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Autore: literatureonhowtolose    06/07/2012    7 recensioni
{ Phan - Kickthestickz }
Era l’ultimo dell’anno, e come farebbe ogni adolescente sano di mente, Phil Lester, un ragazzo dai capelli color ebano e gli occhi azzurri più del cielo, se ne stava seduto su un divano del piccolo hotel in mezzo ai monti in cui sua madre e lui stavano passando le vacanze invernali; stava leggendo uno dei suoi venticinque quintali di libri, tutti uguali e noiosissimi. Letti e riletti, oltre tutto.
Phil però non era l’unica persona a non sapere cosa significassero le parole “capodanno”, “festa”, “fuochi d’artificio”, “conto alla rovescia”, “lenticchie e cotechino” e così via. Infatti Dan Howell, pur essendo il ragazzo più bello, fortunato e popolare nei paraggi, non aveva trovato nulla di meglio da fare se non decidere di subirsi suo padre che cercava, senza successo, di insegnargli a giocare a basket in modo decente.

« Daniel. » si presentò il primo ragazzo, tendendo la mano verso l’altro.
« Philip. » ricambiò timidamente il secondo, stringendogliela.
The start of something new.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, prima di iniziare con questa..cosa(?), ho molto da dire. Quindi se non volete ascoltarmi saltate direttamente alla storia(?). Oppure chiudete- non so, fate quel che volete(?).
First of all, perdonatemi. Perdonatemi perché è la cosa più idiota che mi sia mai venuta in mente e vi sto sottoponendo a tale scempio, ma l'ho finita e così mi sembra giusto postare. Cioè almeno per quelle pazze che vogliono leggerla (vi amo tutte, ragazze :'D) e perché comunque esigo(?) che ci sia una fanfiction su questa faccenda.
Basicalmente la storia è quella di High School Musical, le differenze sostanziali sono che 1. è una parodia, quindi chiunque non sappia cos'è il senso dell'umorismo non continui a leggere se vuole evitare di lanciarmi pomodori, 2. I protagonisti, come penso si intuisca dal titolo, sono i miei youtubers britannici preferiti (danisnotonfire, amazingphil, kickthePJ, crabstickz, charlieissocoollike e nerimon, cioè rispettivamente Dan, Phil, PJ, Chris, Charlie e Alex). L'idea per tutto ciò(?) mi è venuta soprattutto grazie a Phil e Dan, ed è per questo (e anche perché li shippo da morire) che sono loro i protagonisti.
Questo video in cui cantano "breaking free" (...leggermente riadattata), questo fanvid a riguardo e altre piccole cose ad esempio la meravigliosa maglia dei wildcats di Dan mi hanno fatto saltare in mente l'idea, e spero che a qualcuno possa far ridere e/o piacere. Magari anche se non li conoscete, non so, solo per leggere una versione comica e gaygaygaygaygaygaygay di HSM :'D
Ci tenevo anche a dire che la storia di HSM ovviamente non è mia, e neanche loro, i personaggi, sono miei (...purtroppo), l'ho messa fra le originali semplicemente perché non sapevo dove cribbio ficcarla :')
...ho parlato fin troppo, per ora mi fermo qua e comincio con il primo capitolo. La storia è già conclusa, quindi non dovrei aver problemi ad aggiornare regolarmente. Beh, niente, buona fortuna(?) con questo mindfuck, gente :'D 
Saluti(....?)~. 

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BRITISH YOUTUBERS GAY SCHOOL MUSICAL.

CAPITOLO UNO~!

Era l’ultimo dell’anno, e come farebbe ogni adolescente sano di mente, Phil Lester, un ragazzo dai capelli color ebano e gli occhi azzurri più del cielo, se ne stava seduto su un divano del piccolo hotel in mezzo ai monti in cui sua madre e lui stavano passando le vacanze invernali; stava leggendo uno dei suoi venticinque quintali di libri, tutti uguali e noiosissimi. Letti e riletti, oltre tutto.
Sua madre non appena lo vide corse da lui esasperata e gli strappò il libro dalle mani.
« Philip, è capodanno, basta leggere per l’amor del cielo! » esclamò.
« Ma mamma, ho quasi finito! E poi devo scoprire per la trecentoquattresima volta nella vita chi è l’assassino! »
« Sotto c’è una festa, ti ho preparato i vestiti perché so che non sei capace ad abbinare le cose. Vai a strusciarti contro persone a caso, al posto che stare qui da solo come un disadattato sociale! » gli intimò la madre.
« Okay, ma posso riavere il mio libro? Ne va della mia esistenza! » la pregò Phil.
La signora Lester riconsegnò il libro a suo figlio, poiché ci teneva, tutto sommato, alla sua vita.
Phil allora, calmatosi e contento di riavere il suo tesoro fra le mani, trotterellò via per andare a cambiarsi.
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Phil però non era l’unica persona a non sapere cosa significassero le parole “capodanno”, “festa”, “fuochi d’artificio”, “conto alla rovescia”, “lenticchie e cotechino”  e così via. Infatti Dan Howell, pur essendo il ragazzo più bello, fortunato e popolare nei paraggi, non aveva trovato nulla di meglio da fare se non decidere di subirsi suo padre che cercava, senza successo, di insegnargli a giocare a basket in modo decente.
Il signor Howell era il coach della squadra di pallacanestro della North Manchester High School, la scuola che frequentava Dan. E ovviamente Dan, probabilmente il ragazzo più pigro esistente sulla faccia della terra, ne era il capitano. Ma il nepotismo non c’entra assolutamente in questa faccenda, figurarsi.
Comunque sia, da quando erano entrati nella palestra dell’hotel, Dan se ne stava spalmato sul pavimento mentre suo padre si dilettava in mosse astute, finte e tecniche impeccabili illudendosi che suo figlio lo stesse a guardare.
La signora Howell entrò improvvisamente nella sala, con un’espressione rassegnata stampata in volto.
« Ragazzi, è l’ultimo giorno di vacanza! C’è la festa di capodanno Dan, cosa ci fai ancora qui? Vai a prepararti! » sbraitò, fissando entrambi indignata.
Un brontolio indistinto fu tutto ciò che uscì dalla bocca del ragazzo, che evidentemente non aveva intenzione di muoversi da lì. Così la donna prese posizione e ordinò al marito di obbligare Dan ad andare immediatamente nella sua stanza: aveva passato tutte le vacanze con lui fra i piedi, quella sera nessuno gli avrebbe impedito di amoreggiare con il suo uomo in santa pace, riportando alla vita i vecchi tempi.
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Con enormi sforzi e una buona dose di calci in culo da parte di sua madre, Dan alla fine si cambiò e si decise ad andare alla festa. Tuttavia passò gran parte della sua serata ad aggirarsi per la sala come un’anima in pena, dal momento che tutti i divanetti e le sedie erano occupati e lui non poteva accomodarsi da nessuna parte.
Phil, in un angolino della sala, se ne stava comodamente stravaccato su uno di quei divani tanto agognati dall’altro ragazzo a leggere appassionatamente la fine del suo celeberrimo libro, non curandosi del frastuono causato dal karaoke e degli sguardi modello “guarda-che-sfigato-quello-che-legge-al-posto-che-venire-a-ballare-come-una-papera-impazzita-con-noi”.
Ma la serata dei nostri due protagonisti non proseguì come volevano che proseguisse.
« Chi vuole cantare ora? » chiese un tizio a caso dopo l‘esibizione di due svogliati adolescenti, improvvisandosi presentatore.
Ovviamente nessuno si fece avanti, ma visto che qualcuno doveva cantare per forza altrimenti l’universo sarebbe imploso, il finto presentatore si improvvisò anche destino e decise di giocare con le uniche due persone che sembravano fregarsene altamente di tutta quella ridicola festa.
La regia, dall’alto, lo assecondò e puntò i riflettori prima su Dan, che non capì proprio ciò che stava succedendo e seguì inebetito chi lo accompagnò sul palco, e poi su Phil, che sfiorò l’infarto all’idea di dover abbandonare il suo amato libro proprio a due righe dalla fine.
Ora, una persona normale che non ha intenzione di cantare a uno stupido karaoke prende e se ne va, ma nessuno dei due lo fece. Protestarono solo, e Phil continuò a sudare freddo nel vedere il suo romanzo abbandonato sul divano ad addirittura quattro metri da lui, ma non si mossero di lì. E anzi, Dan cantò anche la prima strofa. Aveva una gran voce, ammettiamolo: la sua infanzia l’aveva passata a cantare le canzoni della disney davanti alla tv, uno che passa un’infanzia del genere come potrebbe non essere bravo?
Poi, già stanco, fece per tornare indietro e buttarsi sul divano ora libero, ma fu lì che Phil decise di prendere parte all’esibizione; aveva superato lo shock grazie alla voce dell’altro ragazzo, e voleva sentirla ancora.
Quando Dan sentì che Phil aveva deciso di continuare con quell‘esibizione, tornò indietro. Gli sembrava scortese abbandonarlo lì, e volle addirittura dilettarsi in qualche coretto improvvisato per fare da sfondo al meraviglioso timbro da tredicenne in piena esplosione ormonale del coetaneo.
Ogni secondo si sentivano più a loro agio, e alla fine si ritrovarono a scatenarsi sul palco come un branco di ragazzine in visibilio al concerto di una qualche celebrità del calibro di Justin Bieber, senza nemmeno più bisogno di leggere le parole sullo schermo sebbene non avessero mai sentito quella canzone prima.
Una volta finito l’allegro spettacolo tutti tornarono a farsi bellamente gli affari loro, dimenticandosi dell’esistenza dei due malcapitati, ammesso che mai se ne fossero accorti. Questa fu per loro l’occasione di appartarsi, quindi uscirono all’aperto per non dover fare la fatica di urlare per sovrastare la musica e le voci degli altri presenti.
« Daniel. » si presentò il primo ragazzo, tendendo la mano verso l’altro.
« Philip. » ricambiò timidamente il secondo, stringendogliela.
Tutt’intorno a loro il paesaggio era innevato ma la temperatura per i due, che erano vestiti praticamente da spiaggia, evidentemente non era un problema
« Hai una splendida voce, sei un cantante? » chiese Dan, guardandolo con ammirazione.
« Oh nono, preferisco leggere, non ci avevo mai provato, però è stato fantastico esibirmi con te..» mormorò Phil, stringendosi nelle spalle con un sorrisino. « Ho visto che tu ami cantare! » continuò.
« Beh sì insomma, mentre sto ore e ore sotto la doccia e la mia pelle diventa simile a uva passa pur di procrastinare, canto le canzoni della disney. Le so tutte a memoria, vuoi che te ne canti qualcuna? »
« Oh, interessante, sì mi- » Phil avrebbe voluto dire che gli sarebbe piaciuto sentire ancora la sua armoniosa voce, ma purtroppo venne interrotto dal conto alla rovescia che la gente intorno a loro aveva iniziato a gridare.
Quando i fuochi d’artificio esplosero in mille colori diversi, i loro sguardi si scontrarono, carichi di elettricità, di intensità, di sentimento.
« Meglio che vada a cercare mia madre per farle gli auguri. » esordì Phil, pensando che fosse una cosa opportuna da dire in un momento così cruciale.
« Oh, oh sì giusto, anche io dovrei cercare i miei. » lo assecondò Dan « Ma..ti chiamo! Lasciami il tuo numero, ti chiamo domani! »
Ovviamente lasciare il proprio numero di cellulare a un perfetto sconosciuto di cui sapeva solo che quando stava troppo tempo sotto la doccia la sua pelle si raggrinziva a Phil sembrò una buona idea, perciò decise di acconsentire e di salvarsi in cambio quello di Dan, con tanto di foto allegata. Poi, con un ultimo intenso sguardo, si congedarono entrambi, correndo via col vento e sperando che un giorno si sarebbero rivisti.
  
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