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Autore: siemdrew    08/07/2012    9 recensioni
C'era una volta un Principe. Egli regnava con amore sui Monti della Morte, passando per La Foresta dei Sogni e La Foresta Ombrosa, fino al Mare delle Luci. Il Principe amava il suo regno, ma era troppo avido, prepotente ed arrogante col suo popolo. Uccideva i civili, condannava a morte gli innocenti e derideva i più deboli. Finché un giorno arrivò al suo Castello una donna bellissima, che si era persa. Egli le offrì doni, cibo... e un letto per la notte: il suo. Il Principe era così malvagio che non si curò di far sentire a suo agio la donna, bensì tentò di violentarla. Ma la donna si trasformò in una strega dinanzi al Principe. Lo maledette: per tutta l'eternità, il Principe avrebbe dovuto vivere nella torre ovest del suo Castello. Passarono gli anni, ed egli si accorse di non invecchiare. Sicché ebbe un'idea. Decise di rapire ogni mese sei vergini, che avrebbe rinchiuse, ma che poi avrebbe dominate e uccise. E così ancora oggi il Principe violenta e uccide le sue vittime.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Principe
Capitolo 5


Stavo cadendo nel vuoto. Sarei morta. L’aria mi sferzava i capelli, la pioggia mi picchiettava addosso. Chiusi gli occhi quando vidi il prato del Castello avvicinarsi sempre di più… E poi una mano mi prese. E quando riaprii gli occhi il prato non era più vicino come l’avevo visto prima. Ero ancora all’ultimo piano della torre Ovest, e il Principe si stava sforzando di non farmi cadere.
«Sei una stupida!», esclamò.
Colsi nel suo sguardo un misto di paura e sollievo. Una sua mano si allungò a prendermi l’avambraccio e piano piano mi riportò all’interno della stanza. Tremavo come una foglia, non c’era più traccia di adrenalina. La stessa adrenalina che mi aveva convinta a buttarmi. Solo ora capivo che stavo sbagliando alla grande, e se non ci fosse stato Drew… forse sarei morta davvero. E avrei davvero infestato per l’eternità questo dannatissimo Castello.
Caddi in ginocchio per terra e sentii il suo petto premuto contro il mio viso. Mi stava abbracciando. Ciò fu molto inquietante visto che lui era un assassino di povere vergini capitate nel posto sbagliato al momento sbagliato.
In quel momento mi accorsi che mi stava parlando, ma avevo l’udito come ovattato e vedevo la stanza intorno a me in modo offuscato. Così mi appoggiai a una parete fresca e ripresi subito vigore.
Drew stava chiamando le guardie, che accorsero immediatamente.
«Diteci, Vostra Maestà!», esclamarono Warmyn e Butan all’unisono, sull’attenti.
«Portate coperte pesanti e sali da bagno nella Liberty», ordinò Drew. «E anche lo scatolone»
«Sì, Vostra Maestà!», risposero i due, per poi fare dietrofront a lasciare la torre, col mio scatolone appresso.
Drew si chinò verso di me, passandomi una mano sulla fronte.
«Vieni», disse dolcemente.
Mi prese per un braccio e mi strinse a sé, per poi uscire dalla stanza e scendere le scale della torre. Quando aprì la porta di legno per passare all’ala della Liberty, la pioggia cadeva ancora fitta. Senza ombrello né giacche, mi fece uscire all’aperto e tenendomi per mano corremmo verso la Liberty. Ma… un momento! Lui non doveva mica essere rinchiuso per sempre nella torre più alta del Castello?
«Aspetta!», gridai sotto la pioggia, fermando la nostra corsa.
Lui mi fece accovacciare a terra e si chinò in modo tale da coprirmi la testa dall’acqua. Gentile, da parte sua.
«Drew…»
«Ditemi»
«Come sei riuscito ad abbandonare la torre Ovest?»
Lui ridacchiò teneramente. «Dobbiamo parlarne ora? Sapete, sta piovendo, se non ve ne siete accorta»
Sbuffai, lui mi riprese per mano e ricominciammo a correre, attraversando il prato fradicio.
Arrivati alla porta dell’ala, Drew bussò. Butan aprì la porta e ci fece entrare nel salottino. Ci fece strada fino alla cucina e lì Sanna, che stava uscendo dalla sua stanza con delle coperte pesanti tra le mani, lanciò un grido alla vista del Principe.
Dovetti ammettere che lui aveva un bel corpo. Sulla Terra avrebbe potuto fare il modello o l’assistente di Johnny Depp. La camicia e i pantaloni bagnati gli si aderivano al corpo, tant’è che – era inquietante, però – sotto la camicia trasparente si vedevano i capezzoli. Sì, decisamente inquietante.
Sanna guardava Drew terrificata, anche mentre gli consegnava le coperte. Lui ne prese una verde e me l’avvolse attorno al corpo, poi ne scelse una viola per sé. Quindi ci sedemmo tutti al tavolo, Sanna compresa.
«Siete tutto bagnato, Sire!», sghignazzò Warmyn dando di gomito a Butan.
«Che novità, Warmyn», ribatté il Principe scuotendo la testa.
«Cos’è successo?», mi sillabò Sanna.
Io scossi leggermente il capo come a dirle “Dopo ti spiego”. Lei annuì preoccupata.
«Dunque», esordì Drew. «Per rispondere alla vostra domanda, Valerie Russell, c’è un motivo per cui posso uscire dalla mia torre. Quando la strega mi maledette inizialmente non riuscii a lasciare la torre. Era come se ci fosse un muro invisibile oltre la porta. Quando ella morì, potetti uscire liberamente»
«Ma non può abbandonare il Castello», mi spiegò Butan gesticolando.
Qualcosa di più inquietante che vedere i capezzoli del Principe Drew attraverso la camicia bagnata: sedere a tavola con due rinoceronti vestiti da guardie reali.
«Cosa?», squittì Sanna ancora più impaurita, avvicinandosi a me. «Vuol dire che  voi... Sire… verrete a farci visita?»
Il Principe annuì sorridendo soddisfatto. «Esattamente»
Sanna lo guardò con tanto d’occhi. Poi deglutì e rientrò nella sua stanza con una scusa banale.
«Che le è preso?», mormorò Drew.
Mi limitai a scuotere le spalle. Di sicuro non gli avrei spiegato che il fatto di stuprare e uccidere le vergini ci faceva un po’ paura.
«Warmyn», chiamò Drew guardando la superfice del tavolo. «Prepara una minestra calda»
«No!», esclamò Butan alzandosi in fretta. «Lo faccio io!»
«Cretino, l’ha ordinato a me!», replicò Warmyn.
«Ma a te chiede sempre tutto!»
«E allora? Cosa vuoi che…?»
«Basta», sibilò Drew. Si era rabbuiato, sembrava quasi Light Yagami di Death Note quando era incazzato con gli Shinigami Ryuk e Rem. «Warmyn, fai la minestra. Butan, guarda la TV»
«…Cosa?»
«Butan, vedi quella cosa nera attaccata al muro? Si chiama televisione. Accendila col tasto rosso e guardala»
Butan andò a sedersi sul divano brontolando, prese il telecomando e schiacciò tutti i tasti assieme, mentre Drew si dava una sberla sulla fronte.
«Non si accende, Sire!»
«Il tasto rosso! Premi il tasto rosso, Butan!»
Butan eseguì l’ordine e apparve, sulla CW, un episodio appena iniziato di The Vampire Diaries.
Neanche un quarto d’ora dopo, ci venne servita una minestra all’apparenza deliziosa. Ancora avvolta nella coperta calda, presi il cucchiaio e cominciai a rifocillarmi. Drew fece lo stesso, ma con più grazia. Anche se mangiavo normalmente, in confronto a lui sembravo davvero rozza.
Ero assorta nei miei pensieri quando Butan rise per una battuta di Damon Salvatore. Mi sembrava quasi di essere tornata alla normalità. Marissa, mia sorella, guardava tutti i giovedì sera quella serie televisiva. Io tifavo per Damon, ma lei era innamorata persa di Alaric Saltzman. Solo che sulla Terra andava in onda alle otto di sera. A Vartia però era pomeriggio. Guardai l’orologio accanto al frigorifero: segnava le tre del pomeriggio. Quindi eravamo cinque ore indietro rispetto a tutti i fuso orari della Terra? Pazzesco.
Quando finii la minestra, spostai il piatto e appoggiai la testa sul tavolo. Mio padre mi aveva sempre detto che era da maleducati farlo, ma me n’ero sempre fregata. Ora invece avrei seguito tutte le sue regole alla lettera pur di tornare a casa. Mi sarei sorbita persino tutte le cose commoventi che diceva Marissa su Alaric Saltzman. Magari mi stavano dando per dispersa, a casa, ed io ero lì al calduccio...
Drew mi guardò negli occhi pensieroso. Chissà cosa pensava? Mi stava immaginando in intimo? O nuda su una spiaggia? O magari vestita come Beyoncé mentre lava la macchina o i piatti nel video di Why Don’t You Love Me? Ecco, non avrei voluto sapere a cosa pensava un Principe violentatore.
Drew spostò lo sguardo da me alla porta della camera di Sanna. Secondo me, s’immaginava qualche rapporto con lei. In fondo era una bella ragazza.
Guardai il suo piatto, quando sentii qualcosa di caldo su una guancia. Era il suo indice. Guardai Drew come a dire “Che stai facendo…?”, ma non spostai la sua mano. L’avrebbe presa come una provocazione e avrebbe continuato. Fece passare il dito lungo la mia guancia destra, poi lungo la mandibola, la gola, le spalle… fece per passarlo nella scollatura della maglietta, ma lo bloccai in fretta.
Dovrebbe essere divertente provocarlo, disse la mia coscienza. La mia coscienza era anche la mia mente, quindi arrossii dopo quel pensiero. Di sicuro non gli avrei permesso di infilarmi la mano dentro la maglietta solo per vederlo eccitarsi. No, non l’avrei mai fatto. Anzi, lo guardai male.
«Qual è il problema?», sussurrò ridacchiando.
Intanto le risate di Warmyn e Butan crearono un’eco.
Drew si avvicinò a me con la sedia e appoggiò come me il mento sulla superfice del tavolo. Io evitavo il suo sguardo divertito, mentre il rossore si faceva sempre più avanti.
«Ve l’ho detto, sono bravo con le mani»
«Smettila»
Lui, ridendo, mi sfiorò le braccia con le punte delle dita.
«Warmyn, Butan! Premete il tasto rosso e sloggiate», ordinò.
Oh, no! Sanna non sarebbe mai corsa a salvarmi, in caso di un suo stupro. Non potevo rimanere così, sola!
Warmyn e Butan borbottarono un po’, infine se ne andarono. Rimanemmo noi due, nel silenzio della cucina. La mia paura era palpabile.
«Finalmente soli!», esclamò alzandosi in piedi e facendo cadere la coperta. I suoi vestiti erano più o meno asciutti.
Andò a prendere il mio scatolone e cominciò a passare dalla mia stanza al bagno per sistemare i vari oggetti che avevo richiesto. Mi alzai, intimorita, per andare ad aiutarlo. Attraversai il corridoio lentamente, impaurita, il cuore a mille. Aprii la porta socchiusa ed avanzai nella mia stanza. Sembrava ancora più in ordine di quando vi ero entrata quella mattina. Corsi verso il letto: accanto ad esso erano state sistemate le mie Purple Supra. Erano pulite, nuove. Era quasi commovente riaverle con me. Anche se non erano proprio mie.
Poi la porta si chiuse da sola. Ma quando mi girai, Drew stava chiudendola a chiave. Prese la chiave e l’appoggiò sopra l’armadio, dove le mie mani non sarebbero mai arrivate. Ma lui, che era alto, sì.
«Ora sì che siamo soli!», esclamò strofinandosi le mani con fare malefico.  


Oddio D: Il lato maniaco di Bieber sta fuoriuscendo D: (?)
Comunque, ehm ehm *si schiarisce la voce* SCIAO BELI :D! Ecco a voi il capitolo 5! Sono un po' in anticipo, a quanto pare: l'ultima volta che ho postato è stata lunedì lol AMATEMI (?) :')!
Allora, come vi sembra? A me fa paura, questo capitolo AHAHAHAH! Lui è un po' un pervertito, e la cosa mi inquieta assai ewe
Comunque, che ne dite di passare dalla One Shot di SheBecameDirectioner? E' bellissima, si chiama "Hearts Beating". Vi ringrazio per tutte quelle recensioni e visualizzazioni dvcnbdjcnpdf*-* non so cosa farei senza di voi! Grazie çç! E fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, il   namber faiv   (?) u.u!

SheBecameBelieber

   
 
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