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Autore: Mirella__    08/07/2012    12 recensioni
E se Goku fosse scomparso misteriosamente durante lo scontro con Baby?
Cosa sarebbe successo se lo Tsufuro avesse vinto?
In un mondo in cui tutti sono diventati dei burattini, Pan e Mr. Satan sono gli unici a non essere infetti.
Ma per il campione dei campioni l'età, ormai, si sta facendo sentire ed è costretto a lasciar scappare Pan per evitare la sua eliminazione.
La ragazza dovrà cercare di vivere nascosta alla luce cercando ogni giorno di diventare più forte per poter far ritornare il mondo alla normalità.
Ce la farà?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mal di schiena era insopportabile. Mi misi a sedere sul letto e cominciai a stiracchiarmi nel tentativo di far cessare il dolore, ma ciò non sortì l’effetto desiderato.
Con la vista appannata dal sonno guardai le pareti rosa confetto della mia cameretta. Che strano, quando erano state tinte? E soprattutto chi aveva scelto il colore? C-18 non avrebbe mai accettato un colore del genere in casa sua e se qualcun altro dei miei coinquilini si fosse deciso a pitturare la stanza non lo avrebbe potuto fare di certo quando dormivo.
Sorrisi ricordando che la mamma  si era lasciata convincere da una sua vecchia amica, Dende Sama solo sa come, a dipingere di quel colore così femminile le pareti della mia stanza. Chissà, forse aveva perso qualche scommessa…
Mi riscossi, avevo fatto un sogno così strano, c’erano tutti, persino le sfere del drago, avevo espresso un desiderio sbagliato e tutti mi guardavano male.
Una smorfia d’orrore mi si dipinse sul mio viso. Con la mano destra andai a cercare la coda che normalmente tenevo attaccata come una cintura. Non c’era!
Mi alzai di scatto dal letto e puntai sulla scrivania, solo  che non era come me la ricordavo, era diversa, era uguale a quella che avevo quando vivevo con i miei genitori.
-Allora non era un sogno!- Esclamai a voce fin troppo alta, infatti attirai l’attenzione di mia madre, sentii i suoi passi, pesanti nel tentativo di raggiungere in fretta la mia camera, e spalancò la porta.
-Che cos’è successo?!-
Guardai Videl in tuta, pronta a fare un po’ d’allenamento con il marito, si occupava ancora della polizia della città. Non mostrava minimamente i suoi trentatre anni, sembrava ancora una ventenne. Mai come in quel momento, mi accorsi di quanto fosse bella. Il suo volto ancora liscio e perfetto, i bellissimi occhi azzurri incorniciati dalle fini sopraciglia, il naso fine ed elegante, la bocca rosea, ma non troppo evidente.
-Mamma!- Strillai, correndole in contro per abbracciarla. –Non sai quanto mi sei mancata!
-Nell’arco di dodici ore di sonno?- Chiese lei divertita.
-Sono sembrati sei anni.- Sussurrai piano per non scoppiare in lacrime. –Posso chiederti una cosa?
-Certo, chiedi pure.- Mi distanziai di poco, per guardarla meglio negli occhi.
-Non è che sei incinta?- La vidi avvampare, il volto irrigidito nel tentativo di trattenere una risata. –Cosa te lo fa pensare?- Chiese infine.
-Ho ragione vero?-
La sua risata cristallina giunse al mio orecchio come il suono di mille campane. –Sì, può darsi. Ora sbrigati, gli ospiti sono arrivati.
-Gli ospiti?- Chiesi aggrottando le sopraciglia.
-Sicura di sentirti bene? Oggi è il tuo quattordicesimo compleanno!
-Sul serio?- Lei sbuffò e con l’accenno di un sorriso sulle labbra mi disse. –Sbrigati.- Dopodiché uscì dalla stanza.
Cavoletti! Questo significava che tutti gli sforzi che avevamo fatto fin qui erano stati inutili! Dovevo avvertire gli altri della minaccia che presto sarebbe incorsa sul nostro pianeta, subito! Perciò mi vestii di corsa e in un minuto mi ritrovai al piano di sotto.
-Buongiorno!- Salutai.
-Buon compleanno!- La famiglia di Vegeta mi accolse con un caloroso sorriso, apparte il principe ovviamente, la nonna mi diede un bacio sulla fronte e lo zio mi strinse in un forte abbraccio.
-Quattordici anni si compiono una volta sola.- Mi disse lui.
-Non ci conterei vecchietto.- Lui fece il broncio. –Certo mocciosetta.-
Gli feci la linguaccia, odiavo quando si comportava come un bambino, anche se in quel caso la bambina ero proprio io.
Cercai con lo sguardo mio padre e lo trovai seduto accanto a Bulma, intento a parlare di lavoro con lei.
-Questa sarà l’invenzione del secolo!- Diceva la donna esaltata. –Immagina, diventerò ancor più famosa e tu ti potrai permettere di trasferirti, lontano dai monti Paoz! Le camere ad ibernazione! Chi è che non vorrebbe andare nel futuro giovane bello è forte?- Continuò ridendo.
-Sì Bulma.- Rispose mio padre paziente. –Ma io non voglio andarmene da qui e inoltre devi salvare il tuo lavoro almeno in un altro computer. Pensa se questo si rompesse! Anni di lavoro buttati al vento!
-Sta tranquillo Gohan! I computer della capsule corporation sono a dir poco indistruttibili, da un punto di vista prettamente informatico ovvio.
Stavano parlando della tecnologia con il quale lei, in un lontano futuro, avrebbe intrappolato mio nonno e fatto precipitare il mondo nel caos generale. No, non lo potevo permettere.
In un secondo mi ritrovai di fronte a loro e con un colpo netto disattivai il computer. Per sempre.
-PAN! Mi spieghi perché cavolo lo hai fatto?
Stavo per raccontargli tutto, ma le parole mi morirono sulla punta della lingua. I miei ricordi si fecero sempre più vaghi, mi era rimasta solo una consapevolezza. Sarebbe successo qualcosa di brutto se non avessi distrutto quel che loro stavano creando.
Glielo dissi ad alta voce, però questo non sembrò scalfire la loro rabbia. Oramai anche quella consapevolezza stava lasciando il posto ad una confusione sempre più grande.
-Non capisco.- Sussurrai sedendomi a terra,le braccia strette attorno alla testa.
-Trunks.- Sussurrai. Non sapevo perché lo avevo chiamato, sentivo soltanto che avevo il più disperato bisogno di lui, in quel momento. Non mi aspettavo certo che sarebbe arrivato a cingermi le spalle con un braccio.
-Gohan, scotta ha la febbre!-
Non riuscii a sentire le reazioni altrui, persi i sensi sul petto muscoloso del mio guerriero, o almeno, colui che per qualche inspiegabile ragione, sentivo mio.

 
Il russare continuo a rumoroso mi svegliò da quel sonno ristoratore, ma restai sdraiata, non mi andava di aprire gli occhi e vedere chi c’era a fianco del mio letto. Mi sentivo debole, come se avessi combattuto contro mille avversari in una volta.
Sbuffai quando il ronfare del mio compagno di stanza si fece ancor più insistente e allora mi alzai di colpo e mille luci mi affollarono gli occhi, facendomi letteralmente crollare sul materasso.
-Aia! Che dolore alla testa!
-Hey Pan! Ti sei svegliata!
Sobbalzai nel sentire la voce del lillà, ancora impastata dal sonno, mettersi a gridare, quasi con gioia.
-Sì, succede a tutti i comuni mortali sai, svegliarsi!- Dissi enfatizzando l’ultima parola.
Lui scosse la testa. –Sei stata per sei giorni a dormire Il dottore ha detto che stavi davvero male. Gohan e Videl sono usciti per comprarti delle medicine…- Aveva cominciato a parlare a vanvera, tipico di lui quando era agitato.
Gli sorrisi, felice d’averlo accanto e mi avvicinai sempre più. Lui tacque e ci scambiammo un tenero bacio a fior di labbra. Quel semplice contatto portò alla mia memoria pochi ricordi, ma che vennero quasi subito cancellati.
-No Pan. Sei troppo piccola per me. Scusami.- Aveva detto quelle parole balbettando e nel frattempo si era alzato dalla sedia su cui si era addormentato ed era uscito.

 
Nei giorni avvenire la nostra relazione si era del tutto interrotta. Neanche una parola ci eravamo scambiati e quando la scuola cominciò, io mi trovai ad uscire con un ragazzino.
Era davvero piacevole la sua compagnia, ma presto dovetti sfruttare i miei poteri dinnanzi a lui, una situazione abbastanza critica, e lui mi aveva mollata. E così successe  con altri tre ragazzi.
Quel giorno mi stavo godendo una bella giornata di sole in compagnia di un nuovo compagno di scuola, stavamo per andare al cinema quando fummo inghiottiti da una folla terrorizzata.
-Che sta succedendo?- Chiesi, avvicinandomi al confine di tutta quell’orda di gente, ad un poliziotto.
-Ah, tu sei la figlia di Videl? Una rapina vicino al cinema, niente di eccezionale. Solo che quelli hanno delle armi da fuoco molto pericolose e c’impediscono di avvicinarci.
-Bene.- Dissi stringendo i pugni. –Me ne occupo io.-
-Ok ok.- Disse lui facendosi da parte.
-Mai una volta che si possa mangiare in santa pace!- La voce di un bambino attirò la mia attenzione, si stava dirigendo verso i malviventi, ma che gli saltava in testa?
-Alt! Non sono cose per bambini queste!- Dissi decisa riportandolo al suo posto per poi lanciarmi contro quei ladruncoli da quattro soldi.
In un attimo riuscii a renderli inoffensivi e allora tornai di nuovo da quel ragazzo.
-Allora? Quale film vogliamo vedere?- Chiesi con voce dolce. Ma la sua espressione era terrorizzata.
-Ahah, a dire il vero mi sono ricordato di avere un impegno. Sarà per un’altra volta, ciao!-
Lacrime amare mi uscirono dagli occhi e le lasciai cadere per poi calarmi in un pianto liberatorio.
-Ahah! Sono stata mollata un’altra volta!-
I poliziotti che si stavano avvicinando per darmi i loro complimenti si allontanarono di botto, restò soltanto il bambino dai capelli d’ebano.
-Sei molto forte!- Mi disse lui.
-Tsh!- Risposi imitando il principe dei Saiyan.
-Hey Pan. Pan!- La voce birichina di un vecchietto.
Alzai il collo per cercare tra la folla da dove provenisse ed eccolo. Il genio delle tartarughe di mare si faceva largo tra giovani ragazze palpeggiandole come se fosse del tutto normale.
Mi avvicinai a lui e gli diedi un pugno in testa facendogli crescere all’istante un gran bernoccolo.
-Hey, piccola Pan come stai?- Mi chiese lui.
Io, rossa per l’imbarazzo mi limitai a dirgli. –Sei sempre il solito!
-Eheh, genio, non cambierai mai!- Il bambino ora ci sorrideva.
-E tu chi sei? Un amico di Pan?
-No genio, io sono Goku!- Rispose lui mettendosi una mano dietro la nuca.
-Beh in effetti ci assomigli!- Continuò il vecchio studiandolo.
-Ma non è possibile!Quello non può essere mio nonno, è solo un bambino più piccolo di me!- Ero rimasta sconcertata. No, no! Non era possibile!
-Ah, tu saresti la mia nipotina?

 
Fu così che cominciò un’avventura che portò i nostri eroi a girovagare nello spazio, in cerca, ancora una volta, delle sette sfere del drago che tante volte avevano miracolato le loro spericolate vite, ma che adesso, erano diventate il nemico più temibile di tutti.
Il resto è storia.

 

 
Fine

 
Siamo giunti al termine della mia storia.
Ringrazio infinitamente chi ha messo tra le seguite, preferite o ricordate.
Ringrazio di cuore i recensori: Pan17, Osaki, Tsubusa83, Heavenly97, Bolla12, MakinoRose, SonGome, Nessie97, Sealight, YingEyang, Mar004, Panxever, IrisVegeta, SuPeRlOvE e Dark_Kiss.
Sono felicissima d’esser riuscita a coinvolgervi per 31 capitoli, continuerò certamente a scrivere, ma credo che mi dedicherò per un po’ all’anime Inuyasha.
Vi saluto con un arrivederci e un gran sorriso.

  
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