarei tolto un'altro peso! Non mi è già abbastanza duro stare dietro a quello stupido di Sam? Perchè devo accollarmi il peso di un altro ingrato figlio di puttana?! -.
Lo ricordava come se fosse ieri : Dean che aveva soggiogato Morte e gli ordinava di ucciderlo. Il dolore che provò allora si ripresentò più violento, mentre gli risuonavano nelle orecchie le sue parole : "
Uccidilo!"
Gemette forte, tappandosi le orecchie. Basta, non poteva più sopportarlo, se voleva seriamente ucciderlo che lo facesse. Lo sentì calare rapido su di lui, sederglisi addosso a cavalcioni mentre allontanava le sue mani dalle orecchie, e le schiacciava ai lati della sua testa con violenza.
- Dopo quello che mi hai fatto, Cas - ringhiò, il viso a pochi centimentri, gli occhi frementi - vorresti addirittura non ascoltarmi? Hah?! Vorresti che la smettessi di sbatterti in faccia cose che non vuoi sentire, eh?! Ti piace fingere di essere pazzo, Cas? Pensi che così facendo eviterai tutto? Rispondimi! - urlò poi stringendo la presa sui polsi.
Castiel non riusciva a parlare. Non riusciva ad emettere nessun suono, a dire la verità. Era paralizzato, la sua mente congelata. Voleva fuggire, voleva allontanarsi da tutto quel dolore, da quelle accuse, da quella rabbia ma non poteva. Non poteva di nuovo andarsene e lasciare Dean in balìa di....di qualsiasi cosa gli fosse accaduta. Non poteva eppure voleva andarsene. Non si era mai finto pazzo, lui non lo era mai stato, non sapeva nemmeno che cosa fosse in quel momento. Aveva sentito parlare di un sistema di difesa che scattava nel cervello quando c'era qualcosa di troppo grosso da sopportare. Qualcosa che minacciava la mente. Forse la sua mente, la sua Grazia o qualsiasi altra cosa aveva creato una specie di "muro" che arginasse....tutto.
- Non sai cosa dire, vero? Patetico figlio di puttana. - e lo sguardo carico d'odio che gli lanciò, fece spezzare qualcosa all'interno di Castiel, qualcosa che si trovava nella sua anima, vicino alla sua Grazia. Il dolore lo accecò, mentre le lacrime gli riempivano gli occhi. Non poteva sopportare tutto quello, non da Dean. Lui amava Dean, lui aveva fatto tutto per quell'umano con scarsa autostima, aveva persino preso su di sè la follia di Sam pur di non vedere quegli occhi verdi guardarlo con dolore, delusione...
- Smettila, smettila, smettila....- era l'unica cosa che riusciva a mormorare, sconvolto com'era.
- No, smettila un cazzo, Castiel! - sibilò prontamente l'altro - i giochi sono appena iniziati. - e il sorriso sadico su quel volto fece rivoltare lo stomaco di Cas in un misto di dolore e angoscia, mentre Dean cominciava a formulare una strana nenia in una lingua che persino a lui era sconosciuta.









 
   
 
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