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Autore: intersect    09/07/2012    3 recensioni
Ho aspettato per cinque anni questo giorno e adesso che è arrivato non lo voglio più. Vorrei solo scappare da questa stazione, correre il più lontano possibile e campare una scusa per non averlo aspettato come promesso, per essere stata la solita vigliacca anche a distanza di anni. Ma i miei piedi rimangono lì, nascosti dietro alla grande colonna centrale della stazione di Londra, pronta ad accogliere i treno. Quel treno. Il suo treno, quel maledetto treno che me lo riporterà a casa, nel cuore, nel corpo. Ed è il fischio del treno che mi riporta lì, in quella stazione a ricordarmi che lui sta tornando e che io sono di nuovo pronta ad accoglierlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ad Alice e a Simona;
 

certi amori non finiscono 

 

Ho aspettato per cinque anni questo giorno e adesso che è arrivato non lo voglio più. Vorrei solo scappare da questa stazione, correre il più lontano possibile e campare una scusa per non averlo aspettato come promesso, per essere stata la solita vigliacca anche a distanza di anni. Ma i miei piedi rimangono lì, nascosti dietro alla grande colonna centrale della stazione di Londra, pronta ad accogliere i treno. Quel treno. Il suo treno, quel maledetto treno che me lo riporterà a casa, nel cuore, nel corpo. Ed è il fischio del treno che mi riporta lì, in quella stazione a ricordarmi che lui sta tornando e che io sono di nuovo pronta ad accoglierlo.


certi amori non finiscono;
fanno dei  giri immensi e poi ritornano
amori indivisibili,
indissolubili, 
inseparabili.


 

La stazione di London Paddington quel pomeriggio grigio e carico di pioggia del dodici settembre era invivibile. Tutti gli studenti che rientravano dal primo - terrificante,- primo giorno di scuola, pendolari con borse sotto gli occhi nere come i loro umori e i tipi come lui, che ritornavano nella piovosa capitale londinese dopo cinque anni di università a Berlino. 
Il treno era appena arrivato e io avevo sentito il cuore scivolare velocemente nelle ginocchia e poi ritornare al suo posto, provocandomi brividi e sudore freddo.
"forza Emma, adesso vai da lui e lo saluti come si deve, okay? Non mi sembra il caso di comportarsi così!" parlai, gesticolando come una pazza e attirando su di me lo sguardo preoccupato di un'anziana signora.
"tutto apposto signorina? .. Ha bisogno d'aiuto?" mi chiese cauta, avvicinandosi a me che la rassicurai con un sorriso, muovendo un passo verso i binari e lasciando così il mio nascondiglio sicuro che era la colonna di marmo posta centralmente nella stazione. Lo vidi scendere, cresciuto, più alto, immensamente più bello e.. mi bloccai. Arrestai la mia corsa impossibilitata. Non ce l'avrei fatta, lo avrei deluso, avrei mandato Marylin e Zayn a prenderlo, a sorprenderlo di essere coppia in attesa mentre io sarei rimasta in quella stazione, magari nascosta in qualche lurido cesso a piangere tutte le lacrime della mia vita ma non gli sarei andata incontro. Non ce l'avrei fatta. Come potevo? Lo avevo illuso, lo avevo mandato via sorridente, dicendogli che lo avrei aspettato come una mamma e invece non avevo fatto altro che soffrire, passare i miei giorni divisa tra i libri di economia e il bar per cercare di dimenticarlo, per tenere il cervello occupato 24h su 24. 
"ciao Emma." un paio di Adidas blu furono la prima cosa che vidi poi, alzando gli occhi, scorsi interamente la sua figura sentendo il fiato venire meno ad ogni occhiata. Mi sentii morire nell'esatto istante in cui i suoi occhi - stanchi, rossi, gonfi d'aria condizionata e caffè macchiato - s'incontrarono con i miei pieni d'insicurezza e amore. 
"c-ciao Liam" esalai, ringraziando il cielo che il muro a cui ero poggiata non era ancora crollato giù, come invece aveva fatto tutta la mia convinzione di evitarlo.
"Pensavo che non saresti venuta.. per un attimo ho temuto che tu non volessi più vedermi che mi odiassi e che-" bloccai ogni suo attacco di parlantina acuta abbracciandolo, stringendogli le braccia attorno al collo in una maniera esagerata, sentendo il cuore iniziare a battere più velocemente del normale, forse un po' troppo fuori dal normale.
"Non l'avrei mai fatto, lo sai che mantengo le promesse." mentii, sussurrandogli quelle parole all'orecchio ma se riuscivano a fargli forza, avrei mentito tutta la vita.
"Lo so" sussurrò prendendo il mio viso tra le sue mani fredde, mentre con le dita disegnava cerchi leggeri sulle mie guance e manteneva fisso il mio sguardo, sorridendo ancora. Nonostante il viaggio, nonostante la stanchezza e nonostante gli avessi appena mentito lui era lì, a guardarmi come un'opera di Michelangelo e a tenermi stretta a sè quasi avesse paura di una mia fuga. Che poi, che senso avrebbe avuto scappare? Lui mi avrebbe seguito sempre, perché tirare fuori dal cuore una persona è difficile, complicato.. impossibile.
"andiamo a casa Payne, hai bisogno di riposare." bisbigliai depositandogli un bacio all'angolo della bocca facendogli sfuggire un sorriso poi prese il suo grande trolley blu scolorito e mi seguì alla mia auto.


 

*
 


"Liam? ti va bene un piatto di pasta al sugo?.. Non ho altro, mi dispiace!" gridai mente infilavo la testa tra un'anta e l'altra alla ricerca di un pacchetto di pasta che avrebbe deliziato il mio ospite che in quel momento stava facendo un uso - forse troppo esagerato,- del mio bagno.
"non preoccuparti, Michelle mi ha preparato i panini stamattina e ho mangiato quelli.. grazie lo stesso!" Oh, quindi aveva già pranzato perchè Michelle..Michelle?! Chi cazzo era adesso Michelle? tornai con i piedi per terra e chiusi le ante di tutti i mobili respirando sommessamente e rumorosamente tentando di mantenere la calma che però non sembrava avesse voglia di venirmi a fare compagnia.
"chi.. chi è Michelle?.. no perchè, non me ne hai mai parlato e.." tentai l'approccio lentamente, gesticolando pur non avendo nessuno davanti, almeno fino a quel momento perchè sentii il passo pesante e rilassato di Liam scendere le scale e presentarsi in cucina scalzo, con un solo misero asciugamano bianco a coprirgli la vita fino alle ginocchia. 
"Michelle è una simpatica nonnina che abitava nell'appartamento di fronte al mio a Berlino. Dovrei fartela conoscere era davvero una tipetta arzilla!" ridacchiò lui e io ci provai a ridere ma la sua apparizione divina - perchè si, era divina - nella cucina in certe condizioni bloccò ogni mia facoltà mentale e fisica. Continuai a fissargli il petto scolpito, marmoreo, liscio e profumato che piano piano avanzava verso di me fino ad arrestarti a pochi centimetri che se avessi sporto il viso in avanti avrei potuto sfiorarlo con il naso.
"Emma..? Em..oh, capisco!" sospirò malizioso lui, facendosi ancora più vicino e mettendo a posto una ciocca di capelli sfuggita alla crocchia fatta frettolosamente. 
"senti Liam.. io, ecco, avrei bisogno di parlarti." dissi ad occhi chiusi, per evitare di balbettare o bloccarmi alla vista della sua figura.
"certo, dimmi tutto." disse lui sorridente, appoggiandosi con un fianco al bancone della cucina, incrociando poi le braccia e aspettando l'inizio del mio monologo.
"io ti ho lasciato andare, ti ho aspettato, non ho sfiorato neanche l'idea di stare con nessun ragazzo, e non ho avuto scambi di battute con nessun essere di sesso maschile che non siano Harry, Niall Louis o Zayn, ma loro sono un caso a parte perché potremmo considerarli fratelli no?" annuii convinta, iniziando a gesticolare. Ecco, odiavo il mio essere così espressiva in ogni cosa. "Perchè io, cazzo, ti amo Liam. Okay? Ti amo da quando sei montato su quel treno e ho capito che ti ero portato via tutto di me, compreso il mio amore. Ero pronta ad abbandonarti, a riprovarci.. ad amare altri ma non ci sono riuscita." Sfiatai, mantenendo lo sguardo basso sui nostri piedi che erano così strani. 
"ce ne hai messo di a capirlo eh Ems?" il mio sguardo saettò dai suoi piedi al suo sguardo, pieno d'amore. Che anche lui...? No, era impossibile. No, categoricamente no.
"che..cosa.. Liam, mi prendi in giro?!" sbraitai, sbuffando e diventando rossa in viso. Lui scosse la testa divertito e si avvicinò piano, sfiorando prima lentamente le mie labbra, poi prendendone possesso. Aggrappai le braccia attorno al suo collo mentre la sua lingua sfiorava il mio labbro inferiore e così spalancai la bocca, lasciandogli libero accesso. Ci trascinammo nel salotto, non staccandoci neanche un secondo dalle nostre bocche, desiderose di quel contatto mancato per cinque lunghissimi anni.
"come..hai..fatto.. tutto..questo.. tempo?" ansimai, mentre mi spingeva contro il muro e infilava un ginocchio tra le mie gambe. Non potevo ancora crederci che Liam James Payne, fresco laureato in arte a Berlino, stesse baciando me Emma Rosie Walker studentessa di economia a Londra.
"non lo so, solo che adesso ... non posso aspettare oltre." le mie arrivarono al nodo dell'asciugamano e lo slacciai, consapevole che da quel momento sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa. Anzi, proprio quello che entrambi volevamo. Le sue mani arrivarono al bottone del jeans e dopo aver esitato alcuni istanti lo fece sgusciare fuori dall'asola e sfiorò la porzione di pelle tra la felpa e l'intimo.
"L..Liam, ti prego." pigolai, spingendomi ancora di più addosso al suo corpo, spingendolo sul divano e cadendo addosso al suo corpo completamente nudo e sentendo la sua erezione spingere sulla mia coscia.
"togliamoci il pensiero Emy"
"HEI!" lo schiaffeggiai sul petto, ridendo " trattami con un po' di rispetto. Stai per avere un rapporto con me. Non stiamo mangiando pane e nutella!" lui rise inebriandomi le orecchie di quel suono maestoso poi mi sfilò la felpa e i jeans, lasciandomi solo in intimo.
"devo dire che in cinque anni di cose ne sono cambiate eh.." mormorò lui, sfiorando la fantasia floreale del reggiseno per poi sfilarlo del tutto, passando poi alle mutande.
"sei sicura vero?" mi chiese, capovolgendo la situazione e finendo sopra di me, tenendosi sui gomiti per non pesarmi.
"Si Liam ti ho aspettato cinque anni, cinque anni. Mica niente! Adesso per favore" lo pregai, passandogli una mano tra i capelli "rendimi più tua possibile" mormorai,sfiorandogli il collo con le labbra.
"e menomale che il pervertito ero io.." ridacchiò lui, prima di entrare piano dentro di me e rendendomi - a livello fisico,- suo dato che al livello sentimentale ero sua, da più di cinque anni.







UH! ma chi c'è qui. No okay, neanche avessi visto un cane #lol
è la prima volta che mi spiiiingo così oltre, e questo sarà il primo passo verso una serie di cose carine carucce con il quadratino rosso. ( Si, sono pronta per il grande passo! *neanche dovessi sposarmi!*)
non dico altro, semplicemente perché mi sto squagliando, gli occhi mi bruciano e si è rotto il ventilatore quindi il mio cervello oltre non riesce proprio ad andare stasera, ergo, siate buoni e lasciatemi un commento, un insulto ( con più di dieci misere paroline, magari!) o qualsiasi altra cosa vogliate voi insomma.. siate fantasiosi!

Ah, questa la dedico ad Alice perché gliel'avevo promesso, perché c'è sempre. Dal primo capitolo della mia long, in ogni os postata. Sempre, è un po' la mia ombra e il mio panda. Quindi è tutto sua e anche per Simona, una riccia conosciuta i primi di giugno e che ama Liam e siccome è la mia prima os su Liam ci tengo a dedicarla a persone di cui mi fido. ( Vittoria, lo so che stai leggendo #lol per una volta che non ti dedico qualcosa non te la prendere okè? e__e ti amo, you know <3)

Bene, la mia scorta di parole oggi è finita quindi vi lascio ai vostri comodi, sicuramente migliori.

Ah, se sei arrivato qui GRAZIE, perché hai letto tutto.

<3

 

   
 
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