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Autore: Kitsune911    08/07/2012    5 recensioni
David e Pierre hanno appena capito che tra loro forse c'è più di un'amicizia, ma qualcosa sconvolgerà le loro vite prima che abbiano il tempo di godersi dei momenti insieme.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: David Desrosiers, Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo! Ho voluto sperimentare un po’, perciò ho usato il tempo presente per parlare di David, come se fosse un flashback, ispirandomi anche ad Untitled. Spero che vi piaccia come idea, perché ho fatto lo stesso anche nel 5° capitolo, tutto incentrato su Dave come questo. Buona lettura, recensite in tanti!! J

 

 

 

POV David

 

Apro gli occhi, cerco di vedere qualcosa ma è tutto buio. Cerco di capire dove sono, di ricordare come ho fatto a finire qui, ma non ricordo niente. Cerco di muovermi, ma qualcosa me lo impedisce. Vorrei urlare, ma non ho abbastanza aria nei polmoni.

Cerco di non farmi prendere dal panico, mi sforzo di ricordare.

I chiari di un’auto.

C’era un’auto che veniva contro di me. Ora mi ricordo di aver sterzato per evitarla. Devo esser finito fuori strada…

Quindi mi trovo in una macchina… e non riesco a muovermi per via delle lamiere, non perché io sia paralizzato. Mi sforzo di muovere la testa nonostante il dolore. Guardò il mio corpo e vedo del sangue, ma non riesco a capire da dove venga. Mi sento sempre più debole, lotto per rimanere sveglio. Devo chiamare qualcuno, far sapere cosa è successo. Cerco di prendere il telefono, ma il dolore mi annebbia la vista.

Mi viene in mente mia sorella; le ho detto che l’avrei chiamata appena arrivato a casa. Ormai mi starà cercando.

E Pierre. Pierre… Gli ho detto che sarei stato via solo un paio d’ore, anche lui sarà preoccupato…

Mi ricordo di questo pomeriggio trascorso con lui, delle ore passate a baciarci come due ragazzini. Vorrei tanto tornare indietro, vorrei non essere mai uscito di casa, ma ormai è tardi…

Stava andando tutto bene con la band, con Pierre…

Com’è potuto succedere proprio a me? Perché proprio in questo momento?

Sento nella testa le note di Untitled e quasi mi viene da ridere. Canzone adatta, non c’è che dire…

Ora capisco i fan quando dicono che i Simple Plan hanno una canzone adatta a ogni situazione. Quando sei al buio, in mezzo al nulla e non sai se uscirai vivo dalle lamiere della tua macchina, non c’è niente di meglio di quella canzone per darti speranza.

Ma se riesco a fare del sarcasmo non starò poi tanto male, no?

Cerco di autoconvincermene, anche se il dolore è sempre più forte, anche se il sangue ormai ha inzuppato i vestiti.

Decido di provare ad aggrapparmi ai momenti in cui tutto andava bene, come canta Pierre nella canzone. Ripenso ancora a quel pomeriggio, a come avrei voluto non finisse mai.

Non posso fare a meno di ridere, più per lo stato di shock in cui mi trovo che perché la situazione sia effettivamente divertente.

Ho passato il pomeriggio più bello della mia vita e poi ho avuto un incidente. Ho finalmente capito cosa provo per Pierre e forse non lo rivedrò mai più…

La vita è proprio bastarda, a volte. Ti fa toccare il cielo con un dito e poi ti sbatte giù, con violenza, ridendo, prendendoti per il culo perché ti sei fidato di lei.

Chissà ora Pierre cosa sta facendo… Se ha paura che mi sia successo qualcosa o se in uno dei suoi film mentali è andato a pensare che io sia scappato, per paura di aver fatto un errore.

E Seb… Se soppravviverò gli invierò un invito al matrimonio. Per scherzo, solo per vederlo ridere, perché quando ride Sebby sembra un bambino a cui hai appena dato un sacchetto di caramelle.

Jeff… se lo rivedessi la smetterei di prenderlo in giro per la sua testa pelata. Già me lo immagino che arriva in ospedale, mi abbraccia, mi dice che l’ho fatto spaventare e poi continua a trattarmi come un bambino finchè non mi riprendo del tutto dall’incidente.

E Chuck… Chuck manterrebbe le distanze, come sempre. Si preoccuperebbe, ma cercherebbe di non darlo a vedere. Gli direi che è un batterista fantastico. Non gliel’ho mai detto…

A nessuno di loro ho mai detto quanto io li consideri bravi, quanto siano importanti per me, quanto voglia loro bene.

Avrei dovuto farlo quando ero ancora in tempo.

La notte va avanti, mentre io sto svanendo.

Chiudo gli occhi e rivivo i momenti trascorsi con la mia band. I concerti, i tour… Ora so che non cambierei niente della mia vita con loro, ma non posso fare in modo che loro lo sappiano.

Riapro gli occhi, cerco di lottare, per loro, per i fan, per la mia famiglia… ma sono stanco…

Richiudo ancora gli occhi.

 

Mi arrendo. 

 

 

 

David non vede i fari di un’ambulanza che lo illuminano, né ne sente le sirene. Non sente le voci dei paramedici e non si accorge che lo spostano sul veicolo. Le scariche elettriche che gli attraversano il corpo non gli causano alcun dolore. Non si accorge neanche dei nuovi battiti che tornano ad animare il suo cuore.

Lenti e irregolari, ma pur sempre battiti.

Ricomincia a lottare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo capitolo è il più corto, gli altri saranno più lunghi, promesso!! Non volevo far durare più di tanto l’agonia di David, povero cucciolo…

Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo! A presto! <3

  
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