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Autore: minteyer    08/07/2012    19 recensioni
Odiare un qualcosa e dipendere da esso, è quello che succede la maggior parte delle volte nella vita.
Ma non sempre è un male dipendere da qualcosa di piacevole, non sempre è un male venire attratti dal dolce richiamo di ciò che, anche per un semplice ed inutile motivo, ci ostiniamo ad odiare.
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Tratto dal terzo capitolo.
“Voi ragazzi siete tutti così, pensate solo con quel coso in mezzo alle gambe e mai con la testa”
Sussurrai stringendo i denti e rialzando lo sguardo verso di lui.
Ammazzarlo, ecco cosa volevo.
“Voi ragazze mi sembrate accettare con estremo piacere quel coso che abbiamo in mezzo alle gambe
“Porco”
“Zitella”
“Maniaco”
“Verginella”
“Ti piglio a schiaffi”
“Interessante”
Si alzò alla mia minaccia e mi si avvicinò pericolosamente.
“Provaci”
Continuò in un sussurro, ed io alzai il braccio intenta a colpirlo.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 4: Un bacio rubato




“Mi hai stancato”
Sbuffò poggiandosi con la schiena contro la sedia, con aria decisamente annoiata.
Lo guardai irata indicandogli il foglio e la matita.
“E’ un semplicissimo paesaggio. Una fottuta spiaggia, cosa diamine vedi di troppo difficile da non saper disegnare?”
“Non tutti sono bravi come te”
Restai a fissarlo bruciandolo vivo.
“Senti, è perché tu ti annoi. Tutti possono disegnare, basta soltanto volerlo”
“Secondo te uno che stona, può fare il cantante?”
Mi guardò serio lasciandomi di stucco.
Cosa voleva dire quella domanda?
“Non credo…”
Sussurrai interdetta.
Davvero una bella risposta.
“Ecco, io in disegno stono e non posso imparare”
Mi irrigidì di colpo e gli diedi uno schiaffetto dietro al collo.
“Ma che cazzo ti viene?!”
“Non voglio prendere un brutto voto in arte, quindi ora prendi quella fottuta matita ed esercitati!”
Dissi acida, alzandomi dalla sedia.
Era un perfetto cretino.
Un odioso cretino.
Mi guardò sconvolto per alcuni secondi, poi si rimise a disegnare l’ennesimo obbrobrio.
Erano due ore che cercavo di fargli fare qualcosa di decente, anche solo che si avvicinasse al significato della parola.
Ma non ero di certo una santa per potere fare certi miracoli.
Presi l’I-pod e mi sedetti sul letto, infilando le cuffiette nelle orecchie e facendo partire una canzone qualsiasi.
Dovevo staccare un po’, anche se ero costretta ad ascoltare canzoni a bassissimo volume.
 
-Per chi credeva che l'amore fosse prendere e scappare 
per chi ancora d'ora in poi ci crederà 
Per chi credeva che concedersi significa essere forti 
dico no, niente affatto 
Perché chi fugge non sarà per niente un vero vincitore 
vince solo chi non si nasconderà. 
Mimetizzare il proprio amore può soltanto fare male
quindi non va mai fatto. 
Cosa va di moda adesso io non lo so 
fino all'altro ieri si seguiva l'istinto 
cosa resterà di noi ora io non lo so 
so soltanto che per te non sarò più lo stesso.- (*)
 
Chiusi gli occhi e mossi le labbra mimando le parola della canzone.
Mi appoggiai con una spalla contro lo schienale del letto e abbandonai la testa vicino al muro.
Come fare a far capire alle persone che disegnare poteva uscir bene a chiunque?
Bastava impegno, bastava solamente amare quel momento in cui le tue mani toccavano una matita.
Cosa c’era di così difficile nel saper disegnare?
Amare l’arte era appagante.
Qualunque tipo d’arte si trattasse.
Come si amava guardare un disegno altrui o un quadro, si doveva anche imparare ad amare la tecnica del disegno e riproporla a sé stessi.
Sospirai.
“Che ascolti?”
“Tiziano Ferro”
“Non puoi metterlo ad alto volume?”
Aprii gli occhi guardandolo sbalordita.
Qualcuno che voleva ascoltare Tiziano Ferro dopo il Coming Out di quest’ultimo.
Mi alzai dal letto e tolsi le cuffiette dall’I-pod facendo vibrare per tutta la stanza, la voce del mio cantante preferito, guardai sbalordita il ragazzo davanti a me che non faceva nemmeno una piega per quella canzone.
 
-Per chi si divertiva in gruppo e mi gridava "mi fai schifo" 
e ora credo che non rida più. 
Per chi si crede di esser forte perché in grado di ferire 
dico no, niente affatto. 
Per chi continua a farsi male non amandosi abbastanza 
come te, ma forse anche come me. 
Guardo negli occhi il nemico mio peggiore 
e non lascio che mi guidi il rancore. 
Uno: guardo avanti sempre e non mi arrendo. 
Due: se ti dico tu sei il top sto mentendo 
 
E forse sì forse no, molto attento, distratto 
ti sei chiesto mai perché capita che 
farsi male è più facile che darsi un bacio 
per quale motivo non so 
per un po' sparirò. 
Ed io 
per un po' sparirò.- 
 
Sorrisi felice mentre lui riprese a disegnare.
Non mostrava nessuna espressione, neanche uno dei suoi soliti ghigni.
Anche se questo mi bastava, speravo che in cuor mio a lui piacesse quella canzone, d’altronde a nessuno poteva non piacere Tiziano.
“Sei strano”
Dissi guardandolo.
“Perché?”
Mi chiese lui, sbuffò e prese a cancellare freneticamente con la gomma bianca, facendo muovere la scrivania come presa da scosse di terremoto.
“Perché non fai nessun commento su Tiziano”
Scrollò le spalle alzando il foglio da disegno e guardandolo.
“Non mi fa né caldo né freddo il fatto che sia gay”
La mascella mi cadde sul pavimento.
Il primo che diceva una cosa simile.
Repressi il mio istinto di lanciare coriandoli in aria e di urlare, e mi concentrai sul suo disegno.
Finalmente era riuscito a disegnare il paesaggio che il professore gli aveva richiesto per sabato.
Sabato trentuno.
Spensi l’I-pod grigio e lo rimisi sulla scrivania.
“Come ti travestirai alla festa?”
Chiesi pensierosa mentre restavo a fissare il suo disegno.
Non era un capolavoro, ma era guardabile.
Aveva fatto progressi.
“Non sono cose che ti interessano”
Ghignò lui.
Lo guardai male, prendendogli il foglio tra le mani e controllandolo meglio.
“Fai sempre schifo in disegno”
“Grazie”
Mi rispose acido alzandosi dalla sedia e sfilandomi il foglio di mano.
“Posso andare ora o vuoi commentare ancora le mie insulse doti di artista?”
Continuò inarcando un sopracciglio e fissandomi male.
“Sparisci dalla mia vista, idiota”
Sputai acida, andando ad aprire la porta.
Lo vidi rigirarsi verso la scrivania e prendere qualcosa per poi infilarselo in tasca.
Il suo telefono, pensai, già sicuramente quello.
“Sei sempre la solita zitella maleducata, se andrai avanti così non troverai mai un ragazzo … Oh, scusa, volevo dire un principe”
Mi schernì uscendo dalla mia stanza e dirigendosi verso la cucina.
“Signora grazie per l’ospitalità, arrivederci”
Salutò mia madre cordialmente, mentre mio fratello spuntò dalla sua stanza.
“Oh, Gabriele perché non resti a cena?”
Gli chiese Fioravante battendogli una pacca sula spalla.
E ti pareva se i coglioni non andavano d’amore e d’accordo.
Sorrisi amaramente.
Non volevo vederlo un minuto di più.
Andai ad aprire la porta d’entrata.
Per far capire a tutti le mie intenzioni.
I due ragazzi si voltarono, mio fratello mi guardava con sguardo colmo di divertimento mentre Montaleni si avvicinò alla porta ridacchiando.
“Sarà per la prossima volta, Fiò. Magari quando la tua odiosa sorellina è fuori”
Uscì e si richiuse la porta alle spalle senza aspettare una risposta.
“Invitarlo a cena? Ma sei cretino o cosa?”
“Beh, è mio amico, se tu lo odi non sono cazzi miei!”
Rispose divertito entrando nella sua stanza.
Lo seguii con le braccia stese lungo i fianchi e le mani strette in pugni.
Voleva morire?
Un'altra parola e sarebbe finito all’ospedale.
“E’ maleducato, indisponente, odioso e senza maniere gentili, nonché uno stronzo e un gran puttaniere. Neanche un mese che è arrivato e già ci sono miriadi di voci su quanto è bravo a letto!”
Urlai sbattendo la porta della stanza di mio fratello.
Lo guardai stendersi sul suo letto a pancia sotto mentre armeggiava con il portatile, il MIO.
“Non è colpa mia se non te lo da, Rori”
“Ma cazzo dici? E molla il PC, tu hai il tuo”
“Si ma va lento”
“Hai ventuno anni o uno solamente, dammelo immediatamente”
Lui sorrise abbassando lo schermo e si sedette spostandoselo dietro la schiena.
“No sorellina, devo ricordarti che dovresti avere un po’ più di riguardo verso il tuo unico fratello maggiore?”
Lo guardai boccheggiando.
No, di nuovo quella storia no.
Tirò un sospiro iniziando a ridere sotto i baffi.
“Ti ricordi quando eri piccola e t’intrufolavi nel mio letto perché il tuo orsacchiotto non riusciva a combattere i mostri sotto al letto? Ecco, prendilo come un favore che mi devi”
“Sei un cretino, ora se hai finito di sprecare fiato e non donare un po’ di ossigeno ai tuoi poveri neuroni, restituiscimi il portatile”
“Mai”
Sillabò ogni lettera di quella negazione, lentamente, come in un film a rallentatore.
“Restituiscimelo”
Strinsi i denti fino a sentirmi la mascella dolere.
“La risposta di poco fa è la stessa di ora”
Scrollò le spalle alzandosi e mi spinse fuori dalla sua camera per poi chiudere la porta a chiave.
“VAFFANCULO!”
Urlai sbattendo una mano sulla porta in legno bianco.
“Ti voglio bene anche io, Rori”
Lo sentì ridere e irritata ritornai in camera mia.
Prima o poi mi sarei vendicata.
Oh, eccome se mi sarei vendicata.
Ma la vendetta si potrebbe paragonare ad un gelato, dolce e che va servita fredda.
Mi avvicinai alla scrivania per risistemare ma non vidi l’I-pod.
Allarmata mi inginocchiai pensando che fosse caduto, ma niente.
Controllai da per tutto senta trovarlo.
E poi come magia mi ricordai di Montaleni.
Quell’odioso ragazzo, le sue spalle in quella felpa bianca e il suo braccio che afferrava qualcosa per poi infilarsela in tasca.
Spezzai una matita tra le mani, senza volerlo.
Guardai le due metà per poi lanciarle su quella maledetta scrivania e corsi fuori dalla mia camera.
Aprii con foga la porta d’ingresso e la richiusi sbattendola, causando così un fracasso infernale.
Bussai alla porta di fianco.
E quasi pensai di spezzarmi il dito per tutta la forza che ci avevo messo a premere il tasto di un insulso campanello.
Sentii la porta aprirsi e davanti a me si presentò un uomo, sulla cinquantina forse, che mi sorrise.
Aveva i capelli brizzolati e degli occhi azzurro ghiaccio.
Lo stesso azzurro che c’era negli occhi di Filippo.
“Desideri?”
“Sono Aurora, abito qui affianco, vorrei vedere un secondo vostro figlio.. Gabriele
Faticai a pronunciare quel nome, il signore mi invitò ad entrare e senza pensarci accettai l’invito.
“GABRIELE HAI VISITE!”
Ridacchiò l’uomo andando verso una stanza, forse la cucina da dove sentii provenire alcune voci che riconobbi subito.
Giovanna la madre, e quella del piccolo Filippo.
“Arrivo”
Sentii la voce del diavolo provenire alla mia destra e m’incamminai furiosa verso quella che forse doveva essere la sua stanza.
La scoperta che feci mi raggelò il sangue.
La sua camera era adiacente alla mia, la sua finestra era quella vicino alla mia, dunque.
Mi bloccai davanti alla sua porta e poi bussai.
Mi trattenni dal buttare giù a calci quel fottuto pezzo di legno, per poi una volta entrata prendere quel cretino a calci.
Sarebbe stata un’enorme liberazione sentire la sua voce piegata in mugolii di dolore.
“Avanti”
Disse scocciato.
Aprii la porta e la richiusi guardandolo furiosa.
“Il MIO I-pod!”
Cercai di trattenermi per non urlare, riuscendo a cacciare solamente un sibilo strozzato.
Lo guardai scoppiare a ridere.
“Che audacia, Cositore. Entrare nella stanza di un ragazzo mentre si sta cambiando”
Feci scorrere lo sguardo sul suo corpo.
Aveva la felpa tra le mani e il jeans sbottonato.
S’intravedeva dalla cerniera un tessuto grigio.
Un brivido mi percorse la schiena facendomi arrossire e rialzai subito lo sguardo boccheggiando alla ricerca d’aria.
Che diavolo, ma perché solo a me succedevano cose del genere?
“Il m-mio.. Il m.. m-mio I-pod”
Balbettai facendo la figura della scema, portando una mano in avanti e chiudendo gli occhi.
Con quel gesto gli chiedevo soltanto di restituirmi ciò che era mio dal principio.
Posò qualcosa di tiepido in una mano e riaprì gli occhi trovandomi il suo cappuccio della felpa appoggiato alle dita.
“Mi hai preso per un attaccapanni?”
Risposi acida a quel gesto.
Cretino.
“Saresti troppo importante dopo”
Si stiracchiò mettendo i muscoli in mostra.
Faceva palestra?
Cioè aveva un busto scolpito alla perfezione.
Né troppo muscoloso ma degno di una statua.
Lo guardai voltarsi e afferrare qualcosa da una mensola.
Me lo porse sbuffando.
“Eccolo”
“Grazie”
Mi avvicinai per riprenderlo ma lui alzò di colpo la mano portandola in alto.
Lo guardai sperando che il suo bel fisico prendesse fuoco, non so per quale miracolo, da un momento all’altro.
“Restituiscimelo”
Iniziai a saltellare cercando di afferrargli il braccio per riprendere l’I-pod.
Tutte le mie canzoni preferite erano salvate lì.
E con tutte intendevo, tutti e cinque gli album di Tiziano Ferro, più gli inediti e i duetti.
Sentii una mano afferrarmi un fianco e mi avvicinai pericolosamente al suo petto.
Mi si bloccò il fiato in gola e lo sguardo mi cadde sul suo collo.
Ma che diamine stava succedendo?
Alzai lo sguardo sul suo viso fino ad incontrare gli occhi verdi di lui.
Tremai a quel contatto così diretto, così intimo.
Calò anche l’altro braccio sfiorandomi l’altro fianco mentre con la mano stringeva con il pollice l’I-pod per non farlo cadere.
“Potresti restituirmi ciò che è mio di diritto, grazie?”
Dissi in tono acido cercando di nascondere l’imbarazzo.
“Sai, tu parli troppo”
“Nessuno me lo vieta”
“Fai esasperare la gente in questo modo”
“Nessuno ti dice di ascoltare”
“Dovresti tenere a bada la tua bella lingua”
Ghignò divertito mentre strinse la presa sui miei fianchi facendomi fare un passo verso di lui.
Arrossii di colpo senza rispondere.
Avevo caldo.
Era normale la cosa?
“Il gatto ti ha mangiato la lingua, Cositore?”
“No.. I-Io non..”
Non terminai la frase che sentii qualcosa di morbido sulle labbra.
Le sue.
Portai le mani sul suo petto cercando di allontanarlo.
Ma nulla, era impossibile.
Schiuse le labbra scostando una mano dal mio fianco e mi prese il volto tra le dita, stringendo le guancie talmente forte da costringermi a schiudere anche le mie.
Introdusse di colpo la lingua nella mia bocca approfondendo quello che era stato solamente un bacio a stampo.
Cercò freneticamente con la sua lingua la mia e la trovò poco dopo quando smisi di opporre resistenza.
Era inutile anche solo pensare di oppormi.
Il suo sapore mi piaceva.
Chiusi gli occhi scacciando tutti i pensieri.
L’I-pod, il fatto di stare baciando un tipo odioso.
Nulla, non esisteva nulla.
Chiusi le mani in piccoli pugni sul suo petto e sentii il calore della sua pelle.
Risposi al bacio.
Non saprei dire con precisione quanto tempo restammo incollati in quel modo.
Sentii le sue labbra allargarsi in un sorriso, solleticando così le mie.
Si staccò lasciandomi il volto e infilandomi in tasca l’I-pod.
“Bene, ho trovato il modo per farti smettere di parlare”
Lo guardai mentre un ghigno derisorio si apriva sul suo volto.
Alzai una mano e gli tirai uno schiaffo.
Sentì il rumore rimbombare tra quelle quattro mura e uscii dalla stanza lentamente.
Cacciai un sospiro enorme e uscii definitivamente da quella casa.
Bussai alla mia porta e poco dopo mia madre mi aprì.
Non spiccai parola, non mi diressi in cucina per la cena.
Mi rinchiusi semplicemente nella mia camera dopo aver fatto un bagno caldo.
Non riuscivo a pensare a nulla.
Nulla di nulla, nella mia mente c’era un vuoto totale.
Guardai l’I-pod sul comodino e mi appoggiai con le spalle allo schienale del letto.
Cosa diamine aveva in mente?
Sentii girarmi la testa e mi distesi a letto.
Mi aveva baciata solamente per deridermi.
Chiusi gli occhi e l’immagine di lui a torso nudo, che si massaggiava una guancia dopo che l’avevo schiaffeggiato, si materializzò davanti a me.
Quello schiaffo se lo era meritato, e intanto io mi sarei ritrovata in una notte insonne accompagnata dalle melodiose canzoni di Tiziano, il mio angelo.
 
-E forse sì forse no, molto attento, distratto 
ti sei chiesto mai perché capita che 
farsi male è più facile che darsi un bacio 
per quale motivo non so 
per un po' sparirò. 
Ed io 
per un po' sparirò.-





Nota (*): Per un po' sparirò, undicesima canzone nell'albun 'Alla mia età' di Tiziano Ferro.



Filippo, alias piccolo principe: 




Risposta alle recensioni del capitolo precedente:

a n t o: Grazie per la tua recensione, ho corretto gli errori nel capitolo precedente.
Non so cosa farei senza di voi che mi aiutate a migliorarmi.
Grazie dal profondo del cuore, spero che leggerai ancora i capitoli che verranno.
Ciao. :)

Armony: In seguito scoprirai quello che c'è da scoprire, non preoccuparti, comunque anche se ci vorrà tempo lo scoprirai. u.u
Grazie ancora per avermi corretto, sarei persa senza di te.
Ti ho già trovato il soprannome adatto ''La mia prof del cuore''.
Ti piace? Spero di si, perchè mi stai simpaticissima. :3
Alla prossima, la tua alunna testona.

Jonas_sister: Ma ciao, amore mio! AHAHAH
Si, ti amo perchè ami la mia ragione di vita.
Anche in questo capitolo inizierai a cantare a squarciagola, sta volta hai quasi tutte le parole a disposizione. u.u

Grazie per avermi inserito negli autori preferiti, anche se non penso di meritarmelo. ç_ç
Non sono così brava a scrivere, anzi sono una merda.
Ma comunque, grazie di cuore per il tuo supporto, spero che anche questo nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento.
Bacioni.

giulia_b: Non ho ancora capito l'espressioni a cui ti riferisci, ma grazie mille anche a te per l'aiuto. 
Spero che continuerai a leggere comunque, grazie di cuore.
XOX.

Eleanor_Rigby: Io sono innamorata del piccolo Filippo, vorrei anche io un fratellino o un principino così. Sarebbe un sogno. *---*
Comunque ritornando serie, grazie per aver consigliato la mia storia, te ne sarò riconoscente a vita.
La foto del piccolo Filippo è un mio regalino per te, spero ti sia piaciuta. u.u
E non preoccuparti se non puoi recensire in questi giorni, goditi le vacanze e magari recensisci tutti i capitoli o mi fai una recensione enorme. 
AHAHAHA adoro le recensioni, non mi sono affatto sgradite, ansi le amo. *^*

Denji Lee: Spero ti sia piaciuto, e che mi farai sapere anche su quest'ultimo capitolo il tuo gradito parere.
Alla prossima ;)

MissNada: Grazie per la tua recensione, è naturale che continuerò a scriverlo.
Gabriele ed Aurora sono come i miei piccoli e non vedo l'ora di aiutarli a crescere.
Ciao.

gwen_3: Felice che la storia ti piaccia, non vedo l'ora di ricevere un'altra tua meravigliosa recensione.
Sai io amo le recensioni, e adoro la tua.
Te ne sono grata, alla prossima.

Shaana: Prego AHAHAHA
Allora tesoro, ti ho accontentata? ;)
   
 
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