Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: lu and the diamonds    09/07/2012    20 recensioni
[slash; angst]
[harryxlouis]
-
Dal testo:
"Ciao, amore.
Mi dispiace, mi dispiace da morire per come mi sono comportato ieri. Anche tu mi mancavi, anche io desideravo baciarti. E no, non piangere, so che lo stai facendo di nuovo. Ti ho sentito stanotte."
Harry tirò su con il naso, asciugò l'occhio destro con il dorso della mano, poi riprese a leggere.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Why let your voice be tamed?




 

 

«Dannazione, smettila. Ci farai scoprire!»
«Lou, ti prego, ti sto pregando, solo due minuti» sussurrò il riccio, tirando per la manica il maggiore e trascinandolo dietro di sé nel corridoio.
Chiuse la porta.
Louis sospirò rumorosamente.
«Cosa c'è?» domandò senza guardarlo.
«Mi mancavi» rispose dolcemente Harry, spingendolo contro il muro e premendo piano le proprie labbra sulle sue.
Louis si staccò bruscamente.
Harry sentì qualcosa in gola, come un groppo, un nodo che non riusciva a sciogliere.
Perché si sta comportando così?
Fissò Louis per qualche secondo, poi il pavimento, e dopo ancora Louis, ma il maggiore guardava altrove.
Le tende, il tappeto, il vaso… tutto fuorché lui.
«Che hai?» gli chiese il riccio, sollevandogli il viso e costringendo l'altro a guardarlo negli occhi.
«Nulla» replicò, prima di scansarlo e dirigersi verso la propria stanza.
Harry lo afferrò per il polso, bloccandolo.
«Lasciami stare» sbottò Louis, allontanandosi e chiudendo la porta dietro di sé.
Il minore sentì il labbro inferiore tremargli.
Proprio non riusciva a capire.
 
 
Il giorno dopo Harry si svegliò dopo aver dormito solo poche ore.
Si costrinse ad alzarsi dal letto, pur non avendone nessuna voglia.
Si sentiva stanco e triste.
Osservò con occhio critico il proprio riflesso nello specchio: gli occhi erano rossi e gonfi, tipici di chi aveva trascorso la notte a piangere, le labbra erano secche e i capelli in disordine. 
Ho assolutamente bisogno di una doccia decise, convinto che l'avrebbe aiutato a sciacquare via i pensieri che l'avevano tormentato nelle ore precedenti.
Non riusciva a smettere di domandarsi il perché del comportamento di Louis. 
 
Mezz'ora dopo, Harry uscì dalla doccia, un po' risollevato.
Mentre frizionava i capelli bagnati, in piedi di fronte al grande specchio che troneggiava sul comò di legno scuro, notò che sul suo cuscino era comparso un foglio.
Si avvicinò, curioso di capire cosa fosse. 
Una lettera? Mh. Non c'era quando mi sono svegliato.
Osservò il retro, sul quale era stato scritto minuziosamente Per Harry, e riconobbe la grafia di Louis.
Il suo cuore perse un battito.
Aveva paura ad aprirla, ma si fece coraggio.
Si sedette sul letto morbido e prese un respiro profondo prima di iniziare a leggere.
 

"Ciao, amore.
Mi dispiace, mi dispiace da morire per come mi sono comportato ieri. Anche tu mi mancavi, anche io desideravo baciarti. E no, non piangere, so che lo stai facendo di nuovo. Ti ho sentito stanotte."
 
Harry tirò su con il naso, asciugò l'occhio destro con il dorso della mano, poi riprese a leggere.
 
"Devo essere sincero con te. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata e mi ero ripromesso che mai, MAI, ti avrei fatto soffrire, mai avresti versato una lacrima a causa mia, perché amo il tuo sorriso più di ogni altra cosa e sapere che quel sorriso è anche un po' per merito mio mi rende felice."
 
Oh, Louis…
 
"Il problema è che mi sono reso conto che non ti merito. Tu sei fantastico, mentre io fingo davanti al mondo intero di essere fidanzato con una modella, perché ho paura del giudizio della gente, non sono forte come te. E so quanto questo ti faccia soffrire. Tu fuori sorridi, ma io vedo come guardi Eleanor, io ti conosco e so cosa pensi quando io e lei siamo insieme. Sai, lei è una ragazza dolcissima e le voglio molto bene, ma quando la bacio… beh, io penso a te, amore. E' te che vorrei baciare davanti alla gente, è te che sogno la notte, è te che vorrei tenere per mano mentre passeggio per strada. Purtroppo, non posso farlo, non posso renderti e rendermi felice anche se è la cosa che desidero di più al mondo. E' per questo che sono giunto alla conclusione che sia meglio per entrambi se…"
 
«No, no, no, ti prego» sussurrò Harry, smettendo di leggere, la vista appannata dalle lacrime.
Un singhiozzo fece sussultare dolorosamente il suo petto.
Non voleva continuare a leggere, immaginava cosa ci fosse scritto e quali fossero le parole che avrebbero seguito.
E ne era spaventato.
Si costrinse a proseguire.
 
"…sia meglio per entrambi se la finiamo qui. So già quanto mi mancherai, quanto sarà dolorosamente struggente continuare a vederci ogni giorno e comportarci come estranei. Fingere che non ci siano mai stati tutti i tuoi baci. E cercare di dimenticare le volte in cui abbiamo dormito insieme perché 'ho paura del buio' dicevi agli altri e perché 'in realtà ho paura quando tu non sei con me' mi confessavi. Mi mancherà tutto di te, ma credo davvero che questa sia la scelta migliore. Io continuerò la mia relazione con Eleanor, mi convincerò di amarla. Tu incontrerai qualcun altro, ti innamorerai di nuovo. Ti dimenticherai delle volte in cui ci siamo nascosti per non essere visti, dei baci rubati e delle carezze. Cercherai di andare avanti e non penserai più ai nostri abbracci e a tutto quello che abbiamo fatto insieme. Di notte sognerai un altro viso che si sovrapporrà al mio. Troverai altre mani da stringere, altre labbra da baciare, altri capelli da accarezzare. Magari riuscirai ad amare quel qualcuno più di quanto amassi me, perché sicuramente avrà molto di più da offrirti di quanto non facessi io. Perdonami, se puoi" 
 
I singhiozzi di Harry si fecero più forti, non poteva crederci.
Non poteva essere finita.
Louis era tutto per lui: il suo amore, il suo migliore amico e la sua famiglia.
Senza di lui si sentiva perso.
Incapace di reagire si abbandonò sul letto, stringendo forte a sé il cuscino.
Una volta esaurite tutte le lacrime e placati i singhiozzi, Harry si tirò su, indossò i primi vestiti che trovò ed uscì.
Aveva bisogno di parlare con Louis, se voleva chiudere con lui, che glielo dicesse in faccia.
Voleva sentirgli pronunciare quelle parole, sarebbe stato doloroso, ma aveva bisogno di sentirglielo dire o non c'avrebbe mai creduto.
Non sapeva dove lui si trovasse ma provò ad immaginarlo. 
   






 
Un'ora dopo, Harry parcheggiò la macchina in un vialetto poco distante dalla spiaggia.
Era un posto abbastanza fuori mano, quello era il loro posto.
C'erano stati un paio di volte, quando entrambi avevano sentito il bisogno di nascondersi dal mondo per rifugiarsi l'uno nelle braccia dell'altro.
Sapeva che l'avrebbe trovato lì e le sue aspettative non furono deluse.
In lontananza intravide un ragazzo seduto sulla sabbia, che disegnava distrattamente con un bastoncino nella sabbia.
Gli si avvicinò lentamente, ripetendo a mente il discorso che aveva intenzione di fargli.
Probabilmente si mosse meno silenziosamente del dovuto, perché Louis voltò di scatto la testa verso di lui, con un'espressione sorpresa.
Poi però lo riconobbe, quindi con un sospiro tornò ad osservare il mare in silenzio.
Non disse nulla.
Neppure quando Harry si sedette accanto a lui, a cinquanta centimetri di distanza.
Restarono così per alcuni minuti, finché il minore non gli chiese: «Perché?» con voce dura.
Aveva gli occhi lucidi, la sua voce era un sospiro e si sentiva estraneo al proprio corpo.
Louis continuò ad ignorarlo.
«Rispondimi, cazzo!» strillò allora il riccio, con la voce di un ottava superiore.
Quando il maggiore finalmente trovò il coraggio di guardarlo, Harry vide che stava piangendo e si sentì un idiota.
«Scusa…» 
«Hai tutto il diritto di essere arrabbiato con me, Harry»
«Non sono arrabbiato con te… solo non capisco»
Louis tirò su col naso e non rispose per l'ennesima volta.
Entrambi fissavano il mare e le onde che si infrangevano sugli scogli senza neppure fiatare.
Harry avrebbe desiderato con tutto se stesso riuscire a leggere nei pensieri del ragazzo seduto accanto a lui. Cosa stava pensando? 
 
Passarono dieci minuti, poi quindici, venti, mezz'ora senza che parlassero.
Il riccio allora si alzò, deciso ad andarsene.
Sentiva un sapore amaro in gola, qualcosa che non gli andava giù.
Delusione, gli suggerì una voce nella sua testa.
Louis si alzò di scatto, seguendolo.
«Dove vai?» gli domandò.
«Me ne vado» fu la risposta secca, prima che si voltasse e si dirigesse verso la macchina.
Il maggiore sospirò, lasciandolo andare. 
Il ragazzo dagli occhi verdi, che in quel momento erano intrisi di dolore, era quasi arrivato alla propria vettura, quando si voltò indietro e guardando l'amore della sua vita, perché davvero lo considerava tale, capì che avrebbe dovuto lottare, che non poteva abbandonare tutto così.
«Sai cos'è che mi fa incazzare?» gli urlò.
Louis non si girò verso di lui, rimase in piedi, immobile.
«Mi fa incazzare il fatto che tu ti arrenda in questo modo. Credevo fossimo più forti di così. Credevo che insieme avremmo superato qualsiasi cosa. Era quello che mi avevi detto, era quello che c'eravamo promessi! Dove sono finite tutte le belle parole adesso? Tutti i nostri sogni? Mentivi quando mi dicevi che avremmo viaggiato insieme, che un giorno avremmo avuto una nostra casa, dei nostri figli, una nostra famiglia? Io pensavo ce l'avremmo fatta davvero!» continuò a strillare il minore, amareggiato.
Louis singhiozzò violentemente, incapace di trattenere le proprie lacrime.
Harry mosse alcuni passi verso di lui, ritrovandosi a due metri di distanza.
«Io lo penso tuttora, Louis! E Vuoi sapere cos'altro penso? Lo vuoi sapere?» gli chiese, mentre le lacrime cominciavano a rigargli le guance.
Il maggiore gli lanciò uno sguardo veloce, prima di riprendere a fissare le proprie scarpe, fece cenno di sì con la testa.
«E guardami, cazzo!» gridò, avvicinandosi ancora e costringendolo a fissarlo negli occhi.
Ormai a dividerli c'erano solo due passi.
Il ragazzo di fronte a lui si morse il labbro, evidentemente in difficoltà mentre i loro sguardi erano inevitabilmente incatenati gli uni agli altri. 
«Io penso che ti amo, Louis» 
Lesse il dolore negli occhi dell'altro, ma continuò.
Ora che aveva iniziato aveva intenzione di dirgli tutto quello che sentiva.
«E che ti amerò sempre. Però penso pure che tu forse debba ancora crescere, perché se fossi davvero un uomo affronteresti tutti questi problemi. Mano nella mano li affronteremmo insieme! La tua lettera mi ha fatto riflettere, sai? Io non lo voglio un altro, voglio te. Sempre e per sempre. Io non voglio vedere il viso di un altro se chiudo gli occhi, non voglio imparare a riconoscere un altro odore o altre abitudini che non siano le tue. Voglio te, solo te. E vorrei che per te fosse lo stesso, vorrei che tu fossi forte e te ne fottessi di tutto quello che dovremo affrontare. Perché a me non importa nulla di ciò che pensa la gente. Per me saremo sempre Harry e Louis, insieme. Io e te, noi. Ma poi penso che forse tu non provi lo stesso visto come stanno le cose, forse non ti importa davvero di me»
«Harry, no…» lo interruppe Louis, a mezza voce, con occhi supplichevoli.
Il minore tirò su col naso, distogliendo lo sguardo dalla persona che tanto amava e che tanto lo stava deludendo. 
«Hey…» sussurrò il maggiore avvicinandosi ed abbracciandolo in modo impacciato. «Io…»
«Sta' zitto, Louis» lo rimbeccò l'altro, finalmente ricambiando l'abbraccio.
«Ti odio» gli disse, aggrappandosi a lui e sussultando.
«Io ti amo, Harry» rispose timidamente Louis, sussurrando.
Il riccio allontanò il viso dalla sua spalla per poterlo guardare negli occhi.
Era stupito.
Louis non aveva mai detto di amarlo, che triste situazione che glielo stesse confessando proprio in quel momento.
Il maggiore gli accarezzò piano la guancia, raccogliendo con il pollice una lacrima che dolcemente rotolava lungo di essa.
«Perché?» chiese allora Harry, ripetendogli la stessa domanda di quando era arrivato.
«Perché ho paura che tu soffra. Lo so che anche ora stai soffrendo ma se continuiamo a stare insieme… io ti amerò ogni giorno sempre di più e forse tu farai lo stesso, ma le circostante potrebbero portarci ad allontanarci e ci soffriremmo. Non mi importa di me stesso, ma voglio che tu sia felice»
«Ti sembro felice, Louis?» chiese Harry, sciogliendo l'abbraccio.
«Tornerai ad esserlo, ti dimenticherai di me»
«Come puoi dire questo?»
«So che lo farai»
«Io muoio se non sei con me»
«Non sarà così difficile, troverai un altro»
«Sei il senso dei miei giorni»
«E lui sarà più carino e gentile di me»
«Ma mi stai ascoltando o no?»
«Non voglio sentire»
«Dovresti»
«Non voglio»
«Louis, guardami negli occhi e dimmi che vuoi davvero che io trovi un altro»
Il ragazzo dagli occhi color del cielo sospirò un «Voglio che tu stia con qualcun altro»
«Devi guardarmi negli occhi»
Louis ci riprovò, questa volta fissandolo.
«Voglio…» iniziò insicuro. «Voglio che tu…»
«Avanti, se lo pensi davvero non deve essere così difficile da dire» 
«Io… Credi davvero che insieme supereremmo qualsiasi cosa?»
«Usa il tempo al futuro »
«Credi davvero che insieme… supereremo qualsiasi cosa?»
«Sì» affermò Harry, in modo convinto.
«Non voglio che tu soffra»
«Preferisco rischiare, piuttosto che vivere una vita senza di te»
«Ti stancherai di nasconderci»
«Allora non lo faremo»
«E quando poi ci…» iniziò ancora Louis prima di essere interrotto da Harry.
Le labbra del riccio si posarono bruscamente su quelle dell'altro, che colto impreparato ricambiò il bacio solo dopo qualche secondo.
«Io e te…» disse Harry soffiando sulle sue labbra e continuando lasciarvici lievi baci. «…supereremo qualsiasi cosa... Insieme» concluse, fissandolo dritto negli occhi.
Gli morse il labbro, assaporandolo.
Gli era mancato troppo.
Assaggiò la sua lingua, che sapeva di lacrime.
«Okay?» concluse, per poi proseguire nel bacio, mentre le mani di Louis si incastravano nei suoi capelli.
Il maggiore lo attirò a sé, stringendolo più forte in senso di assenso.
«Non ti lascerò mai più, lo giuro» gli disse Louis sorridendo.
 
Un'ora e molti baci dopo, Harry si alzò, pulendo via la sabbia dai pantaloni.
Il maggiore lo imitò.
«Sei pronto a dirlo agli altri?» domandò il riccio, cercando la verità negli occhi chiari dell'altro.
Louis ricambiò lo sguardo, sostenendolo senza alcuna paura.
«Sì» rispose, prendendolo per mano.


 
 








ohrisensun's corner:

*inizia a piangere*
Lo ammetto, è stato bellissimo scrivere questa OS.
Non sono certa del risultato, quello lo scoprirò leggendo le vostre recensioni, ma so per certo che è stato bellissimo scriverla.
Mi sono commossa da sola,  ho pianto immaginando la scena e alla fine ho sorriso.

Devo ringraziare il gruppo Larry Shippers - Taranto per avermi introdotta alla Larry, perché è solo grazie a loro se finalmente ho capito quanto io amo questa romance (senza la b).
Grazie ragazze, vi voglio bene.

Infine, devo ringraziare chiunque leggerà/recensirà questa OS o la aggiungerà nelle Preferite/Ricordate, grazie di cuore.

Per ogni eventualità, >QUI< trovate tutti i miei contatti!

A presto,
Lu



ALTRI LAVORI SLASH:

Träume ich? (ziam)
Be the cherry to my cake. (ziam)
Beds, books and jealousy. (ziam)
Stormy night. (ziam)
The Invincibles. (larry)
Some nights. [shellett (per chi non lo sapesse, georgexjj degli unionj)]
  
Leggi le 20 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: lu and the diamonds