Il mal
di schiena era insopportabile. Mi misi a sedere sul letto e cominciai a
stiracchiarmi nel tentativo di far cessare il dolore, ma ciò
non sortì
l’effetto desiderato.
Con la
vista appannata dal sonno guardai le pareti rosa confetto della mia
cameretta.
Che strano, quando erano state tinte? E soprattutto chi aveva scelto il
colore?
C-18 non avrebbe mai accettato un colore del genere in casa sua e se
qualcun
altro dei miei coinquilini si fosse deciso a pitturare la stanza non lo
avrebbe
potuto fare di certo quando dormivo.
Sorrisi
ricordando che la mamma si
era lasciata
convincere da una sua vecchia amica, Dende Sama solo sa come, a
dipingere di
quel colore così femminile le pareti della mia stanza.
Chissà, forse aveva
perso qualche scommessa…
Mi
riscossi, avevo fatto un sogno così strano,
c’erano tutti, persino le sfere del
drago, avevo espresso un desiderio sbagliato e tutti mi guardavano male.
Una
smorfia d’orrore mi si dipinse sul mio viso. Con la mano
destra andai a cercare
la coda che normalmente tenevo attaccata come una cintura. Non
c’era!
Mi alzai
di scatto dal letto e puntai sulla scrivania, solo
che non era come me la ricordavo, era
diversa, era uguale a quella che avevo quando vivevo con i miei
genitori.
-Allora
non era un sogno!- Esclamai a voce fin troppo alta, infatti attirai
l’attenzione di mia madre, sentii i suoi passi, pesanti nel
tentativo di
raggiungere in fretta la mia camera, e spalancò la porta.
-Che
cos’è successo?!-
Guardai
Videl in tuta, pronta a fare un po’ d’allenamento
con il marito, si occupava
ancora della polizia della città. Non mostrava minimamente i
suoi trentatre
anni, sembrava ancora una ventenne. Mai come in quel momento, mi
accorsi di
quanto fosse bella. Il suo volto ancora liscio e perfetto, i bellissimi
occhi
azzurri incorniciati dalle fini sopraciglia, il naso fine ed elegante,
la bocca
rosea, ma non troppo evidente.
-Mamma!-
Strillai, correndole in contro per abbracciarla. –Non sai
quanto mi sei
mancata!
-Nell’arco
di dodici ore di sonno?- Chiese lei divertita.
-Sono
sembrati sei anni.- Sussurrai piano per non scoppiare in lacrime.
–Posso
chiederti una cosa?
-Certo,
chiedi pure.- Mi distanziai di poco, per guardarla meglio negli occhi.
-Non è
che sei incinta?- La vidi avvampare, il volto irrigidito nel tentativo
di trattenere
una risata. –Cosa te lo fa pensare?- Chiese infine.
-Ho
ragione vero?-
La sua
risata cristallina giunse al mio orecchio come il suono di mille
campane. –Sì,
può darsi. Ora sbrigati, gli ospiti sono arrivati.
-Gli
ospiti?- Chiesi aggrottando le sopraciglia.
-Sicura
di sentirti bene? Oggi è il tuo quattordicesimo compleanno!
-Sul
serio?- Lei sbuffò e con l’accenno di un sorriso
sulle labbra mi disse.
–Sbrigati.- Dopodiché uscì dalla stanza.
Cavoletti!
Questo significava che tutti gli sforzi che avevamo fatto fin qui erano
stati
inutili! Dovevo avvertire gli altri della minaccia che presto sarebbe
incorsa
sul nostro pianeta, subito! Perciò mi vestii di corsa e in
un minuto mi
ritrovai al piano di sotto.
-Buongiorno!-
Salutai.
-Buon
compleanno!- La famiglia di Vegeta mi accolse con un caloroso sorriso,
apparte
il principe ovviamente, la nonna mi diede un bacio sulla fronte e lo
zio mi
strinse in un forte abbraccio.
-Quattordici
anni si compiono una volta sola.- Mi disse lui.
-Non ci
conterei vecchietto.- Lui fece il broncio. –Certo
mocciosetta.-
Gli feci
la linguaccia, odiavo quando si comportava come un bambino, anche se in
quel
caso la bambina ero proprio io.
Cercai
con lo sguardo mio padre e lo trovai seduto accanto a Bulma, intento a
parlare
di lavoro con lei.
-Questa
sarà l’invenzione del secolo!- Diceva la donna
esaltata. –Immagina, diventerò
ancor più famosa e tu ti potrai permettere di trasferirti,
lontano dai monti
Paoz! Le camere ad ibernazione! Chi è che non vorrebbe
andare nel futuro giovane
bello è forte?- Continuò ridendo.
-Sì
Bulma.- Rispose mio padre paziente. –Ma io non voglio
andarmene da qui e
inoltre devi salvare il tuo lavoro almeno in un altro computer. Pensa
se questo
si rompesse! Anni di lavoro buttati al vento!
-Sta
tranquillo Gohan! I computer della capsule corporation sono a dir poco
indistruttibili, da un punto di vista prettamente informatico ovvio.
Stavano
parlando della tecnologia con il quale lei, in un lontano futuro,
avrebbe
intrappolato mio nonno e fatto precipitare il mondo nel caos generale.
No, non
lo potevo permettere.
In un
secondo mi ritrovai di fronte a loro e con un colpo netto disattivai il
computer. Per sempre.
-PAN! Mi
spieghi perché cavolo lo hai fatto?
Stavo
per raccontargli tutto, ma le parole mi morirono sulla punta della
lingua. I
miei ricordi si fecero sempre più vaghi, mi era rimasta solo
una
consapevolezza. Sarebbe successo qualcosa di brutto se non avessi
distrutto
quel che loro stavano creando.
Glielo
dissi ad alta voce, però questo non sembrò
scalfire la loro rabbia. Oramai
anche quella consapevolezza stava lasciando il posto ad una confusione
sempre
più grande.
-Non
capisco.- Sussurrai sedendomi a terra,le braccia strette attorno alla
testa.
-Trunks.-
Sussurrai. Non sapevo perché lo avevo chiamato, sentivo
soltanto che avevo il
più disperato bisogno di lui, in quel momento. Non mi
aspettavo certo che
sarebbe arrivato a cingermi le spalle con un braccio.
-Gohan,
scotta ha la febbre!-
Non
riuscii a sentire le reazioni altrui, persi i sensi sul petto muscoloso
del mio
guerriero, o almeno, colui che per qualche inspiegabile ragione,
sentivo mio.
Il
russare continuo a rumoroso mi svegliò da quel sonno
ristoratore, ma restai
sdraiata, non mi andava di aprire gli occhi e vedere chi
c’era a fianco del mio
letto. Mi sentivo debole, come se avessi combattuto contro mille
avversari in
una volta.
Sbuffai
quando il ronfare del mio compagno di stanza si fece ancor
più insistente e
allora mi alzai di colpo e mille luci mi affollarono gli occhi,
facendomi
letteralmente crollare sul materasso.
-Aia!
Che dolore alla testa!
-Hey
Pan! Ti sei svegliata!
Sobbalzai
nel sentire la voce del lillà, ancora impastata dal sonno,
mettersi a gridare,
quasi con gioia.
-Sì,
succede a tutti i comuni mortali sai, svegliarsi!- Dissi enfatizzando
l’ultima
parola.
Lui
scosse la testa. –Sei stata per sei giorni a dormire Il
dottore ha detto che
stavi davvero male. Gohan e Videl sono usciti per comprarti delle
medicine…-
Aveva cominciato a parlare a vanvera, tipico di lui quando era agitato.
Gli
sorrisi, felice d’averlo accanto e mi avvicinai sempre
più. Lui tacque e ci
scambiammo un tenero bacio a fior di labbra. Quel semplice contatto
portò alla
mia memoria pochi ricordi, ma che vennero quasi subito cancellati.
-No Pan.
Sei troppo piccola per me. Scusami.- Aveva detto quelle parole
balbettando e
nel frattempo si era alzato dalla sedia su cui si era addormentato ed
era
uscito.
Nei
giorni avvenire la nostra relazione si era del tutto interrotta.
Neanche una
parola ci eravamo scambiati e quando la scuola cominciò, io
mi trovai ad uscire
con un ragazzino.
Era
davvero piacevole la sua compagnia, ma presto dovetti sfruttare i miei
poteri
dinnanzi a lui, una situazione abbastanza critica, e lui mi aveva
mollata. E
così successe con
altri tre ragazzi.
Quel
giorno mi stavo godendo una bella giornata di sole in compagnia di un
nuovo
compagno di scuola, stavamo per andare al cinema quando fummo
inghiottiti da
una folla terrorizzata.
-Che sta
succedendo?- Chiesi, avvicinandomi al confine di tutta
quell’orda di gente, ad
un poliziotto.
-Ah, tu
sei la figlia di Videl? Una rapina vicino al cinema, niente di
eccezionale.
Solo che quelli hanno delle armi da fuoco molto pericolose e
c’impediscono di
avvicinarci.
-Bene.-
Dissi stringendo i pugni. –Me ne occupo io.-
-Ok ok.-
Disse lui facendosi da parte.
-Mai una
volta che si possa mangiare in santa pace!- La voce di un bambino
attirò la mia
attenzione, si stava dirigendo verso i malviventi, ma che gli saltava
in testa?
-Alt!
Non sono cose per bambini queste!- Dissi decisa riportandolo al suo
posto per
poi lanciarmi contro quei ladruncoli da quattro soldi.
In un
attimo riuscii a renderli inoffensivi e allora tornai di nuovo da quel
ragazzo.
-Allora?
Quale film vogliamo vedere?- Chiesi con voce dolce. Ma la sua
espressione era
terrorizzata.
-Ahah, a
dire il vero mi sono ricordato di avere un impegno. Sarà per
un’altra volta,
ciao!-
Lacrime
amare mi uscirono dagli occhi e le lasciai cadere per poi calarmi in un
pianto
liberatorio.
-Ahah!
Sono stata mollata un’altra volta!-
I
poliziotti che si stavano avvicinando per darmi i loro complimenti si
allontanarono di botto, restò soltanto il bambino dai
capelli d’ebano.
-Sei
molto forte!- Mi disse lui.
-Tsh!-
Risposi imitando il principe dei Saiyan.
-Hey Pan.
Pan!- La voce birichina di un vecchietto.
Alzai il
collo per cercare tra la folla da dove provenisse ed eccolo. Il genio
delle
tartarughe di mare si faceva largo tra giovani ragazze palpeggiandole
come se
fosse del tutto normale.
Mi
avvicinai a lui e gli diedi un pugno in testa facendogli crescere
all’istante
un gran bernoccolo.
-Hey,
piccola Pan come stai?- Mi chiese lui.
Io,
rossa per l’imbarazzo mi limitai a dirgli. –Sei
sempre il solito!
-Eheh,
genio, non cambierai mai!- Il bambino ora ci sorrideva.
-E tu
chi sei? Un amico di Pan?
-No
genio, io sono Goku!- Rispose lui mettendosi una mano dietro la nuca.
-Beh in
effetti ci assomigli!- Continuò il vecchio studiandolo.
-Ma non
è possibile!Quello non può essere mio nonno,
è solo un bambino più piccolo di
me!- Ero rimasta sconcertata. No, no! Non era possibile!
-Ah, tu saresti la mia nipotina?
Fu così
che cominciò un’avventura che portò i
nostri eroi a girovagare nello spazio, in
cerca, ancora una volta, delle sette sfere del drago che tante volte
avevano
miracolato le loro spericolate vite, ma che adesso, erano diventate il
nemico
più temibile di tutti.
Il resto
è storia.
Fine
Siamo
giunti al termine della mia
storia.
Ringrazio infinitamente chi ha
messo tra le seguite, preferite o ricordate.
Ringrazio di cuore i recensori:
Pan17, Osaki, Tsubusa83, Heavenly97, Bolla12, MakinoRose, SonGome,
Nessie97,
Sealight, YingEyang, Mar004, Panxever, IrisVegeta, SuPeRlOvE e
Dark_Kiss.
Sono felicissima d’esser riuscita
a coinvolgervi per 31 capitoli, continuerò certamente a
scrivere, ma credo che
mi dedicherò per un po’ all’anime
Inuyasha.
Vi saluto con un arrivederci e un
gran sorriso.