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Autore: P h o e    08/07/2012    2 recensioni
Ecco perchè di gemelle rosse e blu non se ne vedono molte in giro
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1// Incomprensioni da bebè
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2// La cena di Tolouse
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3// Marinare la scuola
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4// L'anello di Rein
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Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Rein
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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# Marinare la scuola







Elza aveva sempre considerato la scuola come un noiosissimo passa tempo mattiniero a cui nessuno era mai stato in grado di sfuggire, nemmeno il suo abile intelletto, il quale tentava quasi sempre di inventarsi scuse su scuse, malattie e mali vari per evitare di stare seduti cinque ore davanti a qualcuno che parla e parla fino ad addormentarti, inoltre, si era quasi sempre chiesta se la maestra o il maestro, non si sentisse a disagio con tutti quei piccoli occhi indagatori con cui la scrutavano i bambini tra i banchi.
Non aveva mai sopportato nemmeno l'alzarsi e filare alla lavagna per svolgere un certo esercizio. No, la scuola proprio non faceva per lei, l'unico motivo che la spingeva ad andarci senza troppe storie era il suo amore incondizionato per Tolouse, ai vecchi tempi era diventava praticamente la sua ombra, lo seguiva dappertutto, sul campo da calcio, a pranzo, fino a casa e chiunque avrebbe scommesso che lo seguisse per fino in bagno. Una volta si era pure inventava di lasciar cadere, inconsapevolmente, il suo quaderno di matematica, con il suo nome scritto a caratteri cubitali, lungo la via, sicura che sarebbe passato per di lì e aspettò che venisse a casa sua per riportarglielo e a quel punto gli avrebbe per fino chiesto di cenare da lei, con o senza consenso dei suoi. Piano eccellente, se non fosse che il quaderno lo trovò la sua migliore amica, Maria, che con la sua solita e innata gentilezza aveva ben pensato di riportarglielo ricevendo pure un "grazie" secco dalla bambina dai capelli rossi e quello che doveva essere l'invito a cena di Tolouse.
Quello fu un episodio da ricordare, l'idea di ritrovarsi gli occhioni cobalto di Maria davanti alla porta di casa l'aveva in un certo senso addolcita, ma quando realizzò che quegli occhi cobalto in realtà dovrebbero essere stati verdi brillanti, si rabbuiò tentata di imprecare contro la povera vittima dai capelli blu.
-Mamma- la voce squillante di Fine la distrasse da quello che stava facendo, e si ritrovò la sua ormai cresciuta bambina, che tanto le somigliava, al suo fianco -dove sono i sacchetti della merenda?-
Elza, smise di lavare le posate e si asciugò le mani nel grembiule, per poi dirigersi verso il frigorifero ed estrarne due sacchetti di tessuto, rispettivamente uno azzurro e l'altro rosa, nel quale due panini imbottiti di affettati verdura aspettavano di essere mangiati.
Porse il sacchetto rosato a Fine e l'altro azzurro a Rein, che era scesa da poco dalle scale. Sebbene, le sue, fossero due bambine splendide, notò con piacere che Rein nutriva una passione per il trucco e l'acconciatura, lei era sempre impeccabile e guai se nei suoi vestiti risultasse una piega. Fine, invece, era molto diversa, la sua camera era un totale disastro, gli abiti buttati alla rinfusa sulla sedia della scrivania, i calzini lasciati sul pavimento, per non parlare dei palloni da calcio sporchi di fango o acqua di pozzanghera che giravano da soli per camera sua.
Non potè non alzare gli occhi al cielo, chiedendosi come avesse potuto concepire due gemelle tanto uguali quanto diverse, ma il rumore della porta che sbatteva la destò da ogni pensiero e con calma si diresse verso la finestra del salotto per osservare le sue bambine, che ormai non erano più, dirigersi verso scuola.

La strada per la scuola non era mai stata lunga, per questo motivo Elza aveva rinunciato all'idea autobus. Fine era sempre stata contraria al troppo camminare, ma Rein non l'aveva aiutata a convincere mamma, anzi se n'era pure uscita con la scusa che così facendo avrebbero ammirato le bellezze dell'alba, e Fine dopo quell'affermazione rinunciò ad ogni tentativo di opporsi.
Tutto fiato sprecato
-Fine- la chiamò la gemella osservando spensierata i fiori di pesco ormai sbocciati, ma continuando a camminare -a cosa ti sei ispirata per il compito di arte?-
La rossa si bloccò di colpo, osservando sua sorella nello stesso modo in cui si osserverebbe un alieno, ma l'azzurra non ci badò, o forse non l'aveva proprio notato. -Perchè io mi sono ispirata a questi meravigliosi peschi, sono sicura che alla signor... Fine?- finalmente si accorse che la gemella non aveva più intenzione di muovere un muscolo, era sbiancata, neanche avesse visto un fantasma. Corse da lei preoccupata, immaginandosi che avesse fatto un indigestione per un qualcosa di troppo che era entrato nel suo stomaco, ma niente di questo. -Fine! Fine! Rispondi! Cosa ti senti?- domandò allarmata tastando la fronte della sorella
L'altra, dal canto suo, si voltò con una lentezza preoccupante e guardò Rein con le pupille ridotte a due puntini -a-arte? Quale compito di arte?-. Rein, sospirò sollevata che si trattasse solo di una semplice dimenticanza della sorella e trovò per fino il fiato per risponderle -chiedeva di rappresentare la primavera ispirandosi a qualcosa, non dirmi che te ne sei dimenticata-
-Oh, no! E ora che faccio?! Se torno a casa mamma mi metterà in punizione e se vado a scuola sarà come buttarsi nelle fiamme!- cominciò a preoccuparsi portandosi le mani nei capelli e pronunciando, allo stesso tempo frasi sconnesse, come in preda ad un attacco d'asma. Rein, tentò, almeno lei, di rimanere calma, questa volta Fine era davvero nei guai, come se la sbrogliava ora?
-Beh, potresti...-
-Ci sono!- squillò puntando un dito al cielo e l'altra mano sul fianco, mentre sul suo volto appariva un sorriso che non prometteva nulla di buono. Rein sbattè più volte le palpebre e quando intuì l'idea della sorella, formò un perfetto ovale con la bocca e aggrottò la fronte -oh, no! Non ci pensare neanche! Fine tu non puoi...- si oppose seguita dai movimenti ritmici della testa rossa di Fine che annuiva vittoriosa -te lo proibisco!-
-Per favore, Rein!- cantilenò accucciandosi come un povero micino indifeso
-No! Non riuscirai mai a convincermi!-

-Non capisco perchè mi lascio sempre convincere da te- si lamentò Rein ormai a decine di metri dall'edificio scolastico, per mano con quella peste che in quei momenti preferiva non definire sua sorella. Fine sbuffò stufa delle continue lamentele di Rein, accidenti, se saltava un giorno la scuola mica abbattevano la muraglia cinese! -Quante storie, magari quella vecchia scorbutica della Signora Halmer non avrebbe nemmeno apprezzato il tuo lavoro di arte!-
-Che cosa?!-
Le due gemelle raggiunsero presto il parco e si sedettero su una panchina, isolata dal resto del prato verdeggiante, per recuperare il fiato
-Come lo spiegheremo alla mamma?- ansimò Rein, ancora con la forza di lamentarsi -come le spiegheremo che abbiamo marinato la scuola?!-
Fine, quasi sul punto di ribattere, certa che ne mamma e ne la Signora Halmer, le avrebbero scoperte, fu interrotta dal nervoso picchiettio proveniente dall'angolo più remoto della panca su cui erano sedute -E così le gemelle hanno marinato la scuola-
Rein si irrigidì di colpo, non trovando il coraggio di voltarsi, il quale fu riscoperto dalla sorella che si voltò meccanicamente verso la figura con lo scialle arancio e la gonna viola, la quale era concentrata a lanciargli occhiate severe che parlavano da sole, godendo del fatto che quest'idea non sarebbe rimasta impunita.
Fine accennò un mezzo sorriso che non avrebbe mai pensato di possedere, vista la sua attuale aria da santarellina -Signora Halmer...- parlò con una nota di ironia nella voce, in cuor suo, consapevole che la sua pena era già cominciata.







Buona sera, popolo di EFP!
Come va? Allora qui Fine e Rein
sono nei guai, ma seri!
Spero vi sia piaciuta, un bacione da Alice
  
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