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Autore: Tem_93    08/07/2012    5 recensioni
Noah sentì dei capelli solleticargli il volto. Arricciò il naso infastidito e spinse leggermente la proprietaria, facendosi spazio ne letto. Si girò dall’altra parte, cercando di tirare un po’ di coperta dalla sua parte, ma nulla, come al solito lei vi si era tutta arrotolata dentro.
Rachel scese dall’aereo, andando poi a recuperare le valigie. Era tornata a casa. O almeno, era in America e a breve sarebbe tornata a casa.
David chiuse la chiamata arrabbiato come sempre. Non sarebbe tornato da lui, no, aveva chiuso.
Santana si svegliò ancora molto assonnata. Tastò l’altra parte del letto, trovandola vuota. Lei era già andata via, come pensava.
Brittany arrivò al lavoro leggermente in anticipo. Lei le mancava già, come sempre non poteva starle troppo lontano, ma per il lavoro doveva.
Mike si lasciò sistemare la cravatta dalla fidanzata, sorridendo mentre lei era tutta concentrata.
Kurt si sistemò il ciuffo per l’ennesima volta, sembrava che quella mattina non volesse stare come voleva. Si passò poi un filo di crema sul volto e allentò il foulard.
[Future-fic]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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25}Happiness and frustration


-Berry, potresti darmi le chiavi del bagno?- chiese Santana affacciandosi dalla porta della camera dei due amici. Rachel non rispose, rimanendo sdraiata sul letto con Max accoccolato al suo fianco, che riposava tranquillo.
-Berry non sei morta vero?- indagò, notando che non si muoveva nemmeno. Era ferma lì, sul letto, con il volto affondato nel cuscino e le cuffie dell’ipod alle orecchie. Notandole si avvicinò alla ragazza, togliendole quello destro. Rachel si girò sul lato, sbuffando.
-Che c’è?- domandò, asciugandosi una lacrima che Santana vide con chiarezza.
-Tutto bene?- chiese infatti subito, incrociando le braccia al petto.
-No, in effetti dovrei dirti una cosa. Siediti- mormorò, facendole posto accanto a sé. La latina sollevò un sopracciglio –Devo preoccuparmi?-
-Mmhh... sì.- annuì Rachel. Santana strabuzzò gli occhi, non capendo cosa stesse succedendo.
-Ora, io non sono certo qui per dirti cosa devi fare, perché sono la persona che prende sempre la strada sbagliata.- Iniziò la brunetta, tirandosi le gambe al petto –Ma io tengo tanto a Brittany. E’ una persona magica e buona, inoltre tengo tanto anche a Valerie. Capisco che non sia facile tra voi due, ora come ora, ma Noah non è la soluzione- affermò, guardando l’ispanica negli occhi.
-Scusa cosa?- borbottò Santana, sbattendo le ciglia.
-Anche se fosse innamorato di te, non so quanto sarebbe giusto che tu ricambiassi perché…- continuò Rachel, ma la risata fragorosa di Santana la interruppe.
-S..Santana non ci trovo nulla di divertente…- commentò la brunetta, irrigidendosi.
-Io sì…ahahha…eccome..- ridacchiò l’altra, cercando poi di trattenersi. Quando si fu ripresa, guardò Rachel sorridendo.
-Ieri mattina hai per caso visto Noah parlare con me, attraverso la porta del bagno?- chiese, frenando a fatica una risatina. Rachel mordendosi il labbro annuì, come colpevole di aver visto qualcosa che non avrebbe dovuto. Ma ancora una volta la latina scoppiò in una grande risata, irritando l’altra maggiormente.
-Siete due bei soggetti – commentò Santana, tornando a comporsi, dopo aver visto l’espressione stizzita dell’altra –Puckerman era convinto che ci fossi tu nel bagno.- spiegò. Rachel sgranò gli occhi, come se avesse detto una cosa impossibile.
-Per questo ho bisogno delle chiavi, per non mettermi più tra di voi. Avevo tentato di fermare la sua dichiarazione, ma non mi aveva lasciato parlare. Anche se, forse il fatto che si fosse dichiarato avrebbe dovuto dirtelo lui. Ma al diavolo, avreste aspettato altri vent’anni minimo, per cui prego- riassunse lei, aggiungendo un sorriso sibillino.
-Le chiavi sono nel secondo cassetto del comodino- mormorò solo Rachel, con lo sguardo vacuo puntato verso il pavimento.
-Grazie! Tra poco dobbiamo scendere per la cena, ricordi? Tutto il Glee sarà qui tra poco- le fece presente la latina, lasciandola poi sola.
Rachel portò una mano alla bocca, nascondendo un sorriso spontaneo. Si lasciò poi cadere sul letto, coprendosi la faccia col cuscino. Max si alzò di colpo, scodinzolando e iniziando a leccare la mano della ragazza.
-No, Max no!- brontolò quella, ma il cane in risposta le leccò anche la guancia.


Mercedes scese dalla macchina, sgranchendosi le gambe. Era da un po’ che non tornava a Lima, da sei o sette anni di sicuro. Poco prima del diploma era stata contattata da un produttore di una famosa casa discografica. Così, pochi mesi dopo, si era trasferita con la famiglia a Los Angeles. Da allora era iniziato un intenso periodo lavorativo: scriveva testi e testi di canzoni, vedendoseli bocciati di continuo, finchè non ne raggruppò una quindicina che invece piacquero molto. Così iniziò a registrare il suo primo album, e nel giro di un anno vendette migliaia di copie. Copie che aumentarono con il passare del tempo, mentre la sua fama cresceva. Era tutto ciò che aveva sempre sognato, l’anno precedente aveva persino partecipato alla celebrazione dei Grammy, e con buone probabilità, nel giro di poco, ne avrebbe portato anche uno a casa.
Ora invece si ritrovava nel centro di Lima, riparata dietro a grandi occhiali da sole, mentre cercava di trovare la grande insegna di un locale. Poi lo vide, all’angolo di una strada laterale e vi entrò.
La prima cosa che vide fu una bimbetta rincorrere divertita Mike Chang, che a sua volta rincorreva Brittany Pierce la quale probabilmente teneva tra le mani una scarpa del ragazzo. Mercedes scoppiò automaticamente in una risatina, nel vedere la scena. Scena che divenne ancora più divertente quando la porta della cucina si aprì di scatto, esattamente in faccia a Noah Puckerman.
-Sam, dannazione!- mugugnò il ragazzo, massaggiandosi il naso.
-Oh scusa Noah, ero sovrappensiero- si giustificò lui, trattenendo un risolino.
-Succede si e no due volte a settimana, puoi cercare di stare più attento!?- sbottò il ragazzo, entrando e scostando il biondo.
-Secondo me sei tu il problema- commentò Sam, spostandosi poi verso il bancone, al quale Quinn sedeva sorridendo.
Mercedes si bloccò momentaneamente vedendo il biondo. Non era cambiato molto, forse solo i capelli erano un po’ più corti e la barba era accennata, ma aveva il solito sorriso allegro, completato dai due occhi vivaci.
-Mercedes!- trillò ad un tratto Brittany, fermandosi esattamente davanti a lei. Inchiodando così all’improvviso, Mike non riuscì ad arrestarsi in tempo e finì contro la bionda, la quale capitolò a terra. Valerie giungendo dai due e notando che ridevano, si lanciò a sua volta.
Mercedes scoppiò a ridere ancora, porgendo poi la mano a Brittany per aiutarla a rialzarsi.
-Brittany, Mike, sempre in movimento eh?- ridacchiò –E tu?- chiese poi, notando due grandi occhi azzurri fissarla incuriosita dal basso. Valerie agitò la manina in saluto.
-Kaltxì im Valerie Pierce- si presentò la piccola, lasciando straniti i tre.
-Scusa Vals? Che hai detto?- domandò Mike confuso.
-Sammy ha detto che stasera devo pallare con tutti in Na’Vi- spiegò la piccola indicando con la manina il ragazzo al bancone. Mike sbuffò, scrollando la testa.
-”Parlare” Vals, e non in Na’Vi tesoro- la corresse l’asiatico, sorridendo appena.
-Oh, allora ciao, io sono Valerie Pierce!- ripeté rivolta a Mercedes, la quale sorrideva divertita.
-Oh io sono Mercedes Jones, piacere ci conoscerti- disse la donna di colore, allungando la manina alla piccola. Questa però invece le porse il pugno, lasciandolo sospeso in aria finché Mercedes non lo scontrò con il suo. Santana entrò nel locale, notando la scena con gli occhi stretti a fessure. Dopodiché cercò Noah e gli tirò uno scappellotto.
-Ahi- mugugnò quello –Perché mi volete fare tutti male!?- si lamentò.
-Cosa ti è venuto in mente di insegnare a Valerie? Invece di stringere la mano a Mercedes le ha dato il pungo- sbottò lei, irritata.
-La mia piccolina- mormorò lui, sorridendo orgoglioso.
-La tua niente! Quando tu e la Berry prolifererete, oddio non ci voglio pensare, insegnerai quello che vuoi. Ora stai lontano da Valerie!- lo avvertì allontanandosi con un dito puntato verso di lui.
-E’ entrata completamente in versione leonessa che difende il proprio cucciolo- ridacchiò Dave.
-Già.- annuì Puck –E’ tenera- considerò annuendo.
Rachel raggiunse i ragazzi, avvicinandosi a Noah da dietro e puntellandogli l’indice sulla spalla.
-Noah, possiamo parlare?- domandò con un basso tono di voce.
-Ce..certo- assentì lui.
-Rachel, Noah, Quinn!- esclamò Mercedes avvicinandosi. Gli amici allora si slanciarono per salutarla, e Noah e Rachel rimandarono la conversazione, scambiandosi una veloce occhiata.
-Hey- disse Sam, avvicinandosi alla donna e abbracciandola. Mercedes si trovò a ringraziare mentalmente di essere di colore; se avesse avuto la carnagione di Brittany, in quel momento sarebbe stata di un colorito rosso sgargiante.
-Sam, da quanto- farfugliò.
-C’è giusto giusto il solito casino di un tempo- ridacchiò Artie, entrando nel locale e attirando su di se l’attenzione.

Santana si era seduta al tavolo, stando ben attenta a posizionarsi lontana da Quinn e il suo fare da psicologa. Dave al suo fianco si lamentava del fatto che lui non c’entrava nulla e che non voleva aver niente a che fare con la riunione di quello che una volta era il gruppo numero uno degli sfigati.
-Sì certo, sfigati senza i quali non potresti vivere. Tipo me- controbatté la latina –o tipo- mormorò sorridendo sorniona.
-Mpf-sbuffò lui, voltandosi dall’altra parte. Santana ridacchiò, appoggiando poi la mano sul pugno chiuso, attendendo che arrivassero tutti e prendessero posto. Il suo sguardo cadde su una sedia a rotella, vicino alla quale si muovevano troppi capelli biondi. Alcune ciocche erano intrecciate in dolci treccine dietro il capo, mentre il resto dei capelli scendevano lisci sulla schiena chiara, chiarissima, e scoperta fino a una buona metà. E quel paio di corti pantaloncini lasciavano intravedere gran parte delle lunghissime gambe, candide anch’esse, perfette, probabilmente profumate.
-Lopez controlla la bava- la schernì Dave al suo fianco. Santana distolse immediatamente lo sguardo, non riuscendo però a evitare di arrossire.
-Io non..- balbettò cercando una scusa plausibile, ma il suo cervello era ancora ben concentrato su ciò su cui i suoi occhi si erano posati poco prima.
-Sì, certo, raccontala ad un altro- ridacchiò lui, vedendola arricciare le labbra e incrociare le braccia al petto, fissando il proprio piatto ancora vuoto.

Dopo una mezz’oretta arrivarono anche Kurt, Finn e Tina, scusandosi per il ritardo. Tutti i ragazzi presero posto al tavolo. Puck e Rachel avevano pensato di chiudere per quella sera il locale per potersi godere la compagnia. Infatti dopo aver servito la cena, si misero a tavola chiacchierando tranquillamente.
Era strano, erano passati così tanti anni, eppure sembrava ancora di essere al Glee Club. Di certo tante , tantissime, cose erano cambiate, ma forse il modo in cui erano stati amici era così forte da non subire il logoramento del tempo.

A Valerie sembrava il giorno di Natale. Tante persone, tutti che ridevano e scherzavano, che la facevano divertire, c’erano sia la mamma che Santana: sì, decisamente era una bella serata.
Noah non la pensava proprio allo stesso modo. Non era riuscito a sedersi di fianco a Rachel così non solo non sapeva cosa la ragazza volesse dirgli, ma doveva vederla scherzare con Finn, perché ovviamente Kurt le aveva tenuto il posto accanto a lui, che stranamente era proprio di fianco al fratello.

-Ma come mai non torni mai a casa, a parte questi pochi giorni?- domandò Rachel, sorseggiando il vino bianco, mentre guardava Finn al suo fianco.
-Bè, perché Bill è ancora piccolo, non gli piace per niente volare, per cui è più probabile che vengano Kurt o i miei in Canada- spiegò il ragazzo, scrollando le spalle e accennando un sorriso.
-Bill?- chiese Rachel, sollevando un sopracciglio.
-Kurt non ti ha detto nulla?- chiese lui sgranando gli occhi e arrossendo un poco. Rachel scosse la testa, guardando male l’amico che a quanto pare le aveva celato qualcosa di cui ora era curiosissima.
-M-mio figlio Bill- rivelò il ragazzo. A Rachel per poco non cadde la mascella.
-Tuo che?- strillò, alzando notevolmente il tono di voce, così da attirare tutti gli sguardi su di se, senza nemmeno accorgersene.
-Ma perché nessuno mi avverte mai dei figli- borbottò poco dopo, assumendo una specie di broncio.
-Finn ha un figlio?- domandò Mike sconvolto.
-A quanto pare. Kurt lo sapeva ma si è riguardato a dirlo a chiunque.- si lamentò la brunetta, fulminando con lo sguardo il ragazzo.
-Io lo sapevo- mormorò tra sé e sé Santana.
-Ma, wow, è una bellissima notizia. Hai una foto?- chiese poi Quinn interessandosi. Finn la mostrò cordialmente all’amica, la quale poi la fece passare a tutti gli altri.
Puck pensò di non avere mai sentito una notizia migliore, tutto ad un tratto Finn quasi gli andava a genio.
-Restando in tema bambini, qualcuno mi potrebbe spiegare di chi è figlia quell’adorabile creatura che in questo momento sta tormentando la faccia di Dave?- domandò Artie, ridacchiando. Valerie, sentendosi chiamata in causa, smise si “massaggiare” le guance –a suo parere troppo pizzicose – di David, voltandosi verso il ragazzo con un sorrisone.
-Lei è la mia mamma- trillò la piccola, indicando Brittany, per poi salutarla con la manina –e lei è l’altra mia mamma- spiegò, indicando con l’altro braccino nella direzione di Santana. Quest’ultima sperava che chiunque evitasse quella domanda, per cui appena Artie l’aveva chiesto, si era fatta piccola piccola, giocando con la verdura nel suo piatto come fosse una cosa molto interessante. Ma quando aveva udito “l’altra mia mamma”, pronunciata da quella vocina che adorava, aveva improvvisamente sentito tanti occhi puntati su di lei, e tante emozioni vibrarle in tutto il corpo. Probabilmente sarebbe morta da un momento all’altro, perché non ricordava esattamente come respirare, né come muoversi.
Riuscì ad alzare lo sguardo verso Valerie, vedendola sorridere come era solita fare. Avrebbe voluto trasmetterle con uno sguardo tutto quello che provava in quel momento, l’avrebbe voluta abbracciare, dire che era così felice, felice come non si ricordava di essere stata da anni, ma non vi riusciva.
Le sembrò che il silenzio che era calato durasse all’infinito, ma ad un certo punto Quinn, sentendo l’aria farsi pesante dalla tensione, cercò di trovarvi un rimedio.
-Oh, visto che siete tutti qui. Io e Mike ci sposiamo!-esclamò battendo lentamente le mani. Rachel annuì velocemente, riuscendo ad iniziare un lunghissimo monologo sul quanto ne fosse eccitata, così da distrarre tutti da Santana e Brittany.

L’ispanica intanto si era alzata, sentendo quasi le gambe tremare ed era sgattaiolata nel bagno. Si chiuse la porta alle spalle, per poi accasciarsi al muro. A quel punto non resistette, perse tutto il controllo che era riuscita a tenere fino a quel momento e scoppiò a piangere. Un pianto misto di felicità e frustrazione, silenzioso e represso. Quando vide la porta aprirsi inveì in spagnolo, prima di vedere chi fosse.
Poi risalì quelle gambe affusolate e chiare, arrivando a due occhi confusi, ma di un azzurro tanto limpido da far invidia al cielo

-Hey- mormorò, appoggiandosi alla porta, chiudendola.
E ciò bastò a Santana, le bastò per piangere di più, per far aumentare sia la sua felicità che la sua frustrazione. Brittany era lì, di fronte a lei, che si stava assicurando se tutto fosse ok, con quel “Hey” detto quasi dolcemente.
-N-non volevo farti piangere- si scusò quasi immediatamente la bionda.
-No no- la bloccò subito Santana –Tu non hai fatto nulla di male, nessuno l’ha fatto- chiarì immediatamente, tirando su con il naso, asciugandosi frettolosamente le lacrime con la mano.
-Io, sono solo veramente felice per…per quello che ha detto Valerie. So di non meritarlo..- farfugliò la latina, sfuggendo agli occhi dell’altra –ma, è stato così…- continuò, non riuscendo quasi a trovare il modo le parole –meraviglioso quello che ha detto…- affermò, sorridendo quasi.
-Oh, ok- mormorò Brittany –Potresti dirlo anche a Valerie? Perché non ha intenzione di smettere di piangere finché non le assicurerai che non la odi- spiegò la donna. Santana spalancò gli occhi.
Ecco perché era lì, perché la sua piccola aveva bisogno, non per lei. Certo, giustamente. Santana si morse il labbro inferiore.
-Oddio, certo arrivo- annuì. Si guardò poi allo specchio, sistemandosi velocemente il trucco, per non fare preoccupare maggiormente Valerie, per poi uscire dal bagno.


***


Heylà people ;)
Ora dovrei fare un lungo monologo di scuse, ma non essendo Rachel Berry non ho la facoltà di mettere tante parole in fila di senso compiuto ;)
Sì, sono in ritardissimo, ma tra patente, FCE e maturità è stato un po' un casino quest'anno e ho dovuto tagliar qualcosa... cioè rimandarlo ;)
Ora però che sono una donna libera (yeaaah) avrò tempo a disposizione e spero di aggiornare regolarmente, e soprattutto finire questa ff.

Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia e che non si sono ancora stancati..
Tanto tanto love <3<3
Miky
  
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