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Autore: literatureonhowtolose    08/07/2012    5 recensioni
{ Phan - Kickthestickz }
Era l’ultimo dell’anno, e come farebbe ogni adolescente sano di mente, Phil Lester, un ragazzo dai capelli color ebano e gli occhi azzurri più del cielo, se ne stava seduto su un divano del piccolo hotel in mezzo ai monti in cui sua madre e lui stavano passando le vacanze invernali; stava leggendo uno dei suoi venticinque quintali di libri, tutti uguali e noiosissimi. Letti e riletti, oltre tutto.
Phil però non era l’unica persona a non sapere cosa significassero le parole “capodanno”, “festa”, “fuochi d’artificio”, “conto alla rovescia”, “lenticchie e cotechino” e così via. Infatti Dan Howell, pur essendo il ragazzo più bello, fortunato e popolare nei paraggi, non aveva trovato nulla di meglio da fare se non decidere di subirsi suo padre che cercava, senza successo, di insegnargli a giocare a basket in modo decente.

« Daniel. » si presentò il primo ragazzo, tendendo la mano verso l’altro.
« Philip. » ricambiò timidamente il secondo, stringendogliela.
The start of something new.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DUE~!

 
Dan non chiamò mai Phil. Non si sa se non lo fece perché se ne dimenticò o perché semplicemente pensò che sarebbe stato troppo faticoso, comunque Phil non ricevette mai nessuna chiamata, e dal canto suo non provò certo a contattare l’altro.
Passò una settimana e arrivò la fine delle vacanze. Era tempo di ritornare a scaldare i banchi.
Phil e sua madre si erano trasferiti per la centoventiduesima volta in due anni, questo fu il turno di Manchester, dove Phil avrebbe dovuto iniziare a frequentare la North Manchester High School, una scuola per ragazzi.
Dopo diverse crisi di panico e identità nelle quali Phil sperava di non essere di nuovo “il genio della scuola”, cosa impossibile dato che lì chi sa fare due più due è già considerato un secchione, riuscì a trovare la giusta via ed entrò nella sua classe con un ansia tale che perfino le sue ansie avevano l’ansia.
Dan, che guarda caso si trovava proprio in quell’aula, stava raccontando in tono entusiasta al suo migliore amico PJ come aveva trascorso la serata di capodanno, omettendo giustamente il dettaglio di essersi scatenato come una ragazzina eccitata su un palco insieme a un altro ragazzo di cui si era già dimenticato l‘esistenza. E cioè omettendo la serata stessa e inventandosi fantasmagorici allenamenti con suo padre e nient’altro all’infuori di ciò.
Ma proprio mentre raccontava allegramente queste storie fantastiche, Phil passò di fianco a lui non notandolo minimamente. E d’improvviso a Dan tornarono in mente tutte le sensazioni, quegli occhi così blu, quella voce così melodica, quel conto così alla rovescia e quei fuochi così d’artificio.
Però disgraziatamente gli si parò subito davanti Charlie McDonnell, il ragazzo più ricco, popolare e cotto di Dan in tutta la scuola.
« Ciao Dan! » esclamò, con la sua adorabile voce, sfoderando un sorriso a trecentosessantacinque denti.
Il moro lo salutò distrattamente, allungandosi in tutti i modi per cercare di riuscire a vedere oltre la figura di Charlie. Quando però decise che non ce l’avrebbe fatta e che alzarsi per andare a controllare di persona avrebbe richiesto troppo movimento, fece una cosa intelligente: prese il cellulare e chiamò Phil, in classe. Davanti al professore. Davanti al professore più petulante fra tutti i professori della scuola. Davanti al professor Smith, direttore del drama club.
Quando il cellulare di Phil si mise a suonare tutti si sbracciarono per cercare il proprio telefono, perché ovviamente ogni ragazzo presente in quella sala aveva la stessa suoneria e soprattutto ci teneva a farsi sequestrare il cellulare dall’insegnante e a passare delle splendide ore in detenzione, quel pomeriggio.
Si sa, la North Manchester High è una scuola di masochisti.
Dopo questa serie di sfortunati eventi in cui metà classe rimase priva di telefono e per cui sempre la stessa metà sarebbe successivamente rimasta priva di tempo libero, Dan e Phil finalmente riuscirono a vedersi, rimanendo completamente sbalorditi da quello scherzo del destino che aveva voluto farli incontrare ancora.
« Io non ci credo! » dissero entrambi, in perfetta sincronia. Dopo quella sera al karaoke avevano imparato ad andare a tempo.
« Che cosa ci fai qua? » domandò Dan, mentre i due giravano senza meta per le vie infinite e labirintiche della scuola.
« Per lavoro hanno di nuovo trasferito mia madre, e così ora siamo qui a Manchester. » spiegò Phil, mentre studiava attentamente i corridoi come fossero portali spazio-temporali o qualcosa del genere. Era talmente rapito da cotanta magnificenza che un paio di volte viaggiò per la sua strada, costringendo Dan a fare uno sforzo fuori dal comune per stargli dietro nei suoi caotici andirivieni, fin quando non lo perse completamente. Allora decise che si sarebbe fatto un sonnellino in un’aula a caso per poi avere le forze necessarie per cercarlo, ma non appena cominciò a camminare a passo lento verso il suo obbiettivo Charlie lo vide e non perse l’occasione di andare ad importunargli un po’ la vita, da bravo stalker ossessivo qual‘era.
« Sai Dan » urlò, piombandogli alle spalle e facendogli fare un salto di otto metri « mi sei mancato in vacanza! Cos’hai fatto? »
« Charlie! Beh..ho giocato a basket, ho fatto snowboard..e ancora basket. Bisogna allenarsi molto, manca poco alla finale del campionato. » rispose, colorando giusto un tantino la verità. Pensò che fosse comunque meglio che dirgli “Fatti dieci chili di casi tuoi”.
« Oh, tu sei uno che dà tutto. Proprio come me! » sussurrò Charlie, posandogli una mano sul petto. « Beh, ci si vede in giro. Spero verrai a vedermi al musical..saluti! » aggiunse infine, prima di trotterellare via, soddisfatto.
Dan lo guardò perplesso per un decimo di secondo, poi la sua attenzione venne meno e tornò a ciò che stava facendo poco prima: stare ad ascoltare il biondo gli aveva aumentato la stanchezza.
_____
 
Il tempo passò in fretta, e proprio quando Dan stava per rimettersi sulle tracce di Phil si rese conto che era l’ora di subirsi la detenzione. Così, sconsolato, si avviò verso il teatro dove con gli altri sfortunati coetanei avrebbe passato una squisita ora di punizione alla Smith style.
Con “una squisita ora di punizione alla Smith style” intendo “una squisita ora a dipingere e ad aggiustare stupide sceneggiature per uno stupido spettacolo a cui la maggior parte degli stupidi presenti non avrebbe neanche partecipato”.
Phil era già arrivato da qualche minuto, e si stava dilettando nel pitturare una gigantesca inutile luna di cartone quando si sentì chiamare da qualcuno.
« Hey, Phil! »
Il ragazzo si guardò intorno un po’ confuso, poi i suoi occhi si posarono su un individuo un po’ più basso di lui che gli sorrideva entusiasta.
« Piacere, mi chiamo Chris, questa mattina abbiamo frequentato gli stessi corsi! » continuò lo sconosciuto dopo aver catturato l’attenzione di Phil.
« Oh, ehm, ciao, piacere. Io sono Phil, ma vedo che lo sai già. » 
« Sai, io sono il presidente del club di chimica della scuola, ho notato che sei uno studente modello e che hai delle buonissime prestazioni scolastiche, quindi..volevo chiederti se ti andrebbe di entrare in squadra. Ci vediamo ogni giorno dopo scuola! » 
« Veramente io avrei voluto mettermi al passo con il programma prima di prendere parte a qualsiasi attività..» mormorò Phil. In realtà il fatto era semplicemente che non aveva voglia di passare l’anno in mezzo ai secchioni come aveva fatto per tutto il resto della sua vita, perché diciamocelo, uno come Phil le cose le sa, non ha alcun bisogno di “mettersi al passo”. Era questione di tatto.
« Oh, ma dai, starai con i cervelloni della scuola! Che offerta generosa, Chris! » si intromise Charlie, sbucando all’improvviso dal nulla come solo lui sapeva fare.
Phil non aveva idea di chi lui fosse, però non poté fare a meno di pensare “appunto”. Non aveva intenzione di passare il resto della sua vita scolastica a essere considerato il genio della scuola, ed entrando a far parte del club di chimica di certo sarebbe andata come sperava non andasse. Eppure non c’era altro che sapesse fare, perciò forse tanto valeva..
Proprio mentre Phil rimuginava su quella difficile scelta, qualcosa interruppe il lavoro di tutti: il padre di Dan, l’allenatore della squadra di basket della scuola, era venuto a reclamare i suoi pupilli per l’allenamento dopo che il resto del team gli aveva riferito della detenzione.
Il signor Smith e il signor Howell erano da sempre in lotta, perché ognuno dei due riteneva più importante la propria attività rispetto a quella dell’altro. Perciò ogni volta che il lavoro del coach veniva in qualche modo ostacolato, Smith era il primo su cui la colpa ricadeva, e viceversa.
« Che cosa diavolo ci fanno Dan e PJ qua a lavorare per te al posto che allenarsi? » sbraitò il coach, entrando in teatro.
« Si chiama “crimine e punizione”, Howell. E poi, un po’ di sano lavoro purifica l’anima. » si giustificò Smith.
« Dobbiamo parlare. » disse spazientito « E voi due filate in palestra, SUBITO. » aggiunse rivolgendosi ai due ragazzi che stavano momentaneamente lavorando a un enorme albero di cartone. Inutile quanto la luna di prima, per intenderci.
Dan sbuffò, pensando che avrebbe quasi preferito rimanere lì dal momento che tutto il lavoro lo stava facendo PJ e lui poteva tranquillamente sonnecchiare nascosto dentro l’interno della finta pianta, ma poi prese l’amico per un braccio e si avviarono entrambi a passo veloce verso gli allenamenti.
Phil si sporse leggermente per vedere Dan andare via, e si dispiacque per il fatto che si fosse cacciato nei guai; poi però tornò subito al lavoro, cercando di levarsi l’altro ragazzo dalla testa.

- GLUGLUGLUGLU(?), ANGOLINO. -
Buh. C: Volevo postare questo capitolo già tipo ieri, ma poi son dovuta scappare da mio padre e non ce l'ho fatta, perdonaaatemi. Comunque, ecco. Non ho molto da dire, solo sono davvero contenta che il mio stile "comico" venga apprezzato, perché non ero convinta per niente dell'umorismo di questa storia. Cioè non credevo facesse ridere almeno un po', ecco. Quindi niente, sono contenta di essere riuscita nell'intento e boh, grazie davvero a tutti quelli che leggono e recensiscono questa piccola pazzia. :'D E grazie soprattutto alle mie ragazze, a cui voglio un bene dell'anima e con cui sono contenta di poter shippare questi ragazzuoli LOL. <3
nfrnfkskjresrgesjrngeskjrjk mi dileguo, al prossimo capitolo~~!
  
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