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Autore: Sahara__    08/07/2012    5 recensioni
E' stato terribile vederlo andare via. Lui, l'unica persona che Harry abbia veramente avuto. L'unica in grado di capirlo.
Sirius.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Spazio autrice : Ed eccomi qua, un'altra volta a rompervi le scatole con le mie storie ^^
Ok, tornando seri. So bene che prima di pubblicare questa flashfic avrei dovuto terminare il nuovo capitolo di 'I thought we were incompatible', ma ho scritto the 'Empty Arcade' in un giorno in cui ero molto giù e sfioravo press'a poco  la depressione, e volevo che questi sentimenti così tristi che provavo diventassero una storia toccante e profonda. Mi scuso ancora per il ritardo del capitolo della Dramione, ma in questo periodo sto scrivendo anche un romanzo genere fantasy-medievale, il mio primo lavoro 'serio' diciamo, che spero di pubblicare qui sulla pagina (appena avrò terminato I thought we were incompatible!)
Bene, vi ho annoiato fin troppo.
Vi auguro una piacevole lettura, recensite se la storia è o non è di vostro gradimento.
Aileen









How can you see into my eyes, like open doors...
Leading you down into my core
where I’ve become so numb
without a soul...
 My spirit sleeping somewhere cold!
Until you find it there and lead it back home..

 


                               


 
                                                                                                                          
                                                                                   
                                                                                     THE EMPTY ARCADE  



 

I suoi occhi verdi fissavano incessantemente quell’arcata di pietra.
Aspettavano qualcosa, aspettavano il suo ritorno, aspettavano lui.
Il tempo trascorreva lento, i secondi sembravano trasformarsi in decenni. Fissava senza sosta quell’arcata vuota, sotto gli sguardi immobili dei suoi migliori amici, sotto le espressioni compiaciute dei suoi più grandi nemici.
Gridò. Un grido che squarciò il cielo.



Lui non tornerà mai più..

Quell’arcata vuota, mille voci che si rimescolano nella sua testa, lui è sparito da lì.
E non ha avuto neanche il tempo di dirgli addio.
Di dirgli grazie, per tutto.
Sentì un braccio forzuto stringergli il busto. Qualcuno che cercava invano di rassicuralo.
Inutile. Impossibile. Impensabile.
Cercò di divincolarsi da quella salda presa, non voleva conforto.
Voleva fuggire.
Voleva vendetta.
Spostò gli occhi colmi di terrore su quella spregevole donna vestita di nero, l’espressione sadica, un tatuaggio raffigurante un teschio sull’avambraccio.
Lei rise. Rise sprezzante.
Lui la guardò, gli occhi verdi carichi di disprezzo, mentre lei scomparve alla sua vista.
Il giovane sentì la necessità di inseguirla.
Di sfogare su di lei il dolore per quella grande perdita.
E lei… Lei rise.
Harry cercò di non piangere.
Cercò di non pensare a lui.
Svanito per sempre.
Senza neanche un piccolo preavviso.
L’avrebbe vendicato.
Avrebbe ucciso quella sporca assassina.
Per lui. Lo faceva per lui...


*** 



Il cielo è striato di imponenti e spesse chiazze grigio piombo.
Il maltempo si avvicina. Un boato lontano, un lampo dalla folgorante luce illumina prepotentemente la piccola stanza buia.
Il ragazzo dagli occhi verdi è in finestra, guarda il cielo mescolarsi delle più tetre sfumature, mentre stringe, come per  paura di perderle, quelle care lettere.
L’unico ricordo di lui.
Mentre il silenzio ed il dolore scendono come una fitta pioggia invernale sul suo cuore, inondando l’anima, traboccando all’esterno.
Ha resisto troppo.
E allora si libera.
Ed una lacrima argentea simile ad una goccia di rugiada cade sul palmo della sua ruvida mano.
Rilegge le lettere imbevute di tante piccole parole d’inchiostro che lui gli scrisse,annusa il loro profumo.
Sanno di lui, in ogni singola particella.
La sensazione di mancanza gli attanaglia lo stomaco, stringe nella sua morsa infernale il suo cuore.
Lo sente soffocare, dolorante e fragile come una lastra di vetro.
Rilegge il suo nome infinite volte :

Sirius, Sirius, Sirius...

Da poco trovato, con cui aveva in mente tanti progetti.
Pensò a quante cose aveva sognato assieme a lui.
Vivere insieme, in una casa sperduta nel verde, l'immagine del padrino e del suo figlioccio mano nella mano a guardare il cielo trapunto di stelle.
Quella calda e umana immagine aveva preso fuoco davanti ai suoi occhi.
Di tutti quei sogni ora ne erano solo ceneri.

Non ha il coraggio di tornare nella sua casa, ormai vuota, spoglia della sua presenza.
Traboccante fino all’orlo di solitudine e grida silenziose.
Non ha il coraggio di ricordare quello che fu.
Sarebbe troppo doloroso. 


                                                                                Perchè lui non tornerà, come aveva sperato.






Aileen

 
   
 
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